Finalmente ci siamo. L’Alta Orologeria apre il 2020, purtroppo solo on line, sulla piattaforma digitale di Watches & Wonders, con i brand che avrebbero dovuto esporre le proprie novità proprio a partire da oggi. Presentiamo gli highlights tra i tanti modelli che caratterizzeranno un anno particolare, difficile e complesso, augurandoci che siano in grado di tornare a stimolare l’amore e la passione verso l’arte del segnatempo. Nei prossimi mesi, evidentemente, non mancheranno gli opportuni approfondimenti monografici.
Nell’anno del coronavirus, dubbi, interrogativi, risposte difficili da articolare, prospettive quasi impossibili da delineare hanno messo e stanno mettendo a dura prova qualsivoglia attività imprenditoriale, industriale e commerciale. Nel mondo dell’orologeria è passato uno tsunami, tutte le fiere annullate, aziende, manifatture e negozi chiusi, e grande preoccupazione nel definire le tappe della ripartenza e delineare il futuro. Poi, pian piano, con notizie un poco più incoraggianti sul controllo e regresso della pandemia, la nebbia ha cominciato un poco a diradarsi e le prime strategie sono venute a galla, first of all la creazione di un polo espositivo ginevrino guidato dalla Fondation de la Haute Horologerie e il fortissimo indebolimento di Baselworld abbandonato da tutte le Maison più rappresentative dell’alto di gamma, ossia Rolex, Patek Philippe, Chopard, Chanel, Tudor Bulgari, Hublot, TAG Heuer e Zenith. Un’indicazione chiara della volontà di ricreare fiducia, le migliori condizioni possibili per recuperare nel più breve tempo possibile i fatturati abbattuti in questo terribile inizio di 2020, e farlo nella città simbolo dell’impareggiabile cultura orologiera elvetica, Ginevra. Proprio nella città di Calvino, oggi, sarebbe dovuto iniziare il rinnovato Salone ora denominato Watches & Wonders e l’impossibilità di dar seguito al suo svolgimento ha spinto la Fondation de la Haute Horlogerie ad accelerare la predisposizione e rendere disponibile per tutti, proprio a partire da oggi, una piattaforma digitale interattiva (ne parliamo nella sezione Eventi), dove si possono trovare tutte le novità presentate dalla Case espositrici di Watches & Wonders e molto altro. Questa è la seconda strategia che conferma quanto abbiamo detto poc’anzi: l’Alta Orologeria non può e non deve fermarsi, né rimandare la propria timeline, ma porre le basi per iniziare il suo viaggio annuale come di consuetudine, operando inizialmente sulla comunicazione e sull’allure dell’immagine e facendosi trovare pronta, a monte e a valle, nel momento in cui la filiera riattiverà tutti i collegamenti per materializzare le fotografie a alta definizione nelle mani dei potenziali clienti. Qui di seguito offriamo una succulenta selezione di quanto proposto dai protagonisti Watches & Wonders (non tutti, alcuni si manifesteranno tra qualche settimana o mese), decisamente esemplificativa di un savoir faire d’eccellenza e dove emergono focus (IWC con il Portoghese, Jaeger-LeCoultre con il Master, Baume & Mercier con l’Hampton, Panerai con il Luminor Marina), ritorni (Cartier con il Pasha), nuovi concept (H. Moser & Cie con il suo cronografo), performance straordinarie (Piaget con l’ultrapiatto Altiplano Ultimate Concept, Roger Dubuis con la sua innovativa ripetizione minuti, Vacheron Constantin con il suo cronografo “regolato” da un tourbillon), affascinanti heritage (Montblanc con il suo cronografo rattrapante), poesie in meccanica (Hermès nel suo Slim GMT) ed eleganza sportiva (A. Lange & Söhne nel suo Odysseus).Lange & Söhne – Odysseus
