Inutile nascondere che la salute della Terra non è delle migliori, e da parecchio tempo. Innumerevoli le iniziative, a livello globale, per contrastare il surriscaldamento e l’inquinamento e, evidentemente, a questo virtuoso impegno non è sfuggito l’universo produttivo, commerciale e distributivo. In tale contesto, l’orologeria ha fatto e sta facendo la sua parte, a livello d’impianti nelle manifatture, di prodotto e con collaborazioni finalizzate a sostenere dei progetti di salvaguardia. Ne offriamo, in questa sede, un sintetico panorama, ma ormai sono moltissime le aziende che, a vario titolo, stanno dando il proprio contributo.
L’eco-sostenibilità è l’attività umana basata sugli assunti ecologisti nel quadro dello sviluppo sostenibile. In tal senso, è centrale il processo di rinnovamento delle risorse, considerato come capacità intrinseca del mondo di trasformarsi in maniera ciclica, al fine di non modificare i delicati equilibri del pianeta. Sono eco-sostenibili, in sostanza, tutte quelle azioni che indirizzano il consumo di risorse in modo tale che la generazione successiva ne riceva la stessa quantità da noi ereditata dalla generazione precedente. Negli ultimi decenni il deterioramento, ai limiti dell’’incontrovertibilità, degli ecosistemi più delicati della Terra, ha fatto sì che lo sviluppo sostenibile sia divenuto l’obiettivo del momento, su tutti i fronti, politico, economico, sociale e, ovviamente, ambientale. Si tratta, infatti, come accennato, di una proiezione compatibile con la salvaguardia dell’ambiente e dei beni liberi per le generazioni future, per dar vita ad un’economia “verde”. In termini generali, l’intero pianeta si sta mobilitando per riportare il benessere e la qualità della vita al centro delle politiche industriali e produttive, calibrandone attentamente l’impatto sugli ecosistemi sociali e naturali. In un simile contesto, da alcuni anni anche il mondo dell’orologeria si è sensibilizzato su questo tema e sono ormai molte le realtà aziendali che hanno investito per la conversione eco dei processi realizzativi. È interessante, però, constatare come, anche sotto il profilo del prodotto, l’universo delle lancette abbia cominciato ad elaborare soluzioni “ad impatto ambientale” ridotto, impensabili fino a pochi anni or sono, chiedendo ai media di porre l’argomento in evidenza. E noi lo facciamo con piacere, sottolineando che l’intento è talmente lodevole ed apprezzabile, da indurre le Maison a sotterrare eccezionalmente qualsivoglia ascia di guerra, in un’ottica competitiva. Il tutto, però, va perseguito con molta attenzione. Lo sviluppo di simili soluzioni (quando non destinate al prodotto, comportano collaborazioni finalizzate al sostegno di Enti e Istituzioni che operano per la salvaguardia dell’ambiente), benché auspicabile e richiesto dalla situazione ambientale globale, comporta forti investimenti, la creazione di una supply chain ad hoc al servizio di una linea produttiva specifica, al fine di garantire, al polso, le stesse performance di un orologio tradizionale. In caso contrario, i risultati potrebbero essere controproducenti, e anche dannosi. Dunque, massima collaborazione per raggiungere l’obiettivo, certo, ma senza perdere di vista la bussola ed un orientamento graduale. La panoramica dei modelli “eco” che presentiamo, è distribuita dall’alto di gamma fino alla fascia di prezzo più accessibile, a conferma che la strada intrapresa non riguarda un solo segmento, ma l’orologeria tutta.
