Philip Watch, le cui radici affondano fino al 1858, fa parte del Gruppo Morellato (in compagnia, tra orologeria e gioielleria, di altri venti marchi), straordinariamente solido e, in virtù di strategie mirate a livello distributivo, leader a livello europeo, con 650 gioiellerie di proprietà e 7.000 punti vendita concessionari. La sua storia e la sua tradizione, tra Swiss Made ed anima creativa italiana, unitamente ad un elevato “value for money”, configurano questo brand come attore primario nella fascia media di mercato. Dopo un’introduzione finanziaria ed un excursus storico, concentreremo la nostra attenzione sul segmento sportivo e “urban” dell’offerta Philip Watch, con particolare riferimento agli ultimi modelli delle serie Caribe Diving e Caribe, perfetti per la stagione estiva, attualmente in essere.
Philip Watch prosegue nel suo cammino impregnato di tradizione svizzera, ma indicativo di gusto e tradizione italiana. Una storia iniziata nel 1858, quando François Philippe, esponente della folta comunità elvetica, che animava la vita economica e culturale a Napoli, centro di riferimento dell’allora Regno delle Due Sicilie, comincia a disegnare orologi, facendoli produrre nel Giura svizzero, sua patria di origine. Torneremo sui modelli storici da polso del brand più avanti, sottolineando in prima istanza come l’attuale crescita del marchio, a livello d’immagine e commerciale, comunque, vada ascritta, da 18 anni a questa parte, alla sua gestione dinamica, progettuale e ben organizzata, da parte del Gruppo Morellato (15 brand i proprietà e sei in licenza, presenza in oltre 60 Paesi nel mondo), che lo ha acquisito nel 2006. Integrato sotto il profilo distributivo, e a livello europeo, il Gruppo sta puntando deciso su gioielleria di livello, che, nel 2023, ha potuto contare su brand property, quali Bluespirit, D’Amante, CHRIST (marchio leader della gioielleria in Germania e Austria, con 160 anni di storia, oltre 200 gioiellerie a gestione diretta e la piattaforma e-commerce leader del settore in Europa), Cleor e Live Diamond (a costituire il 75% del fatturato complessivo), con un’offerta prodotto che va dall’oro ai diamanti e alle pietre preziose. L’unicità di Morellato Group è un modello di business pienamente integrato, dall’acquisto e lavorazione delle materie prime, direttamente fino al consumatore finale, con un network di 650 gioiellerie di proprietà nei principali mercati europei – Italia, Francia, Germania e Austria – e oltre 7.000 punti vendita wholesale. Il focus sul consumatore ha anche ispirato la crescita nell’e-commerce, con importanti investimenti nella digitalizzazione aziendale e nella creazione di piattaforme integrate con i negozi di proprietà. Una strategia omnichannel con una sempre maggiore sinergia tra mondo online e offline, per offrire al cliente esperienze di acquisto con i più alti livelli di servizio. Il peso dell’e-commerce è in continua crescita, con le 6 piattaforme proprietarie arrivate, nel 2023, a raggiungere il 17% del fatturato. La strategia del Gruppo, integrazione industriale e sviluppo multibrand, tra orologi e gioielli, ha generato, nell’anno finanziario (marzo 2023/febbraio 2024) un fatturato consolidato di 737 milioni di euro, con Ebitda al 21% e dipendenti stimati sulle 4.600 unità. Oltre alla gioielleria, ecco, evidentemente l’orologeria con in prima linea brand quali Sector, Philip Watch, al centro dell’attenzione in questo approfondimento, come evidenziato nell’incipit, Lucien Rochat, Maserati (licenza worldwide, anche per la gioielleria), Chronostar e Trussardi. Da sempre attento alla sostenibilità, intesa come visione a 360°, Morellato Group si sta impegnando attivamente a rispettare e promuovere tematiche ambientali, etiche e sociali. Il Gruppo promuove da tempo, il concetto di economia circolare e per tale motivo nel 2023 è aumentato ulteriormente l’utilizzo di argento e oro riciclato (+387% vs ’22), così come l’impiego di