Abraham-Louis Breguet, nel 1815, fu nominato Orologiaio della Marina Reale Francese, uno dei tanti prestigiosi riconoscimenti ottenuti dal Maestro. La Maison, quest’anno, ha voluto omaggiare il fondatore proprio nel contesto della collezione Marine, legandola al naturale tema del viaggio, con il nuovo Hora Mundi, ref. 5557. In oro rosa e bianco, animato dal collaudato meccanismo automatico presentato nel 2011 e aggiornato con le ultime soluzione tecniche, questo modello invita a percorrere meridiani e paralleli già, semplicemente, osservando il quadrante…
Abraham-Louis Breguet , verso la fine del 1814 fu nominato dal re Luigi XVIII membro dell’Ufficio delle Longitudini di Parigi, organismo preposto a far progredire le ricerche nei settori dell’astronomia, per favorirne l’applicazione alla geografia, alla navigazione e alla fisica terrestre. Breguet era l’unico orologiaio e, insieme ad accademici quali Laplace e Arago, divenne riferimento primario relativamente al calcolo della longitudine in mare. Un ruolo ulteriormente riconosciuto quando il Re, con una sua ordinanza datata 27 ottobre 1815, conferì a Breguet il titolo ufficiale di Orologiaio della Marina Reale. Si trattava di un titolo attribuito ad personam e a vita, per il quale Abraham-Louis fu preceduto da Louis Berthoud. Breguet era tenuto, ma non in via esclusiva, ad eseguire le ordinazioni della Marina e, come si può ben immaginare, esse riguardavano Cronometri da Marina. Il Maestro di Neuchātel, all’epoca aveva 68 anni e, fino a quel momento, aveva realizzato appena una decina di esemplari e, così, si mise al lavoro per produrne degli altri, ma le ordinazioni della Marina non furono esaltanti (solo 22 esemplari dal 1815 al 1823, anno della sua morte). Fu così che Abraham-Louis lavorò moltissimo per personalità e scienziati e si dedicò, nel 1817 alla stesura di un libretto di 23 pagine intitolato “Istruzioni sull’uso degli orologi marini realizzati da Monsieur Breguet”, guida istruttiva sulla gestione dei segnatempo in navigazione. In ogni caso, il ruolo di Orologiaio della Marina lo riempì di orgoglio e il Maestro volle rimarcarlo nella firma dei suoi modelli, che cambiò, da “Breguet, Horloger de la Marine Royale”, fino a “Breguet et Fils, Horlogers de la Marine Royale”. Nella produzione di quel periodo, non mancarono esemplari astronomici, a ripetizione (il fulcro del suo fatturato), perpetui e tourbillon, regolatori, contatori a inchiostro, cronometri da marina e pendole da viaggio. E già, per i globetrotter di allora, il cui mezzo di spostamento privilegiato era la carrozza, sottoponendo i segnatempo a notevolissime sollecitazioni, si trattava di un modo per tenere sotto il controllo il tempo “in movimento” e durante lunghe percorrenze.
Una prerogativa che, oggi, la Maison vuole attribuire proprio alla collezione Marine, con il nuovo Hora Mundi, ref. 5557, per sottolineare l’aspetto specifico della navigazione, del movimento, della scoperta, legata all’attraversamento dei meridiani del globo e, poi, anche, per conferire un sottofondo elegantemente sportivo alla complicazione. Di certo, come vedremo, il plurifuso di Breguet presenta delle caratteristiche assolutamente originali e, quel che è più importante, di facilissima gestione da parte dell’utilizzatore. Realizzato in due varianti, in oro bianco e in oro rosa, da 43,9 mm e 13,8 mm di spessore, impermeabile fino a 10 atmosfere, il ref. 5557, impatta, in primo luogo, per l’esecuzione del quadrante, relativamente a cui la Maison conferma ogni volta una padronanza straordinaria. Si basa sulla sovrapposizione dei piani, il primo dei quali, la base, è in oro, inciso guilloché “à la main” per ottenere il classico motivo a onde del Marine, poi rivestito di un blu scuro intenso: su di esso è applicata la mappa dei continenti, sui cui profili, le onde sembrano infrangersi (i continenti sono oggetto di trattamento satinato orizzontale, mentre le “coste” sono sottolineate da una tonalità turchese metallizzata). E questo layout sarebbe già, di per sé, sufficiente a rappresentare egregiamente la complicazione, ma Breguet ha voluto completarlo, costruendo su di esso il reticolo di meridiani e paralleli, con effetto tridimensionale, riproducendo il globo. Lo ha fatto, adattando un disco in zaffiro, su cui ha metallizzato il suddetto reticolo, con il Polo Nord in corrispondenza della finestrella del datario al 12, ad accogliere anche l’applicazione degl’indici a numeri romani, compatti e trattati con materiale luminescente. Infine, il rehaut incornicia l’insieme, ospitando la scala della minuteria e riproponendo gl’indici con simboli trapezoidali.