A. Lange & Söhne – Odysseus
L’Odysseus di A. Lange & Söhne è stato lanciato il 24 ottobre 2019, esattamente 25 anni dopo la presentazione, da parte di Günter Blümlein e Walter Lange, della prima collezione della Casa sassone successiva alla “rinascita”, avvenuta nel dicembre del 1990. Si è trattato, poi, del primo orologio in acciaio, in serie, e con bracciale integrato, realizzato dalla Casa, al fine di approcciare un segmento ormai imprescindibile per l’”haut-de-gamme” orologiero sportivo-elegante (con quadrante blu). Eccone, ora la versione in oro bianco da 40,5 mm (11,1 mm di spessore), satinata e lucida sugli sfacci e sulla lunetta convessa, la cui carrure, sul fianco destro, presenta un rilievo trapezoidale allungato e bombato a dissimulare i pulsanti di correzione “a cuneo”, al 2 e al 4, della data e del giorno della settimana; corona e fondello chiusi a vite consentono all’Odysseus un’impermeabilità fino a 12 atmosfere. Sul quadrante grigio, spiccano le scanalature soleil a rilievo sulla fascia degli indici e sui piccoli secondi, percorsi da sfere index luminescenti e, ovviamente, le due finestre sovradimensionate, relative all’iconica Grande Data Lange, al 3, e al giorno della settimana, al 9. Il tutto è animato dal calibro automatico di manifattura L155.1 Datomatic: prevede i piccoli secondi (al 6) e un rotore scheletrato unidirezionale in platino, mentre la riserva di carica è di 50 ore. Protetto dal consueto ponte passante inciso a mano con vite eccentrica di regolazione e molla di ritegno a collo di cigno, ecco il bilanciere inerziale, di nuova concezione, per ridurre la resistenza all’aria, che oscilla a 28.800 alternanze/ora ed è regolato da quattro viti periferiche.
Baume & Mercier – Hampton Automatico Piccoli Secondi/Data
Baume & Mercier, per il 2020, punta deciso sullo stile “Art Déco” della sua iconica collezione Hampton, dalla cassa di forma rettangolare, assolutamente avvolgente al polso, morbida nella sua geometricità. I nuovi modelli in acciaio lucido, sono declinati in tre dimensioni: 35 x 22,2 mm (piccolo); 43 x 27,5 mm (medio); 48 x 31 mm (grande). I quadranti, protetti da un vetro zaffiro bombato, si distinguono per le cifre arabe contemporanee, impreziosite da indici rivettati, e per le lancette a gladio; nelle versioni “preziose”, i quadranti con diamanti si vestono di un colore argentato, blu satinato con decoro soleil o madreperla bianca, e sono ornati da una delicata minuteria (le declinazioni femminili prevedono, tra l’altro, undici cinturini supplementari in vitello dai colori sgargianti). In quanto ai movimenti, i nuovi Hampton sono animati da un movimento al quarzo di nuova generazione con un’autonomia ottimizzata di 7 anni, e da calibri automatici visualizzati mediante vetro zaffiro integrato al fondello, chiuso con quattro viti. In tal senso, le versioni automatiche sono due, ore/minuti/secondi centrali e ore/minuti/piccoli secondi e data, che illustriamo, animata dal calibro ETA 2895 (28.800 alternanze/ora, 27 rubini e 42 ore di riserva di carica) e recante, sul quadrante argenté, indici e lancette in rutenio. L’odierna serie Hampton, prevede, infine, una variante con grande data, doppio fuso orario e indicatore giorno/notte.
