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Zenith Defy, Extreme Diver e Revival A3648 

Zenith Defy, Extreme Diver e Revival A3648 

L’arrivo alla guida della Maison di Le Locle di un manager esperto come Benoit de Clerck è stata un’ottima occasione per fare il punto della situazione sul ruolo attuale di un marchio, prossimo a celebrare i suoi 160 anni, con un heritage di altissimo livello, con il potenziale straordinario di un movimento quale l’El Primero e con un catalogo molto ben suddiviso tra proposte raffinate, sportive e sporty-elegant. Un bagaglio sintetizzato, nel 2024 da un’attività a 360° sulla collezione Defy, relativamente alla quale ci soffermiamo sugli ultimi diver professionali di altissimo profilo ispirati dall’originario del 1969 e declinati tra Revival ed Extreme.  

Il prossimo anno Zenith spegnerà 160 candeline. Dunque, per introdurre nel modo più idoneo il periodo preparatorio per una ricorrenza così importante, abbiamo voluto farci accompagnare da Benoit de Clerck, divenuto CEO di Zenith all’inizio di quest’anno, forte di 25 anni di esperienza nell’industria orologiera all’interno del Gruppo Richemont (il suo ultimo incarico è stato quello di CCO di Panerai). Un percorso che si soffermerà, evidentemente, sulle più importanti novità proposte durante l’ultima edizione di Watches and Wonders a Ginevra, ma che intenderà analizzare il marchio a 360°, il suo DNA, il suo messaggio alla luce della configurazione moderna dell’Alta Orologeria. Osserva De Clerck: “Oggi che vivo Zenith dall’interno, ho scoperto molte più cose di quanto mi aspettassi. La bellezza di Zenith sta nella ricchezza del brand e del suo savoir-faire. Conoscevo la storia, gli aneddoti, i più importanti passaggi tecnici, ma ora che ne sono al timone, ogni giorno mi riserva novità, in particolare riguardo al suo incredibile heritage, forse l’elemento più affascinante del marchio. Basti sottolineare che non molti brand nel panorama orologiero attuale possono avere il privilegio di celebrare il loro 160° anniversario, che ricorrerà il prossimo anno, nella stessa manifattura in cui tutto è nato, a Le Locle. Non sto preparando una rivoluzione, ma sto seguendo un’evoluzione, non ci saranno fuochi d’artificio ma una celebrazione coerente con l’immagine di Zenith ossia molto tecnica, funzionale all’heritage del marchio ed emergerà il suo savoir-faire unico”. 

Benoit de Clerck, CEO di Zenith.

Defy Extreme Diver, in titanio, da 42,5 mm (15,5 mm di spessore), vetro zaffiro antiriflesso su entrambi i lati, lunetta dodecagonale, ghiera girevole unidirezionale in ceramica blu, valvola per la fuoriuscita dell’elio, corona a vite con protezioni, fondello a vista fissato da 4 viti a brugola. Impermeabilità fino a 600 metri. Quadrante blu rifinito con motivo a stella, fascia periferica arancione, indici applicati e sfere sovradimensionate e scheletrate luminescenti (SuperLuminova X1), datario al 3. Calibro automatico di manifattura, El Primero 3620 SC. Bracciale in titanio con fibbia déployante.

