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LVMH Watch Week 2023, il tempo si rimette in marci...

LVMH Watch Week 2023, il tempo si rimette in marcia

Bulgari, Hublot, TAG Heuer e Zenith hanno presentato le prime novità del 2023, puntando decisi su asset vincenti. In attesa di Watches and Wonders a fine marzo e dei prodotti che vedranno la luce in questo primo trimestre, non mancano spunti d’interesse e modelli significativi.

L’anno orologiero 2023 è cominciato prestissimo, subito dopo l’Epifania, con la LVMH Watch Week, in corso dal 10 al 12 gennaio, in quel di Singapore.  Dunque, si è rivelata vincente la strategia avviata nel 2020 a Dubai, dai quattro luxury brand del Gruppo, ossia, in ordine alfabetico, Bulgari, Hublot, TAG Heuer e Zenith, nel “distribuire” le novità su successivi focus strategici nel corso dell’anno, avviando immediatamente questo primo step, a cui seguirà la kermesse di Watches and Wonders, prevista dal 27 marzo al 2 aprile. In questa sede, fissiamo l’attenzione sull’highlight di ciascun marchio, scelta mirata attraverso la quale appare chiara la sottolineatura sui punti di forza di ognuno di essi: l’orologio gioiello per signora per Bulgari, con interessanti news sull’iconico Serpenti; tecnologia top relativamente ai materiali per Hublot, con un’eccezionale prestazione sul Big Bang Tourbillon Automatic; l’icona Carrera per TAG Heuer, forte del suo 60° anniversario; abbinamento tra la performance del movimento El Primero a 1/10 di secondo e la contemporaneità della cassa Defy, attraverso la quale Zenith guarda al futuro.  

Bulgari, Serpenti Tubogas Infinity. Cassa ricurva in oro rosa da 35 mm, incastonata con 8 diamanti, lunetta in oro rosa incastonata con 44 diamanti taglio brillante, corona in oro rosa definita con una rubellite rosa taglio cabochon; quadrante rifinito con 262 diamanti. Movimento al quarzo personalizzato Bulgari. Bracciale a doppia spirale in oro rosa, parzialmente incastonato con 172 diamanti (~ 4.25 ct). Totale di 486 diamanti (~ 5.85ct).

 

Bulgari, Serpenti Seduttori. Cassa ricurva in acciaio da 33 mm, lunetta in oro rosa, corona in oro rosa incastonata con una rubellite rosa taglio cabochon. Quadrante laccato nero, sfere a gladio. Movimento al quarzo, personalizzato Bulgari. Bracciale in oro rosa e acciaio con motivo stilizzato esagonale e fibbia pieghevole. 

BULGARI

Bulgari avvia il 2023 esaltando la sua anima da “gioielliere”. Le novità proposte a Singapore, infatti, dal design iconico sostenuto da tecniche manufatturiere di altissimo livello, rientrano sotto al claim: “il tempo è un gioiello”. La Casa romana presenta dei vivaci e colorati Divas’ Dream, vestiti di topazio e tanzanite, ametista e tormalina, diamanti e rubini, ispirati dalla Dolce Vita, celebrando le nuance preziose degli zaffiri blu e rosa con i Divas’ Dream Mosaica. Ecco, poi, nel contesto di una proposta tutta declinata al femminile, i nuovi Allegra (sulla scia del debutto nell’estate del 2022), nei quali, di nome e di fatto, una varietà di forme e cromie “allegre” trova espressione nella combinazione tra tormaline, citrini, rodoliti e peridoti, con zaffiri rosa o gialli. Last but non least, non poteva mancare la potenza storico-estetica di della linea “Serpenti”, suddivisa nelle varianti Tubogas Infinity e Seduttori. Le prime creazioni Serpenti risalgono al 1948, con geometrie che abbracciavano il polso con le  spirali del bracciale Tubogas; e, nel 2022, è stato proprio un modello Serpenti d’Alta Gioielleria, ad accogliere il più piccolo movimento meccanico rotondo, il calibro Piccolissimo BVL 100. Quest’anno, una nuova evoluzione del serpente, ne mostra ancora una volta l’incredibile potenziale creativo: stiamo parlando dei succitati Serpenti Tubogas Infinity in oro rosa. Per la prima volta, una sagoma a forma di serpente – realizzata attraverso diamanti incastonati sulla struttura modulare – si estende dalla cassa dell’orologio lungo tutto il bracciale. I singoli elementi sono stati realizzati ognuno nella dimensione adatta, prima di essere lucidati, incastonati e assemblati su una fascia in titanio; diamanti illuminano anche la testa del serpente, montati a neve sul quadrante o protagonisti del decoro della lunetta. Due le  versioni inedite di Serpenti Tubogas Inifinity, con bracciale a spirale singola e doppia.

