Prosegue la partnership tra Hublot e Ferrari, sviluppando, dopo il Techframe Ferrari Tourbillon Chronograph, un’altra interessantissima serie denominata Classic Fusion Ferrari GT. Tutta ispirata alla filosofia automobilistica dell’universo Gran Turismo.
La collaborazione tra le due aziende, infatti, prima ha generato segnatempo avveniristici legati alla Formula 1 ; molti appassionati ricorderanno sicuramente il MP-05 LaFerrari, frutto della liaison tra Hublot e Ferrari – avviatasi nel 2011 – che diede vita a un segnatempo avveniristico, seguito, poi nel 2017 dal Techframe Ferrari Tourbillon Chronograph. Il cronografo celebrativo del 70° anniversario della Casa di Maranello, si rivelò un prodotto diretto con decisione nel particolarissimo e selettivo ambito del GT, meno estremo della Formula 1 ovviamente, ma capace di esprimere in modo unico un mix di tradizione, eleganza ed eccellenza tecnica legata all’esperienza del viaggio. Lo spirito “Gran Turismo”, infatti, riferito ad auto di lusso in serie limitata e ad altissime prestazioni può essere riassunto in queste parole: “Guidare su lunghe distanze ad alta velocità, nel comfort e con stile”. Gli obiettivi condivisi, dunque, sono performance, ergonomia sul polso, immagine ed estetica distintiva in linea con i principi fondanti dei brand rappresentati. Il Classic Fusion Ferrari GT esalta inoltre l‘innovazione e l’adattamento della stessa nella collezione Hublot, la Classic Fusion per l’appunto, in cui la proverbiale “art of fusion” della Maison è più misurata e calibrata su canoni tradizionali.
Ecco allora che la decisione di adottare il movimento cronografico di manifattura “Unico” – consuetudinariamente a vista – nella versione HUB1280 (presentata nel 2018), è stato lo starting point per un’elaborazione estetico-strutturale da parte del Centro Stile Ferrari che ha cercato di individuare i link più funzionali con platine e ruotismi, in termini strettamente contemporanei. In sostanza, Hublot ha lavorato sul motore e la Ferrari sulla carrozzeria. In tal senso, il lavoro sulla cassa da 45 mm, declinata in titanio (serie limitata a 1.000 esemplari), King Gold (lega elaborata dalla Maison e composta da oro rosso e platino) e Carbonio 3D (novità assoluta nel mondo dell’alta orologeria poiché elaborata in un composito a matrice polimerica realizzato con fibre tridimensionali, altamente tecnologico e utilizzato negli sport motoristici, con eccezionali qualità di resistenza) – entrambe in edizione limitata a 500 pezzi –, è stato sostanziale.
Relativamente alla carrure, sul fronte, il tratto, decisamente ammorbidito, disegna un profilo ondulato che va a concludersi sulle anse dissimulate, svuotate lateralmente, parte del blocco su cui s’inserisce il cinturino assicurato da due viti (eliminata la placca aggiuntiva). Anche la lunetta è stata completamente ridisegnata e composta da due elementi: una base adattata attraverso quattro viti (non più 6), alla superficie superiore della carrure, internamente scanalata sul perimetro, e una componente tronco-conica su cui è integrato il vetro zaffiro. In luogo delle due viti è stata ricavata una sporgenza concava centralmente che si “poggia” sull’anello d’incasso e protezione della corona di tipo “obus” (incisa frontalmente e personalizzata con il Cavallino rampante), fissato con due viti sulla carrure.
La complessità articolata, ma assolutamente armonica, preme in questo modo l’acceleratore sull’effetto tridimensionale: riflettendo un simile imprinting anche sul quadrante a vista, costruito su vetro zaffiro, incorniciato da un rehaut profondo, su cui sono adattati gl’indici a numeri arabi luminescenti (stessa font usata sulla strumentazione delle Ferrari), alternati a barrette scheletrate per non interferire con la visualizzazione, in trasparenza, del disco del datario. Le tacche di misurazione sugli anelli dei due contatori (minuti crono al 3 e piccoli secondi al 9) riprendono il concept estetico su corona e pulsanti (rosso quello di attivazione e stop della misurazione crono), senza dimenticare che l’alternanza tra vuoti e pieni (contatore dei minuti crono su 60 unità) evita l’overdesign ed una trasparenza eccessiva in favore di una virtuosa alchimia tra grafica e hi-tech.
Come accennato, il Classic Fusion Ferrari GT impiega il calibro di manifattura Unico HUB1280, automatico protetto da quattro brevetti, alto soli 6,75 mm, dotato di funzione flyback, funzionante a 28.800 alternanze/ora, scorrente su 43 rubini e capace di tre giorni di riserva di carica; ancora e ruota di scappamento sono in silicio, garanzia di prestazioni ottimali grazie alla loro leggerezza, e sono fissate su di un porta-scappamento estraibile. Relativamente alla meccanica cronografica, lo smistamento delle funzioni avviene mediante ruota a colonne, visibile frontalmente al 6, mentre l’innesto orizzontale avviene per doppio accoppiamento, attraverso una componente stilizzata visibile al 7/8.
Il fronte posteriore del movimento, che può essere osservato grazie al vetro zaffiro adattato sul fondello (chiuso a vite), svela oltre al sistema di regolazione di precisione a vite micrometrica stilizzata Hublot; composto da un rotore scheletrato sullo stile di un cerchione automobilistico con, al centro il Cavallino Rampante, al fine di garantire allo stesso tempo la massima efficacia nella ricarica, e lo smontaggio della massa oscillante per intervenire sul meccanismo. In esso una ruota incisa perifericamente è avvitata superiormente con l’indicazione chiara del senso antiorario per svitare e del senso orario per chiudere con una forza torcente ottimale pari a 215 Millinewton.
Si è trattato, in sintesi, di un attentissimo lavoro sui dettagli, come, ad esempio, il Cavallino della Ferrari, al 12 sul quadrante, o il filo rosso intorno al vetro zaffiro con trattamento antiriflesso, riferimento al leggendario colore Ferrari. I cinturini del Classic Fusion Ferrari GT sono stati inoltre realizzati in caucciù nero e rivestiti in pelle Schedoni, allo stesso modo dei sedili delle auto da corsa di Maranello. Dallo spessore contenuto in 13,15 mm, l’orologio è impermeabile fino a 10 atmosfere.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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