Longines continua il percorso di recupero della sua memoria storica, attraverso dei modelli chiamati a rivelarne l’immagine contemporanea. In quest’occasione, la primogenitura del dispositivo flyback, del 1936, si sposa con quella, ancora non troppo chiara agli appassionati, relativa ai cronografi da polso con due pulsanti: e qui si torna indietro fino al 1925. Il nuovo Spirit Flyback è un omaggio al cronografo, alla sua straordinaria attualità ed alla sua immutata funzionalità.
Il claim della collezione Spirit di Longines è “The Pioneer Spirit Lives On” e sono proprio loro, i pionieri dei cieli e delle terre emerse, i protagonisti di storie di sacrifici, di coraggio, di passione, di successi, di cadute e risalite, accompagnati e sostenuti da strumenti di misurazione del tempo realizzati da Longines. Ѐ a quello spirito, manifestatosi a partire dalla fine degli anni ’20 e giunto intatto e più vivo che mai fino a noi, che la Maison di Saint-Imier, ha voluto dedicare il segnatempo Spirit, un concentrato di qualità e performance, d’impatto sportivo. Prima di focalizzarci sull’ultimo aggiornamento della collezione, ossia il Cronografo Flyback, ritorniamo ad uno di questi straordinari pionieri, che proprio del dispositivo flyback e di Longines, si servì per rendere funzionale ed utile il tempo nelle condizioni estreme ed ostili dei luoghi più freddi della Terra. Stiamo parlando dell’ammiraglio Richard Evelyn Byrd, nato a Winchester nel 1888 che, a partire dal 1925, anno in cui ottenne il comando delle attività aeree della spedizione americana in Groenlandia, legò il suo nome a memorabili imprese, d’aria e di terra, alla scoperta del Polo Nord e del Polo Sud. Relativamente all’Artico, unitamente al suo copilota Floyd Bennett, nel 1926 annunciò al mondo di essere stato il primo a sorvolare il Polo Nord, ma il ritrovamento dei suoi diari di viaggio ha condotto gli esperti a calcolare che, quando virò per far ritorno in Groenlandia, distava ancora 243 km dalla verticale del Polo (la paternità della primogenitura del sorvolo, dunque, fu attribuita a Roald Amundsen, Umberto Nobile e Lincoln Elisworth, a bordo del dirigibile “Norge”, tre soli giorni dopo il volo incompleto di Byrd). Dal 1928 al 1947, quindi Byrd si “dedicò” all’Antartide e qui, indiscutibilmente, non fu secondo a nessuno.
Infatti, il 29 novembre 1929 (era partito nel 1928 per il campo base), Byrd e il suo equipaggio decollarono, con il loro aereo Ford Trimotor, dal campo base “Little America” per tentare il sorvolo del Polo Sud. Circa 1.290 km (800 miglia) separavano l’esploratore dalla sua destinazione: durante la navigazione si servì di una bussola solare e di orologi Longines e raggiunse l’obiettivo dopo un pericoloso volo di circa diciannove ore. Al termine della sua avventura, la Maison di Saint-Imier ricevette il seguente radiogramma: “Gli strumenti Longines e i cronometri messi a disposizione dalla società Wittnauer di New York hanno fornito un servizio altamente soddisfacente. Con tutta la nostra riconoscenza, la spedizione in Antartide di Byrd.” Alla fine degli anni ’20, Byrd era un vero e proprio eroe americano e, l’allora Presidente Calvin Coolidge gli aveva conferito la Medaglia d’Onore , la più alta onorificenza militare statunitense. L’ammiraglio, però non era soddisfatto da fama e successo, aveva sete di misurarsi ancora con le temperature al limite della sopravvivenza dell’Antartico e, nel 1933 organizzò un’altra spedizione, prima della quale, il 23 ottobre dello stesso anno, da New York, scrisse a Longines queste parole:”A seguito dei rimarcabili risultati ottenuti durante la mia ultima spedizione, con i cronometri ed i cronografi Longines, ho scelto nuovamente i vostri strumenti per l’equipaggiamento cronometrico della Seconda Spedizione Antartica Byrd e desidero ringraziare per la vostra collaborazione. Da diversi anni, il mio cronografo Longines non ha mai lasciato il mio polso e sarà ancora mio fedele compagno nella spedizione antartica. Ho una fiducia assoluta nella precisione di Longines”. Durante quel “viaggio”, Byrd maturò l’idea di trascorrere l’intera notte antartica, da aprile a ottobre, in isolamento tra i ghiacci, allo scopo di raccogliere dati scientifici, e volle farlo da solo per non mettere a rischio la vita dei compagni di spedizione. Byrd vide il sole tramontare un’ultima volta il 12 aprile. L’esploratore attraversò momenti durissimi, come sottolineò, “alla scoperta di quanto un uomo possa allo stesso tempo avvicinarsi alla morte senza morire o voler morire”. Stremato e in preda alle allucinazioni, Byrd fu raggiunto da alcuni compagni di missione l’11 agosto e, non appena “arrivò” il sole, ritornò al campo base.