Riguardo alla serie Seduttori (lanciata nel 2019), ispirata dalla forza e dalla vitalità di un animale dai poteri quasi mistici, e dalla sua capacità di seduzione e femminilità, la cassa sinuosa rappresentativa della testa del rettile è accompagnata da un bracciale integrato a scaglie esagonali, ispirato al primo orologio segreto Serpenti degli anni ’60. Due sono le nuove varianti dei Serpenti Seduttori, entrambe con quadrante laccato nero, in contrasto con cassa e bracciale in acciaio, oppure in acciaio con lunetta, corona e maglie centrali del bracciale in oro rosa: la corona è definita da una rubellite rosa.

Big Bang Tourbillon Automatic Yellow Neon SAXEM, cassa in SAXEM da 44 mm (14,4 mm di spessore); 6 viti in titanio su lunetta. Quadrante a vista. Cinturino in caucciù Yellow Neon trasparente. Movimento automatico con tourbillon (al 6), di manifattura, calibro MHUB6035, con micro-rotore in oro bianco a 22 carati, posizionato frontalmente al 12 e scheletrato con la firma Hublot (21.600 alternanze/ora, 72 ore di riserva di carica). Serie limitata a 50 esemplari. Prezzo: 220.000 euro.

HUBLOT

“Abbiamo impiegato quasi tre anni di ricerche, dopo il modello MP-11 verde smeraldo, per sviluppare una nuova colorazione in grado di vestire il nostro Big Bang di una trasparenza assoluta e di una resistenza totale. Ancora una volta, ci spingiamo oltre i limiti del possibile della tecnica e dell’estetica, fondendole in un orologio di Manifattura nella tonalità inedita di Yellow Neon”. Così Ricardo Guadalupe, CEO di Hublot. Il SAXEM, acronimo di “Sapphire Aluminium oXyde and rare Earth Mineral”, infatti,  è stato sviluppato dalla Maison di Nyon nel 2019, per il Big Bang MP-11, nella tonalità verde smeraldo. In questo nuova versione del Big Bang Tourbillon Automatic, si è voluta riprodurre una tonalità completamente inedita di SAXEM, denominata “Yellow Neon”, con il gravoso compito di rispettare i severi criteri della Casa per i suoi modelli in zaffiro, all’apparenza decisamente simili: trasparenza assoluta, resistenza estremamente elevata. Tecnicamente, il SAXEM è una lega di ossido di alluminio, componente di base dello zaffiro, ed elementi di terre rare quali tulio, olmio e cromo, la cui brillantezza è addirittura superiore a quella dello zaffiro. L’assenza di tensioni all’interno del materiale conferisce una maggiore stabilità a livello di lavorazione, mentre la struttura cristallina, di tipo cubico, garantisce una sfumatura omogenea e la medesima intensità di colore, indipendentemente dall’angolo da cui si osserva la cassa. Si tratta di una colorazione molto forte, luminosa, accesa, che sembra quasi illuminata dall’interno, come se fosse un materiale fluorescente. Nel succitato nuovo esemplare presentato durante la Watch Week di Singapore, ossia il Big Bang Tourbillon Automatic Yellow Neon SAXEM, come accennato, l’elaborato materiale è declinato in una cromia gialla fluo, intensa e acida. Il contrasto è evidente con le sei viti a forma di H della lunetta e con la corona, tutte in titanio lucido e micropallinato. Per quanto riguarda il movimento, l’orologio è animato dal collaudato calibro di manifattura a carica automatica HUB6035, con regolatore a tourbillon al 6 e micro-rotore al 12, interamente scheletrato, spingendo fortemente sulla resistenza funzionale dei materiali utilizzati. Il meccanismo, dunque, è completamente a vista, fronte e retro: 21.600 alternanze/ora, riserva di carica di 72 ore (tre giorni), 282 componenti, 26 rubini. In tal senso, perfino i ponti sono stati realizzati in zaffiro, ottenendo un effetto di sospensione particolarmente efficace sul tourbillon. L’orologio, realizzato in edizione limitata a 50 esemplari, viene proposto con cinturino in caucciù testurizzato e creato su misura per l’occasione, anch’esso Yellow Neon, con fibbia deployante in titanio dotata di sistema One Click, per renderlo immediatamente intercambiabile senza richiedere alcuno strumento.

TAG Heuer Carrera 60th Anniversary, in acciaio da 39 mm, lunetta lucida, vetro zaffiro “glass box”, anse rettilinee, pulsanti a pompa, fondello chiuso a vite. Impermeabile fino a 100 metri. Quadrante argenté soleil, contatori azurée su fondo nero, indici applicati e lancette a bastone a luminescenza vintage, logo “Heuer”. Calibro automatico di manifattura Heuer 02, smistamento della cronografia via ruota a colonne, con innesto verticale: 33 rubini, 28.800 alternanze/ora, riserva di carica di 80 ore, ponti trattati a Côtes de Genève. Edizione limitata e numerata a 600 esemplari. Prezzo: 7.100 euro.