Panerai – Submersible eLAB-IDTM
L’introduzione del Submersible eLAB-ID™ costituisce un’ulteriore conferma del livello d’avanguardia assoluta raggiunto da Panerai nel definire nuove proporzioni, materiali e tecnologie con un impatto trasformativo di vasta portata. Si tratta, infatti, dell’orologio realizzato con la più alta percentuale di materiale riciclato al mondo, attraverso il quale la Casa fiorentina si propone di promuovere lo sviluppo e la messa a punto di un modello produttivo orologiero più responsabile dal punto di vista dell’impatto ambientale. In tal senso, il 98,6% del suo peso totale proviene da materiali che integrano un alto tasso di elementi riciclati. Cassa da 44 mm (carrure, lunetta graduata girevole unidirezionale con fondo sabbiato, dispositivo di protezione della corona “Safety Lock”, fondello chiuso a vite), quadrante “sandwich” e ponti del movimento sono realizzati in EcoTitanium™, una lega di titanio riciclato, metallo leggero di derivazione aerospaziale composto per oltre l’80% da puri elementi riciclati. Inoltre, il Submersible eLAB-ID™ è il primo orologio a utilizzare SuperLuminova™ riciclata al 100% su quadrante e lancette, e silicio riciclato al 100% per lo scappamento del movimento, per non parlare, poi, dei 17 rubini riciclati adattati sul meccanismo. E, ancora, dal vetro zaffiro alle lancette in oro, la maggior parte dei componenti principali é ottenuta da materiale riciclato. Il modello è dotato del calibro automatico di manifattura P.900e, da 12½’’’ e 4,2 mm di spessore: 28.800 alternanze/ora, un bariletto, sistema antiurto Incabloc, riserva di carica di tre giorni. Evidentemente è garantita l’impermeabilità fino a 30 atmosfere di pressione. Per realizzare l’ambizioso progetto Submersible eLAB-ID™, Panerai ha collaborato con partner e fornitori dell’industria orologiera (il cinturino, anch’esso in tessuto riciclato grigio-roccia con fibbia trapezoidale in EcoTitanium™, è stato prodotto dall’italiana Morellato), provenienti anche da settori diversi come quello aerospaziale e automobilistico, molti dei quali non avevano mai lavorato con livelli così alti di contenuti riciclati prima d’ora. Come accennato, Panerai nell’ottica di una drastica riduzione della necessità di estrazione di materiali vergini, diminuendo così l’impatto ambientale associato a queste operazioni, è aperta alla collaborazione più ampia con tutte le Maison che vorranno aderire all’iniziativa. Il CEO di Panerai Jean-Marc Pontroué ha sottolineato: “Non vogliamo essere gli unici a farlo. Agire da soli non salverà il mondo”.
Panerai – Luminor Marina eSteelTM
Il Submersible eLAB-ID™ non è stato l’unico orologio “eco” presentato nel 2021 da Panerai. La Casa, infatti, si è cimentata anche con il Luminor, il suo modello più riconoscibile, emblema del brand da oltre sette decenni, dotato, come noto, del celeberrimo dispositivo brevettato di protezione della corona, a ponte e leva. Nel 2021, la collezione è stata integrata con versioni in eSteel™, un materiale dagli alti contenuti tecnici, destinato a divenire una pietra miliare nella storia del marchio. Composto da acciaio riciclato, rappresenta un ulteriore passo nell’impegno di Panerai per ridurre l’impatto ambientale associato al processo produttivo. Lo conferma il fatto che 89 grammi dei componenti di Luminor Marina eSteel™, corrispondenti al 58,4% del peso totale dell’orologio (cioè 152,4g), sono prodotti da materiali riciclati: nello specifico l’eSteel™ è impiegato per cassa, dispositivo proteggi-corona e quadrante. Le sfide sono state molteplici per far sì che l’eSteel™ presentasse lo stesso comportamento chimico, la stessa struttura fisica e la stessa resistenza alla corrosione di una lega non riciclata. Il Luminor Marina eSteel™ presenta una cassa spazzolata con lunetta lucida da 44 mm (15,45 mm di spessore), una corona gommata e una leva personalizzata con il logo eSteel™. I segnatempo sono disponibili in tre colori di quadrante (data a finestrella al 3 e piccoli secondi al 9): Blu Profondo, Grigio Roccia e Verde Smeraldo. Il calibro P.9010, meccanico automatico, è il movimento che anima Luminor Marina eSteel™: dispone di una riserva di carica di tre giorni (due bariletti) ed è progettato e sviluppato interamente dalla manifattura Panerai di Neuchâtel. Il movimento è dotato di un sistema di regolazione rapida in grado di spostare la lancetta delle ore in avanti o indietro con incrementi di un’ora, indipendentemente dalla lancetta dei minuti. Impermeabile fino a 30 atmosfere, il Luminor Marina eSteelT™ è dotato di un cinturino in tessuto riciclato coordinato con il colore del quadrante, e fibbia ad ardiglione trapezoidale in eSteel™; è previsto un cinturino supplementare e il box è in materiale riciclato.
