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Tudor Pelagos FXD, modello da combattimento

Tudor Pelagos FXD, modello da combattimento

Tudor, con il Pelagos FXD torna a collaborare con la Marine Nationale francese. Un modello dotato di connotati squisitamente professionali, tali da renderlo esclusivo, per appassionati, ma con ricercati spunti contemporanei.

Sembra chiaro che, quest’anno, sia stato individuato da Tudor come il periodo chiave per far venire alla luce delle strategie funzionali ad un cambio di marcia sulla strada della completa riconoscibilità ed identificazione. Al contrario del passato, il percorso che sta compiendo la Maison, a velocità sostenuta, sta configurando un’immagine, uno stile, un’eccellenza qualitativa un portafoglio prodotti, ed un conseguente posizionamento tali da definire confini di brand e d’azione in evoluzione e sempre più lontani da una frettolosa valutazione di marchio legato a Rolex, semplicemente più accessibile e dall’elevato rapporto qualità/prezzo. Prova nei siano il Black Bay Chrono in tre versioni, il Black Bay Fifty-Eight 925 in argento, il Black Bay Fifty-Eight in oro a 18 carati, il Black Bay Fifty-Eight Bronze, seguito dal Black Bay Ceramic, in ceramica nera, con calibro automatico di manifattura, certificato Master Chronometer, lanciati nel 2021. Come a dire, che se in passato Tudor poteva essere configurato come un satellite del pianeta  Rolex, oggi è da ritenere a buon titolo, un pianeta a sé stante, orbitante unitamente, e non al seguito, al brand dalla corona a cinque punte. E, allora, forte di un successo crescente sul punto vendita, tanto da non riuscire, su specifiche referenze, a soddisfare la richiesta, Tudor continua a premere sull’acceleratore e, lo scorso 10 novembre, ci siamo trovati di fronte all’ennesimo highlight 2021, ossia il Pelagos FXD. Prima di entrare nel vivo dell’orologio, torniamo indietro negli anni, fino al 1956. All’epoca il Groupe d’Étude et de Recherches Sous-Marines (G.E.R.S.), un organismo scientifico della Marina francese con sede a Tolone, prese in consegna alcuni orologi Oyster Prince Submariner per valutarne le prestazioni in situazioni di utilizzo reali. Si trattava delle referenze 7922 e 7923, realizzate a partire dal 1954, da 37 mm, entrambe impermeabili fino a 100 metri, prive di spallette di protezione della corona e animate, rispettivamente, da un movimento a carica automatica e uno manuale. L’impermeabilità di questi orologi fu giudicata “perfetta” e le loro prestazioni “completamente accurate” dall’allora ufficiale comandante del G.E.R.S. Persuaso dal potenziale degli strumenti offerti dal Marchio ginevrino, inoltrò presto altri ordini, consentendo a Tudor di ottenere lo status di fornitore ufficiale della Marina francese nel 1961. 

Pelagos FXD in titanio satinato da 42 mm (12,75 mm di spessore, decisamente contenuto per questa tipologia di orologio); impermeabile fino a 20 atmosfere. La lunetta in titanio con disco in ceramica blu navy, ton sur ton con il quadrante, è bidirezionale e presenta una scala sessagesimale graduata in senso retrogrado, per favorire la misurazione subacquea dei tempi in modalità di “navigazione sottomarina”. Corona in titanio serrata a vite, fondello avvitato in acciaio. Quadrante con indici e lancette Snowflake ad alta luminescenza, ispirato dal Tudor, ref. 9401, del 1977. Movimento automatico di manifattura, calibro MT5602, certificato COSC, ma aderente a standard superiori di precisione. 

Sul fondello in acciaio, serrato a vite, del Pelagos FXD, è inciso il logo della Marine Nationale francese, composto da un’ancora sovrastata da un berretto da marinaio, oltre alla sigla “M.N.21”, che sta per “Marine Nationale 2021”.

Nei decenni successivi, dunque, la collaborazione proseguì e, tra i modelli realizzati in tale contesto, spicca senz’altro l’Oyster Prince Submariner “Marine Nationale”, ref. 9401, con l’iconico blu del quadrante e della lunetta e con spallette di protezione. Caratterizzati dall’incisione sul fondello delle iniziali “M.N.” seguite dall’anno di emissione (la ref. 9401, infatti, reca la scritta “M.N.77”, in quanto realizzato nel 1977), gli orologi prevedevano due configurazioni: indici delle ore geometrici (triangolo al 12, rettangolo al 3/6/9 e restanti carré) e lancette “Snowflake” e, più tardi, indici  orari triangolari. La ref. 9401 fu fornita alla Marina Francese fino a tutti gli anni ’80 e continuò a essere utilizzata fino ai primi anni 2000, in particolare nelle scuole di immersione della marina e dai nuotatori da combattimento. Il Pelagos FXD (contrazione dell’inglese “fixed”, in riferimento alle barrette fisse per l’attacco del cinturino) si ispira proprio a questa emblematica referenza, ed è un subacqueo “fortemente” professionale, elaborato con la cooperazione del Commando Hubert, l’unità dei nuotatori da combattimento della Marina militare francese. La cassa è da 42 mm, in titanio, impermeabile fino a 200 metri (interamente satinata per attenuare i riflessi di luce), con carrure monoblocco, che incorpora le anse e, evidentemente, le barrette funzionali ad accogliere il cinturino passante, a garanzia di robustezza e affidabilità. Su di essa, si innesta una lunetta girevole a 120 tacche, bidirezionale, con graduazione retrograda da 60 a 0, che, chiaramente, non risponde allo standard ISO 6425:2018 per gli orologi subacquei, che richiede una ghiera unidirezionale a scala crescente, ma alle esigenze proprie del metodo denominato di “navigazione sottomarina”, una delle specialità dei nuotatori da combattimento: a questo ci riferivamo, quando abbiamo definito il Pelagos FXD “fortemente” professionale. Nel dettaglio, la navigazione sottomarina consiste nel raggiungere un luogo preciso nuotando sott’acqua, senza mai emergere, pianificando “al centimetro” il percorso. 