L’idea strategica del CEO, in termini di composizione di portafoglio e di marketing è molto chiara: “Il nostro catalogo è assai significativo e ben impostato, e lo sarà ancor di più nel prossimo futuro. Oggi, noi possiamo contare su quattro pilastri: Defy, Chronomaster, Pilot ed Elite. Al fine d’incontrare le esigenze dei nostri consumatori, stiamo progressivamente riducendo il numero di referenze, nell’intorno delle 100/120, nell’ottica di rendere sempre più identificate le collezioni. Agli occhi del pubblico degli appassionati dobbiamo dare un messaggio molto trasparente riguardo ogni linea, senza rischiare confusione e sovrapposizione”. Riguardo, quindi, alla definizione dell’attività in prospettiva, non ci sono dubbi per De Clerck: “I nostri ingegneri e designer portano avanti sviluppo ed innovazione e lo scopo non è quello di privilegiare l’una o l’altra collezione, ma dare dimostrazione di crescita, di avanguardia, su qualsivoglia orologio esse siano adattate. È una strategia che impone una costante visione sul futuro, per anticipare le tendenze del mercato. Un buon esempio, in tal senso, è quello legato alla registrazione del Pilot, nel dicembre del 1904, molto tempo prima che si sviluppassero i voli commerciali e militari e si affermassero i segnatempo specifici per l’aviazione. Una visione coraggiosa e propositiva dell’orologeria, nell’ambito della quale vogliamo essere estremamente concreti, dare contenuti al pubblico di appassionati in linea con i pilastri del nostro DNA: Heritage, Know-how, Innovazione, Qualità. A conferma di questo nostro impegno nell’evoluzione, dal punto di vista tecnico, posso dire che il movimento El Primero, oggi, è molto più performante, rispetto a venti anni fa”. 

Ed abbiamo toccato uno degli elementi sul quale, allo stato attuale, maggiormente risiede la riconoscibilità di Zenith, ossia il calibro automatico El Primero, presentato nel 1969, e come afferma de Clerck: “Quando si pensa a Zenith si pensa all’El Primero e viceversa”. 

Defy Extreme Diver, versione con quadrante nero e ghiera girevole unidirezionale nera. Si notano gli sfacci lucidi della cassa, la sua forte chiusura angolare prima dell’aggancio del cinturino – realizzato con reti da pesca riciclate – e la vavola per l’elio al 9. 

Potente il profilo del Defy Extreme Diver, a definire uno spessore di 15,5 mm. Si può apprezzare la costruzione della cassa su livelli: lunetta dodecagonale, ghiera girevole unidirezionale in ceramica, carrure con tagli angolari e spallette di protezione della corona avvitate, fondello. Cinturino realizzato con reti da pesca riciclate. 

Attraverso il fondello in vetro zaffiro, fissato da quattro viti a brugola, osserviamo il calibro automatico di manifattura, El Primero 3620 SC, adattato sul Defy Extreme Diver: 36.000 alternanze/ora, 27 rubini, massa oscillante a forma di stella, 60 ore di riserva di carica, componenti in silicio dello scappamento. Si nota anche, in alto, il pulsantino per la facile intercambiabilità del cinturino/bracciale. 

E, sempre nel 1969, ha esordito il Defy Diver, nel quale la Maison di Le Locle ha integrato tutte le componenti di robustezza fondamentali per un orologio subacqueo, tra cui la ghiera girevole e dettagli cromatici vivaci per un’immediata leggibilità sott’acqua, pur mantenendo il design caratteristico della collezione, con la sua massiccia cassa angolare “tagliata” in prossimità delle anse, ed associando il tutto al bracciale. Ci stiamo riferendo al Defy A3648, ancora oggi un riferimento, in termini prestazionali, funzionali e di design. E, sulla scia del recupero delle sue referenze più iconiche del passato, la Maison ha lanciato quest’anno, il Defy Revival A3648, fedelmente proposto nella misura originaria di 37 mm: ritroviamo la lunetta in acciaio a quattordici lati, tipica dei modelli Defy dell’epoca, posizionata ora sopra la lunetta girevole unidirezionale rotonda, in acciaio con inserto in vetro zaffiro, a differenza delle varianti storiche che utilizzavano il plexiglas, ma con la stessa graduazione sessagesimale nera sull’arancione acceso, una delle caratteristiche più distintive della referenza A3648 originale. Tale combinazione, nero/arancione (lancette e minuteria) si estende anche al quadrante, con gli elementi funzionali dalla luminescenza verde, mentre la corona al 4 e il fondello (a vista), serrati  a vite, contribuiscono ad un’elevatissima impermeabilità, garantita fino a 600 metri, lo stesso dato del 1969. È un numero simbolico per Zenith, poiché 600 metri equivalgono a 1.969 piedi, l’anno di lancio della linea di orologi Defy. Il movimento automatico è il calibro di manifattura Elite 670 (28.800 alternanze/ora e 50 ore di riserva di carica) e sempre richiamato dall’originale (realizzato, nel 1969, dalla rinomata azienda Gay Fréres), ecco il bracciale in acciaio a cinque maglie con fibbia déployante ed estensione per l’indosso sulla muta. Riguardo ai “divers”, de Clerck sottolinea con convinzione: “Non possiamo parlare dei ‘diver’ in Zenith, se non facciamo riferimento all’esemplare Defy originario del 1969. Sono tutti, indissolubilmente interconnessi, nel design, nella tecnica, nella funzionalità. E alla base di 55 anni fa ci siamo ispirati per migliorare la performance e l’appeal sportivo dell’orologio, con la versione attuale Defy Extreme Diver.  Lo abbiamo evoluto, evidentemente, nel movimento, nel design della cassa, portando la corona al 3, nell’aver previsto il vetro zaffiro sul fondello per osservare il meccanismo, nella lunetta girevole in senso unidirezionale e non bidirezionale, come per l’originale. I test, oggi, sono molto più lunghi ed accurati riguardo la resistenza e la robustezza. E siamo stati premiati, perché i nuovi Defy Diver, soprattutto il Revival, hanno ottenuto una richiesta elevatissima, tanto che abbiamo programmato un calibrato aumento delle quantità per quest’anno e per il prossimo”. 

