Finalmente la tanto attesa data del 1 settembre è arrivata e gli appassionati da ogni parte del globo hanno potuto conoscere le novità 2020 di Rolex. Un giorno annunciato da tempo che ha scatenato, come al solito, ipotesi di ogni tipo sulla base di pseudo-indiscrezioni da fonti “certe”, e così via. C’è chi ha indovinato, chi non si è nemmeno avvicinato. Nell’un caso o nell’altro, quest’anno la Maison ha previsto l’artiglieria pesante, abbinando le nuove versioni del Submariner e del Submariner Date, sulle quali diversi e sostanziali sono stati gli interventi. Ovviamente non si è limitata solo a questo, lanciando una variante evolutiva del complicato Sky-Dweller, i nuovi Oyster Perpetual, completamente rivisitati e, infine, per lei, quattro inedite declinazioni dei Datejust 31: di tali proposte torneremo prossimamente con un opportuno approfondimento.
A partire dallo scorso 1 settembre il panorama orologiero 2020 si è completato con le attesissime novità di Sua Maestà Rolex. E la Casa di Ginevra, senza alcun dubbio, non ha deluso le aspettative, puntando su uno dei suoi cavalli storicamente vincenti, il Submariner. Una scelta che, comunque, non deve far passare in secondo piano un grande lavoro di rinnovamento e restyling che ha toccato altre importanti collezioni e modelli, a cominciare dallo Sky-Dweller in oro giallo con bracciale Oysterflex, proseguendo con gli Oyster Perpetual, con le nuove versioni da 41 mm (e quadranti inediti sui 36 mm), e concludendo con inedite declinazioni dei Datejust 31 per il pubblico femminile. Su questi temi torneremo con un approfondimento mirato nei prossimi giorni, concentrandoci evidentemente sugli importanti interventi che hanno riguardato un’icona come il Submariner, classe 1953, investito eccezionalmente come un ciclone su entrambe le sue declinazioni. Infatti, precedentemente, i refresh operati dalla Casa erano stati scaglionati nel tempo: la precedente referenza del Submariner, 114060, risale al 2012, mentre il Submariner Date, ref. 116610, è stato presentato nel 2010. I motivi per cui Rolex ha deciso in tal senso vanno ricercati in modifiche strutturali sostanziali sulla collezione, inevitabilmente da adattare alla stessa nella sua globalità e non singolarmente, a sostegno della costante tensione della Maison per definire l’orologio subacqueo perfetto. Di certo, si tratta di un ulteriore anello di quella catena evolutiva su suoi modelli iconici, che Rolex sta portando avanti con strategica lungimiranza fin dagli anni ’50, studiando approfonditamente l’ambiente di riferimento, il pubblico, elaborando sviluppi tecnici d’avanguardia e, soprattutto, capacità per la quale non ha rivali nell’universo orologiero, effettuando modifiche straordinariamente significative nella loro apparente impercettibilità. Analizziamo, allora, per singole componenti le variazioni apportate a conferma di quanto asserito, a cominciare dalla cassa.
La nuova cassa da 41 mm
Sono passati circa 67 anni da quel 26 ottobre 1953, quando l’ingegnere francese, specializzato in ricerche sottomarine, Dimitri Rebikoff, redasse un rapporto, dopo dei test svolti in profondità nel Mar Mediterraneo, in cui affermò: “Possiamo confermare che questo orologio ha dato non soltanto massima soddisfazione in condizioni di immersione estremamente difficili e particolarmente gravose per l’attrezzatura utilizzata, ma si è anche rivelato un ausilio indispensabile per qualunque immersione con autorespiratore”. Quel prototipo venne, poi, ufficialmente presentato durante la Fiera di Basilea del 1954: ref. 6204 e 6205,si mostrava con un quadrante nero e indici a “pallettoni“, grafica dorata, lancette a “matita” e fondello e vetro bombati, assenza di datario, presenza della caratteristica ghiera girevole bidirezionale, anch’essa nera, percorsa dalla scala sessagesimale, in un’alternanza tra numeri arabi e indici a barretta. L’impermeabilità della cassa era garantita fino 100 metri, allora, misurava 37 mm ed era priva delle “spallette” studiate per proteggere la corona. Questo per introdurre uno dei cambiamenti più impattanti dell’ultimo