diamanti e pietre preziose lab-grown (+81,6% vs ‘22). In tale direzione, il Gruppo, dal 2022, pubblica il Bilancio di Sostenibilità in accordo ai principi internazionali degli Standard GRI (Global Standard for Sustainability Reporting). Dal 2023 il Gruppo Morellato è anche certificato Responsible Jewellery Council (RJC), la più importante organizzazione mondiale nella definizione e nel controllo dei criteri di sostenibilità per la gioielleria, ottemperando ai più rigorosi standard ambientali. Questo è il commento di Massimo Carraro, Presidente di Morellato Group, riguardo i suddetti risultati di bilancio 2023: “Il 2023 è stato un anno particolarmente sfidante per il Gruppo. È partito con un grande salto dimensionale per il nostro modello di integrazione industriale e sviluppo multibrand: Morellato Group ha dato vita alla prima piattaforma aggregante della gioielleria e orologeria in Europa. Ci fa piacere poter sottolineare l’importante crescita dei marchi di gioielleria preziosa e l’ulteriore valore aggiunto dei brand Morellato, CHRIST e Live Diamond, che utilizzano materie prime preziose riciclate. ‘Precious is sustainable’ è il nostro valore guida, tanto da essere anche il claim della prossima campagna pubblicitaria CHRIST. Il 2024 ci proietta verso risultati di crescita ambiziosi, grazie ad un team management stabile e fortemente internazionale, capace di garantire sviluppo continuo nel tempo, EBITDA superiori al 20%, solidità finanziaria e crescita occupazionale. Siamo orgogliosi che a porsi questi traguardi sia un’azienda italiana”. Come accennato nell’incipit, torniamo ora a Philip Watch raccontandone la storia e i prodotti che hanno scritto belle pagine della storia dell’orologeria, iniziando con una descrizione partecipata e appassionata del marchio da parte di Massimo Carraro.
Philip Watch e il suo approccio storico all’orologio sportivo da polso
“Da oltre 160 anni Philip Watch racconta una storia di prestigio, ispirata all’originaria idea di perfezione estetica consacrata ai valori dell’innovazione tecnologica. Nata nel 1858, Philip Watch è la più antica marca di orologi Swiss Made presente in Italia, capace di interpretare il perfetto connubio tra la precisione svizzera e la creatività italiana, dando vita a prodotti dove il design esclusivo si integra perfettamente con la tecnologia e l’innovazione. Fin dall’inizio il marchio si specializza nella realizzazione di orologi con un fantastico rapporto tra qualità e prezzo, mantenendo questo carattere lungo l’intero arco della sua lunga vita. Collezione dopo collezione, rimanendo fedele alla manifattura Swiss Made, Philip Watch ha costruito un patrimonio prezioso. Testimonianza della storia del brand è il prezioso archivio storico che Philip Watch possiede presso la propria sede di Milano, composto da disegni, immagini e cataloghi ma soprattutto dai prodotti che nel corso degli anni abbiamo raccolto. Dalla fine dell’Ottocento in avanti, la tradizione, i trucchi segreti, quella sapienza del lavoro accumulata in anni di storia, sono stati trasmessi di generazione in generazione dai mastri orologiai di Philip Watch. Il valore della tradizione è proprio la capacità di mantenere intatti negli anni il carattere e i valori di un marchio. Una tradizione che siamo orgogliosi di rinnovare tutti i giorni nei più importanti mercati del mondo, una storia bellissima che con questo lavoro vogliamo far conoscere perché lo merita”. Questo il pensiero introduttivo di Massimo Carraro, che abbiamo ritenuto opportuno proporre, al fine d’inquadrare correttamente il brand dal punto di vista di chi, oggi, lo rappresenta e gestisce. E, come, asserito poc’anzi dal Presidente, cominciamo proprio dall’archivio storico, che restringiamo, dato il focus del presente approfondimento sull’orologio sportivo e “urban” di Philip Watch, sui modelli da polso vintage della Casa, dalle caratteristiche spiccate di robustezza, resistenza, precisione e…stile.
