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CARTIER, il SANTOS-DUMONT XL REINTERPRETA UN DESIG...

CARTIER, il SANTOS-DUMONT XL REINTERPRETA UN DESIGN LEGGENDARIO

La Maison parigina torna ancora sul suo modello più leggendario, il Santos, proposto nella versione Santos-Dumont  “extra-large”, in tre declinazioni. Un’opportunità per ricordare quel leggendario pioniere dell’aviazione brasiliano…                                    

La bellezza di un mito sta nel fatto che non muore mai: ancor di più se la leggenda ha descritto e descrive tuttora il passare del tempo. Nel caso in oggetto bisogna tornare indietro di più di un secolo, all’epoca di Alberto Santos-Dumont, ricco pioniere dell’aviazione brasiliano, nato nel 1873 a Minas Gerais. Alberto teneva moltissimo alle sue origini francesi (i nonni paterni) e lo stesso padre Henrique si laureò in ingegneria a Parigi. Progettò e pilotò a partire dal 1898, ben quattordici dirigibili gonfiati ad idrogeno e con motore di propulsione a benzina. Gli ultimi presentavano delle ali e serbatoi a gas, così che alla versione numero 14, abbinò il 14-bis, il suo primo aereo. Il 12 novembre del 1906, nel contesto del Premio Aeroclub di Francia sfidò Blériot proprio con il 14-bis e, al quarto tentativo decollò, coprendo una distanza in aria di 220 metri in 21 secondi: un’impresa che lo iscrisse di diritto tra i padri dell’aeroplano. Fu, comunque, nel 1904 che, al fine di leggere facilmente l’ora senza abbandonare i comandi di uno dei suoi dirigibili, Santos-Dumont chiese all’amico Louis Cartier di realizzare un orologio da polso. La cultura orale tramandata all’interno della Maison vuole che fosse abbastanza simile al modello commercializzato nel 1911, con il nome celebrativo di Santos.

Una supposizione probabile che fa di quell’orologio la prima espressione Art Déco di Cartier, sulla scia di input di design e ricerche sull’espressività della linea, in luogo della curva, in atto, all’epoca, sul terreno della gioielleria. In sostanza, la necessità di trovare una soluzione grafica conveniente ai problemi estetici sollevati dall’orologio da polso, con molta probabilità, indusse Cartier ad accelerare la manovra d’avvicinamento al traguardo dell’Art Déco. La cassa del Santos, infatti, è quadrata, i cui angoli arrotondati si prolungano a sagomare il morbido contorno esterno delle anse, per rendere più fluida possibile la linea di congiunzione strutturale verso il cinturino; così il quadrante, ne riprende il tratto carré con i lati che aspirano all’ortogonalità per separarsene solo all’ultimo istante. Un design questo, evidentemente, seguito anche dalla caratteristica lunetta, fissata alla carrure da 8 piccole viti e completato da una corona perlée con zaffiro cabochon. Louis Cartier era molto meticoloso e pignolo e, dunque, non fu un caso che, nel 1907, avviò una proficua collaborazione esclusiva con uno dei più affermati orologiai dell’epoca, il parigino Edmond Jaeger (suo fornitore, fin dal 1903): il suo intento era quello di dare alla Maison, anche in un settore quale l’orologeria, in quel periodo poco caratterizzato, le cifre ben riconoscibili di  un suo linguaggio, di un suo esprit innovatore. Un insieme di elementi, tale da eleggere il Santos quale indiscutibile chiave di volta per l’”esplosione” e l’affermazione dell’orologeria da polso all’alba del XX secolo. 

Santos-Dumont, in oro rosa, in misura grande; quadrante argenté, numeri romani radiali serigrafati neri e lancette a gladio azzurrate. Per contenere lo spessore, la Maison parigina ha scelto un movimento al quarzo ad alta efficienza con un’autonomia di circa 6 anni, due volte più lunga di quella dei calibri tradizionali. Il prezzo è di 11.600 euro.

Santos de Cartier Cronografo, Extra-Large (43,3 mm di lato), dalla sinuosa carrure a sfaccio, in acciaio con lunetta in acciaio ADLC. Ѐ animato dal calibro automatico di manifattura 1904-CH MC (35 rubini, 48 ore di riserva di carica), smistamento crono via ruota a colonne e innesto verticale. Pulsanti: start/stop al 9; azzeramento al 3. Quadrante argenté a doppia satinatura. Cinturino in caucciù. Prezzo, 8.800 euro.