L’ammiraglio intraprese una terza spedizione in Antartide nel 1939 (interrotta nel marzo del 1940 per lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale) e, in quell’occasione, al polso aveva un crono Longines con funzione flyback, alimentato dal celebre calibro manuale 13ZN, al quale arriveremo tra poco. L’ammiraglio tornò in Antartide, nel 1946/47 e, ancora, nel 1955/1957, provvedendo all’installazione, in varie zone, delle basi logistiche scientifiche per le osservazioni funzionali all’Anno Geofisico Internazionale del 1957. Purtroppo non riuscì a portare a termine il progetto, perché la morte lo sorprese nel sonno, a Boston, forse per problemi cardiaci, a 68 anni, l’11 marzo del 1957.
La funzione flyback e il ruolo pionieristico di Longines nella sua introduzione
L’Ammiraglio Richard E. Byrd è in cima alla lista tra coloro che beneficiarono della funzione flyback, all’alba della sia introduzione nei movimenti cronografici degli orologi da polso. Il flyback, o “ritorno in volo”, è una funzione addizionale dei cronografi, interessante per via della sua rapidità di utilizzo. Basta, infatti, una semplice pressione sul pulsante – normalmente al 4 – per azzerare immediatamente la lancetta dei secondi cronografici, la quale riprende la sua corsa senza indugio per un nuovo cronometraggio. Con un’unica pressione si ottengono tre manipolazioni (arresto della misurazione del tempo, azzeramento e avvio di un nuovo cronometraggio), contrariamente ai normali cronografi dove, prima di riavviare la misurazione del tempo, occorre attivare le funzioni di arresto e azzeramento. L’introduzione di una simile funzione avvenne successivamente al lancio dei primi crono con doppio pulsante, ed era “in primis” pensata per i piloti.