Premettiamo, in tal senso, che, negli anni Venti del Novecento, grazie a Filippo Giardiello, esperto di orologi e proprietario del marchio, Philippe Watch, questo il nome originario del brand, viene trascritto e depositato nel Registro di Napoli. Operazione che il “concorrente” Patek Philippe non aveva fatto, rendendo problematica la diffusione della nota marca ginevrina nel nostro Paese dove, molto spesso, gli orologi Philippe Watch venivano associati a quelli della blasonata Maison diretta dalla famiglia Stern. Nel 1949, con signorilità tutta partenopea, il Cavalier Eduardo Giardiello firmò un accordo con Patek Philippe, in base al quale modificò il “suo” marchio in Philip Watch. Proprio in quel decennio, seguendo una tendenza di periodo, la Casa si concentrò sui cronografi a carica manuale, considerati, all’epoca dei veri e propri strumenti professionali. In particolare, un modello cronografico Philippe Watch degli anni ‘40 presenta un’ottima progettazione percepibile sia da dettagli estetici che tecnici. La cassa è in ottone cromato mentre il fondello bombato è in acciaio inossidabile, caratteristica indicata in modo esplicito proprio per sottolinearne il pregio, e chiuso a pressione. Le funzioni crono sono governate dal monopulsante a sezione rettangolare al 2. Dal punto di vista estetico l’orologio si riporta ai modelli precedenti: a cominciare dal logo, che presenta ancora la vecchia grafia “Philippe Watch”. Il quadrante è estremamente curato, ricco di informazioni (scala telemetrica periferica, scala tachimetrica centrale “a chiocciola”, minuti crono al 3 e piccoli secondi al 9) e ben leggibile: l’utilizzo della porcellana permetteva una resistenza migliore rispetto ai metalli contro le infiltrazioni di polvere ed umidità. Il sottile disco di porcellana, leggermente bombato e stampato a due colori con smalti a freddo, conserva tuttora l’originaria brillantezza cromatica. Le lancette Breguet sono azzurrate alla fiamma, una soluzione raffinata che consentiva un’ottima leggibilità sul bianco del quadrante. Rimanendo in tema di cronografia, passiamo alla linea Chaux-de-Fonds, per anni simbolo dell’eleganza di Philip Watch, a cavallo degli anni ‘40/’50, ma anche di precisione e sporty-touch. Dei poco più di 30 pezzi che fanno parte del Museo del brand, si segnala un cronografo a due pulsanti (sezione rettangolare), con cassa in acciaio, degli anni ’40: presenta un design moderno e contemporaneo, anche se il quadrante in metallo risulta molto ossidato, addirittura consumato, un problema tipico di quel periodo storico dovuto alla totale assenza di impermeabilità negli orologi di questo tipo, della prima metà del XX secolo. Nonostante ciò, gli indici applicati leggermente spostati verso l’interno, per lasciare spazio alla scala tachimetrica, denotano un’ottima manifattura e un attento studio della misurazione del tempo (il contatore dei minuti, su 45 unità, prevede 3 indici stampati, sistema che una volta era utilissimo per le chiamate interurbane il cui costo raddoppiava ogni tre minuti). Dal punto di vista meccanico, si tratta di un cronografo integrato, come si evince dalla posizione dei pulsanti, allineati alla corona: calibro Valjoux 22, manuale. Sempre della linea Chaux-de-Fonds, ecco un altro cronografo con cassa placcata in oro, risalente alla metà degli anni ‘50. Anche questo orologio presenta il movimento meccanico a carica manuale integrato con doppio pulsante, calibro Valjoux 22, montato su 21 rubini. L’approccio sporty è sostenuto dalla corona, ben dimensionata, e il quadrante riporta numeri arabi e indici in oro applicati – percorsi da sfere index – con doppia scala: tachimetrica e telemetrica (in blu). Un’ultima considerazione riguarda la cassa, realizzata non solo con un’ottima placcatura, ma con una buona riuscita della forma, compatta e arrotondata, priva di spigoli (perfino i pulsanti, presentano una delicata curvatura).
