François-Paul Journe ha lanciato il suo primo tourbillon “marcato”, accompagnato dal rémontoir d’égalité, nel 1999. Nel 2003 prese vita la seconda generazione di Tourbillon Souverain, con secondi morti, ed ora, dopo 15 anni, tale serie è stata sostituita dalla nuova versione con gabbia verticale, celebrativa del ventennale.
In “casa” François-Paul Journe, il lavoro ferve e trova soddisfacenti riscontri, a fronte di un impegno costante e intenso nella ricerca e sperimentazione di soluzioni meccaniche efficienti e personalissime, nell’alveo irrinunciabile della migliore tradizione dell’orologeria, sviluppatasi tra la fine del ‘700 e i primi decenni del XIX secolo. In tal senso, il focus del 2019 è senza dubbio l’orologio celebrativo del 20° anniversario del primo Tourbillon Souverain, presentato nel 1999 in 20 esemplari, allora abbinato al rémontoir d’égalité.
La seconda generazione del Tourbillon Souverain, vide la luce nel 2003, accompagnato dai secondi morti e con meccanismo interamente costruito in oro rosa. Journe, perfettamente conscio che, complice la volontà di celebrare il ventennale del suo primo tourbillon, si rendeva necessario, dopo più di 15 anni, aggiornare la complicazione, ha lavorato alacremente su di un concetto diverso di tourbillon, rivisto nel design. Nel Tourbillon Souverain Vertical, ha posizionato il tourbillon in senso verticale, accelerandone la rotazione di 360° a 30 secondi (non il classico minuto) per adeguare il device di Breguet alle posizioni quotidiane presentate da un orologio da polso rispetto al piano orizzontale di riferimento. Infatti, mentre nell’esemplare da tasca l’effetto negativo della gravità sui componenti dell’organo regolatore è correttamente eliminato distribuendo gli squilibri e le frizioni in modo che si compensino periodicamente durante il movimento circolare in una posizione perpendicolare rispetto al suolo, nel caso del segnatempo da polso, questo non può essere ritenuto del tutto efficace. Infatti, durante la giornata il bilanciere si posiziona ripetutamente in tutte le direzioni, in virtù dei movimento del polso e ciò può aiutare a compensarne i difetti, ma i problemi sorgono nel momento in cui viene collocato “piatto” su di una superficie una volta slacciato per la notte (generalmente, di media, per ben un terzo della giornata).
In una simile postura, infatti, con il piano di rotazione parallelo a quello su cui è adagiato il segnatempo, non si verificano frizioni sull’asse di rotazione in corrispondenza dei rubini di scorrimento, mentre se l’orologio è collocato su di un fianco ciò accade. Un elemento distorsivo che non sussiste nel caso della collocazione “verticale” della gabbia del tourbillon, relativamente alla quale, sia se poggiato sul fondello, che di fianco, vanno a generarsi frizioni allo stesso tempo, e questo stato continuo di “frizione” permette un sostanziale, positivo raggiungimento della costanza della velocità di rotazione del bilanciere finalizzata all’isocronismo. Afferma Journe: “Ho adottato un design verticale per il mio tourbillon, affinché potesse avere un’efficacia permanente sia in una posizione piatta, nel caso l’orologio sia dotato di chiusura ad ardiglione, sia sul fianco, quando la fibbia impiegata è déployante, essendo le possibilità di regolazione le medesime”.
Coerentemente con il passato non manca il rémontoir d’égalité, una “firma” di François-Paul: il meccanismo “a forza costante”, in sintesi, consente all’energia proveniente dal bariletto, di arrivare al bilanciere in modo sempre costante, a prescindere dal livello della riserva di carica. Nell’interpretazione tecnica del Maestro francese il Remontoir è costituito da una molla relativamente debole e di “breve durata”, posizionata tra il bariletto e lo scappamento, costantemente ricaricata dalla molla del bariletto; ad intermittenza è bloccata e rilasciata per trasmettere la sua piccola ma, ciò non ostante, costante energia fino al bilanciere. In particolare, tutte le ruote del treno del tempo sono montate sulla platina di base, mentre il ruotismo del Remontoir prevede un treno di trasmissione a parte, assemblato separatamente, con ponte mobile, il cui ruotismo di centro, connesso con il pignone dello scappamento, attraverso un braccio sulla cui estremità è montato un rubino, blocca il caratteristico cricchetto dentato del Remontoir, a sua volta rilasciato grazie alla molla del Remontoir stesso. Questa, infatti, tiene in moto la suddetta ruota di centro del Remontoir con un movimento che “sgancia” il rubino dai denti del cricchetto dentato, sul cui pignone s’ingaggia la ruota dei secondi, in modo tale da effettuare un movimento a scatti in senso antiorario (ciò determina il ritensionamento della molla del Remontoir e il conseguente blocco successivo del cricchetto dentato): tutto questo avviene in un solo secondo (di qui l’appellativo di Rémontoir d’Egalité d’une seconde).
Ѐ stato, dunque, naturale, adattare anche il dispositivo dei “secondi morti”, previsto, come accennato, nella versione di Tourbillon Souverain del 2003. Analizzando gli schemi tecnici provenienti dal passato e susseguenti al meccanismo inventato da Jean-Moyse Pouzait, nel 1776, Journe ha evitato di impiegare un treno del tempo addizionale tra lo scappamento e una ruota aggiuntiva dei secondi a 60 denti, “tenuta” da una molla, perché questo comportava una notevole perdita di precisione, optando per i cosiddetti “secondi morti naturali”: il sistema relativo è montato su uno dei ruotismi del rémontoir d’égalité, dipendendo dalla piccola molla connessa a quella del bariletto e terminando con la ruota dei piccoli secondi sbloccata, ogni secondo, dal cricchetto dentato. Un simile schema tecnico non incide in alcun modo sulla precisione.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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