Creata nel 2004, la collezione Patrimony celebra vent’anni di eleganza e stile. Espressione di minimalismo orologiero, ispirato da un mood degli anni ’50, oggi accoglie tre modelli con nuovo quadrante soleil color argento antico, cinturini dalle tonalità accattivanti e fondello personalizzabile: dall’inedito diametro da 39 mm, gli esemplari solotempo a carica manuale, in oro bianco e rosa, mentre la versione con fasi lunari e calendario retrogrado è proposta in oro bianco.
Possiamo dire che la collezione Patrimony è l’emblema di uno stile orologiero non influenzabile da mode e tendenze. Essa è riuscita a catturare, con naturalezza, lo straordinario spirito di modernità che pervase gli anni Cinquanta, un periodo caratterizzato dal fervore creativo, dal rinnovamento e dall’ottimismo; un decennio in cui la moda subì una profonda rivoluzione, il design giocava abilmente con le linee curve e rette, e l’architettura si esprimeva soprattutto attraverso forme pulite. E l’interpretazione che Vacheron Constantin definì, portò alla luce creazioni connotate da forme sobrie, arrotondate e decisamente sottili. Tra i segnatempo più rappresentativi del decennio citiamo tre modelli ultrasottili equipaggiati con il leggendario calibro 1003 che, vantando uno spessore di soli 1,64 mm, fu considerato il più sottile al mondo e debuttò nel 1955 in occasione del bicentenario dell’azienda.
A tal proposito, afferma Christian Selmoni, Style & Heritage Director di Vacheron Constantin: “Per Vacheron Constantin, l’aspirazione a casse dallo spessore ridotto è un importante elemento di espressione da varie generazioni. I nostri archivi contengono lettere dei primi anni del XIX secolo che fanno chiaramente riferimento agli ‘orologi sottili’. Nell’ultimo secolo, la nostra Maison si è distinta, in quest’ambito, in numerose occasioni, e la ricerca dello spessore ridotto è diventata una firma di Vacheron Constantin. Tra gli esempi più significativi c’è un orologio da tasca del 1931 con un movimento a carica manuale di soli 0,94 mm di spessore. La stessa collezione Patrimony si ispira agli orologi ultrasottili e particolarmente eleganti degli anni Cinquanta, come quelli che impiegavano il calibro 1003. Come tutti i segnatempo della collezione Patrimony, i nuovi modelli adottano il medesimo approccio, volto a raggiungere la massima sobrietà, ancorando l’orologio a uno spirito di modernità senza tempo”. Nel 1957, Vacheron Constantin presentò la Referenza 6179 che, da allora, ha sempre ispirato la collezione Patrimony. Di forma rotonda e priva di dettagli superflui, è la quintessenza del classicismo orologiero, con la cassa circondata da una lunetta sottile, il quadrante leggermente convesso punteggiato da indici allungati e da una minuteria perlata. Un design reinterpretato nell’ambito della collezione Patrimony, il cui fascino minimalista è una delle caratteristiche più raffinate di Vacheron Constantin. Introdotta nel 2004, la serie Patrimony, fedele al suddetto modello ispiratore, ha proposto, negli anni, numerose complicazioni orologiere senza abbandonare la sua identità. Aggiunge su questo tema, Selmoni: “In effetti, il design del Patrimony è così semplice – almeno in apparenza – che modificarlo senza alterarne il carattere è un esercizio complesso. Il Patrimony si è rapidamente affermato come l’orologio classico per eccellenza, apprezzato sia dal pubblico maschile che da quello femminile. Nel 2004, quando l’abbiamo lanciato, abbiamo deciso che doveva essere molto sottile, e così abbiamo scelto i meccanismi più adatti per modelli come il Patrimony del 2006 con giorno e data retrogradi, il Patrimony ultrasottile del 2011 con calendario perpetuo, un altro esemplare ultrasottile del 2013 con ripetizione minuti, e il Patrimony del 2017 con fasi lunari e calendario retrogrado. L’evoluzione estetica comporta anche piccole modifiche in termini di diametro, come nel caso dei modelli a carica manuale che presentiamo quest’anno, che si distinguono per la nuova tonalità del quadrante e dei cinturini e un posto speciale riservato alla personalizzazione. Uno dei pregi maggiori del Patrimony è il suo essere intramontabile e al contempo saldamente ancorato nella propria epoca”.