Il suo dettato leggendario costituisce, ovviamente, un patrimonio che la Maison parigina culla e “coccola” a beneficio degli appassionati e, lo scorso anno, ha voluto proporne la versione Santos-Dumont, declinata – su due misure, grande e piccola – in oro rosa, oro rosa e acciaio, o acciaio, quadrante argenté, numeri romani radiali serigrafati neri e lancette a gladio azzurrate. Per incrementare l’ergonomia al polso e contenere lo spessore, la Maison parigina ha optato per un movimento al quarzo ad alta efficienza con un’autonomia di circa 6 anni, due volte più lunga di quella dei calibri tradizionali. L’aspirazione alla forma geometrica come emanazione di un ordine razionale di chiarezza e di limpidezza teorica, esplosa nei primi trent’anni del XX secolo, trova una felice attualizzazione anche nel Santos de Cartier Cronografo, Extra-Large (43,3 mm di lato), dalla sinuosa carrure a sfaccio lucido, realizzato in oro rosa, oro giallo e acciaio e acciaio con lunetta in acciaio ADLC. Ѐ animato dal calibro automatico di manifattura 1904-CH MC (35 rubini, 48 ore di riserva di carica, regolazione a vite eccentrica), smistamento crono via ruota a colonne e innesto verticale, martello lineare di azzeramento, modificato nella funzionalità operativa, con lo spostamento del pulsante trapezoidale start/stop al 9 e del reset direttamente sulla corona al 3. Con quadrante argenté a doppia satinatura, il modello dispone di cinturino in acciaio, alligatore o caucciù, intercambiabile grazie al dispositivo brevettato invisibile QuickSwitch

Santos-Dumont XL in acciaio, da 46,6 x 33,9 mm; spessore di 7,5 mm. Cassa satinata, lunetta – leggermente inclinata – lucida e fissata da 8 viti. Corona perlée con zaffiro cabochon. Fondello con, incise, le iniziali “S=D”, firma di Alberto Santos-Dumont, che usava il simbolo dell’”uguale”, in luogo del trattino. Calibro 430 MC, meccanico manuale, ultrapiatto (alto soli 2,1 mm): 21.600 alternanze/ora, riserva di carica di 38 ore. Quadrante argenté satinato soleil, con scala della minuteria periferica a chemin-de-fer, numeri romani radiali serigrafati neri e lancette a gladio azzurrate e allungate. Prezzo di 4.700 euro.

Santos-Dumont XL, in acciaio con lunetta in oro rosa. Prezzo di 6.500 euro.

Il Santos-Dumont  XL, edizione 2020 

Lo scorso marzo, ecco l’ulteriore aggiornamento della linea Santos-Dumont, con la versione XL, dal design e dalle proporzioni interamente rivisitati. La denominazione “extra-large” è giustificata dalle misure, ossia 46,6 x 33,9 mm, per uno spessore contenuto in 7,5 mm: la cassa  si estende, efficacemente, dunque, e con eleganza sul polso. Il modello, declinato in acciaio, acciaio e oro rosa, e oro rosa, può essere considerato un mix & match tra l’antenato Santos, ref. 1575 degli anni ’90 (inserito, nel 2008, nell’allora Collection Privée Cartier Paris), retroattivamente denominato “Santos-Dumont”, ma non ufficialmente in quel periodo – lunetta fissata da 8 viti, scala periferica della minuteria a chemin-de-fer, riquadro interno e sfere a gladio, azzurrate e allungate -, e il suo “reale” predecessore, ossia il Santos-Dumont, modello grande (ref. W2006951, 44,6 x 34,6 mm) in oro rosa, del 2005, privo della caratteristica lunetta, ma assolutamente Santos nel design della cassa e nell’inconfondibile quadrante, con numeri romani radiali neri ma con scala della minuteria traslata al centro – un punto importante di contatto è sicuramente l’impiego del calibro manuale 430 MC, previsto nelle attuali referenze -. In sintesi, sul profilo e sulle dimensioni della suddetta versione 2005, Cartier ha calibrato la silohuette e la lunetta della ref. 1575, pur conferendo a quest’ultima un effetto tridimensionale, in virtù di una leggera pendenza verso l’interno, ben evidente osservando i recessi che accolgono le 8 viti: il quadrante appare chiaramente ben “lontano” dalla sommità della lunetta, e il risultato è quello di un orologio piatto, ma non appiattito. Una volta adattato sul polso, dunque, il nuovo Santos-Dumont XL, dimostra un’eccellente ergonomia, anche grazie al fondello lievemente concavo e dà l’impressione di una struttura piatta e ricurva. Sul fondello, peraltro, sono incise le iniziali “S=D”, firma di Alberto Santos-Dumont (usava il simbolo dell’”uguale”, in luogo del trattino). Come accennato, i Santos-Dumont XL impiegano il movimento meccanico manuale, calibro 430 MC, molto sottile (deriva dal calibro Piaget 430P, alto soli 2,1 mm, un meccanismo affidabile, presentato nel 1998 e adottato nella collezione Altiplano), operativo a 21.600 alternanze/ora e con una riserva di carica di 38 ore. Il quadrante è immancabilmente argenté satinato soleil, con scala della minuteria periferica a chemin-de-fer, numeri romani radiali serigrafati neri e lancette a gladio azzurrate e allungate; allo stesso modo, la corona di carica è tradizionalmente perlé con zaffiro cabochon. Questi i prezzi: acciaio, 4.700 euro; acciaio/oro rosa, 6.500 euro; oro rosa, 12.500 euro.

Santos-Dumont XL, versione in oro rosa. Prezzo di 12.500 euro.

 


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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