Cartier – Tank Must
Cartier, nel Tank Must (2021), ha abbinato la distintiva essenzialità del Tank al concetto Must, ossia una raffinatezza, la cui esclusività vuol investire un pubblico diversificato. In questo senso, il Tank Must prevede i brancards arrotondati sulle estremità e la corona perlée sormontata da una pietra cabochon. La Maison, poi, ha sposato la causa dell’ecosostenibilità, applicando sul Tank Must – in acciaio, in misura grande da 33 x 25,5 mm e piccola da 29,5 x 22 mm – una soluzione originale, alternativa al quarzo tradizionale, basata sul principio fotovoltaico adattato al quadrante, senza modificarne la grafica: i numeri romani sono perforati in modo invisibile per consentire all’energia solare di raggiungere le minuscole cellule fotovoltaiche nascoste sotto al quadrante stesso, al fine di alimentare l’oscillatore al quarzo. Tale movimento, chiamato SolarBeat, è testato per durare circa 16 anni; il concept “eco” dell’orologio, poi, è confermato dal cinturino Altstrap, materiale per il 40 % circa di origine vegetale, prodotto a partire da scarti di mele coltivate per l’industria agroalimentare in Svizzera, Germania e Italia. Il processo di fabbricazione rappresenta un significativo passo avanti nella tutela dell’ambiente, con un’impronta di carbonio che si riduce a un sesto, un risparmio d’acqua (fino a 10 litri) e di energia (fino a 7 megajoule, ovvero 200 ricariche per smartphone all’incirca), rispetto alla realizzazione di un cinturino in pelle di vitello. È stato privilegiato un approccio locale a livello europeo: coltivazione di mele e recupero degli scarti in Europa, sito di produzione del materiale in Italia, produttore dei cinturini in Portogallo, assemblaggio con l’orologio in Svizzera.
Ulysse Nardin – Diver Net
Va premesso che quest’orologio è un “concept watch” non in vendita, attraverso il quale Ulysse Nardin ha voluto sviluppare soluzioni per la crescente crisi dell’inquinamento da plastica nei nostri oceani, ricercando diverse strade di innovazione sostenibile per futuri progetti di orologeria. In tal senso ricordiamo che nell’ottobre 2020, Ulysse Nardin ha lanciato il “R-STRAP”, cinturino in rete da pesca compatibile con i modelli Diver, Marine e Freak X, realizzato con reti da pesca riciclate, una delle principali fonti di inquinamento plastico oceanico. Nel Diver Net, la Maison di Le Locle ha progettato ogni elemento di rifinitura in modo da renderlo il più ecologico possibile, e questo in collaborazione con un team di fornitori altamente specializzato. Per la decorazione della cassa, del fondello e della lunetta di questo esemplare, Ulysse Nardin si è affidata a tre giovani designer bretoni che hanno creato il primo settore del riciclaggio delle reti da pesca in Francia: la loro azienda, la FIL&FAB, recupera le reti non più in uso dai porti e le trasforma in pellet di poliammide, materia prima altamente resistente all’attrito. E, allora, ecco un cinturino realizzato in plastica PET proveniente dal mare, trasformato in bobine di filo dall’azienda svizzera TIDE, il tradizionale vetro zaffiro sostituito con un vetro ceramico trasparente: si tratta di un materiale utilizzato con l’obiettivo di avere un minor impatto ambientale limitando l’energia al momento della sua produzione. Nel Diver Net, come accennato, la carrure da 44 mm di diametro è costituita al 100% da materiale riciclato da reti da pesca, allo stesso modo della lunetta unidirezionale rovesciata concava. La tecnologia al silicio (trattamento Diamonsil) adattata sul sistema di scappamento, connota il movimento di manifattura UN-118, dotato di 60 ore di riserva di carica e visibile attraverso il fondello “aperto”. Impermeabile fino a 30 atmosfere, il Diver Net presenta un quadrante bianco, grigio e verde, con le grandi iniziali “UN” bianche, l’indicazione della riserva di carica al 12 e il datario a finestrella al 6: su indici e lancette, il rivestimento di Superluminova è verde acido. I tocchi verdi, di fatto, stanno a simboleggiare la natura e sono presenti in tutti le componenti di questo “concept watch”.