Essi, infatti, in quel periodo, navigavano “a stima”, soprattutto in condizioni di scarsa visibilità e misuravano con il cronografo il tempo per il quale si seguiva una specifica rotta magnetica: se quest’ultima, in particolare nelle missioni d’attacco, ma anche nei voli di trasferimento, si componeva di diversi segmenti, ad ogni virata il cronografo doveva essere arrestato, azzerato e riavviato. Gestire queste tre fasi con un’unica pressione su di un solo pulsante, facilitava moltissimo l’operatività del pilota. In tal senso, ricordiamo che la funzione flyback divenne, di lì a pochi anni, “conditio sine qua non” per le forniture militari. Per quanto concerne Longines, il suo ruolo cruciale nell’introduzione orologiera di un simile device è certificato dalla storia. Infatti, i primi modelli con il dispositivo del “retour en vol”, la Maison li realizzò già a partire dal 1925, mentre il brevetto n. 183262, depositato il 12 giugno 1935, fu concesso il 16 giugno 1936: una prima mondiale. Questo per sottolineare che il contributo di Longines allo sviluppo ed affermazione della cronografia da polso, va ben oltre il suddetto brevetto. Come noto, il flyback ha necessariamente bisogno di un doppio pulsante, uno per l’avvio della misurazione e l’altro per l’azzeramento e immediata ripartenza della stessa. Conseguentemente, dato che la prima richiesta di brevetto per un cronografo da polso a due pulsanti fu, ufficialmente, quella presentata da Breitling il 6 ottobre 1933 (rilasciata e pubblicata il 17 dicembre 1934 con il n. 172129), sembra chiaro che la primogenitura del doppio pulsante crono su di un wristwatch vada attribuita, seppur non specificamente brevettata, a Longines. La storia e gli archivi della Maison raccontano, in tal senso, che un primo esemplare con due pulsanti indipendenti e funzione flyback, risale, come sopra accennato, addirittura al 1925, ma non vi sono riflessi fotografici dello stesso, mentre le successive varianti del 1928 e 1929 (questa su cassa coussin in argento) sono presenti e osservabili nel Museo Longines a Saint-Imier. Tutte impiegavano il calibro manuale 13.33Z, evidentemente modificato, poiché costruito per l’attivazione monopulsante con smistamento via ruota a colonne. Messo a punto nel 1913, questo calibro (29 mm di diametro, 17 rubini, treno del tempo tradizionale, scappamento ad ancora diritta, bilanciere bi-metallico e spirale con curva Breguet), come accadde frequentemente nella prima decade del XX secolo, presentava i minuti crono a scatto istantaneo ed un’altezza contenuta a 6 mm. Per i puristi dell’orologeria, i minuti crono devono avere uno scatto saltante istantaneo, preciso allo scadere dei sessanta secondi crono, per eliminare, nel caso “semi-istantaneo” o a trascinamento, in cui sono richiesti tre/quattro secondi per il passaggio di unità, l’ambiguità del fermo misurazione proprio in corrispondenza dei momenti immediatamente antecedenti l’indicazione del minuto successivo: spesso non è chiaro se la sfera si sia spostata in avanti o meno. L’attivazione monopulsante del 13.33Z, da schema iniziale, era prevista con pulsante coassiale alla corona; successivamente troviamo degli esemplari con pulsante al 2. Inoltre, e torniamo su quanto abbiamo già sottolineato, furono adottati cambiamenti tali, sul 13.33Z, da definire una configurazione a due pulsanti, con l’aggiunta del flyback, più sofisticata, già nel 1925, ossia dieci anni prima della richiesta di brevetto di quest’ultimo dispositivo.
Conseguentemente, sembrerebbe chiaro che il 13.33Z flyback, è stato un banco di prova per la funzionalità del “retour en vol”, reso ufficiale con l’arrivo, nel 1936, del calibro 13ZN. Osservando gli esemplari flyback a doppio pulsante del 1928 e 1929, il carattere sperimentale della soluzione sul 13.33Z, può essere dedotto dalla posizione dei pulsanti: quello al 4 si trova più vicino alla corona rispetto al pulsante al 2 (non sono simmetrici): un’inevitabile concessione tecnica, quale risultato dell’aggiunta di una nuova funzione a un layout meccanico esistente. Da tutto questo si evince che: il primo cronografo da polso a due pulsanti, nella storia dell’orologeria, non è quello brevettato da Breitling nel 1934 (evidentemente, con il massimo rispetto storico-tecnico per detta Maison e, semplicemente, sulla base di un’oggettiva