Cartier – Pasha
Il Pasha di Cartier ha visto la luce nel 1985, un orologio estroverso, capace di uscire fuori dagli schemi dell’orologeria classica, in virtù di codici forti di design. In tal senso, la nuova edizione 2020 si muove su percorsi creativi inediti e alternativi, diversi rispetto a quelli tracciati dai suoi predecessori negli anni ‘80. Non cambia la firma grafica decisa: da un lato, un quadrato si inserisce all’interno di un cerchio, la minuteria a chemin de fer è tracciata all’interno del quadrante, e non mancano le quattro cifre arabe sovradimensionate. L’indiscutibile personalità del Pasha, nella serie attuale, declinata in acciaio, oro giallo, oro rosa e diamanti, e su esemplari scheletrati, si distingue per importanti dettagli rivisitati. A partire dalla corona, nascosta e protetta da un distintivo copricorona fissato alla cassa mediante una catenella, sulla quale spicca uno spinello blu o uno zaffiro (ergonomiadella corona di carica più ricercata). Per proseguire con un’incisione personalizzabile, realizzata sotto forma di iniziali e localizzata sotto il copri corona (dettaglio segreto), con bracciali intercambiabili (sistema QuickSwitch e regolabili al polso – sistema SmartLink -), e con un’impermeabilità garantita fino a 100 metri. In quanto al movimento automatico, il calibro 1847 MC, visibile attraverso il vetro zaffiro integrato al fondello, è ben resistente all’influenza negativa dei campi magnetici, in virtù dell’impiego di componenti in nickel-fosforo sull’organo di scappamento. Con questo movimento , il nuovo Pasha è declinato su cassa da 41 mm (automatico con data), 35 mm (automatico senza data), sia in acciaio che in oro rosa (anche con finiture preziose). Vi sono, poi, come accennato, delle varianti squelette, automatica e manuale con tourbillon.
H. Moser & Cie. – Streamliner Flyback Chronograph Automatic
La linea Streamliner di H. Moser & Cie., fondata su di una cassa in acciaio e bracciale integrato è l’emblema della fluidità su linee curve continue. Il nome e il tratto è ispirato dai primi treni ad alta velocità degli anni venti e trenta di cui rievoca le curve arrotondate e aerodinamiche. In seconda istanza, il minimalismo che, da sempre identifica il brand, ha fatto sì che il presente modello si configuri come un cronografo che indica l’ora piuttosto che un orologio con cronografo: e lo si vede chiaramente dall’assenza di contatori e dal focus sull’assoluta leggibilità. Lo Streamliner Flyback Chronograph Automatic è realizzato su cassa coussin da 42,3 mm di diametro, impermeabile fino a 12 atmosfere: la corona decentrata è al 4, i pulsanti del cronografo sono posti al 10 e al 2. Il bracciale integrato prevede una costruzione molto complessa, a maglie ondulate a creare linee molto fluide. In quanto al movimento, ci troviamo di fronte al primo cronografo automatico con indicazione centrale dotato di funzione flyback per minuti e secondi. Il calibro, progettato dalla Agenhor per H. Moser & Cie. presenta un’architettura assai complessa, ma dal risultato finale semplice, grazie all’indicazione centrale (sfere dei secondi – rossa – e dei minuti – rodiata – crono coassiali): per osservare il dispositivo cronografico del meccanismo, mediante il vetro zaffiro adattato al fondello, la massa oscillante è stata posta tra il movimento e il quadrante. Il calibro HMC 902 prevede lo smistamento della cronografia via ruota a colonne con innesto orizzontale. Il quadrante è grigio antracite, fumé con satinatura verticale; le sfere sono dotate di inserti contenenti Globolight, un innovativo materiale a base di ceramica che contiene Super-LumiNova e non è mai stato usato prima per le lancette.
