I nuovi Blast di Ulysse Nardin s’ispirano al fuoco e al ghiaccio, ma si immergono profondamente nel futuro. In tal senso, creatività e innovazione non possono fare a meno del concept simmetrico e del fascino del tourbillon, icona di un’orologeria lontana oltre due secoli, ma sempre attualissima.
Lo straordinario patrimonio tecnico costituito, tra l’altro, da 18 Medaglie d’Oro alle esposizioni universali e 4.000 bollettini per i Cronometri da Marina, rilasciati da vari Osservatori (furono utilizzati dalle Marine di ben 48 Paesi), sarebbe caduto nel dimenticatoio, se Rolf Schnyder, zurighese, classe 1935, affermato industriale (produttore di quadranti per l’alta orologeria, movimenti al quarzo e componenti elettronici ad alta tecnologia) a Kuala Lumpur, non avesse deciso, nel 1983, di riaccendere i riflettori sulla Casa di Le Locle. Schnyder, nel ricordare quel momento, affermava sempre che fu un “dovere”, non un “affare”. Un affare, senza la conclusione del quale, la Maison sarebbe rimasta solamente un’illustre memoria storica nel grande libro dell’orologeria. La mission di un simile new deal fu tanto semplice quanto straordinariamente ambiziosa: realizzare una ridotta quantità di orologi ma dalla qualità straordinaria, in cui fossero sapientemente fusi creatività ed innovazione. Nel 1985 vide la luce l’Astrolabium Galileo Galilei e l’avventura ricominciò. Detto ciò, a dieci anni dalla scomparsa di Schnyder, ogni volta che si osserva una novità di Ulysse Nardin, inevitabilmente il pensiero va a lui, tycoon dell’arte orologiera moderna, capace di veicolare con intelligenza e lungimiranza tecnologia e design d’avanguardia per ridar vita ad un marchio ultrasecolare. Da brand indipendente (dal 2014 fa parte del Gruppo Kering), Ulysse Nardin fu la prima manifattura elvetica a sperimentare e ad utilizzare il silicio, all’inizio del XXI secolo e, non ostante molti nomi prestigiosi, poi, seguirono quella strada, diversi puristi affermarono che quel materiale non apparteneva alla “vera” orologeria. In tal senso, il tempo ha dato la sua risposta e rimane la grandezza di un manager che ha contribuito fortemente a gettare le basi dell’Alta Orologeria contemporanea.
Così, osservando una delle ultime creazioni della Maison, il Blast, dal significato indicativo, ossia “esplosione”, con quei suoi 45 mm potentemente distribuiti su angoli, incroci e trasparenze, sempre nel massimo rispetto per una rigorosa simmetria e per l’ordine, ciò che si verifica proprio nelle fasi successive ad un’esplosione, ebbene, abbiamo avuto l’impressione che il buon Rolf avrebbe apprezzato. Il Blast trae la sua ispirazione da due elementi naturali estremi e opposti, il fuoco e il ghiaccio, da quelle sagome imponenti che fuoriescono dalla terra e dal mare, dal magma nero indurito di un vulcano al ghiaccio antico di un ghiacciaio: immagini reali che impattano, colpiscono, seducono. Ed è proprio la forza emotiva e cromatica di simili messaggi contrapposti della natura che Ulysse Nardin ha voluto riprodurre nelle linee e nell’architettura dell’orologio, esaltandone la tensione verso una composizione equilibrata, ma, comunque, vigorosa e distribuendola su quattro varianti, due dedicate al fuoco e due all’acqua. In tutte emerge il “Fattore X” della Maison (lo abbiamo visto nel Freak X, nello Skeleton X, nel Diver X), un tema di base adattato trasversalmente in tutte le collezioni della Casa: una geometria di forma nella forma, una “X” incorniciata all’interno di un rettangolo, ed entrambi gli elementi, all’interno di un cerchio. Ma prima di entrare nel cuore della “X”, non ci si può non soffermare sulla struttura che la veste, dal look unico, modellato sulle stesse linee di un velivolo stealth. Gli ingegneri aeronautici e militari hanno creato velivoli con bordi allineati e motivi triangolari seghettati per renderli invisibili ai radar e deviare le onde radio. I designer di Ulysse Nardin, hanno ricostruito le anse dell’orologio, rendendole forti e angolose come le ali di uno stealth, in qualche modo aerodinamiche, come le rocce appuntite che sporgono da un vulcano, e a completar l’opera ha alternato la finitura satinata e lucida per evidenziare al massimo gli sfacci. La cassa si articola in più parti, ad individuare delle custodie del movimento, in materiali diversi, così da determinare un insieme multistrato “impilato”: ciò non comporta, comunque, uno spessore elevato, e i 13 mm di altezza si armonizzano felicemente con i 45 mm di diametro, per un’impermeabilità fino a 5 atmosfere.
