Raynald Aeschlimann, svizzero, laurea in Economia e Master in Business Administration presso l’Università di San Gallo è entrato in Swatch Group nel 1996, subito nella divisione di Omega, nell’ambito della quale ha scalato le posizioni fino a divenirne Presidente e CEO nel 2016.
Era il 1996 quando Raynald Aeschlimann è entrato nello Swatch Group, dimostrando rapidamente le sue elevati doti manageriali e la sua personalità, tanto da divenire, nel 2000, brand manager di Omega e Blancpain per il mercato spagnolo. L’anno successivo, nel 2001, ha assunto il ruolo di Vice Presidente e Direttore Internazionale Vendite per Omega. Nel 2013 è entrato, quale membro nell’Extended Group Management Board di Swatch Group e, in virtù di tale ruolo, è stato incaricato anche della responsabilità di Swatch group Francia e del coordinamento di Swatch Group India. Nel 2016 è divenuto Presidente e CEO di Omega, succedendo a Stephen Urquhart e coronando una carriera di successo nell’ambito della Maison di Bienne. Quale vero appassionato del marchio, ha sempre sostenuto che in Omega: “Il suo compito non è di vendere orologi, ma di fare in modo che l’acquisto di un orologio sia motivo di gioia”. E per ottenere questo obiettivo la sua impostazione e le sue strategie sono ben chiare: “Amo coerenza, consistenza e continuità, elementi che consentono ad un luxury brand di avere successo. Voglio concentrare l’impegno su determinati prodotti ogni anno, per farlo al massimo e non intendo lavorare su tanti prodotti contemporaneamente, senza riuscire a dare il massimo della qualità e della coerenza al tutto. Abbiamo dei valori che dobbiamo preservare, riguardanti ogni singola collezione e, per farlo al meglio, ci programmiamo attentamente nel medio-lungo termine, poiché sappiamo perfettamente ciò che accadrà, i momenti in cui portare alla ribalta un orologio piuttosto che un altro e, sappiamo che gli sviluppi tecnici e tecnologici, da noi costantemente messi a punto, devono essere impiegati per aggiornare ogni cinque, sei o sette anno determinate linee: non possiamo derogare a questa filosofia. Dunque, i lanci e i focus dipendono sia da una naturale esigenza di upgrade tecnico, sia dall’opportunità di visibilità che possono offrire anniversari o eventi cui determinati orologi sono storicamente legati. Cerchiamo di operare in equilibrio tra esigenze tecniche e di marketing.” In tale direzione, quest’anno il focus assoluto ha riguardato il 50° anniversario dell’allunaggio, avvenuto il 21 luglio 1969. Il tempo infinito che condusse l’Eagle a toccare il suolo lunare alle 02.56 UTC di quel giorno memorabile venne misurato da un orologio Omega Speedmaster che, da quel momento, entrò nell’aura del mito, ristrettissimo “club” del quale solo pochi segnatempo possono pregiarsi di appartenere.
È assolutamente cosciente di questo Aeschlimann: “Ritengo lo Speedmaster un orologio straordinariamente moderno, ossia uno dei più vecchi segnatempo ancora sul mercato che non appare assolutamente vintage. È questa la sua forza. Motivo per cui nel celebrare il 50° anniversario dell’allunaggio, abbiamo voluto rimanere fedeli all’originale, interpretandone in modo quasi impercettibile alcuni dettagli estetici e strutturali per incontrare ‘gli occhi’ di coloro che vivono o rivivono quel 21 luglio, cinquant’anni dopo. Un’operazione applicata anche al movimento, che ripropone lo schema tecnico del celeberrimo 861, ma portato ad un range qualitativo tale da ottenere la certificazione Master Chronometer. E, poi, la creatività ci ha portato realizzare la lunetta nell’esclusiva lega dell’oro Moonshine, in attesa di brevetto, o ad incidere al laser sul fondello annerito, l’impronta del primo passo dell’uomo sulla Luna”.
Infatti per festeggiare quest’epocale ricorrenza, Omega ha realizzato, oltre ad una versione interamente in oro Moonshine a 18 carati – una lega dalla tonalità più chiara rispetto al tradizionale oro giallo, più resistente allo scolorimento e più lucente nel tempo ( disponibile in 1.014 esemplari) – una variante, sempre da 42 mm, in acciaio, con lunetta in oro Moonshine e disco interno in ceramica nera lucida, con scala tachimetrica in Omega Ceragold™ (edizione limitata a 6.969 pezzi). Sul quadrante, in due tonalità di grigio, spicca l’indice ad ore “11”, a numero arabo in oro Moonshine, materiale impiegato anche per disegnare, sul contatore dei piccoli secondi, l’immagine di Buzz Aldrin mentre scende dalla scaletta sulla superficie lunare. Sul fondello serrato a vite, nella parte centrale, intorno all’orma di cui ha parlato il Presidente, ecco incisa la leggendaria citazione di Neil Armstrong: “That’s one small step for a man, one giant leap for mankind”. Come accennato, il movimento manuale adottato è il nuovo calibro Omega Co-Axial 3861, ultimo step di un’evoluzione partita con il 27 CHRO C12 del 1941, rinominato 321 nel 1949 (cuore pulsante degli Speedmaster certificati dalla NASA), sviluppato nel 861 (utilizzato tra il 1968 e il 1997), e divenuto 1861 per l’aggiunta della finitura rodiata. La Maison ne ha mantenuto i connotati primari, quali, ad esempio, le dimensioni, la forma di ponti e leve sul fronte posteriore, la frequenza di 21.600 alternanze/ora, lo smistamento cronografico a navette e l’innesto orizzontale, ma vi ha adattato i componenti più innovativi al fine di ottenere la certificazione Master Chronometer (tra l’altro, la straordinaria resistenza ai campi magnetici fino a 15.000 Gauss, precisione di 0/+5 secondi al giorno, resistenza agli urti pari ad una forza di 5.000 G). Gli interventi hanno riguardato, tra l’altro, il miglioramento della riserva di carica, la performance cronometrica, l’aumento dei rubini (da 18 a 26) a motivo, in particolare, dell’introduzione dello scappamento Co-Axial in luogo di quello ad ancora svizzera, la sostituzione della regolazione di frequenza su racchetta con quella inerziale su bilanciere.
Infine, lo Speedmaster Apollo 11 in acciaio “50th Anniversary Limited Edition” è proposto con bracciale lucido/satinato, intercambiabile con un cinturino in Velcro ricoperto di sughero nero con tratti dorati: omaggio alla cover protettiva dei propulsori dell’era Apollo. Aggiunge Aeschlimann: “Omega è un brand unico e distintivo, nel panorama orologiero, perché ‘distribuito’ su molti importantissimi ‘pilastri’, la cui ottimale gestione è una sfida continua, che mi affascina”.
Alle porte c’è la prossima avventura di James Bond e del suo inseparabile Seamaster (l’agente segreto più famoso del mondo lo “indossa” fin dal film “Goldeneye” del 1995), che nella prossima avventura, prevista in uscita in tutto il mondo il prossimo anno, è declinato in una speciale variante del Diver 300M in acciaio da 42 mm. Ma su questo argomento, torneremo nei prossimi tempi..
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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