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OMEGA, Olympic 1932 Chrono Chime e Speedmaster Chr...

OMEGA, Olympic 1932 Chrono Chime e Speedmaster Chrono Chime

Un pluricomplicato in “casa” Omega è un qualcosa di eccezionale, come eccezionale è la sua complessità. Si tratta di un abbinamento totalmente inedito, ossia un cronografo sdoppiante e una suoneria cronografica, a celebrare l’heritage della Maison nei campi della ripetizione minuti e della cronometria. Il movimento Chrono Chime è stato adattato su due modelli, l’Olympic 32, d’impostazione d’antan, e lo Speedmaster.

Afferma il Presidente e CEO di Omega, Raynald Aeschlimann: “Le date chiave della nostra storia sono molto di più di semplici momenti memorabili del passato. Queste pietre miliari sono diventate parte integrante di ciò che creiamo oggi. La nostra tecnologia Chrono Chime è completamente nuova, ma questa volontà di sfidare le aspettative, di aprire nuovi orizzonti, è da sempre nel cuore di Omega. Non ci tiriamo indietro davanti alle sfide, le cogliamo, con determinazione e passione”. L’ultima di esse, è stata annunciata dal CEO, alla fine dello scorso ottobre, sul palco principale della Walt Disney Concert Hall di Los Angeles, e si riferisce al movimento più complicato che il marchio abbia mai realizzato. Il nuovo Chrono Chime è un’edizione numerata veramente straordinaria, celebrazione, come sostenuto da Aeschlimann, della storia di Omega nel cronometraggio in frazioni di secondo e nella ripetizione minuti: per la precisione, rappresenta la sintesi tra il primo orologio da polso con ripetizione minuti,  progettato da Omega nel 1892, e i cronografi da tasca usati in occasione dei Giochi Olimpici di Los Angeles del 1932, debutto della Maison in qualità di Cronometrista Ufficiale. Il brand ha trovato un modo letteralmente unico per fondere le due funzioni in un singolo prodotto: un cronografo sdoppiante con suoneria. E ha pensato di declinarlo in due versioni, l’Olympic 1932 Chrono Chime, in configurazione da tasca, e lo Speedmaster, entrambe realizzate in oro Sedna a 18 carati. 

Raynald Aeschlimann, Presidente e CEO di Omega, a destra, con Michael Phelps, ex fuoriclasse assoluto del nuoto e ambasciatore della Maison, in un momento della presentazione dei modelli Chrono Chime, avvenuta presso la Walt Disney Concert Hall di Los Angeles, alla fine di ottobre.

L’Olympic 1932 Chrono Chime, in oro Sedna, da 45 mm di diametro e 16,9 mm di spessore; pulsanti: funzioni start/stop/reset coassiale con la corona al 12; suoneria cronografica al 5; funzione crono sdoppiante all’11. Monoanse centrali. Quadrante bianco in smalto Grand Feu, rehaut in argento 925 rifinito guilloché, contatori dei 15 minuti crono – al 12 – e dei piccoli secondi – al 6 – con la medesima finitura del rehaut, lancette Poires in oro Sedna azzurrate PVD, sfera centrale sdoppiante verniciata in rosso, numeri arabi e minuteria in smalto nero “Petit Feu”. Movimento manuale di manifattura, calibro Omega Co-Axial Master Chronometer 1932, dotato di suoneria cronografica (découpage con martelletti al 6) e cronografo sdoppiante integrati.

Mediante il vetro zaffiro adattato sul fondello chiuso a pressione dell’Olympic 1932, è possibile ammirare il fronte posteriore del calibro Omega Co-Axial Master Chronometer 1932, forte di ben 17 brevetti: 14’’’, 45 rubini, 36.000 alternanze/ora, 60 ore di riserva di carica, antimagnetica fino a 15.000 Gauss. Il fronte posteriore accoglie il dispositivo cronografico sdoppiante con pinza centrale attivata da ruota a colonne. Tra ponti e platina, il suddetto calibro è costituita da 46,44 grammi d’oro Sedna.