Hermès – Slim d’Hermès GMT
La linea Slim d’Hermès si distingue per l’essenzialità, costruita su rigore ed equilibrio, prerogativa della collezione nata nel 2015. Classica e moderna al tempo stesso, non tralascia la cura dei dettagli. Come le curve fluide della carrure e le anse che compongono un angolo retto. L’originale stile tipografico dei numeri firmato da Philippe Apeloig, poi è inconfondibile. In oro rosa da 39,5 mm, dallo spessore di 9,48 mm, l’orologio offre allo sguardo la purezza del suo quadrante blu, a tre lavorazioni, sotto al vetro zaffiro fumé: soleil sulla fascia degli indici, azurée all’interno e grené sul quadrantino del datario analogico. Emerge, poi, come accennato quel carattere dei numeri spezzati da cesure spaziali e caratterizzato da finiture che ne enfatizzano l’intensità espressiva. Il contatore GMT è argentato, anch’esso ad effetto grené, con numeri sparsi (in “disordinato” ordine crescente) che connotano con giocosità l’indicazione del secondo fuso orario, mentre le lancette a bastone sono sabbiate e dorate. L’orologio è animato dal movimento extrapiatto di manifattura, calibro Hermès H1950, dallo spessore ridotto a soli 2,6 mm, cui si aggiungono gli 1,4 mm del modulo extrapiatto GMT, sviluppato in esclusiva da Agenhor per Hermès. Oltre, dunque, alle funzioni di ore, minuti e data, questa composizione meccanica a carica automatica dotata di microrotore permette la lettura di due fusi orari e, per completare correttamente il lavoro, abbina l’indicazione giorno/notte, associata all’ora di casa. Una regolazione molto semplice, mediante un pulsante al 10, consente infatti di impostare l’ora della destinazione. I ponti del movimento, smussati a mano e decorati con motivo ad H, e quelli del modulo, con finitura Côtes de Genève e a Perlage, sono visibili attraverso il fondello in vetro zaffiro della cassa. Il cinturino è in alligatore opaco blu, Hermès, ça va sans dire.
IWC – Portoghese Calendario Perpetuo 42
Il Portoghese è uno di quei modelli capaci d’imporsi all’attenzione senza bisogno di citare il brand di riferimento, in questo caso la IWC di Sciaffusa. La sua storia è densa di significati e, nell’ambito dell’offerta della Maison elvetica, ha sempre avuto un ruolo di primo piano. Per questo val la pena ricordare come, nel 1939, due uomini portoghesi, che si occupavano di affari nell’ambito dell’orologeria, visitarono la IWC a Sciaffusa, e chiesero un orologio da polso in acciaio che avesse una precisione assimilabile a quella dei cronometri da marina. All’epoca, l’unica strada percorribile per ottenere questo risultato fu quella di realizzare un orologio da polso che incassasse il movimento di orologio da taschino: il calibro IWC 74, di circa 38 mm di diametro e l’esemplare era, evidentemente, sovradimensionato. Negli anni a seguire, la collezione Portoghese ha accolto diverse complicazioni, e, quest’anno, costituendo il focus strategico 2020 della Maison, presenta novità e versioni aggiornate di alcune di esse, tra cui, il cronografo, il cronografo monopulsante, il fasi di luna con indicazione delle maree, il tourbillon con calendario perpetuo, il calendario perpetuo che illustriamo in questa sede. Per la prima volta per la Casa di Sciaffusa, il modulo del calendario perpetuo è integrato nel movimento automatico di manifattura, con dispositivo Pellaton, appartenente alla famiglia 82000, degno erede della celeberrima versione tecnica di Kurt Klaus degli anni ’80. Il calibro così definito, 82650, assicura una riserva di carica di 60 ore e visualizza analogicamente la data al 3, le fasi di luna astronomiche (correzione di un giorno ogni 577,5 anni) e i mesi al 6, il giorno della settimana ed il ciclo bisestile al 9. Le indicazioni sono disposte su di un quadrante argenté mat, percorso da lancette a foglia dorate. Due le varianti i cassa da 42 mm (13,8 mm di spessore), in acciaio e in oro rosa.