Variante del Marine Hora Mundi, ref. 5557, in oro rosa. Il quadrante è il medesimo, cambiano solamente la cromia delle lancette, in tono con la cassa, e la cornice della finestrella delle città, brunita.
A livello funzionale, le lancette Pomme sfaccettate e luminescenti, sono accompagnate dall’indicazione giorno/notte al 4, un’apertura semicircolare che visualizza il Sole o la Luna (dischi realizzati a mano con lavorazione martellata), il primo in oro rosa, mentre la Luna è rodiata grigia. La data, come detto, a finestrella al 12, presenta una lancetta retrograda aggiunta al sistema del calendario, a forma di “U”, per una maggiore chiarezza nell’indicazione del giorno: la delicata finitura brouillé, antica tecnica decorativa orologiera, reinterpretata, permette di ottenere una visualizzazione al contempo opaca e brillante. Infine, l’apertura sull’anello delle città corrispondenti ai diversi fusi orari, si trova al 6: spetta ad una piccola àncora metallizzata, il compito di “riferire” il luogo di cui si desidera consultare l’ora. Sul fronte tecnico, il Marine Hora Mundi, ref. 5557, impiega il calibro automatico di manifattura 77F1, con un bilanciere che oscilla a una frequenza di 28.800 alternanze/ora, a regolazione inerziale, completato da una spirale libera in silicio (un forte deterrente contro i negativi influssi dei campi magnetici) e con una riserva di carica pari a 55 ore; scappamento ad àncora in linea inversa, mentre, sempre in silicio sono la ruota di scappamento e le “anse” dell’àncora. Si tratta della versione aggiornata di un meccanismo lanciato nel 2011 – visibile attraverso il vetro zaffiro integrato al fondello, chiuso da 7 viti -, che ha richiesto tre anni di sviluppo e ottenuto quattro brevetti: il meccanismo a doppio fuso orario a scatto istantaneo, la visualizzazione del secondo fuso orario, il meccanismo di memoria riprogrammabile e la visualizzazione giorno/notte per mezzo di una lancetta con i relativi simboli sulle estremità. Sul fronte posteriore le finiture sono a Côtes de Genève, mentre su quello anteriore, una volta liberato dagli anelli del datario e delle città, è possibile osservare il sofisticato device che sovrintende al funzionamento del world time. In sintesi, due ruotismi posti simmetricamente al centro, in alto e in basso, ingranano con il disco delle città, a sua volta ingaggiato con due ruote sulle quali sono calettate delle camme a cuore; queste interagiscono, nel punto di spalla con avvallamento centrale, con i finali triangolari di due bracci esterni di un leveraggio a “W” (come avviene per l’azzeramento di un cronografo), al fine di agire in regolazione della data e del periodo della giornata in funzione della città programmata. Le camme a cuore, dunque, sono il “cervello” di tutto il sistema di gestione/regolazione del secondo fuso e, sotto di esse, coassialmente, la fessura su di un disco è associata alle città in relazione alla sua posizione sull’anello periferico e all’ora di riferimento. Tutto questo può sembrare complicato, ma, operativamente se si desidera l’indicazione di un secondo fuso orario, basta premere sul pulsante all’8 e si noterà, modificando la città desiderata sul relativo anello, che scatterà contestualmente la sfera delle ore, eventualmente l’indicazione giorno/notte e la data, qualora l’ora della città selezionata sia un giorno avanti o indietro rispetto a quella di partenza. L’attività di regolazione non interferirà con il funzionamento dell’orologio, disponibile con cinturino in pelle, caucciù e bracciale in oro.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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