La Maison ginevrina, da sempre, in un contesto d’Alta Orologeria, non si pone limiti in termini di creatività e di sviluppo tecnologico su movimenti e materiali. A proposito di questi ultimi, ecco l’iconico Double Flying Tourbillon scheletrato, vestito di fibra di composito minerale, illuminato sui ponti superiori in virtù di un procedimento d’avanguardia, per un effetto d’eccezione.
Afferma Nicola Andreatta, CEO di Roger Dubuis: “Roger Dubuis vuol essere il benchmark per l’orologeria contemporanea ed espressiva. Si manifesta una dualità nel marchio, ossia, da un lato un modo forte, grintoso, potente di presentare il prodotto, e dall’altro, un grande rispetto per la grande tradizione orologiera ginevrina, interpretata in modo ancor più complicato, ossia scheletrato. La scheletratura è un’operazione delicatissima, che ci consente di lavorare su di una dimensione architetturale del movimento e, nel contempo, di alleggerire l’imponenza della casse. Contraddistingue la maggior parte dei nostri prodotti, è un canone di riconoscibilità del segnatempo Roger Dubuis, tanto che la nostra direttiva strategica futura prevede di eliminare progressivamente i quadranti pieni, adattando la scheletratura a tutti i nostri calibri. Vogliamo diventare il riferimento assoluto sul segnatempo squelette a livello mondiale”. Un simile obiettivo non sarebbe raggiungibile se le radici, in tal senso, non fossero state create fin dai primi anni di attività questa giovanissima manifattura, operativa dal 1995, con particolare riferimento al 2005, anno in cui Roger Dubuis presentò il Doppio Tourbillon Volante, ossia un meccanismo manuale con due organi regolatori inseriti in due gabbie rotanti di 360° in 60 secondi, declinato anche con indicazione retrograda dei minuti (ben trenta elementi completamente ridisegnati e adattati).
Ricordiamo che il tourbillon volante fu sviluppato dal Maestro sassone Alfred Helwig nel 1920 e, rispetto a quello tradizionale, differisce perché la gabbia è ancorata solamente al ponte inferiore, così da rendere visibile pienamente il dispositivo rotante lato quadrante. Il tecnicismo più delicato in una composizione meccanica con doppio tourbillon, è la creazione di un differenziale che “sintetizzi” e armonizzi la regolazione del calibro effettuata dai due tourbillon (incaricati, al doppio dell’efficienza, di compensare gli effetti negativi della gravità sull’isocronismo dei bilancieri) in una media operativa funzionale: un sistema, in sintesi, perché il lavoro dei due tourbillon sia trasferito efficacemente ad un’unica ruota dei secondi, interagente, mediante il treno del tempo – ruota mediana e ruota di centro -, con il bariletto. Ecco, questo schema, apparentemente semplice ma classificabile quale alta complicazione (tanto da essere insignita del riconosciuto Punzone di Ginevra, il che comporta un tempo aggiuntivo del 40% per le verifiche di qualità), è quello che governa il suddetto Excalibur Double Flying Tourbillon di Roger Dubuis, straordinariamente impattante nella versione “squelette”, a conferma di quanto sottolineato da Nicola Andreatta. Un orologio talmente iconico per la Maison, nota e celebrata per la sua tensione innovativa e la sua audacia creativa priva di compromessi, da renderlo protagonista dell’ennesimo squillo d’avanguardia e tecnologia, da prima mondiale. Perché Roger Dubuis, in particolare, nella ricerca per l’adattamento di materiali avveniristici e compositi all’orologeria, provenienti da altre industrie, è sempre stata in pole position, non prevedendo alcuna limitazione al possibile, anche in termini di design. Ecco, allora, il doppio tourbillon volante indossare un vestito assolutamente inedito, in grado d’illuminare l’ora come mai prima era accaduto.
Stiamo parlando dell’Excalibur Twofold, forte di ben tre prime mondiali, le cui cassa – da 45 mm di diametro e 15 mm di spessore -, lunetta, corona e fondello sono realizzati in fibra di composito minerale, un materiale dal colore bianco ottico realizzato al 99,95% in silice e sviluppato appositamente da Roger Dubuis: è più leggero del carbonio ed è resistente ai raggi UV. Una prodezza tecnica per la quale la Maison ha utilizzato un processo di fabbricazione, adottato per il vetroresina (formatura a caldo in stampi d’acciaio; il vetroresina viene stampato sotto pressa ad una temperatura di circa 150 °C e ad una pressione di 50-120kg/cm2) e implementato dai suoi ingegneri. Un simile procedimento, denominato Sheet Molding Compound (SMC), ha permesso alla manifattura di lavorare in modo versatile questa fibra di composito minerale, rendendola omogenea. E, poi, in virtù di una lavorazione brevettata, Roger Dubuis ha alleggerito ogni angolo dei ponti superiori in fibra di composito minerale, disegnati secondo il motivo Astral, rendendoli luminescenti di notte (grazie ad un procedimento – brevettato – di distribuzione della luminescenza sugli angoli con precisione assoluta), ma con una durata del 60% superiore a quella dei materiali luminescenti comunemente impiegati; il tutto è completato da indici orari lucidati e sagomati a vite, riempiti con SuperLumiNova e collocati sul rehaut.
Una simile impresa tecnico-estetica è stata estesa anche al cinturino (con fibbia in titanio), realizzato in un particolare caucciù, denominato FKM, anch’esso luminescente, fabbricato ricorrendo all’inedita tecnologia “LumiSuperBiwiNova™”, capace di far brillare al buio solo una parte di esso, così da configurare una sorta di firma luminosa. Il tutto, per ottenere una combinazione di leggerezza e resistenza, decisamente inedita nell’universo dell’Alta Orologeria. Come accennato, il calibro manuale RD01SQ da 16 ¾’’’ – 301 componenti, 28 rubini, bilancieri con viti di compensazione oscillanti a 21.600 alternanze/ora, 50 ore di riserva di carica – è certificato con il Poinçon de Genève, mentre l’Excalibur Twofold, a garanzia della sua rarità assoluta, è proposto in un’edizione limitata di soli 8 esemplari.
Roger Dubuis, per il 2020 ha preparato altre importanti e “complicate” novità (che ci auguriamo di illustrare presto), indirizzate ad un pubblico a cui – evidenzia Andreatta – “piace esplorare nuovi territori, distinguersi dagli altri e osare, indossare orologeria contemporanea unica nel suo genere. Vogliamo far vivere ai nostri clienti esperienze sorprendenti e indimenticabili”.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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