Una collezione speciale di sei modelli ispirati a selezionate opere d’arte custodite al prestigioso MoMA di New York, dal 4 marzo sarà disponibile per gli appassionati. Quadranti e cinturini di questi Swatch interpreteranno capolavori di Van Gogh, Klimt, Mondrian, Rousseau e Tadanori. E per coloro che non vorranno perdersene nemmeno uno, la Casa di Bienne ha predisposto un cofanetto d’eccezione.
Il primo Swatch venne venduto nel novembre del 1983 (a marzo videro la luce i primi 12 modelli). Il concept di questo orologio di plastica pensato, fin da subito, da Nicolas G. Hayek, che all’epoca stava avviando il lungo viaggio verso la formazione del colosso orologiero chiamato proprio Swatch Group, la sua creatura, prevedeva un forte legame con l’arte. Come la pop art degli anni Sessanta, gli Swatch si sono ispirati alla cultura popolare, ed essi stessi sono presto diventati una ‘tela’ per artisti famosi: pittori, scultori, musicisti, registi. Il primo artista a collaborare con Swatch fu Kiki Picasso nel 1984, poi fu la volta del pittore americano Keith Haring (ricordiamo quattro modelli con i suoi disegni), e ancora Alfred Hofkunst, Jean-Michel Folon, Sam Francis, Mimmo Paladino, Mimmo Rotella, Nam June Paik, Not Vital, Akira Kurosawa, Spike Lee, Renzo Piano. Parte integrante, poi, di ciascuna Swatch Art Special Edition è sempre stata la confezione, divertente e originale quanto gli orologi stessi. Simili contenuti tornano ad essere protagonisti nei modelli realizzati, in edizione speciale, in collaborazione con il MoMA (The Museum of Modern Art) di New York, disponibili nei negozi Swatch di tutto il mondo e sul sito swatch.com, nonché nei MoMA Design Store globali e sulla pagina store.moma.org, a partire dal 4 marzo 2021.
Afferma Carlo Giordanetti, CEO di Swatch Art Peace Hotel: “È ben vero che ogni marchio forte e più ancora ogni ‘love brand’ ha un DNA potente, e come per gli uomini questa impronta genetica ha un’influenza su tutto il suo percorso evolutivo. Nel caso di Swatch, provocazione positiva, innovazione, joie de vivre e orgoglio Swiss Made sono gli elementi fondatori, che ritroviamo combinati in modi diversi a seconda dei progetti, lungo l’arco di questi 38 anni di creatività e love story con il mondo dell’arte. Il dialogo con gli artisti è sempre stato per noi fonte di ispirazione, sguardo sul mondo contemporaneo, voglia di superarsi, sfida alla qualità, gesto di generosità e di apertura. Ancora di più oggi, con Swatch X MoMA, confrontarci con i capolavori assoluti di Klimt, Van Gogh, Mondrian, Rousseau e Tadanori riassume questa filosofia. Il MoMA è un’istituzione assoluta, un’autorità e una destinazione inevitabile per chi nell’arte crede e con l’arte vive. Immaginare il percorso che ci porta dall’ammirazione alla trasformazione, alla fruizione dell’opera d’arte, dalla sala di esposizione al polso, dalla puntualità di una visita al museo alla quotidianità e all’intimità con l’orologio, sono i motori di questo progetto: gli elementi che consentono ad ognuno di vivere l’opera scelta come parte di un lungo, ricco e personale racconto. Il cerchio si chiude e si torna al DNA di Swatch. Con al centro l’emozione”. Swatch X MoMA prevede, dunque, sei creazioni uniche, in plastica e con movimento al quarzo, ispirate ad opere della collezione MoMA, che includono: “La Notte Stellata” di Vincent van Gogh (uno degli ultimi lavori dell’artista, dipinto presumibilmente all’alba del 23 maggio 1889 a Saint-Rémy-de-Provence), “Il Sogno” di Henri Rousseau (1910, esempio della cultura figurativa dell’avanguardia francese), “The City and Design, The Wonders of Life on Earth, Isamu Kurita” di Tadanori Yokoo (1966, giapponese, classe 1936, esponente di una pop art mescolata con idiomi strutturali tipicamente nipponici), in formato New Gent (40 mm), al prezzo di 95 euro; “New York” di Tadanori Yokoo (1968), “Composizione in ovale con piani di colore 1” di Piet Mondrian (1914, esempio della sua teoria del “neoplasticismo”, combinazione di linee e colori su di una superficie piatta), “La Speranza II” di Gustav Klimt (1907-1908, il periodo aureo con prevalenza di figure femminili), in formato Gent (33 mm), al prezzo di 75 euro.