TAG HEUER

Il Carrera e uno di quei pochi modelli, nel panorama orologiero odierno, che può fregiarsi dell’appellativo di “senza tempo”. Nato sulla scia dell’indissolubile legame della Maison con le quattro ruote, ma quelle da corsa, nei gloriosi anni ’70 e seguenti fu scelto e indossato dai più grandi piloti di Formula 1, merito di un design studiato nei minimi dettagli da Jack Heuer (il primo appassionato di auto veloci e performanti) per garantire la massima leggibilità delle informazioni su di un quadrante più aperto – riduzione della lunetta al minimo indispensabile, portando la scala tachimetrica, non sempre, e quella dei secondi crono sul rehaut -, e, a partire dal 1969, di un movimento storico quale il Calibre 11 “Chronomatic”, il primo cronografo automatico con micro-rotore. Lanciato nel 1963, il Carrera raggiunge quest’anno, in ottima forma, le sue 60 primavere e, conseguentemente, non poteva mancare nelle strategie di TAG Heuer la sua opportuna celebrazione, con il Carrera 60th Anniversary, realizzato in serie limitata a 600 pezzi. A conferma di un itinerario storico, decisamente virtuoso, il Carrera, nel tempo, è stato indossato da leggende dell’automobilismo e star del grande schermo, come James Hunt negli anni ʽ60, Mick Jagger negli anni ʽ70 e Ryan Gosling ai giorni nostri. Ispirato a Jack Heuer dalla Carrera Panamericana, pericolosissima corsa su strada, disputata in Messico, per soli cinque anni (dal 1950 al 1954), questo modello interpretò in proiezione, le ambizioni di una generazione vincente e in ascesa in quell’effervescente periodo. Per determinare il “volto” celebrativo della versione del 60° anniversario,  designer e ingegneri di TAG Heuer, hanno scelto di riprendere uno dei Carrera vintage più collezionati: la referenza 2447 SN di fine anni ʽ60 (si trattava della seconda generazione della referenza, con quadranti a contrasto, declinati in cinque modalità e la variante in oggetto “SN”, anche denominata “Big Eyes”, a motivo di contatori leggermente più larghi rispetto alle versioni di prima generazione e a quelle con scala tachimetrica o decimale sul rehaut, è la più ricercata del lotto). Il movimento, all’epoca decisamente performante, era il Valjoux 72, a carica manuale. Tornando alle configurazioni di quadrante, la prima generazione della ref. 2447, prevedeva cromie argenté o nere, mentre la seconda serie, presentata nella seconda metà del 1968, introdusse due varianti di base opposte: quadrante argentè e contatori interni neri o viceversa, descritte, rispettivamente, come “panda” e “reverse panda”. Specificamente “SN”, significava “silver” e “noir”, ovvero argento e nero, un mix di termini inglesi e francesi che ancora oggi risulta singolare, e Jack Heuer la elaborò al fine di migliorarne ulteriormente la leggibilità, rispetto ai precedenti esemplari, giocando sul forte contrasto. Tra i dettagli cui Jack pose mano, sottolineiamo le lancette di ore e minuti con tratti rettilinei interni a contrasto per un effetto di maggiore chiarezza, i doppi stop luminescenti al 12 inseriti per rendere ancora più esplicito l’azzeramento del cronografo e le marcature bianche sui contatori neri per incrementarne la visibilità. Ciò detto, il  TAG Heuer Carrera 60th Anniversary è, come accennato, una fedele reinterpretazione della ref. 2447 SN, riprendendone le nuance vintage, i tratti neri lungo le sfere centrali e gli indici delle ore, i doppi stop luminescenti al 12 e, naturalmente, i contatori neri con evidenziature bianche. In un simile contesto, inevitabile l’apposizione del logo Heuer “d’antan”, sormontato dal nome Carrera, sulla finitura soleil del quadrante argenté; in aggiunta, il contatore al 6 riporta ancora la parola “Swiss”, a indicare che l’orologio è realizzato in Svizzera. Piccole modifiche rispetto all’originale vanno individuate nell’inversione dei contatori dei secondi continui e delle 12 ore crono, mentre, evidentemente, manca la “T” sopra all’indicazione “Swiss”, al 6, che designava la presenza del trizio radioattivo, oggi non più proponibile e sostituito dal SuperLumiNova. La cassa in acciaio lucido da 39 mm, con anse bene allungate, rettilinee e sfaccettate, impermeabile fino a 100 metri, è corredata da un vetro zaffiro “glass box” che, insieme ai pulsanti a pompa, al materiale luminescente beige e all’anello di tensione sottile intorno al bordo esterno del quadrante, conferisce al segnatempo gran parte del suo aspetto retrò. Sul fondello, serrato a vite e integrato da vetro zaffiro (vi è inciso il numero della serie limitata), una massa oscillante “speciale” brunita e scheletrata, rivela il calibro cronografico automatico di manifattura Heuer 02, di grande qualità e dalle elevate prestazioni, che prevede lo smistamento della cronografia via ruota a colonne, con innesto verticale. Le altre caratteristiche sono le seguenti: 33 rubini, 28.800 alternanze/ora, riserva di carica di 80 ore e, per quel che concerne le finiture, i ponti sono trattati a Côtes de Genève. Il cinturino è in pelle di vitello nero traforato con fibbia ad ardiglione in acciaio.