Jaeger-LeCoultre – Master Control Chronograph Calendar
Per Jaeger-LeCoultre, il 2020 è fortemente indirizzato sulla collezione Master Control, il suo orologio classico, straordinariamente fedele ad una compostezza espressiva ineccepibile. Quando fu lanciata, nel 1992, era una delle prime collezioni di Jaeger-LeCoultre a beneficiare della certificazione “1000 Hours Control”, da cui il nome e, oggi, ad un simile riferimento di qualità, si associa una garanzia di 8 anni. Ecco, allora, nuove versioni, dall’accentuato tocco di contemporaneità, del Geographic, del Calendar con Fasi di Luna, del Date e, dulcis in fundo, la novità vera e propria, ossia il Chronograph Calendar, modello principale di questa nuova serie. Questo esemplare, da 40 mm (dimensione standard della linea) e dallo spessore di 12,05 mm, realizzato in acciaio e in oro Le Grand Rose (lega di oro rosa brevettata con aggiunta di palladio, dalla notevole luminosità), integra un movimento automatico inedito, il calibro 759, che abbina un cronografo a un triplo calendario e alle fasi lunari, dotato di una riserva di carica di 65 ore: il dispositivo cronografico prevede uno smistamento via ruota a colonne ed un innesto verticale. Sul quadrante argenté soleil, le indicazioni sono disposte con grande equilibrio, ovviamente: minuti crono al 3, bilanciati dal contatore dei secondi continui al 9, mentre le finestrelle del giorno e del mese nella parte superiore del quadrante sono compensate dalle fasi lunari e dall’indicatore della data analogica al 6. L’intera visualizzazione ha come punto di riferimento la lancetta centrale dei secondi cronografici ed è incorniciata dalla scala pulsometrica periferica, una chicca. A completare il Chronograph Calendar, i pulsanti cronografici rettangolari, ed il cinturino in vitello Novonappa dal colore marrone, prodotta nella prestigiosa conceria francese mediante un processo di concia vegetale che mantiene intatte le naturali variazioni dei pellami (rivestimento, nel tempo, di una patina particolare).
Montblanc – 1858 Split Second Chronograph
La collezione 1858 di Montblanc individua orologi sportivi dal gusto vintage, ispirati nei codici di design, dai cronografi militari Minerva degli anni ‘20/’30. Quest’anno la Casa di Amburgo presenta una capsule collection nelle tonalità del blu e del ghiaccio, centrata sul Geosphere e sullo Split Second Chronograph, che illustriamo. Realizzato in titanio grado 5 (leggero, resistente ai campi magnetici e agli urti superficiali, a bassa conducibilità termica), da 44 mm e 14,5 mm di spessore, presenta un quadrante smaltato Grand Feu blu sfumato (base in oro), ed è proposto in edizione limitata a 100 esemplari. Perifericamente troviamo la scala telemetrica beige, inequivocabile tocco vintage, in grado di misurare la distanza dell’osservatore da un fenomeno visibile ed udibile (si aziona il cronografo al rumore e lo si blocca alla vista). L’altra scala, quella tachimetrica, è collocata al centro – a coprire parzialmente i contatori dei minuti crono al 3 e dei piccoli secondi al 9 -, nella storica forma a spirale. Le tradizionali indicazioni crono sono integrate dal dispositivo sdoppiante, funzionale alla misurazione dei tempi intermedi, con la sfera dei secondi rattrapanti di colore arancione. Il cronografo è monopulsante, coassiale alla corona, mentre lo split è attivato/disattivato dal pulsante al 2. Ad animare le lancette ci pensa il calibro cronografico di manifattura manuale MB M16.31, connotato da due ruote a colonne (una per lo smistamento crono, l’altra per l’attivazione rattrapante), con innesto orizzontale – evidenziato dall’iconico ponte a V dei calibri Minerva -, con bilanciere oscillante a 18.000 alternanze/ora e testato per 50 ore di riserva di carica. Il cinturino è in alligatore blu sfumato, realizzato nella Pelletteria di Firenze. Ricordiamo, infine che l’orologio è certificato dal “Montblanc Laboratory Test 500”.