Patrimony a carica manuale
Come prevedibile, a prima vista, nulla è cambiato: il design è sobrio, elegante, classico e molto contemporaneo. Eppure, il Patrimony a carica manuale si è assai evoluto dal 2004, a partire dalle dimensioni dei due nuovi modelli, eccellenti per tutti i polsi. Già apprezzata per lo sviluppo su 40 mm, oggi la cassa, in oro rosa o bianco, presenta un diametro da 39 mm, più vicino alla tradizione, associato ad uno spessore di soli 7,7 mm. Un’estetica ripresa dal tipico quadrante convesso, la cui superficie con finitura soleil si veste di una nuova tonalità argento antico. Questa nuance, che conferisce una nota retro, contrasta con l’oro rosa delle lancette sottili “a bastone” tipiche della collezione Patrimony, con gli indici a filo allungati (ai quarti, a sottile punta di freccia) e con la minuteria circolare composta da 48 perle d’oro lucidate. In aggiunta a queste variazioni proporzionali, aggiungiamo una lunetta descritta con maggior chiarezza, lucida e inclinata, anse allungate sul polso con lievi curvature ergonomiche e cinturini in pelle di alligatore disponibili nelle nuove, originali tonalità azzurra e verde oliva (fibbia ad ardiglione), che donano un tocco di freschezza alla naturale sobrietà dei Patrimony. L’ultimo dettaglio estetico è il fondello chiuso, che consente di personalizzare l’orologio con un testo o un decoro a scelta, inciso nell’oro. Se da una parte la parola d’ordine è la sobrietà, dall’altra la precisione è altrettanto importante. Nei nuovi solotempo Patrimony, pulsa il calibro di manifattura 1440, a carica manuale. Da 9 ½’’’, certificato dal Punzone di Ginevra, prevede uno spessore di soli 2,6 mm, 116 componenti e 19 rubini; opera a 28.800 alternanze/ora (bilanciere a regolazione inerziale) e garantisce 42 ore di riserva di carica.
Patrimony con Fasi Lunari e Calendario Retrogrado
Il modello è stato sviluppato sempre con grande attenzione all’essenzialità, su cassa in oro bianco del diametro di 42,5 mm e 9,7 mm di spessore. Il quadrante, come i solotempo sopra illustrati, brilla nella nuance argento antico soleil, ed è mantenuto anche il contrasto con l’oro rosa delle lancette e degli indici, strutturati come nel manuale, ma ridotti dimensionalmente nell’arco superiore occupato dalla scala analogica del datario retrogrado, una “firma” della Manifattura di Ginevra: l’indicazione è consentita da una sfera brunita a punta di freccia. Animato dal calibro 2460 R31L a carica automatica, di manifattura (27,2 mm di diametro, 5,4 mm di spessore, 275 componenti, 27 rubini, 28.800 alternanze/ora e circa 40 ore di autonomia), questo, insignito del Punzone di Ginevra, oltre alla data retrograda, permette di visualizzare, al 6, anche le fasi lunari astronomiche, in una finestrella semicircolare, graduata per corrispondere con precisione al ciclo di 29 giorni, 12 ore e 45 minuti, in modo tale da richiedere una correzione solo ogni 122 anni. Attraverso il fondello chiuso a pressione e completato da vetro zaffiro, il calibro 2460 R31L mostra l’emblema della Maison, la Croce di Malta, scheletrato al centro della massa oscillante in oro rosa a 22 carati. Il nuovo Patrimony con fasi lunari e calendario retrogrado, infine, propone un elemento inedito, ossia l’originale cromia verde oliva del cinturino in pelle di alligatore, definito da fibbia ad ardiglione in oro bianco.
In conclusione, un orologio Vacheron Constantin, basato su di uno studio formale e matematico, aggiunge un anima artistica e un impatto elegante sulla scia di un alto artigianato. Il classicismo della collezione Traditionnelle, il minimalismo degli orologi Patrimony, il fascino della linea Égérie e lo spirito sporty-chic dei segnatempo Overseas illustrano come l’arte si ispiri alle forme geometriche, investendo, di volta in volta, il tema espressivo scelto dalla Maison.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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