Un sommozzatore del Commando Hubert, l’unità dei “nuotatori da combattimento” della Marina Militare francese, in azione con, al polso il Pelagos FXD.

I sommozzatori nuotano a coppie, collegati da una sagola di sicurezza, e percorrono una serie di tratti rettilinei guidati da una bussola magnetica. In ogni sezione del percorso nuotano a velocità costante per un lasso di tempo prestabilito e completano tutte le sezioni necessarie cronometrandosi a vicenda ad ogni cambio di tratta. In tal senso, la graduazione antioraria e la luminescenza della lunetta del Pelagos FXD semplificano l’impostazione e il monitoraggio dei conti alla rovescia. Infatti, basta allineare alla lancetta dei minuti l’indice della lunetta corrispondente al tempo stabilito per il tratto da percorrere: quando la lancetta dei minuti raggiunge la posizione corrispondente al triangolo, il team cambia direzione e il sommozzatore a cui tocca cronometrare avvia un nuovo conto alla rovescia. La bidirezionalità della lunetta, evidentemente, consente una velocità superiore nel riposizionare la ghiera. Ad un’attenta osservazione, poi, si vedrà che il disco della lunetta ha un diametro superiore a quello della cassa, per favorire una presa ottimale in qualunque condizione o con i guanti di neoprene (e, qui, si rafforza il concept di orologio professionale). Nello specifico, la ghiera girevole è in titanio, con disco graduato in ceramica sabbiata blu navy a riprendere la tonalità intensa e profonda del quadrante: gli indici orari e le lancette “Snowflake”, strutturati come nella suddetta ref. 9401, ne rendono più intensa la luminescenza – impiego di Super-LumiNova , grado X1 – in condizioni di scarsa visibilità. In quanto al fondello, poi, in acciaio  chiuso a vite, reca il logo della Marine Nationale francese, composto da un’ancora sovrastata da un berretto da marinaio, oltre all’incisione “M.N.21”, che sta, come accennato precedentemente, per “Marine Nationale 2021”. 

In quest’inquadratura si può osservare la lunetta in titanio, il cui bordo è contraddistinto da 120 tacche per una migliore presa e precisione nel posizionamento in fase di misurazione dei tempi (in tal senso, ha un diametro superiore a quello della cassa), e su cui è adattato un disco in ceramica sabbiata blu navy con graduazione retrograda, da 60 a 0.

Indossato al polso e non in funzione professionale, il Pelagos FXD, dimostra tutta la sua contemporaneità ed esclusività. La carrure è monoblocco, ad incorporare le anse e le barrette, funzionali ad accogliere il cinturino passante in polietilene blu navy, con filo centrale color argento, fibbia a “D” in titanio e sistema di chiusura a strappo.

Ad animare il Pelagos FXD, troviamo il calibro automatico di manifattura MT5602, da 31,8 mm di diametro e 6,5 mm di spessore, con rotore in tungsteno monoblocco bidirezionale, bilanciere a inerzia variabile oscillante a 28.800 alternanze/ora (con robusto ponte passante fissato in due punti), 25 rubini e 70 ore di riserva di carica. Anche in virtù della spirale antimagnetica in silicio, detto calibro è stato certificato Cronometro dal COSC, ma le sue prestazioni superano decisamente gli standard imposti da tale istituto indipendente, ossia una variazione media compresa tra -4 e +6 secondi nella marcia giornaliera del singolo movimento non “in cassa”: Tudor prevede,  per i propri movimenti, una variazione compresa tra -2 e +4 secondi, ma per l’orologio completamente assemblato. Riguardo, infine, al cinturino, volutamente “spartano”, esso è costituito da una fascia – 22 mm in altezza – di tessuto in polietilene blu navy con filo centrale color argento, fibbia a “D” in titanio e sistema di chiusura a strappo,  al fine di adattarsi a tutti i polsi ed offrire una vestibilità eccellente. È realizzato negli ottocenteschi telai jacquard dell’azienda francese Julien Faure, sinonimo di altissima specializzazione e qualità. Rende omaggio agli storici cinturini, utilizzati dalla Marina francese, ricavati dall’elastico dei paracadute e riconoscibili per il colore verde e il caratteristico filo centrale giallo o rosso. Tudor, per la prima volta in assoluto, ha previsto anche un cinturino addizionale in caucciù con motivo in rilievo, estremamente flessibile e confortevole al polso.


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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