La Maison ginevrina affida alla collezione Traditionnelle l’interpretazione contemporanea di un suo cavallo di battaglia, ossia il Calendario Completo con datario analogico e Fasi di Luna. Per l’occasione ha messo a nudo il movimento, sia fronte che retro, lavorando sulle trasparenze e sui contrasti attraverso il vetro zaffiro.
Il triplo calendario con fasi lunari di precisione è un modello relativamente al quale Vacheron Constantin può vantare un heritage di assoluto prestigio (uno dei tanti, data la padronanza e il livello che dimostra su qualsivoglia complicazione orologiera), nella configurazione a datario analogico periferico, fasi lunari al 6 e doppia finestrella per giorno della settimana e mese sotto a ore 12. In particolare, esemplari di riferimento importanti, li possiamo trovare a partire dagli anni ’40, quali, ad esempio la ref, 10140 del 1946 in oro rosso e quadrante ramato con anse a goccia saldate, oppure la ref. 10244 del 1952, tonneau in oro giallo e quadrante argenté. Gli appassionati ricorderanno anche, nel 2002, il Toledo, ispirato dal “Cioccolatone” del 1953 (così chiamato perché la sua forma ricorda quella di una tavoletta di cioccolato svizzero).
Ecco, quindi, che la Maison ha voluto dare a questa complicazione un’allure ulteriore, in termini di fascino, scoprendone gli ingranaggi sottostanti fronte quadrante ed affidando il compito di trasmettere un simile appeal alla collezione Traditionnelle, chiamata a perpetuare, nel tempo, lo spirito degli orologiai ginevrini del Settecento. Sono due i nuovi modelli dotati di calendario completo, incorniciati da una cassa del diametro di 41 mm in oro bianco o oro rosa (10,7 mm di spessore), con lunetta lucida a spiovente, anse compatte e scalinate sulla superficie a contatto con il polso (per favorire l’ergonomia), corona chiusa a pressione e fondello serrato a vite con oblò in vetro zaffiro, a garanzia di un’impermeabilità fino a tre atmosfere: sulla carrure, poi, troviamo quattro pulsantini correttori, uno per ogni funzione. Come accennato, il quadrante, anch’esso protetto da vetro zaffiro, è quasi totalmente a vista, fatta eccezione, per l’anello periferico in grigio ardesia opalino – sul quale una lancetta centrale indica la data analogica serigrafata bianca con, sottostante, la scala della minuteria a chemin de fer – e per il piano sagomato, sempre grigio ardesia, ma trattato guilloché, a parziale copertura del semicerchio superiore. Gl’indici a barretta applicati e le sfere in stile Dauphine sono in oro, mentre la sfera centrale con estremità a mezzaluna bianca, è in oro annerito. Delle parti a vista, ecco la ruota centrale della data a 31 denti e quelle che governano i ruotismi a stella dei mesi (a 12 denti) e dei giorni della settimana (a 7 denti), sovrastate da due dischi in zaffiro che recano incisi, per l’appunto, i giorni e i mesi: la leggibilità di dette indicazioni è assicurata dalla colorazione nera, a contrasto su rilievo sottostante in acciaio rodiato.
Il disco delle fasi lunari, con le due rappresentazioni realistiche del nostro satellite, è anch’esso rivestito da una maschera in vetro zaffiro traslucido, tagliata a riprendere i tratti curvilinei identificativi della sagoma della Terra. Sempre riguardo alle fasi lunari dipendenti, come le indicazioni del calendario completo, dalla ruota delle ore, queste sono di tipo astronomico: ciò vuol dire che indicano il periodo di rivoluzione sinodica della Luna pari a 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 3 secondi, con una precisione tale da richiedere la correzione di un giorno dopo poco più di 122 anni e mezzo. Va sottolineato che la gran parte delle fasi lunari sui modelli da polso, sono indicate, sempre su disco a doppia Luna, da un ingranaggio a 59 denti, a definire, dunque, più semplicisticamente, un ciclo della lunghezza di 29,5 giorni, in luogo dei suddetti 29,530588853 giorni astronomici: questo impone una correzione di un giorno dopo poco meno di 3 anni. Al fine di ottenere la configurazione più precisa si rende necessario legare alla ruota delle 24 ore una trasmissione che permette di attivare la ruota delle fasi lunari, composta da 135 denti, di 2,285 denti al giorno circa. Una sofisticazione non indifferente che, evidentemente, Vacheron Constantin padroneggia con assoluta sicurezza.
E, consentendo la visualizzazione del movimento, fronte e retro, la Maison ginevrina per esaltare ulteriormente la meccanica ha voluto trattare NAC ponti e platina, ottenendo una cromia grigio antracite che, sul quadrante, ha una base spazzolata verticalmente e, lato fondello, fruisce di una finitura a Côtes de Genève ed Anglage, sormontata da un rotore scheletrato – con Croce di Malta centrale – in oro a 22 carati. Il calibro automatico 2460 QCL/2, progettato e sviluppato da Vacheron Constantin e insignito del Poinçon de Genève, prevede 312 componenti, un diametro di 29 mm (11’’’1/4) e uno spessore di 5,45 mm. Si tratta di un’evoluzione del calibro 2450, un movimento a carica automatica basilare per Vacheron Constantin: dotato di un meccanismo di arresto dei secondi, con 27 rubini, oscillante a 28.800 alternanze/ora (regolazione di precisione a vite micrometrica), ha una riserva di carica di 40 ore. I due modelli Traditionnelle Calendario Completo Openface prevedono un cinturino in alligatore grigio foderato in pelle di vitello, con fibbia ad ardiglione in oro rosa o bianco, ed hanno un costo di 47.600 euro.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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