Ospitano un movimento molto speciale dotato di soluzioni inedite e sorprendenti. E partiamo, allora, proprio da questo piccolo, grande masterpiece di tecnica, lo stesso per le due varianti. Dal momento che non era possibile modificare i componenti esistenti, i maestri orologiai di Omega sono stati costretti a creare un movimento partendo da zero. Il calibro Omega Co-Axial Master Chronometer 1932 è dotato di suoneria e cronografo integrati, ed è stato realizzato senza sovrapporre, rimodellare o adattare le parti nuove a quelle vecchie, ma fondendo le due funzioni in un unico meccanismo. Motivo per cui si tratta del movimento di manifattura più complicato mai prodotto dalla Maison di Bienne, risultato di oltre sei anni di sviluppo specifico in collaborazione con Blancpain e presenta 17 brevetti distribuiti su 575  componenti. Si tratta di un movimento Co-Axial a carica manuale da 32,5 mm di diametro (14’’’), scorrente su 45 rubini e operante a 5 Hz, ossia 36.000 alternanze/ora. Tradotto, la complicazione cronografica ha la capacità di misurare con una precisione a  1/10 di secondo, proprio come gli orologi da tasca usati da Omega nel 1932, durante le Olimpiadi. Unitamente all’evoluzione su 36.000 alternanze/ora, il meccanismo in oggetto prevede 60 ore di riserva di carica (di tutto rispetto vista la complicazione), comando cronografico monopulsante al 12, pulsante per l’attivazione della suoneria cronografica al 5 (utilizza tre camme aggiuntive), innesto verticale e impiega poco più di 46 grammi di oro Sedna nella sua costruzione (46,44 grammi per la precisione). La qualifica Master Chronometer, poi, significa, tra l’altro, resistenza antimagnetica fino a 15.000 Gauss, grazie a più di 50 componenti distinti realizzati con materiali non ferrosi.  La sua complicazione centrale, il cosiddetto Chrono Chime, come anticipato, si attiva tramite il pulsante al 5 sulla carrure, contrassegnato da una nota musicale lucidata in rilievo. Sono tre i “momenti” udibili: minuti (un tono basso), secondi con incrementi di 10 unità (un tono accoppiato) e, infine, i secondi in risoluzione unitaria (con un tono alto). Se si vuol, fare un parallelo con la ripetizione minuti classica, il tono basso corrisponderebbe alle ore, il doppio tono ai quarti e il tono alto ai minuti. Chiaro che l’attivazione della suoneria crono può avvenire nel momento in cui, tramite il pulsante al 12 – coassiale con la corona a tronco di cono zigrinato, e preposto alle funzioni di start/stop/reset della cronografia – è stato premuto lo stop alla misurazione cronografica. Il suono è abbastanza forte e chiaro, tale da individuare facilmente le tre fasi: in tal senso, Omega ha prestato particolare attenzione al tempo di silenzio fra di esse, calibrato con precisione in un secondo e mezzo, una distanza temporale molto contenuta in rapporto alle tradizionali ripetizione minuti, nelle quali, spesso, tra due rintocchi passano diversi secondi. I due martelletti sono dotati di un inserto in acciaio temperato e colpiscono dei gong in oro Sedna a 18 carati, accordati a mano dagli orologiai Omega; i gong sono fissati sul profilo interno della carrure mediante due viti al 6, presentando delle studiate rientranze in lunghezza e in pendenza, proprio in corrispondenza dei martelletti, per poi seguire la curvatura interna della carrure stessa, e sono un rispettoso rimando alle campane utilizzate da Omega per segnalare l’ultimo giro prima del traguardo ai Giochi Olimpici o ad altri eventi sportivi. La finitura del meccanismo, ça va sans dire, è di altissimo livello, e i due modelli sono testati impermeabili fino a 30 metri e garantiti per cinque anni. 

Calibro Omega Co-Axial Master Chronometer 1932, fronte quadrante, piano su cui sono state posizionate la base tempo e la suoneria cronografica. Si vedono, infatti, il bilanciere a regolazione inerziale in alto a destra, il bariletto (dal coperchio brunito e personalizzato) in alto a sinistra, i martelletti della suoneria (in basso, i gong non sono presenti) attivati dal pulsante al 5 e, a destra, il regolatore inerziale della suoneria. La finitura dei ponti, delicatamente scavati, è assimilabile ad una micro-martellatura.

Durante la presentazione a Los Angeles, i vertici della Maison hanno tenuto ad evidenziare che una tale eccezionale complicazione è adattata su due esemplari regolarmente in produzione e non su concept watch o prototipi. Vediamo, dunque, nel dettaglio i due orologi. L’Olympic 1932 Chrono Chime, ovviamente, tradisce l’estetica della prima ripetizione minuti Omega, nata da polso nel 1892, ossia, molto probabilmente, un segnatempo da tasca modificato per montare un cinturino. La cassa, in oro Sedna, misura 45 mm di diametro e 16,9 mm di spessore, e presenta cristalli di zaffiro a protezione del quadrante e integrato al fondello. Spiccano le monoanse centrali ad accogliere il cinturino. Il quadrante è bianco, in smalto Grand Feu, ed è incorniciato da un rehaut in argento 925, che sfoggia una finitura guilloché destinata a rappresentare le onde acustiche, ripresa sui contatori dei 15 minuti crono al 12 e dei piccoli secondi al 6, circondato dai martelletti: una rappresentazione visiva delle onde sonore emesse dai rintocchi dell’orologio. Una piccola digressione per dire, considerando la complessità della realizzazione, che la suoneria cronografica, unitamente alla base tempo (sono chiaramente visibili i martelletti, il volano inerziale della suoneria e la base tempo negli elementi del bilanciere a regolazione inerziale e del bariletto) è proposta fronte quadrante, mentre la parte cronografica con dispositivo rattrapante a pinza centrale, si trova sul fronte posteriore ed è connotata da un affascinante schema di ponti circolari, sovrapposti e scalinati e trattati con una fine martellatura, assimilabile ad un sablage più marcato. 

