Protagonista negli anni ’90, il Cronografo 950 di Sector viene rivisitato nel contesto “no limits”, guidato dal fuoriclasse statunitense Sean MacCormac. Il tutto, evidentemente, aggiornando il design di quel modello legato al mito di Patrick de Gayardon.
Patrick de Gayardon, paracadutista, base jumper, campione di caduta libera e di skysurf, padre della celebre tuta alare, era la vera e propria stella, negli anni ’90, del Sector No Limits Team. Inquel gruppo di impavidi interpreti dello spirito “senza limiti” di Sector, c’erano uomini straordinari come il freeclimber Manolo, l’apneista Francisco “Pipin” Ferreiras e il navigatore in solitaria Gérard D’Aboville. Poi, nel tempo, quell’anima estrema del brand appartenente al Morellato Group, perse parte della sua spinta propulsiva, fino a quando, un paio d’anni or sono, il Presidente del suddetto Gruppo, Massimo Carraro, ha voluto aggiornarne il DNA e riportarla in primo piano: “Stiamo dando impulso, e continueremo a farlo, a collaborazioni con personalità assolute negli sport estremi” – puntualizzava Carraro –, “sulla strada tracciata da de Gayardon. Il contesto della ricerca del limite ultimo è un universo proprio di Sector, gli è sempre appartenuto”.
Il messaggio di de Gayardon, tragicamente scomparso nel 1998, oggi, è stato pienamente raccolto da Sean MacCormac, statunitense, classe 1975, detentore di diversi record mondiali e, da tempo, riferimento assoluto proprio nelle discipline portate alla ribalta ed evolute dal leggendario Patrick, come lo Skysurfing, il B.A.S.E. Jumping e il Wingsuit Flying. Ci confida Sean: “Ripenso spesso alla prima volta in cui mi sono lanciato. Nell’attimo in cui sono uscito dall’aereo e ho sentito l’aria che mi investiva, sono rimasto senza parole. In silenzio, forse per la prima volta nella mia vita. E mi sono detto: ‘Non so bene come, ma questo è quello che farò …’”. D’altronde, MacCormac ha avuto la fortuna di allenarsi a lungo con de Gayardon, studiandone i segreti (“sia come atleta, che come modello, ti mostrava qual era il tuo potenziale”), per poi sviluppare le sue tecniche, le sue figure e dare una sua “impronta” alle specialità estreme suindicate. “No Limits significa che l’unico limite è la mia immaginazione” – sottolinea MacCormac. “Con ogni probabilità le frasi che mi sono sentito dire più spesso, sono: ‘Non è possibile’, ‘Ѐ da pazzi’, ‘Non farlo’. Costruire una carriera all’insegna dell’avventura, sfidando l’eco di tutti quei ‘Ѐ impossibile’, è stata una sorta di missione”. E non poteva essere che lui il protagonista della nuova campagna di Sector No Limits, avente per oggetto un modello iconico, ossia la rivisitazione di quel cronografo 950 che de Gayardon indossava negli anni ’90.
Per il campione della Louisiana, nei tagli “aerei” con lo sky surfboard, nel danzare, nel volteggiare e, in qualche modo, abbracciare il vuoto con il corpo, il tempo ha un ruolo cruciale, così come la tecnologia: “Uso tutti gli strumenti che ho a disposizione, dagli altimetri digitali a quelli acustici, alle attrezzature salvavita come i computer digitali che innescano il paracadute di riserva se perdo i sensi, agli strumenti di precisione. Uso il cronografo e questi dispositivi, sia per controllare la discesa che per avere un’idea dei tempi”. I nuovi crono 950, in acciaio e in acciaio IP Gun da 44 mm, al quarzo con bracciale, impermeabili fino a 10 atmosfere, riprendono la nota ghiera girevole con zigrinatura sulla tacche concave, le spallette di protezione della corona, mentre la grafica del quadrante, blu o nero, stampato azurée o ligné, è particolarmente fedele all’originale nella versione IP Gun, con numeri arabi luminescenti e disposizione verticale dei contatori (compreso quello delle 24 ore); le altre varianti, infatti, evidenziano un posizionamento su asse orizzontale, nel semicerchio inferiore di quadrante. Per quanto possa essere aggiornato, dunque, il Sector No Limits 950 non perderà mai il suo spirito “unbreakable”.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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