Phillips si prepara ad entrare nella leggenda dopo aver annunciato la messa all’asta del Patek Philippe Calatrava Ref. 96 appartenuto ad Aisin-Gioro Puyi, l’ultimo imperatore che abbiamo conosciuto attraverso la magnificenza struggente del maestro Bertolucci
Quando la Storia si manifesta attraverso oggetti rari come i segnatempo che hanno fatto la storia, qualcosa di straordinario si materializza davanti ai nostri occhi; e il passato, il presente e il futuro, per il tocco di un istante sembrano quasi allinearsi e rendersi tangibili attraverso le sfere che segnano l’incessante scorrere del tempo. Non sapremmo come altro introdurvi all’evento straordinario annunciato da Phillips per questo 2023: un’asta che toccherà vette da capogiro e consegnerà nelle mani di un fortunato il Patek Philippe Calatrava Ref. 96 “Quantieme Lune” che ha scandito le fasi lunari al polso dell’ultimo imperatore dell’antica Cina.
Ebbene sì. Dire che il Calatrava Ref. 96 in questione è una prima referenza Calatrava con triplo calendario con fasi lunari non è sufficiente a determinare la rarità e il valore inestimabile di un segnatempo spettacolare, dal momento che l’esemplare proposto dalla casa d’aste fondata a Londra da Harry Phillips nel 1796, oltre ad essere l’ottavo calendario completo della Referenza 96 creata dalla Maison d’alta orologeria che ha prodotto il primo orologio da polso del mondo, è appartenuto niente meno che a Aisin-Gioro Puyi, l’ultimo imperatore della dinastia Qing. La sua storia venne raccontata dal regista Bernardo Bertolucci ne “L’ultimo imperatore“. Pellicola che, come molti ricorderanno, si aggiudicò l’Oscar come miglior film nel 1987.
Deposto dal trono dai rivoluzionari che gettarono le basi per la creazione della Repubblica Popolare Cinese quando aveva appena compiuto sei anni d’età, l’ultimo imperatore divenne prima reggente dello “stato fantoccio” del Manciukuò – Stato della Manciura concepito dall’Impero Giapponese e dai vertici dello sconfitto esercito della dinastia Qing – , per poi essere catturato e detenuto come prigioniero di guerra dall’Unione Sovietica tra la fine della seconda guerra mondiale e il 1950. Secondo le stime degli esperti di Phillips, l’esemplare di Calatrava Ref.96 in questione sarebbe stato un donato da Puyi al suo traduttore Georgy Permyakov. Conosciuto al tempo della prigionia in un campo situato nei pressi di Khabarovsk, circondario federale dell’Estremo Oriente ancora oggi controllato dalla Federazione Russa. Da quel momento in poi l’orologio sarebbe sempre rimasto a Permyakov, fino alla sua morte avvenuta nel 2005. Consultando i registri, gli esperti di Phillips che sono entrati in contatto con l’esemplare, rimasto tra gli oggetti di proprietà del defunto Permyakov fino al 2019, è stato acquistato presso un rivenditore di Parigi nel 1937. Non è stato chiarito come questo Ref-96 “Quantieme Lune” – uno dei soli due esemplari con questa configurazione del quadrante “Roulette” araba smaltata – sia attivato nelle mani dell’ultimo imperatore Puyi. Ma la data suggerisce che l’orologio sia stato acquistato, o donato, quando era il sovrano di Manchukuo per interesse particolare dell’Impero Giapponese, allora Paese membro dell’Asse.
Questo tipo di Ref. 96, che appare nelle foto inedite con quella che si potrebbe davvero definire come una “patina” lasciata dal tempo passato, misura appena 30 mm di diametro ed è animato da un movimento ébauche di Victorin Piguet: fornitore dei movimenti selezionati da Patek Philippe per le sue prime complicazioni prima che la Maison iniziasse a produrre in serie questi modelli. Come ricorda Anthony Traina sul sito Hodinkee, Patek Philippe ha introdotto il primo calendario perpetuo prodotto in serie, Ref. 1526, e il primo cronografo con calendario perpetuo, Ref. 1518, solo nel 1941. Prima di tale data, la Maison ginevrina produceva esemplari come questo esclusivamente su “ordinazione”: ragion per cui stiamo parlando di edizioni veramente super limitate. Secondo alcuni incroci di informazioni, una referenza simile potrebbe raggiungere una battuta all’asta da un milione di dollari.. se solo non avesse una storia così imponente alle spalle. Ciò che ci si aspetta quindi, è che superi, e di molto, il valore fissato in precedenza per un esemplare simile.
In questi giorni “The Imperial Patek Philippe” è in mostra insieme ad una serie di altri manufatti collegati alla vita di Puyi – inclusa una collezione di acquerelli attribuiti a suo cognato – a Hong Kong, e vi rimarrà fino al 31 marzo. Quale prima tappa di un tour internazionale che passerà per New York, Singapore, Londra, Taipei e Ginevra. Il Calatrava Ref. 96 “Quantieme Lune” appartenuto all’ultimo imperatore verrà messo all’asta solo in un secondo momento. Lasciandoci solo immaginare fino ad allora la quotazione che potrebbe raggiungere, e ispirandoci nel fantasticare sull’istante in cui Puyi ha fatto dono al suo amico di prigionia di qualcosa che ha maturato un valore straordinario e inestimabile: proprio come le amicizie che si stringono nei momenti più complicati dell’esistenza.
Romano, appassionato di orologi fin dalla tenera età, vivo nel passato ma scrivo tutti giorni per Il Giornale e InsideOver, dove mi occupo di analisi militari e notizie dall’estero. Ho firmato anche sul Foglio, L’Intellettuale Dissidente e altre testate.
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