Calibro Omega Co-Axial Master Chronometer 1932, fronte fondello, lascia intravedere il sistema di leve, compresa la pinza centrale dello sdoppiante, e gl’ingaggi con i pulsanti, che costituiscono il dispositivo cronografico integrato. Si può apprezzare la costruzione circolare dei ponti sovrapposti e scalinati, con la medesima finitura osservata sul fronte.

Nell’Olympic 1932 Chrono Chime, il pulsante di attivazione della suoneria cronografica, al 5, presenta una nota musicale lucidata in rilievo.

Tornando al quadrante, le lancette centrali di ore e minuti, a Poires, in oro Sedna, presentano un rivestimento PVD azzurrato, così come le sfere sui due contatori; per una leggibilità ottimale, la lancetta centrale dei secondi crono è in CVD azzurrato, per distinguersi da quella rattrapante sovrapposta,  verniciata in rosso. I numeri arabi e la minuteria in smalto nero “Petit Feu”, rimandano inequivocabilmente al 1932. Dei pulsanti abbiamo detto, fatta eccezione per quello all’11, deputato all’attivazione della funzione rattrapante  e dotato di un anello lucido in ceramica ibrida rossa, in armonia con  la cromia della sfera dei secondi sdoppianti. Il cinturino in pelle marrone prevede una fibbia in oro Sedna e accoglie un nuovo sistema di cambio rapido brevettato. Infine, lo speciale cofanetto di presentazione comprende un cinturino in pelle supplementare e due cordoncini in pelle, che consentono di custodire l’orologio in tasca o portarlo al collo, come un vero e proprio cronometrista in pista. 

Sul quadrante dell’Olympic 1932 Chrono Chime, splendida la finitura guilloché del rehaut in argento 925, e dei contatori, sul motivo delle onde sonore.

Per quanto concerne, invece, la versione Speedmaster Chrono Chime, anch’esso in oro Sedna e da 45 mm (spessore di 17,37 mm), adotta una cassa ispirata dallo Speedmaster di seconda generazione, la ref. CK 2998, la prima ad essere indossata nello spazio, nel 1962, tanto per rimanere in modalità commemorativa. D’impatto il quadrante in avventurina blu, smaltato “Grand Feu” che, come nel caso dell’Olympic 1932, è circondato da un rehaut inciso gulloché a motivo “onde sonore”, ma in oro Sedna, ripreso sui contatori, lavorato a cerchi concentrici. Lancette Index e indici applicati, sono diamantati in oro Sedna, mentre la sfera centrale sdoppiante reca una verniciatura rossa sulla parte terminale. Evidentemente, a parità di movimento impiegato, la configurazione da tasca dell’Olympic 1932, riguardo ai pulsanti, ha imposto per lo Speedmaster, con regolare corona di carica/regolazione al 3 (comprensiva di pulsante coassiale per le funzioni crono), il posizionamento del pulsante della suoneria crono all’8 e del rattrapante al 2; ovvia, poi, anche la collocazione dei minuti crono al 3 e dei piccoli secondi al 9. Completano il quadro, bracciale e fibbia in oro Sedna a determinare un peso complessivo dell’orologio di 325 grammi, diremmo consistente al polso. Come spesso accade con le ripetizioni minuti, entrambe le edizioni sono accompagnate da un cofanetto di esposizione in noce, all’interno del quale una placca di risonanza in abete rosso – proveniente dalla foresta di Risoud, al confine tra Francia e Svizzera – realizzata seguendo le tecniche di produzione dei liutai,  ha lo scopo di amplificare il suono dei rintocchi. I due orologi non sono specificamente previsti in serie limitata, ma numerata e la Maison di Bienne ha dichiarato che la produzione sarà ridotta a pochissimi modelli all’anno. Ci sembra logico, il numero dei potenziali proprietari dei Chrono Chime sarà senz’altro limitato. E in quanto alla loro tipologia, potremmo pensare che i collezionisti Omega più accaniti se la batteranno con gli amanti delle pluricomplicazioni altamente tecniche, appannaggio normalmente dei soliti ben noti brand. Notiamo, in ultimo, che dopo questo grande capolavoro, la Maison di Bienne, potrebbe decidere di proiettare con convinzione il Co-Axial, calibrato oggi sui 3 o 4 Hz, nella galassia dei movimenti operativi sulle 36.000 alternanze/ora. 

Speedmaster Chrono Chime in oro Sedna, da 45 mm di diametro e 17,37 mm di spessore; pulsanti: funzioni start/stop/reset coassiale con la corona al 3; suoneria cronografica all’8; funzione crono sdoppiante al 2. Lunetta con incisa la scala tachimetrica su fondo nero; fondello chiuso da 4 viti e integrato da vetro zaffiro. Quadrante in avventurina blu, smaltato “Grand Feu”, rehaut in oro Sedna rifinito guilloché, contatori dei 15 minuti crono – al 3 – e dei piccoli secondi – al 9 – con la medesima finitura del rehaut, lancette Index e indici applicati diamantati in oro Sedna, sfera centrale sdoppiante verniciata in rosso nella parte terminale. Movimento manuale di manifattura, calibro Omega Co-Axial Master Chronometer 1932, dotato di suoneria cronografica (découpage con martelletti al 9) e cronografo sdoppiante integrati.


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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