Specificamente sul Rose Gold Blast (una delle due varianti ispirate dal fuoco), troviamo una carrure centrale in titanio DLC nero, “abbracciata” dall’oro rosa a configurare anse, corona con le sue spallette di protezione e fondello, fissato da 6 viti. La struttura in oro rosa, sulla quale sono ben chiare delle striature opache applicate al laser, è ben protetta da una lunetta in ceramica nera. Sui ponti in titanio che definiscono il rettangolo frontale e i bracci delle “X”, in nero, il trattamento superficiale è DLC, mentre sulla cromia più sfumata è PVD. A questo proposito, infatti, il movimento, completamente a vista, è incapsulato e bloccato tra il ponte superiore rettangolare e la “X” superiore a doppio profilo bicolore, e gli stessi elementi replicati lato fondello. Il meccanismo, il calibro UN-172, per il quale sono stati necessari 18 mesi di ricerca e sviluppo, è un tourbillon automatico con tre giorni di riserva di carica e, come nelle aspettative, prevede, al 6, ruota di scappamento, ancora e spirale, ad accompagnare un bilanciere a regolazione inerziale (oscilla a 18.000 alternanze/ora e ha quattro masse esterne), realizzati in silicio, a vantaggio sia della tribologia che della resistenza ai campi magnetici. A conferma, sul piano di rotazione del micro-rotore in platino, al 12, coassiale al bariletto, è ben chiara la scritta “Silicium Technology”, tecnologia che la Maison, ovviamente, padroneggia in modo totale, in virtù della joint-venture con la Mimotec, società specializzata all’avanguardia nella produzione di microcomponenti mediante la LIGA (litografia e galvanotecnica, impiegando raggi ultravioletti e puntando su velocità ed economicità realizzativa in luogo dei canonici elettroerosione e stampaggio), che ha dato vita alla Sigatec, focalizzata, nello stesso ambito produttivo, su silicio e diamante. Il calibro UN-172 deriva dall’UN-171, a carica manuale, dotato di una riserva di carica più che doppia, dettaglio compensato dal vantaggio della carica automatica; la gabbia del tourbillon è stata ridisegnata, sempre a forma di “X” e rivestita PVD, per offrire una vista più aperta su bilanciere e scappamento. I Blast, inoltre, fruiscono dell’Ulysse Nardin Chronometer & Performance Certificate, una garanzia di qualità e di efficace funzionamento, decisamente più accurata del C.O.S.C.. Si tratta, infatti, di 5 giorni di test effettuati con l’ausilio di 11 macchinari preposti e, a differenza del C.O.S.C., che opera sul movimento, in questo caso si agisce anche sull’orologio assemblato in cassa: attraverso un sistema di microfoni adattati su specifici punti del segnatempo, si registrano il ticchettio e i segnali dinamici del movimento in diverse posizioni orizzontali e verticali, per verificarne il comportamento, la riserva di carica e la corretta capacità della massa oscillante di ricaricare negli automatici. Tutto ciò a diverse temperature nei 5 giorni: 23°C, 8°C, 38°C, 23°C, 23° C. Se l’orologio rientra nelle curve di deviazione di precisione prevista per ogni singolo giorno di controllo, è pronto per essere inviato presso le destinazioni di vendita.
A chiudere l’insieme, ecco indici applicati a barretta e lancette, tipo Dauphine, trattati con SuperLuminova, mentre sul cinturino in caucciù rinforzato, dalla cromia in accordo con il tipo di versione (è disponibile anche in alligatore e in velluto), esordisce una nuova chiusura déployante, molto funzionale e di facile utilizzo, grazie a un solo “click”: un nuovo sistema brevettato a tre lame, si apre in modalità sincronizzata e a scatto.
Possiamo considerare i nuovi Blast di Ulysse Nardin come la prima sintesi di un percorso cominciato trentotto anni fa, evoluto, sviluppato, analizzato e modernizzato.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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