In occasione del decennale della versione automatica del Golden Bridge, Corum ha realizzato quattro versioni in edizione limitata, anche con finiture preziose, rivisitate in modo funzionale ad ottimizzare la visibilità del meccanismo a 360°.
Nel 1980 vide la luce uno dei modelli più significativi realizzati da Corum, il Golden Bridge, noto e celebrato non solo per il proprio prestigio, ma nel contesto storico-evolutivo del segnatempo. Stiamo parlando, infatti, del primo movimento manuale baguette in linea – dal bariletto al bilanciere -, brevettato da Vincent Calabrese, un orologiaio italiano autodidatta (aveva cominciato a lavorarci nel 1970, partendo dall’idea che il meccanismo “di design” costituisse, di fatto, l’orologio stesso), e presentato nel 1977 al Salone Internazionale degli Inventori di Ginevra. Quel calibro lineare, completamente a vista, catturò l’attenzione del management della Maison di La Chaux-de-Fonds, che ne intuì le potenzialità, la modernità intrinseca, l’avanguardia, acquisendone il brevetto e proponendolo sul mercato tre anni dopo. Assai complesso nell’esecuzione, l’originale non presentava la corona, applicata direttamente sull’asse del bariletto lato fondello e disponeva di una riserva di carica molto contenuta. La Maison, per il suo 50° anniversario, nel 2005, revisionò tale movimento, in collaborazione con Vaucher Fleurier: i ponti in oro a 18 carati ed il dispositivo in linea furono resi visibili intervenendo sulla cassa, di forma tonneau (l’originaria era prismatica con vetro sfaccettato), adattando anche sui fianchi della carrure il vetro zaffiro. La corona fu collocata al 6, nel prolungamento lineare del movimento, calibro CO113 (che misura ora 14 ¾’’’ x 5’’’ e prevede 19 rubini) ed aziona un sistema di carica detto a ”flangia scorrevole”, che impedisce di forzare il delicato meccanismo. La riserva di marcia del movimento è stata incrementata fino a raggiungere le 40 ore e il sofisticato dispositivo di selezione tra ricarica e regolazione dell’ora via corona è stato montato, sempre al 6, tra il ponte e la platina. Il bilanciere, oscillante a 28.800 alternanze/ora è del tipo ad inerzia variabile, con quattro masse di regolazione esterne, in luogo di quello originario con viti di compensazione e regolazione su racchetta.
Per il trentennale del modello, Corum presentò il Golden Bridge Tourbillon, e nel 2011, oltre alla versione Panoramique del Tourbillon, con ponti e platina in zaffiro, fu la volta dell’Automatico, la messa a punto del quale richiese più di quattro anni. Al fine di mantenere la trasmissione in linea e la corona al 6, la Maison studiò l’applicazione di un rotore “a slitta”, posto sul ponte inferiore e ben integrato nella struttura verticale: si trattava di una massa lineare in platino, scorrente lungo il movimento, in saliscendi, su due guide in acciaio (rese più scorrevoli da un trattamento antiaderente), grazie anche ad un sistema di “ammortizzatori” che ne consentono il continuo cambio di direzione. Venne, poi, concepita una nuova cassa, di maggiori dimensioni, ossia 37,2 x 51,8 mm, in luogo dei 34 x 51 mm del manuale. Un formato mantenuto (13,7 mm di spessore) nelle varianti celebrative del decennale del modello (impermeabili fino a 30 metri), presentate quest’anno, dove un vetro zaffiro panoramico – bombato e realizzato in un unico pezzo esteso a costituire buona parte della carrure – e un fondello a vista più grande rispetto al passato – vetro zaffiro fumé -, hanno permesso di esaltare ancora di più il succitato calibro CO 313, consentendone la visione a 360°: ponti e platina in oro, 14 ¾’’’ x 5’’’, 194 parti, 28.800 alternanze/ora, 40 ore di autonomia, 26 rubini. In un simile contesto tecnico-strutturale, va considerata la precisione necessaria nei punti di collegamento, soprattutto angolari, tra vetro zaffiro e metallo, funzionale a garantire l’impermeabilità fino a 3 atmosfere.
Le suindicate versioni sono quattro, in titanio grado 5 DLC nero (50 pezzi) , in titanio e oro rosa (gruppo anse e corona, 150 esemplari), a cui si aggiungono le edizioni nei medesimi materiali, ma con incastonatura di diamanti su anse e lunetta – fascia superiore e inferiore (72 pietre per un totale di 0,65 carati) -, sempre in serie limitata: 100 esemplari per la variante in titanio e oro rosa; 25 pezzi per il modello in titanio DLC nero/titanio e corona in oro bianco. Il sistema di ancoraggio degl’indici applicati a mano, in assenza di quadrante, è realizzato in ottone trattato PVD nero, ed è collegato alla base del movimento, in modo tale da renderli fluttuanti nello spazio. I nuovi Golden Bridge Automatic sono assicurati al polso mediante un cinturino in alligatore nero, con chiusura tripla déployante in titanio grado 5, rivestito in oro rosa 5N nei modelli con anse e corona nel suddetto materiale.
Golden Bridge, magia lineare della meccanica, sospesa nel vuoto.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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