Panerai – Luminor Marina Fibratech
Panerai, elegge la linea Luminor Marina quale “hero” del 2020 rendendola oggetto, tra l’altro, di sfidanti ricerche su materiali innovativi e d’avanguardia. Ecco, quindi, la variante Fibratech, realizzata in un ritrovato originato da fibre minerali di basalto. Si tratta di fibre naturali ed eco-sostenibili, a configurare un materiale dalle straordinarie proprietà fisiche e meccaniche: più leggero del 60% rispetto all’acciaio e fortemente resistente alla corrosione. Le fibre minerali del basalto sono legate da polimeri in strati alternati fra loro secondo un orientamento voluto e, poi, consolidate ad un regime controllato di pressione e temperatura. Sul Luminor Marina Fibratech da 44 mm, assume un aspetto grigio opaco fortemente disomogeneo, un look impossibile da replicare in quanto strettamente dipendente dal taglio del materiale. Il Fibratech, in questo modello, poi, si integra perfettamente con la presenza del Carbotech, altro composito proprietario della marca, affine per metodologia costruttiva, caratteristiche meccaniche e resa, ed utilizzato per la lunetta, la corona e il ponte a a leva identificativo del Luminor Marina. Il quadrante è blu ad effetto dégradé, dalla struttura a sandwich, con numeri arabi e indici in Super-LumiNova bianco a luminescenza verde. L’orologio, alimentato dal calibro automatico di manifattura P.9010, da 6 mm di spessore, con doppio bariletto a consentire un’autonomia di 3 giorni, consente l’indicazione di ore, minuti, piccoli secondi al 9 e datario al 3. Il Luminor Marina Fibratech è impermeabile fino a 30 atmosfere, ed è equipaggiato con un cinturino in Panerai Sportech, tessuto ad effetto gommato impermeabile, con fibbia ad ardiglione in titanio DLC nero.
Piaget – Altiplano Ultimate Concept
Piaget, nel 2018, ha presentato lo straordinario “concept watch” Altiplano, l’orologio meccanico più sottile al mondo: soli 2 mm. La cassa che faceva parte del movimento, la corona di carica unica era integrata, il cristallo era ultrasottile e, soprattutto, erano utilizzate tecniche innovative per l’adattamento del bariletto e della distribuzione dell’energia, tanto da arrivare a 40 ore di riserva di carica (dato eccezionale per un meccanismo così sottile). Oggi, quel “concetto” è divenuto realtà, collaudata e disponibile per gli appassionati: il progetto tecnico, dunque, ha richiesto ben sei anni di lavoro. Ultimo – per ora – capitolo di un processo di sviluppo cominciato nel 1957, l’Altiplano Ultimate Concept, ha avviato una miniaturizzazione tale da rendere necessari ben 5 brevetti: la cassa stessa ingloba direttamente la platina lavorata, ed è talmente sottile che si è dovuto impiegare una nuova lega a base di cobalto altamente resistente, 2/3 volte più dell’oro, e molto più difficile da lavorare. Le ruote sono state ridotte da uno spessore convenzionale di 0,2 mm a 0,12 mm e il vetro zaffiro, normalmente da 1 mm di spessore in un orologio standard, è stato ridotto dell’80%, a 0,2 mm: eccezionale. Il bariletto, come accennato, non prevede tamburo, ma è montato su un singolo cuscinetto a sfere in ceramica all’interno del telaio dell’orologio. La corona è stata reinventata in un design piatto, per incastonarsi perfettamente nel profilo dell’orologio. Il quadrante è decentrato e collocato, per motivi di protezione, sotto ai ponti dei ruotismi: dal colore blu trattato soleil, reca le ore ruotanti su disco e i minuti su asse convenzionale. Una volta indossato sul polso, solo 0,12 mm di cobalto separano il movimento dalla pelle. In sintesi, in 2 millimetri di altezza sono riunite ben 167 componenti. Anche il cinturino è sottilissimo, in alligatore blu, ed è definito da una chiusura ad ardiglione in cobalto.