Ulysse Nardin – Diver Lemon Shark
L’anno scorso, in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, Ulysse Nardin ha presentato un orologio celebrativo della collaborazione con Ocearch – organizzazione che aiuta gli scienziati ad accedere a dati funzionali dell’ecosistema oceanico con l’obiettivo di ristabilirne gli equilibri – e la Florida International University – titolare dell’Aquarius Reef Base, l’unico laboratorio subacqueo al mondo di ricerca ed istruzione sottomarina -, focalizzata sulla salvaguardia e protezione degli squali attraverso un’attività di tracciamento e conoscenza delle loro abitudini di vita. Un’iniziativa che si è concentrata, in particolare, sullo squalo “limone”, una specie minacciata, grazie anche al contributo di Fred Buyle, fotografo, esploratore oceanico e Friend of the Brand di Ulysse Nardin. Il nuovo Diver Lemon Shark, in edizione limitata a 300 esemplari, vuol richiamare l’attenzione sull’errato concetto di pericolosità dello squalo e sulla necessità di preservare il suo ruolo nella gerarchia naturale degli oceani. Modello squisitamente subacqueo, da 42 mm di diametro e capace di resistere fino a 300 metri, è realizzato in acciaio DLC nero, con lunetta girevole unidirezionale concava rovesciata (scala sessagesimale in rilievo) ad incorniciare il vetro zaffiro; il fondello, chiuso da 6 viti, è rifinito con le sagome in rilievo di tre squali “limone”. Il quadrante nero, a finitura sabbiata, presenta la “firma” dello squalo “limone” nei dettagli di colore giallo relativi alla scala della minuteria e alla lancetta dei secondi centrale, mentre il SuperLuminova dalla tonalità grigio “squalo” illumina indici applicati e lancette a bastone. Il meccanismo automatico, calibro UN-816, con 42 ore di riserva di carica, impiega il sistema di scappamento in silicio. Il cinturino nero R-STRAP è interamente realizzato con reti da pesca riciclate e, ça va sans dire, le cuciture in prossimità delle anse sono in giallo, colore ripreso anche nel logo della corona e nello “0” di riferimento sulla ghiera.
Seiko – Prospex Tuna “Save the Ocean”
Seiko collabora attivamente con PADI – la più grande organizzazione mondiale di esplorazione oceanica e subacquea, con una rete globale di 6.600 centri di immersione e resort e oltre 128.000 membri professionisti in tutto il mondo – e con il Marine Debris Program della PADI AWARE Foundation – ente non-profit, la cui mission è quella di guidare l’azione locale per la conservazione globale degli oceani -, al fine di promuovere la pulizia dell’oceano dai detriti marini. Il contributo di Seiko si concretizzerà nella donazione di una parte dei proventi della collezione Prospex “Save the Ocean” alla comunità dei subacquei PADI, impegnati nella rimozione e segnalazione dei detriti marini negli ambienti acquatici (database più completo del pianeta). Proprio in questo contesto, la Casa giapponese ha presentato un’edizione speciale dedicata, ai fini della salvaguardia e della protezione dell’ambiente marino, specificamente ai pinguini dell’Antartide. Si tratta di due modelli, evidentemente “diver” professionali, impermeabili fino a 200 metri, ispirati del paesaggio glaciale che contraddistingue, per l’appunto, l’Antartide. Il quadrante degli orologi, infatti, di colore blu “polare”, con effetto dégradé, ricorda la colorazione unica che si ricrea negli ambienti in cui la luce incontra il blu oceanico e il ghiaccio, ed è arricchito da un particolare motivo stampato, a rappresentare le impronte dei pinguini: gli indici geometrici applicati e le sfere fruiscono di Lumibrite. Presentiamo il Prospex “Save the Ocean” nella versione Tuna (ref. SRPG59K1), dove la cassa, in acciaio da 43,2 mm, è così denominata per la sua forma che ricorda quella di una scatoletta di tonno. Dotato di sovracassa in plastica, corona e fondello chiusi a vite, ghiera zigrinata girevole unidirezionale (anello graduato azurée), e di vetro Hardlex, l’orologio dispone di un pratico cinturino in silicone di colore bianco-ghiaccio con fibbia ad ardiglione in acciaio. Il movimento meccanico automatico di manifattura, calibro 4R35 (ore, minuti, secondi e data, al 4/5), funziona a 21.600 alternanze/ora, scorre su 23 rubini e garantisce una riserva di carica di 41 ore.