Tali esemplari possono essere acquistati singolarmente o come intera edizione per collezionisti: Swatch e MoMA hanno concepito una confezione speciale per l’edizione da collezionisti (prezzo di 650 euro), ispirata alla Blade Stair, una delle caratteristiche architettoniche del MoMA, sospesa per quattro piani su di un muro verticale rivestito in acciaio, totalmente priva di controventature laterali. Questa linea tornerà a stimolare, senz’altro, l’approccio collezionistico allo Swatch, sulla scia di quello che si determinò negli anni ’80 e ’90. Osserva Giordanetti: “Il collezionismo si basa sulla passione, sulla curiosità, sul divertimento della ‘caccia’, sulla voglia di esplorare. In tal senso, ne possono cambiare le modalità, ma non l’essenza. I collezionisti di Swatch sono sempre attivi e attraverso gli anni molti di loro hanno scelto il segmento che più risponde ai gusti personali: modelli d’artista, modelli speciali, legati a ricorrenze o a destinazioni particolari, alla musica piuttosto che allo sport o alle innovazioni tecnologiche. Sicuramente il progetto, che da qualche anno stiamo sviluppando con grandi realtà culturali, quali il Rijksmuseum di Amsterdam, il Thyssen-Bornemisza a Madrid, il Louvre a Parigi, ed ora il MoMA (ma non dimentichiamoci il progetto ‘pioniere’, che nel lontano 1986 fu la collezione ‘Fondation Maeght’ creata da Valerio Adam/Pol Bury/Pierre Alechinsky!), ha generato una nuova forma di collezionismo, e questo ci affascina e ci dà molta gioia. Tante sono le porte d’accesso al mondo Swatch: potenzialmente ognuna di esse può ispirare un modo di collezionare”. A comprova della funzione di Swatch, a livello socio-culturale ed artistico, il MoMA dispone di tre orologi della Casa di Bienne all’interno della sua collezione permanente; GB100 (1983), GK100 Jelly Fish (1985) e SFK100 Jelly Skin (1998). Gli orologi Swatch, inoltre, sono stati presentati in quattro esposizioni MoMA: “Humble Masterpieces” (2004), “Architecture and Design: Inaugural Installation” (2004-2005), “Standard Deviations: Types and Families in Contemporary Design” (2011-2012), e, più recentemente, “Items: Is Fashion Modern?” (2017-2018). Il progetto con MoMA prevede anche la collaborazione con l’artista brasiliana Beatriz Milhazes per inserire tre delle sue opere della collezione MoMA, ossia “Suculentas Beringelas” (1996), “O Espelho” (2000), e “Meu Bem” (2008), sulla piattaforma Swatch X You, che permette ai clienti di creare il proprio stile di orologio personalizzato sul sito Swatch.com e in alcuni negozi Swatch selezionati.
E proprio a proposito del cliente target Swatch di oggi, Giordanetti aggiunge: “Il nostro naturale istinto di marchio aperto, democratico, trasversale, ci ha dimostrato che un progetto Swatch (quando è vincente!) può sempre avere diversi piani di lettura e di penetrazione. Per questa collezione, vi è la dimensione istintiva legata all’estetica, oppure quella di un appassionato d’arte che può avere più sintonia con questo o quell’artista, o ancora quella di collezionista d’arte o di Swatch, o quella di affezionato (e fortunato!) fruitore del MoMA, ed ogni approccio può portare ad una scelta diversa – magari che evolve nel tempo e crea un legame più forte con il marchio –. Proprio pensare ad abbracciare profili di clienti diversi grazie ad un’offerta sfaccettata è uno dei criteri che è stato alla base della scelta delle opere, dei dettagli da catturare, delle storie che si possono raccontare”.
Quali saranno allora i prossimi step che Swatch effettuerà sul filo dell’arte? Il CEO di Swatch Art Peace Hotel accende la curiosità: “Sicuramente continueremo questo appassionate viaggio tra le più importanti e prestigiose realtà culturali in tutto il mondo. Ma, dopo l’arte, si avvicina il tempo di esplorare nuovi territori, nuovi materiali, nuove tecnologie: pronti per una nuova avventura Swatch nel mondo dell’innovazione?”
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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