Roger Dubuis – Diabolus in Machina
Roger Dubuis ha voluto dare questo particolare nome alla sua ultima impresa tecnica, una ripetizione minuti con tourbillon volante, ispirandosi al tritono, un accordo basato su di un intervallo di quarta aumentata e formato da tre toni interi, a determinare una delle dissonanze più forti della scala diatonica, chiamato “diabolus in musica”, bandito dalla musica religiosa medioevale. L’irriverenza creativa e l’essere anticonvenzionale, d’altronde, è una regola per Roger Dubuis, che vuole offrire sempre agli appassionati, attraverso i suoi orologi, delle vere e proprie esperienze sensoriali. Nel Diabolus in Machina, pezzo unico, realizzato su cassa Excalibur da 45 mm, sul quadrante scheletrato (una cifra ormai fissa, questa, per la Maison), l’iconico ponte a stella è imploso e le sue componenti sono state posizionate sul movimento a differenti altezze, a creare una ricercata “dissonanza” estetica, ma armonica. In quanto al movimento, straordinariamente complicato, visto l’abbinamento tra ripetizione minuti e tourbillon volante, come detto, Roger Dubuis ha previsto delle soluzioni assolutamente non tradizionali, a partire dall’attivazione della suoneria mediante pulsante: un tono basso per le ore, uno alto per i minuti e due per i quarti, “illustrati” visivamente da un disco ruotante dissimulato all’11, a suoneria avviata. Un secondo indicatore di funzione è collocato al 3/4 e permette di vedere se l’orologio è in posizione di carica manuale o predisposto per la regolazione oraria. Ulteriore sicurezza è il sistema “tutto o niente”, che impedisce l’avvio della ripetizione minuti se il pulsante non è completamente premuto.
Cassa (alta 16,8 mm), lunetta e corona sono realizzate in CarTech Micro-Melt BioDur CCMTM, materiale d’avanguardia leggero e resistente in grado di garantire un’ottima risonanza verso l’esterno.
Vacheron Constantin – Traditionnelle Tourbillon Chronograph
Vacheron Constantin, quest’anno, ha ripreso il suo calibro manuale di manifattura 3200, cronografo con tourbillon, presentato nel 2015 nell’ambito della collezione Harmony, per adattarlo su cassa Traditionnelle, espressione di purezza estetica classica. E, in effetti, osservando l’orologio, in oro rosa da 42,5 mm di diametro e 11,7 mm di spessore, l’impatto estetico viene esaltato dalla luminosità dell’ampio quadrante argenté opalino, percorso da sfere tipo Dauphine. Il sontuoso tourbillon, al 12, è vestito con l’iconica gabbia profilata sul tratto della Croce di Malta, logo della manifattura, fissandolo sul fronte superiore della platina mediante un ponte a doppia barra: fruisce, poi, di una meccanica d’azionamento tale da garantire il massimo impatto volumetrico possibile fronte quadrante. Spettacolo in rotazione, finalizzato a compensare gli effetti negativi della gravità sull’isocronismo del bilanciere (oscillante a 18.000 alternanze/ora), e coniugato ad un dispositivo cronografico, espressivo di un heritage meccanico manuale appartenente alla prima parte del XX secolo. Ispirato dal patrimonio proprio di Vacheron Constantin, ecco, infatti, il contatore dei minuti su 45 unità al 3. Il concept classico prosegue nella scelta di uno smistamento via ruota a colonne con innesto laterale, ma ottimizzato con soluzioni d’avanguardia finalizzate a ridurre gli attriti – a garanzia di un’attivazione fluida della cronografia -, l’usura e il saltellamento della sfera dei secondi crono. Il monopulsante, coassiale con la corona, poi, dispone del sistema “tutto o niente”, che impedisce al cronografo di attivarsi quando sul pulsante viene esercitata una pressione insufficiente. Completano il quadro la riserva di carica (circa 65 ore) al 6 e la scala tachimetrica periferica. Il calibro manuale di manifattura 3200, scorrente su 39 rubini è insignito del Punzone di Ginevra ed è visibile, con il dispositivo crono in primo piano, mediante il vetro zaffiro adattato sul fondello scanalato.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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