Defy Revival A3648, in acciaio, da 37 mm (15,5 mm di spessore), vetro zaffiro bombato antiriflesso su entrambi i lati, lunetta su quattordici lati, ghiera girevole unidirezionale in acciaio con inserto in zaffiro arancione, corona a vite al 4, fondello integrato da vetro zaffiro. Impermeabilità fino a 600 metri. Quadrante nero mat, fascia periferica arancione, indici applicati e sfere a bastone (minuti a punta di freccia)  luminescenti (SuperLuminova C1), datario al 4/5. Calibro automatico di manifattura, Elite 670. Bracciale in acciaio con fibbia déployante.

Calibro automatico di manifattura Elite 670, adattato sul Defy Revival A3648: 28.800 alternanze/ora, regolazione a vite micrometrica, sistema antiurto Kif, riserva di carica di 50 ore circa. Finitura dei ponti a Côtes Circulaires, rotore decorato a Côtes de Genève.

Il Defy Extreme Diver, da 42,5 mm (spessore di 15,5 mm). è realizzato in titanio e, a conferma di quanto detto dal CEO, prevede una valvola per la fuoriuscita dell’elio, per le immersioni in saturazione; sotto la lunetta dodecagonale fissa, poi, la ghiera girevole unidirezionale in ceramica – con scala sessagesimale luminescente – presenta bordi scanalati per favorire una migliore presa. La corona a vite in titanio, al 3, con robuste spallette serrate con viti a brugola, così come il fondello, integrato da vetro zaffiro, consentono, allo stesso modo del Defy A3648, il raggiungimento di un’impermeabilità fino a 60 atmosfere. Il quadrante, inciso con stelle a quattro punte, caratteristica distintiva della linea Defy, è disponibile in nero e in blu, con lunetta in ceramica ton sur ton. Il datario è al 3, mentre le lancette sovradimensionate e gli indici applicati sono riempiti con tre diversi pigmenti di Super-LumiNova di grado “X1”, blu, verde e arancione, per distinguere meglio le varie funzioni. Il movimento è il calibro automatico di manifattura El Primero 3620-SC (36.000 alternanze/ora, 27 rubini, 60 ore di riserva di carica): è dotato, peraltro, di uno scappamento antimagnetico con componenti essenziali in silicio. Infine, oltre al bracciale in titanio, il Defy Extreme Diver è corredato da due cinturini aggiuntivi: in caucciù FKM, con texture effetto “Cordura”; extra-lungo, realizzato con reti da pesca riciclate, provvisto di speciali estremità che consentono di farlo passare sotto la cassa, garantendo una tenuta sicura. Conclude de Clerck: “Basta togliere un po’ di polvere dagli archivi e si trovano idee e design interessantissimi e tutti i  nostri prodotti, oggi, si fondano su questo patrimonio di credibilità ed attendibilità”.


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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