verifica dei fatti), ma quello, integrato da funzione flyback – non coperto da brevetto –, assemblato da Longines nel 1925. Altro dettaglio, poi, che qualifica ulteriormente il 13.33Z con flyback è che, come già evidenziato poc’anzi, si tratta dell’unico movimento cronografo da polso noto, prodotto prima della crisi del quarzo, a presentare un sistema “retour en vol” unitamente a un contaminuti istantaneo. Tale combinazione, a sottolineare il livello tecnico di quel meccanismo, è presente quasi solamente sul Datograph di A. Lange & Söhne, lanciato nel 1999 ed è estremamente rara perché, dagli archivi Longines, i modelli che l’hanno adottata, principalmente a cavallo del 1930, sono stati poco più di 30. Le successive varianti flyback di Longines sono posteriori al brevetto del 1936 e si riferiscono al calibro manuale 13ZN, sviluppato proprio per quell’anno, destinato a sostituire il 13.33Z, divenuto troppo costoso, allo stesso modo dei movimenti crono da 13’’’ e da 15’’’ acquistati dalla Valjoux. E, infatti, il disegno a supporto del brevetto n. 183262, concesso a Longines per il flyback si basa su di un ébauche Valjoux 22 GH da 15’’’ modificata, schema tecnico su ruota a colonne, che servì per definire l’architettura del 13ZN, una vera e propria leggenda in ambito collezionistico. Prevedeva un contatore dei minuti semi-istantaneo e fu sviluppato, nel tempo, precisamente fino al 1947, in quattro versioni: monopulsante, due pulsanti con flyback (la più frequente), due pulsanti senza flyback, due pulsanti con contatore delle ore (1942). In termini generali, il calibro manuale 13ZN ha un diametro di 29,8 mm (13 ¼’’’, altezza di 6,05 mm), scorre su 18 rubini, e poi: 18.000 alternanze/ora, platina Lépine con 6 ponti, bilanciere di tipo monometallico con viti, spirale Breguet, anti-choc (solo su modelli posteriori al 1938). A detta di Maestri orologiai esperti si tratta di un movimento, per l’epoca, decisamente preciso e dolce nell’innesto, con funzione flyback efficace nella risposta della sfera sul quadrante. Relativamente a questa, si distingueva dal crono tradizionale per la testa del martello di azzeramento senza “becco”, destinato ad inserirsi tra le colonne della ruota di smistamento, in fase di arresto, per inibire l’attivazione flyback, non consentendo l’immediata ripresa di contatto tra ruota di rinvio e ruota centrale del cronografo e permettere, dunque, il puro azzeramento. La testa del martello senza becco, infatti, propria di un dispositivo flyback, al momento della pressione sul pulsante al 4, a cronografo attivato, scivola sulle colonne della relativa ruota e, contestualmente: azzera le sfere cronografiche (secondi e minuti) perché, attraverso la levetta del flyback, allontana la bascula di rinvio dalla ruota a colonna e alza la ruota di rinvio interrompendo il trascinamento della ruota centrale del cronografo. Al rilascio del pulsante al 4, in virtù dell’azione di una molletta, il martello si sposta verso l’alto e la levetta del flyback non incide sulla bascula di rinvio, che grazie alla ritrovata interazione con la ruota a colonne, consente alla ruota di rinvio di ingranare di nuovo con la ruota centrale del cronografo, facendo ripartire la misurazione dei secondi e dei minuti crono. Nel 1937, Longines veste il calibro 13ZN flyback con una cassa impermeabile e pulsanti crono stagni, dalla tipica forma a fungo, relativamente ai quali deposita domanda di brevetto il 19 febbraio 1938, per ottenerne la pubblicazione il 1 marzo 1939. Sempre nel 1938, entra in produzione il calibro manuale 12.68Z Stop, modifica del 12.68Z manuale del 1929, al quale viene aggiunta la funzione stop-seconds: 12’’’, 6,1 mm di altezza, 18.000 alternanze/ora, 17 rubini, bilanciere monometallico con viti e spirale piana, scappamento a linea diritta. La suddetta funzione si attivava tramite un pulsante al 2, deputato anche all’azzeramento e alla ripartenza; un dispositivo che venne anche modificato in flyback. L’orologio, infatti, prevedeva un contatore centrale dei 60 minuti, con relativa sfera. Tale soluzione, permetteva di configurare un effettivo cronografo in maniera molto semplice e poco costosa, con una sua reale efficacia ed una robustezza superiore ad un cronografo vero e proprio. Perfetto, in tempo di guerra, fu adottato su segnatempo da pilota oversize.
