Ispirata dal prop del film “Dune – Parte Due”, denominato “Desert Watch”, la Casa lancia due modelli Ventura in edizione limitata, in concomitanza con l’uscita del suddetto lungometraggio. Entrambi presentano un quadrante blu luminoso che ricorda gli inconfondibili occhi dei Fremen.
Vivian Stauffer, CEO di Hamilton, sintetizza in questo modo la collaborazione, di lunghissimo corso, che lega la Casa al mondo del cinema: “Ad oggi, la nostra liaison con l’universo della celluloide, si distribuisce su diversi piani, tra i quali, come nel caso di ‘Oppenheimer’, la ricerca presso i collezionisti, di reali segnatempo d’epoca, quasi introvabili, e la realizzazione di veri e propri ‘prop watches’, come avvenuto in “Interstellar” e “Tenet”. I “props” sono degli “oggetti di scena”, che completano un film per renderlo più realistico. Un tipo di collaborazione del genere è stata richiesta ad Hamilton dal regista di “Dune – Parte Due”, Denis Villeneuve, sequel del kolossal “Dune” del 2021 (versione originaria di David Lynch, nel 1984) , basato sul romanzo fantascientifico del 1965 di Frank Herbert, bestseller nella letteratura di genere con 12 milioni di copie vendute.
Non è da meno il recente lungometraggio, centrato sulla seconda parte della sfida tra la dinastia Atreides e quella degli Harkonnen per il controllo del pianeta deserto Arrakis e della sua preziosissima spezia “Melange”, con i circa 400 milioni di dollari incassati in poco meno di tre settimane di programmazione. La maggiore difficoltà incontrata dalla Casa è stata quella di creare, su richiesta della produzione, un “desert watch” in cui nulla dovesse riferirsi al tempo, perché il contesto planetario di Dune è atemporale, e che, invece, fosse utile come strumento per svariate funzioni, come la trasformazione del sudore in acqua. Hamilton, basandosi sul romanzo di Herbert e senza altre informazioni, ha definito ben 30 prototipi prima di ottenere l’approvazione del regista. Il “Desert Watch” pensato per Arrakis s’inserisce nella disciplina interiore dei suoi abitanti, i Fremen, al servizio delle loro doti innate e del ciclo della spezia.
Insomma, sebbene tale esemplare personalizzato sia un’”esclusiva” di Arrakis, il suo sviluppo formale articolato, ha stimolato la creatività di Hamilton verso l’iconica carrure triangolare dai tratti bombati e sinuosi, con le caratteristiche anse scalinate e asimmetriche, del Ventura, la creatura del designer Richard Arbib, “classe” 1957, dal tratto inequivocabilmente futuristico. Ecco, allora, a ricordare quel modello connotato dal circuito elettrico evidente sul quadrante, due modelli al quarzo lanciati in concomitanza con l’uscita di ” Dune – Parte Due”, entrambi in acciaio PVD nero e con guide ottiche sotto il quadrante ad illuminarne la grafica di blu, ispirati dal colore degli occhi dei Fremen. Il Ventura Bright, da 52 x 46,6 mm (11,8 mm di spessore), limitato a 3.000 pezzi, impermeabile fino a 5 atmosfere, riprende la scalinatura delle anse dall’originale e “carica” dimensionalmente la corona: un pulsante, al 9, accende di blu le linee tratte dalla grafica del “Desert Watch” ed è percorso da sfere a losanga trattate “or noir”. La variante Edge, da 51 x 47,2 mm (spessore di 13,8 mm), limitata a 2.000 pezzi e con geometrie più marcate, amplificate da sfacci a dissimulare le anse, impermeabile fino a 100 metri, esplicita una visualizzazione digitale dell’ora, la cui luminosità va a sfumare e riprendere, ispirata dal ciclo dell’energia, richiamato dal prop del film. Come osserva Stauffer, il “Ventura si ama o si odia”, e, per questo si tratta di una scelta coraggiosa e sfidante, proiettata nel futuro da ben 67 anni.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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