Swatch – Big Bold Bioceramic
A settembre 2020, Swatch ha presentato il Bioreloaded, realizzato con plastica ricavata da risorse rinnovabili: estratti dai semi del ricino e, più specificamente, poliammidi, in cui vi è una marcata presenza di acido sebacico ricavato proprio dall’olio di ricino. Un connotato che, abbinato ad un movimento che non richiede una batteria, essendo ricaricato dalla persona che lo indossa, ha definito, per la prima volta nella storia del brand di Bienne, un segnatempo dal forte impatto, sotto il profilo del new deal “bio” in atto. Ed è anche la prima volta in cui una marca orologiera ha sostituito i materiali convenzionali con componenti di origine naturale, in un ambiente di produzione in serie. Seguendo il suo mantra, “Don’t Be Too Late”, Swatch non si è fermato e ha presentato, l’anno successivo, la Bioceramic. In sintesi, ed in esclusiva per Swatch, proprio alla plastica di origine biologica, il marchio ha unito la ceramica, con un’incidenza nel composto ottenuto, rispettivamente, di un terzo per la prima e di due terzi per la seconda. La Bioceramic, dunque, unisce il meglio dei due mondi: la bio-plastica conferisce, infatti, al nuovo mix meno rigidità e meno fragilità, mentre la ceramica apporta, evidentemente, resistenza. Il materiale è più resistente e più resiliente rispetto alla plastica tradizionale, oltre che “setoso”, gradevole al tatto e termosensibile, adattandosi velocemente alla temperatura del corpo. La scelta del modello attraverso il quale “veicolare” quest’ennesima innovazione, è caduta sul Big Bold, la cui cassa “water resistant” da 47 mm di diametro, prevede la corona al 2. Il quadrante, insolitamente a vista , si apre sul calibro al quarzo e sulle sue parti rotative. La collezione Big Bold in Bioceramic, è stata costruita su cinque colori di base (recentemente si sono aggiunte versioni più creative), ossia bianco e nero, l’azzurro cielo, il rosa e il grigio, il “colore dell’anno”. Dettaglio interessante è che la versione cromatica di cassa e lunetta, è stata ripresa su quadrante, su ponti, platina e ruotismi del movimento. Il cinturino, il vetro e la “loop” sono realizzati, ça va sans dire, in plastica di origine biologica.
Sector No Limits – Save the Ocean
Sector No Limits sta lavorando con costanza, per trovare soluzioni nella produzione, così come nella distribuzione e nella comunicazione, che siano sostenibili. Infatti, la salvaguardia dell’ambiente è missione e valore fondante per un brand come Sector, che da sempre si muove nei palcoscenici della natura e ha l’outdoor nel suo DNA. Accanto alle collezioni storiche rivisitate in chiave moderna, Sector ha quindi sviluppato nuovi modelli, maschili e femminili, di orologi eco-sostenibili: Sector Save The Ocean, segnatempo interamente green, e Sector 16.5 Solar Energy. Ci focalizziamo sul primo, un cronografo a tre contatori e datario a finestrella (al 4/5), la cui cassa da 44 mm, impermeabile fino a 5 atmosfere, è in plastica recuperata dagli oceani, così come la fibbia del cinturino, realizzato con fibre di plastica riciclata. Le componenti restanti (minime) sono in acciaio, materiale riciclabile all’infinito. Grazie, poi, alla tecnologia battery free, è ecologico anche il movimento cronografico, alimentato ad energia solare (dispone di un’autonomia di carica di circa 100 giorni). Declinato nelle cromie blu notte con dettagli oro giallo o nero con touch rosso Sector, il Save the Ocean, come consuetudine del brand, sintetizza stile e sportività. Sul quadrante, blu o nero, indici applicati e sfere sono luminescenti. Last but not least, il packaging dedicato è realizzata in carta riciclata, certificata FSC, per un prodotto, come accennato, 100% green.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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