Il dispositivo flyback non mancò l’abbinamento anche con il ben noto calibro manuale 30CH, che vide la luce nel 1947, prendendo il posto del 13ZN, “messo in discussione” da Longines verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, a motivo dei suo costi. Queste le sue caratteristiche: 13 ¼’’’, 6,2 mm di spessore, 18.000 alternanze/ora, 18 rubini, bilanciere in Glucydur con spirale auto compensante Breguet, scappamento a linea diritta, smistamento via ruota a colonne, minuti crono semi-istantanei su 30 unità, piccoli secondi. Fu l’ultimo movimento cronografico da polso sviluppato dalla manifattura Longines. Segnaliamo, infine, l’applicazione del calibro 30CH con “retour en vol” (a partire dal 1968, fu chiamato 530 e ne fu interrotta la produzione nei primi anni ‘70), alla fine degli anni ’60, anche su cronografi, su cassa coussin, ultra-impermeabili (20 atmosfere), in grado di misurare il decimo di secondo grazie alla scala graduata tipo “Vernier”. Quest’ultima si compone di un semicerchio numerato da 0 a 9, saldato alla punta della lancetta dei secondi crono: all’avvio della misurazione, il semicerchio graduato si sposta insieme alla sfera dei secondi e, una volta bloccato il cronometraggio, il numero della scala perfettamente allineato ad uno degli indici stampati sul quadrante indica il decimo di secondo.
Collezione Spirit – Cronografo Flyback
La collezione Spirit, reca un nome evocativo dell’anima di quei “cuori” pulsanti che accompagnarono imprese di pionieri, aviatori ed esploratori, in qualche modo eroi di un’epoca che sembra lontanissima. Longines, con l’orologio Spirit, ha voluto concentrare e riproporre quel DNA e racchiudere in un segnatempo il top dell’avanguardia e della precisione che oggi può assicurare, unitamente ad accorgimenti strutturali e grafici di assoluta modernità. Ciò a sottolineare che la collezione Spirit non vuol essere e costituire un tributo della Maison alla propria storia e al proprio heritage (tanto è, infatti, che si colloca nel segmento Sport), ma vuole imporsi nella contemporaneità, specchiarne le esigenze, per condividerle e reinterpretarle. Longines, in sintesi, ha concepito lo Spirit, come collettore di soluzioni tali da soddisfare, in termini di precisione, resistenza ed affidabilità, le esigenze “pionieristiche” della nostra quotidianità.
Collezione Longines Spirit, Flyback, cronografo automatico, in acciaio da 42 mm, nella versione con quadrante nero e bracciale in acciaio (chiusura déployante con triplo sistema di sicurezza e sistema d’intercambiabilità). Prezzo: 5.000 euro.
Esploso di cassa e calibro automatico del cronografo Longines Spirit Flyback da 42 mm. Si può notare la ruota a colonne, opportunamente azzurrata, ed emerge una composizione d’insieme decisamente essenziale, ma assai robusta e compatta. A sinistra, in alto, si scorge la testa del martello di azzeramento, liscia, senza dito d’inserimento tra le colonne della ruota, propria di un dispositivo flyback.