anello evolutivo della collezione Submariner, ossia l’ampliamento del diametro della cassa da 40 mm a 41 mm (l’impermeabilità è stata confermata fino a 300 metri). Una determinazione che ha stupito, facendo sorgere naturali un paio di quesiti: la cassa da 40 mm del ref. 116610 sembrava vicina alla perfezione in termini proporzionali e, poi, perché andare in controtendenza quando la maggior parte delle Maison “haut-de-gamme” sta tornando su misure più tradizionali? Prendendo tra le mani e indossando il nuovo Submariner al polso, però, la prima riflessione è stata che l’aumento di un millimetro limita il suo significato ad una squisita statistica cartacea, ad un dato numerico, poiché, sia la cassa del ref. 124060 (Submariner, in acciaio Oystersteel), che del ref. 126610 (Submariner Date, in acciaio Oystersteel e ghiera verde) – ci sono, poi, le versioni in Rolesor giallo, ref. 126613, e in oro bianco, ref. 126619 -, sembrano, in realtà, più piccole, più sottili e più eleganti rispetto ai loro predecessori. Ciò a motivo di un design completamente nuovo. Va peraltro considerato che una simile misura risulta di due millimetri inferiore ai 43 mm del Sea-Dweller e di tre millimetri più contenuta rispetto ai 44 mm della versione Deepsea, studiati per immersioni in saturazione profonda. Dicevamo, dunque, di una maggiore raffinatezza, in un contesto evidentemente robusto e sottolineato dalla protezione della corona. In tal senso, la riprogettazione della carrure ha portato ad una riduzione dimensionale significativa delle spallette attorno alla corona, soprattutto in termini di spessore, il che non compromette affatto la loro funzione protettiva, al contrario. In secondo luogo, poi, il tratto delle nuove anse si assottiglia più nettamente all’altezza della loro giunzione con il bracciale, rendendo la cassa più snella e dinamica, non ostante l’importante impatto strutturale. A conferma di quanto asserito, basta indossare al polso il nuovo Submariner, per verificare come sia in grado di scivolare più efficacemente sotto al polsino di una camicia, pur conservando in buona parte quell’impatto potente della cassa introdotta per la prima volta, nel 2005, nel modello GMT Master-II con lunetta in ceramica.
Per quanto concerne la corona Triplock, lanciata da Rolex nel 1970, sul Sea-Dweller, presenta tre guarnizioni, due sul tubo di carica, all’interno, e una appena sotto la corona; si tratta di un sistema di sicurezza che ha cominciato ad equipaggiare il Submariner nel 1977 (ref. 1680) e, da allora, non se ne è più distaccato. Il fondello, con scanalature sottili, è avvitato ermeticamente con un apposito strumento; in questo modo, solo gli orologiai abilitati da Rolex possono accedere al movimento. In relazione alle versioni in acciaio, come noto, quello scelto da Rolex, l’Oystersteel, è qualificato 904L e si distingue da quello standard inossidabile 316L, per una resistenza alla corrosione molto più elevata e una durezza superficiale superiore. D’altronde, la Maison ginevrina ha sempre cercato di ottimizzare l’indosso dell’orologio in prospettiva. Dopo aver verificato sui propri orologi sportivi in acciaio tradizionale, nel tempo, fenomeni di corrosione sulle filettature del fondello e sul fondello stesso, a causa dell’accumulo di sudore e umidità, ha introdotto l’uso della tipologia 904L, per la sua resistenza agli acidi e, in conseguenza della suddetta durezza superficiale, per una più elevata resistenza e per una migliore predisposizione alla lucidatura. Va sottolineato, poi, che Rolex, una volta ricevuto l’acciaio 904L, materiale molto difficile da lavorare, lo scansiona mediante un microscopio elettronico per evidenziare eventuali imperfezioni e, successivamente, lo fonde di nuovo per purificarlo e rimuovere le residue inclusioni, potenzialmente incidenti sulla resistenza alla corrosione. L’Oystersteel fu introdotto da Rolex nel Submariner, con la referenza 168000, del 1987, che utilizzava gli stessi movimento e quadrante della ref. 16800; a partire dal 2003, tutti i segnatempo in acciaio di Rolex sono stati prodotti in acciaio 904L.