Zenith, Defy Skyline Skeleton. Cassa in acciaio da 41 mm, lunetta dodecagonale, corona a vite, fondello chiuso da 4 viti e integrato da vetro zaffiro. Impermeabilità fino a 10 atmosfere. Quadrante scheletrato con motivo simmetrico a stella, blu o nero, satinato, indici a barretta applicati e lancette a bastone luminescenti; indicazione dei decimi di secondo al 6. Movimento automatico di manifattura, calibro El Primero 3620 SK. Bracciale integrato e rastremato, in acciaio, con fibbia déployante. Prezzo: 11.800 euro. 

Zenith, Defy Skyline Skeleton, fronte fondello della versione con quadrante scheletrato blu. Attraverso il vetro zaffiro è possibile osservare il calibro automatico di manifattura, El Primero 3620 SK: 36.000 alternanze/ora, ruota di scappamento ed ancora in silicio, rotore bidirezionale a forma di stella, riserva di carica di 60 ore. 

ZENITH

È passato un anno dal lancio della nuova collezione Defy Skyline, da parte di Zenith, e la Maison di Le Locle ha deciso di proporne una variante più strutturata e impattante, esaltata dalla scheletratura. La linea Defy, come noto, esplicita un design contemporaneo, giocato sulla geometricità di cassa (tonneau ottagonale), lunetta (dodecagonale), e sugli sfacci sottolineati dall’alternanza lucido/satinato. Forte del successo della precedente versione del Defy Skeleton, Zenith, sullo Skyline ha sagomato ancor di più la struttura, confermando, sul quadrante aperto, la simmetria dell’originale scheletratura a forma di stella a quattro punte. Un omaggio, questo, al logo della Maison, a “double Z”, degli anni ’60; gl’indici a bastone, applicati sull’anello periferico destinato alla scala della minuteria, e le lancette ore/minuti sono trattati con SuperLuminova, una caratteristica non sempre scontata negli orologi scheletrati. Scendendo, poi, nel dettaglio qualificante, al 6, troviamo il contatore, anch’esso squelette, relativo al 1/10 di secondo, percorso a scatti regolari con incrementi fissi, da una piccola sfera, indicativo della presenza del calibro automatico ad alta frequenza El Primero di ultima generazione. Il quadrante aperto del nuovo Defy Skyline Skeleton è disponibile in nero o blu, con movimento scheletrato ton sur ton, per un look coeso e rigoroso. La cassa in acciaio misura 41 mm e, su di essa, è adattata la lunetta a 12 lati con sfacci lucidi, mentre la corona a vite, personalizzata  con il logo a forma di stella, contribuisce al raggiungimento di un’impermeabilità fino a 10 atmosfere.  La versione scheletrata del calibro automatico di manifattura El Primero 3620 SK è visibile, fronte fondello, fissato da quattro viti, in virtù dell’adattamento di un vetro zaffiro: la suddetta sfera a 1/10 di secondo al 6, prende il moto direttamente dallo scappamento (ruota ed ancora sono in silicio), interagente con un bilanciere oscillante a 36.000 alternanze/ora (non manca il dispositivo di arresto dei secondi per una precisa impostazione dell’ora). Il rotore bidirezionale, ça va sans dire, a forma di stella, garantisce una riserva di carica di circa 60 ore. Il Defy Skyline Skeleton è disponibile: con bracciale in acciaio, ben integrato e rastremato, a seguire la linea dettata dalla carrure; con un cinturino in caucciù e fibbia déployante in acciaio, con motivo a volta stellata in continuità con il blu per il quadrante blu e in nero per il quadrante dello stesso colore. L’ingegnoso e pratico meccanismo di cambio del cinturino Defy, con pulsanti di sicurezza sul retro, consente di intercambiare con facilità il bracciale in acciaio con quello in caucciù, senza l’ausilio di strumenti aggiuntivi.


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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