Queste le caratteristiche principali della collezione:
- Cassa in acciaio, sinuosa, satinata e lucida sugli sfacci, tagliata sulle anse;
- Vetro zaffiro antigraffio, con trattamento antiriflesso, multistrato su entrambi i lati;
- Corona serrata a vite e sovradimensionata;
- Fondello chiuso da 6 viti, integrato o meno da vetro zaffiro;
- Impermeabilità garantita fino a 10 atmosfere;
- Indici a numeri arabi applicati e luminescenti, con font rivisitata, sormontati da riferimenti a forma di diamante;
- Lancette a bastone luminescenti;
- Apposizione di “5 stelle” sul quadrante ad attestare la certificazione di Cronometro del C.O.S.C., e, per estensione, una qualità superiore;
- Movimento automatico certificato Cronometro C.O.S.C. con spirale in silicio;
- 5 anni di garanzia.
Oggi, la collezione accoglie un inedito cronografo con funzione flyback, o “ritorno in volo”, complicazione della quale, come abbiamo ampiamente discettato in precedenza, detiene l’assoluta primogenitura nella storia del segnatempo da polso. Osservandolo e maneggiandolo, la mente non può che volare a bordo di un aereo di fine anni ’30 – perché no -, in compagnia di Richard Byrd, impegnato nella misurazione delle varie tratte dopo ogni virata. Al fine di onorare al meglio il prestigio dei meccanismi che hanno scritto l’epopea flyback di Longines, la Maison ha equipaggiato il modello con un nuovo esclusivo movimento automatico, il calibro L.791.4, evidentemente Certificato C.O.S.C.: 11 ½’’’, 28 rubini, 25.200 alternanze/ora, spirale in silicio, resistente ai campi magnetici, riserva di carica di 68 ore. Il fondello rivela tutti i dettagli del calibro, compresa la massa oscillante personalizzata con inciso il globo rappresentativo della collezione Longines Spirit e il nome Longines Flyback: una novità assoluta per questa emblematica linea. Con pulsanti a pompa e in un contesto alternato di finiture lucide e satinate, il Longines Spirit Flyback prevede una lunetta bidirezionale con inserto in ceramica colorata in nero o blu, con indici luminescenti. Il quadrante, disponibile nella tonalità del nero o del blu soleil, è percorso da lancette a bastone e da cifre arabe dalla tonalità del bronzo, rivestite di SuperLuminova, a consentire una lettura ottimale in qualsiasi circostanza; i contatori dei minuti crono su 30 unità (al 3) e dei secondi continui (al 9), sono rifiniti azurée. La cassa in acciaio di 42 mm di diametro è completata da bracciale in acciaio, o da un cinturino in pelle marrone o da un cinturino in tessuto blu intercambiabili, dotati di chiusura déployante con microregolazione a garanzia del comfort e della massima vestibilità. È disponibile, inoltre, un cinturino tipo NATO di colore beige.
Collezione Longines Spirit, Flyback, cronografo automatico, in acciaio da 42 mm, nella versione con quadrante blu soleil e cinturino in tessuto blu con fibbia déployante in acciaio (sistema d’intercambiabilità). Prezzo: 4.850 euro.
Collezione Longines Spirit, Flyback, cronografo automatico, in acciaio da 42 mm, nella versione con quadrante blu soleil e bracciale in acciaio (chiusura déployante con triplo sistema di sicurezza e sistema d’intercambiabilità). Prezzo: 5.000 euro.
Conclude il CEO, Matthias Breschan, confermando l’obiettivo della Maison “di raggiungere o superare i due miliardi di franchi svizzeri di turnover nel 2025”, e premettendo che “nell’era post-COVID il nostro impegno maggiore si rivolgerà verso il consumatore locale, quale chiave strategica”: “La collezione Spirit incarna perfettamente i nostri valori fondamentali, ossia tradizione ed eleganza nell’arte dell’orologeria. In particolare, esalta la nostra storia e ci consente, oggi, di pensare alla roadmap per i prossimi 20 anni, legata alla ricchezza dei nostri archivi e alle avventure che il brand ha vissuto, in particolare, nelle prime decadi del XX secolo. Il nostro heritage è semplicemente unico, ci appartiene e vogliamo farne partecipe, con sempre maggiore enfasi, il pubblico” .
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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