Per quanto concerne il Rolesor, invece, si tratta dell’incontro tra l’oro a 18 carati e l’acciaio in uno stesso orologio: è un’autentica firma Rolex dal 1933, data in cui il nome è stato registrato. Il connubio garantisce preziosità e inalterabilità da un lato, resistenza alla corrosione, robustezza e affidabilità dall’altro. Caratteristiche che riflettono puntualmente il mix di eleganza e prestazioni degli orologi Rolex. Specificamente nella nuova declinazione del Submariner Date in versione Rolesor giallo, la lunetta, la corona di carica e gli elementi centrali del bracciale sono in oro giallo a 18 carati, mentre la carrure e gli elementi laterali del bracciale sono in acciaio Oystersteel. Ad accompagnare la cassa, sul fronte, troviamo la lunetta girevole unidirezionale in Oystersteel (il bordo zigrinato offre una presa eccellente, per la rotazione, anche indossando i guanti della muta) con disco in Cerachrom, medesima soluzione impiegata sui Submariner precedenti e, ormai, in tutti i modelli sportivi della Maison. La ceramica, in termini di durezza ha una valutazione in Vickers assai elevata, non distante dal top costituito dal diamante e Rolex, a partire dal 2005, l’ha introdotta via via, sugli inserti della lunetta, in luogo dell’alluminio. Negli ultimi 15 anni, la Casa ha messo a punto tecnologie all’avanguardia per la lavorazione della ceramica, ottenendo risultati di grande impatto come il blu su oro bianco nel Submariner (2008), il quadrante verde e la lunetta verde nel Submariner Date, noto come “Hulk” dal 2010 e, naturalmente, le prime lunette in ceramica a due colori al mondo, quali, nel GMT-Master II, il blu e nero sul modello definito “Batman” del 2013, e il blu e il rosso per l’esemplare conosciuto come “Pepsi”, nel 2014. Il processo produttivo del Cerachrom inizia sotto forma di polvere, composta da due materiali, ZrO2 (ossido di zirconio) e Al2O3 (ossido di alluminio); viene, quindi, aggiunto un legante prima del riscaldamento e del posizionamento in uno stampo. Al termine di questo step, non essendo stata ancora raggiunta la durezza superficiale della ceramica, vengono stampati gl’indici. Quindi, l’anello viene riscaldato a 1500° Celsius, secondo un processo di sinterizzazione, che elimina l’agente legante, che fa indurire e restringere la ceramica del 25%. Le sostanze chimiche vengono aggiunte durante la sinterizzazione per creare il colore richiesto. Dopo la sinterizzazione, sugli stampi relativi alla graduazione della lunetta viene applicato uno strato di PVD in platino (numerazione bianca) o in oro, a seconda della cromia scelta. Infine, l’intera superficie dell’inserto in ceramica è lucidata al diamante per rimuovere il materiale PVD in eccesso e anche per conferire una finitura lucida. Nello specifico dei nuovi Submariner, la ref. 124060 impiega una lunetta in ceramica nera, mentre per i Date, troviamo la ceramica blu per il modello in oro bianco con quadrante nero, blu luminoso per la versione in Rolesor con quadrante blu, verde per la variante in Oystersteel con quadrante nero: il castone del riferimento su base triangolare, riempito in Cromalight è in oro, giallo o bianco. Ogni inserto della lunetta in Cerachrom richiede 40 ore di lavoro e, oltre ad essere sostanzialmente immune ai graffi, non risente nemmeno dei raggi UV e, quindi, la vivacità cromatica durerà per sempre. Il vetro è zaffiro antiscalfiture ed è sovrastato, nel Submariner Date, dalla lente d’ingrandimento Cyclope, a ore 3, per una migliore lettura della data. Va ricordato, primariamente, che il cristallo di zaffiro è ottenuto da ossido di alluminio monocristallino e ha una durezza, nella scala di Mohs, pari a 9 (il massimo è 10). Storicamente, Rolex ha iniziato ad impiegarlo nel Beta 21 Quartz, referenza 5100, nel 1970, poi, sulla referenza 1530, Oyster Perpetual Date, nel 1975, sull’Oyster Quartz nel 1977, sul Day-Date nel 1978, sul Sea-Dweller (ref. 16660) nel 1978 e, poi, sul Submariner, ref. 16800, nel 1979.
I quadranti
Il quadrante del Submariner può essere ritenuto, a buon diritto, il più iconico nell’ambito degli orologi sportivi. E questo, in virtù della sua combinazione tra indici rotondi e a barretta, con un triangolo invertito a ore 12, e lancette delle ore in stile “Mercedes” e dei minuti “a matita”, inconfondibilmente Submariner. Nelle nuove versioni, ref. 124060 e 126610, i quadranti lucidi recano indici in oro bianco applicati, sui quali le trame luminose sono leggermente più grandi rispetto al passato, così come per le sfere, sempre in oro bianco, per favorire la visibilità in immersione. Quest’impostazione grafico-espressiva sul quadrante, con indici applicati e sfere sovradimensionati su fondo lucido, identifica l’interpretazione moderna dei quadranti Rolex, definiti “Maxi” che, nel Submariner, ha esordito sul famoso Kermit, ref. 116610 LV, prodotto dal 2003 al 2010, per poi essere ribadita nel 116610, introdotto nel 2010.
