La Maison ginevrina usò, per la prima volta, negli anni ’50, il nome Royal per sottolineare la qualità superiore dei suoi orologi, in rapporto al prezzo. Oggi, quell’appellativo identifica una collezione di modelli, in quattro misure, per uomo, unisex e donna, tutti automatici, dal tratto classico ma ricercato nei dettagli, con quel connotato strutturale sportivo nel DNA della Maison.
Era il 6 marzo del 1946 quando Hans Wilsdorf decise di dare assoluta ufficialità al progetto Tudor, iniziato nel 1926, fondando la “Montres Tudor SA”. Di lì a poco venne lanciato l’Oyster Prince, nel 1952, orologio sul quale Wilsdorf puntò per conferire una definitiva credibilità al neonato brand, “giocando” di sponda con l’immagine di Rolex. Queste le sue parole: “Ho deciso che il Tudor Prince merita di condividere con Rolex due vantaggi che non permetterei a nessun altro orologio di utilizzare: la celebre ed esclusiva cassa Oyster impermeabile e l’originale meccanismo automatico con rotore Perpetual. Tutti i Tudor Oyster Prince avranno queste due eccezionali caratteristiche, finora un’esclusiva di Rolex. Questo indica, a mio giudizio, il livello di fiducia che riponiamo nel nuovo orologio. Sono fiero di manifestare la mia personale approvazione”. Quello stesso anno, ben ventisei Tudor Oyster Prince parteciparono alla spedizione scientifica britannica in Groenlandia, organizzata dalla Royal Navy, dimostrando resistenza, affidabilità e precisione. Forse anche a seguito di questo episodio, in quegli anni Tudor utilizzò il nome Royal, associandolo ai propri modelli, per evidenziarne un tasso qualitativo superiore nel segmento di offerta strategicamente individuato.
Oggi, quello che era semplicemente un attributo qualificante dell’orologio diviene vera e propria collezione, puntando, evidentemente, sul movimento automatico, sull’interpretazione formale tradizionale associata all’immancabile “anima” sportiva, complice anche un bracciale integrato e su di un prezzo, che indichiamo nelle didascalie, decisamente accessibile, in un contesto privo di compromessi, come consuetudine della Casa. Tali caratteristiche sono distribuite su varianti in acciaio 316L o in acciaio 316L e oro giallo – dettagli di lunetta, corona e due file di maglie interne di raccordo -, in 4 misure e 9 possibili quadranti, per un totale di 52 modelli. Nello specifico, ci riferiamo a diametri di 28, 34, 38 e 41 mm, a configurare un target di pubblico, dal femminile puro, all’unisex, al maschile. La cassa tonneau, presenta una carrure massiccia, compatta, lucida e satinata, che rinuncia alla definizione delle anse, tagliando il metallo sulla superficie di aggancio del bracciale e svasandola in modo quasi impercettibile: una soluzione che contribuisce a distendere la carrure sul polso e, ricavando due incavi sulla suddetta superficie, ad integrare le due maglie intermedie di raccordo del bracciale: questo, dall’allure elegante, prevede tre file di maglie satinate collegate, al centro, come accennato, da due file di maglie lucide e allungate, a disegnare una sequenza sobria e snodata, che si armonizza egregiamente con il polso, sul quale si chiude grazie ad un fibbia déployante con fermaglio di sicurezza. L’impermeabilità è garantita fino a 10 atmosfere, dato consentito da fondello e corona di carica chiusi a vite. Una menzione particolare la merita la lunetta obliqua, dal chiaro impatto estetico, ben distinta dalla carrure in virtù di un calibrato spessore, che alterna superfici piene lucide a solchi dagli intagli fitti: immagine aggressiva, che esalta il mix con gli elementi più classici dell’insieme tecnico-estetico.
I quadranti della linea Royal presentano una finitura soleil irradiata dal centro nelle cromie del nero, dell’argento, dello champagne o del blu e non manca per le varianti femminili (28 o 34 mm), la versione in madreperla con diamanti incastonati in luogo degl’indici. Questi sono a numeri romani applicati, incorniciati da una scala dei minuti/secondi a chemin de fer, alternati ai diamanti o assolutamente protagonisti, rodiati o dorati a seconda della variante (per il “4” è stata scelta la versione a quattro barrette, ossia “IIII”), mentre le lancette a bastone – rodiate o dorate – fruiscono parzialmente di materiale fosforescente Swiss Super-LumiNova di grado A. Come anticipato, i meccanismi sono tutti automatici e dipendono dal diametro d’incasso: le loro caratteristiche comuni sono le 28.800 alternanze/ora, spirale in Nivarox, 25 rubini, 38 ore di riserva di carica, sistema di ricarica bi-direzionale, cambio data semi-istantaneo al 3, funzione stop-seconds all’estrazione della corona per una precisa regolazione dell’ora. Dunque per il Royal da 28 mm, è adottato il calibro 2671 da 17,5 mm di diametro e 4,8 mm di spessore, per le versioni da 34 e 38 mm, il calibro 2824 da 26 mm di diametro e 4,6 di altezza, e, infine, per la variante da 41 mm, il calibro 2834 da 33,3 mm di diametro e 5,5 mm di spessore. In merito a quest’ultimo esemplare, va sottolineato che è l‘unico a presentare l’apertura del giorno della settimana al 12, sempre a scatto semi-istantaneo. L’ultima notazione riguarda la garanzia, della durata di cinque anni (ormai in vigore dal 1º gennaio di quest’anno). Non richiede che l’orologio venga registrato, né che sia sottoposto a revisioni, ed è trasferibile. Inoltre, tutti gli orologi Tudor acquistati tra il 1º luglio 2018 e il 31 dicembre 2019 godranno di un’estensione di 18 mesi della garanzia, che si prolungherà, quindi, per un totale di tre anni e mezzo.
La linea Royal, in conclusione, rappresenta un ulteriore esempio di quanto Tudor persegua l’obiettivo della “migliore qualità possibile al miglior prezzo possibile”, sulla scia del claim “Born to Dare”: nati per osare.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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