Eberhard & Co. veste della cromia più in voga in questo momento, l’ultima versione MCMLIX del suo storico professionale subacqueo Scafograf, e tratta DLC il modello “all black” celebrativo dei 135 anni dalla fondazione della Maison.
Quando Eberhard & Co., nel 2016, presentò la riedizione del suo Scafograf 300, balzò subito agli occhi come quel grande successo del passato sarebbe tornato all’attenzione del mercato, attirando a sé gli amanti dei professionali subacquei, forte, in particolare, dell’accresciuta funzionalità della ghiera girevole unidirezionale con anello in ceramica.
Tornando alle origini, va sottolineato che il mare, negli anni ’50, divenne sfida, oggetto d’imprese e leggende, nonché di indimenticabili romanzi quali “Il vecchio e il mare”, scritto da Ernest Hemingway a Cuba e terminato nel febbraio del 1952, che valse all’autore il Premio Pulitzer nel 1953 e il Premio Nobel l’anno successivo. In un passaggio, l’autore scrive: “Guardò il mare e capì fino a che punto era solo, adesso. Ma vedeva i prismi nell’acqua scura profonda, e la lenza tesa in avanti e la strana ondulazione della bonaccia. Le nuvole ora si stavano formando sotto l’aliseo e guardando davanti a sé vide un branco di anatre selvatiche stagliarsi nel cielo sull’acqua, poi appannarsi, poi stagliarsi di nuovo, e capì che nessuno era mai solo sul mare.” Un contesto in cui risultava fondamentale l’affidabilità dello strumento di “misurazione” del tempo e fu così che Eberhard & Co., il 25 ottobre 1958 registrò il nome Scafograf e, nel 1959, lanciò lo Scafograf 100 (il numero equivaleva al limite dei metri di profondità per il quale era testato impermeabile) in acciaio da 35 mm e, sempre lo stesso anno, il 200 da 38 mm, cui aggiunse la ghiera girevole (nel 1962, la cassa del 200 venne modificata, puntando su di una forma tonneau più marcata, da 42,5 mm, per consentire l’incasso di protezione della corona nella carrure); sulla scia di questa impostazione strutturale, nel 1964 venne presentato il 300, che mantenne gl’indici sovradimensionati a triangolo ai quarti, mentre, nel 1966, la Casa di La Chaux-de-Fonds propose la versione con lancette a bastone ed indici a barretta (ricordiamo che tutti i modelli suddetti erano automatici e impiegavano rinomati calibri Felsa – con la tipica finitura Eberhard & Co. a cerchi concentrici – per intenderci l’azienda che, nel 1942, presentò il movimento automatico “bidynator”, il primo dotato d’invertitore di trasmissione). Questo modello, a 50 anni di distanza (2016), come accennato nell’incipit, è stato oggetto di un moderno e “fedele” restyling, pur considerando che la Casa, nel 1969, lanciò il 400 da 40 mm e il Super ≤750 da 43 mm, nel 1972, lo Scafograf 36 – 200 m (automatico funzionante a 36.000 a/h) e, infine, nel 1983, lo Scafograf 1000 da 40 mm al quarzo. La nuova versione presentata da Eberhard & Co. nel 2016 si aggiudicò il Grand Prix d’Horlogerie quale miglior orologio sportivo dell’anno. E adesso, in occasione di quest’annata celebrativa, la Maison ha scelto di cambiare veste cromatica puntando sul verde e sul trattamento DLC, due soluzioni molto frequentate in campo orologiero negli ultimi anni, aprendo le strada a nuovi e futuri “evergreen”.
Lo Scafograf 300 “MCMLIX”, classico sportivo in acciaio dall’aspetto attraente e affidabile – rimanendo, innanzi tutto uno strumento professionale -, si presenta con l’anello in ceramica graduato della lunetta, in acciaio e girevole unidirezionale, di un verde intenso così come il quadrante, dove spicca il nome del modello in numeri romani bianchi e le finiture matt/galbé, come gli indici applicati tondi, alternati a quelli di forma triangolare posti alle ore 6-9-12 e indicati delle lancette (a punta triangolare per le ore e a bastone per i minuti) – ispirate al modello del ’59 – e dotate di luminescenza “vintage”. La versione Scafograf 300 MCMLIX (che corrisponde, appunto, a 1959 in numeri romani, ndr) è dotata di movimento meccanico a carica automatica “Swiss Made” con bilanciere in Glucydur, con spirale Anacron, e si basa, come per le versioni che lo precedono, su una cassa in acciaio del diametro di 43 mm (12,6 mm di spessore), dove è presente la valvola per la fuoriuscita automatica dell’elio a ore 9. L’impermeabilità è garantita fino a 300 metri di profondità. Il quadrante, che garantisce una buona visibilità, è protetto da un vetro zaffiro convesso, mentre sul fondello avvitato, compare la decorazione incisa della Stella Marina emblema della collezione. L’orologio è disponibile con cinturino realizzato in pelle idrorepellente, con impunture verdi a richiamo della tonalità del quadrante, o con il bracciale Chassis® in acciaio con chiusura deployante Déclic.
Per festeggiare ufficialmente il 135° anniversario della fondazione (avvenuto lo scorso anno), poi, Eberhard & Co. ha inoltre elaborato un particolare esemplare in edizione limitata dello Scafograf 200, trattata DLC per ottenere un look estremamente contemporaneo e accattivante. Forte delle medesime caratteristiche tecniche e strutturali, del 300 MCMLIX, lo Scafograf 200 (impermeabile fino a 20 atmosfere), in questa edizione limitata – disponibile solo in 135 esemplari -, si presenta con un quadrante e una ghiera in ceramica “all-black”, in cui spiccano lancette e marcatori dotati di luminescenza “vintage” (rispetto al 300 MCMLIX, non è previsto il datario al 3), e un fondello decorato dalla medesima “Stella Marina”, mentre il cinturino, questa volta in caucciù nero, possiede dotato di piccoli rilievi che riproducono lo “Scudo” della Maison.
Romano, appassionato di orologi fin dalla tenera età, vivo nel passato ma scrivo tutti giorni per Il Giornale e InsideOver, dove mi occupo di analisi militari e notizie dall’estero. Ho firmato anche sul Foglio, L’Intellettuale Dissidente e altre testate.
Nessun commento