In quanto, infine, all’accennato effetto di luminescenza, essenziale nel Submariner per una perfetta visibilità anche in condizioni di scarsa illuminazione sott’acqua, Rolex, nel tempo, ha utilizzato, per indici e lancette, vari composti luminosi, dal radio, al trizio, al Luminova. Oggi, mentre la maggior parte dei brand d’alto livello adotta il SuperLuminova, la Maison ginevrina ha lanciato il Chromalight, a partire dal 2008, sul Sea-Dweller Deepsea. Il Chromalight si illumina di blu al buio, al contrario del verde di SuperLuminova e, invece di manifestare luminosità intensa e, poi, svanire rapidamente, presenta un’intensità luminosa molto più stabile, che dura molto più a lungo delle alternative convenzionali. Evidentemente, i nuovi 124060, 126610 (e le altre due varianti Date) impiegano indici e lancette trattati con Chromalight per offrire indicazioni luminose di lunga durata.
I movimenti
Prerogative immancabili nei calibri meccanici Rolex sono l’affidabilità, la resistenza agli urti e la precisione. Qualità che hanno trovato le loro migliori manifestazioni proprio su movimenti adottati, nel tempo, sui Submariner, come i calibri 1575, il 3035, il 3135 con data, e il 3000 e 3130, senza data. Sui Submariner predecessori del 126610 e del 124060, ossia il 116610 (Date) del 2010 e il No Date, ref. 114060, del 2012, Rolex ha montato meccanismi d’eccellenza quali, rispettivamente, i calibri 3135 e 3130, caratterizzati dalla spirale Parachrom. Come tutti i movimenti della serie 31, operavano a 28.800 alternanze/ora (frequenza introdotta con il calibro 3035, nel 1981, impiegato sul Submariner, ref. 16800); presentavano un bilanciere a inerzia variabile con regolazione su quattro dadi Microstella in oro, soluzione tecnica caratterizzante Rolex fin dai meccanismi della serie 30. Inoltre, i ponti del bilanciere erano trasversali e le spirali Parachrom, oltre a non essere suscettibili agli effetti negativi del magnetismo, disponevano di curva finale sovrapposta, al contrario delle precedenti piatte, a favorirne una successione di apertura/chiusura più concentrica; peraltro, il miglioramento funzionale veniva ulteriormente assicurato dalla saldatura al laser al pitone (nella serie 30, veniva utilizzata la colla). Rolex ha proseguito sulla strada del “better and better” lanciando, nel 2015, il calibro 3235, automatico con data che, fin da subito, ha impressionato in termini di prestazioni: 90% di nuovi componenti, un aumento della riserva di carica da 50 a 70 ore, uno scappamento proprietario del 15% più efficiente dei precedenti e ben 14 brevetti.
Il 3235, quest’anno equipaggia il Submariner Date ed è accompagnato dal nuovissimo calibro 3230, montato sulla nuova versione priva di data. I plus della serie 32 si sostanziano, in primo luogo, nell’adozione dello scappamento Chronergy, studiato per superare la sensibilità ai campi magnetici e la generazione di attriti scorrenti del classico scappamento ad ancora svizzero. In particolare, nel Chronergy: la geometria dell’ancora è sfalsata per ottimizzare l’effetto leva sulle palette in rubino; quest’ultime sono più sottili del 50% rispetto al recente passato, mentre le superfici di contatto sulla ruota di scappamento sono raddoppiate; last but not least, la ruota di scappamento è realizzata utilizzando la tecnologia di fabbricazione LIGA dal nichel-fosforo, il che significa che è insensibile al magnetismo e notevolmente più leggera di una ruota di scappamento in acciaio, richiedendo meno energia per l’interazione “cronometrica” con il bilanciere. Tutto ciò, come attesta Rolex, permette allo scappamento Chronergy d’incrementare l’efficienza del 15%. Ulteriore elemento qualificante dei calibri di manifattura Rolex 3235 e 3230 è la presenza della spirale Parachrom, brevettata da Rolex, dal riconoscibile colore blu. Le prime spirali di questo tipo sono state inserite nel calibro cronografico ad innesto verticale, 4130, elaborato per il Cosmograph Daytona nel 2000, per poi essere impiegate nei movimenti della serie 31 e, ora, su quelli della serie 32. La spirale Parachrom è realizzata in un materiale proprietario composto per l’85% da niobio e per il 15% da zirconio. Il niobio è un metallo refrattario con un’elevata resistenza al calore ed all’usura; lo zirconio è un metallo altamente malleabile ed estremamente resistente alla corrosione. Seguendo un processo che avviene all’interno della manifattura Rolex, detti metalli sono legati insieme a 2.400° C e trafilati attraverso una serie di stampi; l’asta così ottenuta, lunga poco più di 30 centimetri, viene elongata in un filo di metallo lungo 2 chilometri, dallo spessore di 1/10 di millimetro. La spirale finale (da un’asta di 30 cm si ricavano circa 10.000 spirali) è alta 45 micron e ha una larghezza di 150 micron. La curva terminale, effettuata da una macchina specifica Rolex, è di tipo Phillips, decisamente funzionale alla precisione cronometrica di cui poi diremo; la spirale Parachrom non viene influenzata dai campi magnetici, recuperando sempre l’originaria ampiezza di vibrazione in caso di esposizione, ed è fino a 10 volte più resistente agli urti rispetto ad altre spirali metalliche.
La serie 32 dei movimenti Rolex ha portato vantaggi anche in termini di riserva di carica, portata, come accennato, da 50 a 70 ore (circa 3 giorni), in virtù dell’impiego dello scappamento Chonergy – la cui ruota scheletrata più leggera genera meno inerzia e il cui design complessivo determina un minor attrito di scorrimento – e di una molla più lunga all’interno di un bariletto dalla particolare architettura. Passando al bilanciere ad inerzia variabile, può disporre di ponte trasversale passante, fissato su entrambi i lati, e di un dispositivo antiurto Paraflex, sviluppato internamente, che divide diagonalmente i rubini e li mantiene in posizione attraverso una cornice rettangolare: introdotto e brevettato nel 2005, il sistema Paraflex permette di aumentare la resistenza agli urti del 50% ed è più agevole da riparare, ed agisce in tal senso, unitamente alla possibilità, mediante una piccola vite gialla, di regolare l’altezza del ponte del bilanciere, in modo da garantire le prestazioni cronometriche del calibro. Infine, la massa oscillante Perpetual, bidirezionale, è monoblocco ed è montata su cuscinetto a sfere in ceramica, per una ricarica più efficiente.
Tutto questo consente di attribuire ai nuovi Oyster Perpetual Submariner e Oyster Perpetual Submariner Date la certificazione di Cronometro Superlativo, ridefinita da Rolex nel 2015. Tale certificazione prevede il superamento delle prove cronometriche COSC (relative solo al movimento) e tali da validare una deviazione massima di -4/+6 secondi al giorno, e di una serie di test condotti da Rolex nei suoi laboratori secondo i propri criteri. Tali test riguardano l’orologio nel suo insieme, dopo l’incassaggio, e ne garantiscono le prestazioni “superlative” al polso a livello di precisione, impermeabilità, carica automatica e autonomia. La precisione di un Cronometro Superlativo Rolex è pari a –2 /+2 secondi al giorno, ossia più di due volte superiore a quella richiesta a un Cronometro COSC. Lo status di Cronometro Superlativo è simboleggiato dal sigillo verde che accompagna ogni orologio Rolex, insieme a una garanzia internazionale di cinque anni.
Bracciale e chiusura
Le nuove declinazioni presentate del Submariner e del Submariner Date sono abbinate a un bracciale Oyster. Progettato alla fine degli anni ‘30, questo bracciale a tre file si distingue per la sua robustezza, ed è passato da una lavorazione delle maglie rivettata (primi anni ’50), a piegata fino all’attuale schema costruito su maglie piene e solide. Il bracciale Oyster è dotato di un fermaglio di sicurezza Oysterlock con chiusura pieghevole, elaborato e brevettato da Rolex, che previene qualsiasi apertura involontaria. Dispone, inoltre, del sistema di allungamento Rolex Glidelock, brevettato dal Marchio. A tal proposito va sottolineato che, nel 1969, il Submariner fu il primo Rolex ad adottare una sistema di sicurezza sulla chiusura pieghevole, che nascondeva un link aggiuntivo per l’allungamento e l’adattamento sopra alla muta da sub. Il Glidelock (il primo modello a impiegarlo è stato il Sea-Dweller Deepsea nel 2008), con cremagliera integrata sotto il coperchio del fermaglio déployante, si regola grazie alla maglia scorrevole dotata di un dente, che va a fissarsi nella tacca scelta: sono dieci le tacche, di circa 2 mm ognuna e consentono di regolare la lunghezza aggiungendo un massimo di 20 mm, senza l’ausilio di alcuno strumento. Il bracciale Oyster, nella declinazione in oro bianco del Submariner Date integra, inoltre, all’interno delle sue maglie, inserti in ceramica, che ne migliorano la fluidità al polso e la durata nel tempo.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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