Uscendo fuori dal contesto cronografico, gli anni ’70 identificarono uno stile fantasioso, ma contraddistinto da casse massicce, tipo “screen” e ben presenti sul polso. Uno dei modelli Philip Watch da segnalare in tale ambito è, senza dubbio, il Cormoran. Il movimento meccanico è a carica automatica con funzione day-date, mentre le indicazioni del giorno della settimana e della data, dal punto di vista della concentricità, sono ben allineate ed estremamente ravvicinate. Proprio relativamente alla cassa in acciaio, da notare che tutti gli angoli sono smussati, per non dare fastidio al polso, senza alterare il “senso” del rettangolo e la lunetta è scavata ad introdurre il quadrante ovale, protetto da vetro in esalite. Ed eccoci giunti a due esemplari del Caribbean 5000, un modello leggendario che ancora oggi viene reinterpretato da Philip Watch con un design contemporaneo. Il subacqueo rimasto nel cuore di molti appassionati per l’originalità estetica, per la robustezza e per la tecnica, prevede una cassa monoblocco brevettata e dall’elevata impermeabilità. Sul fondello non troviamo dati precisi, ma la più generica scritta “super water resistant”. Dal punto di vista estetico il Caribbean 5000 appare oggi molto datato anche perché il suo obiettivo non è mai stato quello di attirare l’attenzione per la bellezza, ma per l’efficacia delle qualità strutturali. Non ostante ciò non mancavano dettagli qualificanti, a cominciare dal bracciale con le maglie in acciaio pieno, proseguendo con una chiusura pieghevole composta da ben sei elementi. Inoltre, in una cassa di questo tipo era praticamente impossibile proteggere la corona con due spallette, ma Philip Watch aveva trovato una soluzione efficace: una fresatura nel consistente spessore dell’acciaio poneva la corona (serrata a vite) in posizione incassata nella carrure e quindi ben protetta. Da notare anche il vetro minerale temperato, dal notevole spessore, piatto sulla parte esterna e bombato in quella interna, per evitare l’effetto specchio sott’acqua. Anche la lunetta girevole – con scala sessagesimale incisa – ha una lavorazione complessa: di forma bombata, in modo da creare una sorta di ideale prosecuzione con la curvatura della carrure, presenta quattro piccole sporgenze arrotondate che permettono una presa migliore e una maggiore maneggevolezza, anche con i guanti della muta. La versione con il quadrante nero e quella con il quadrante arancione appartengono a due serie differenti, probabilmente realizzate in tempi diversi.
Ed entriamo, ora, negli anni ’80, durante i quali l’imprinting Rolex andava molto di moda e i modelli “tipo Rolex” erano assai diffusi. Una soluzione estetica a cui non sfuggì Philip Watch, testimoniata da due modelli Caribbean (Caribbean Sub 2000 e Caribbean per signora). L’azienda, infatti, cominciò a realizzarli su richiesta dei negozianti, portavoce, a loro volta, delle esigenze dei clienti, soddisfatti dalla qualità offerta dai Philip Watch. La Casa riusciva, infatti, ad assicurare soluzioni decisamente d’avanguardia ad ottimi prezzi, esemplificate dall’utilizzo del vetro zaffiro in tempi notevolmente precedenti all’uso diffuso, oppure dallo sviluppo di interessanti variazioni sul tema, come le alternative nel colore dei quadranti. Senza dimenticare il bracciale, dotato di chiusura pieghevole con leva di sicurezza, e di prolunga per poter essere indossato sopra la muta, composto da sei elementi. Ecco, poi, la lunetta girevole unidirezionale in alluminio anodizzato, rosso e blu. La variante femminile di questo Caribbean si presenta con cassa e bracciale placcati d’oro. Una curiosità: la fibbia pieghevole si può gestire (ieri come oggi) applicando una lieve pressione con il pollice sul segmento centrale. Indice anche questo di competenze strutturali specifiche decisamente rilevanti. Negli anni Novanta, si diffuse la moda degli orologi imponenti, destinati ad usi professionali. Non tutti, però, erano in grado di produrre segnatempo simili: per questo esemplari come il Teknodiver di Philip Watch erano abbastanza rari e molto innovativi; un orologio tecnicamente ben costruito, che identificava l’eccellente livello raggiunto dal brand. Si tratta di un cronografo automatico, animato dal “classico” e affidabilissimo (tuttora) ETA-Valjoux 7750. Lo spessore della cassa è notevole, anche a causa della disposizione delle lancette: quattro livelli di sfere sovrapposte, montate in parallelo. I pulsanti cronografici hanno un dispositivo di serraggio a vite per impedirne l’azionamento sott’acqua. Buona la scelta della finitura superficiale, definita “micropallinatura”, che conferisce un’opacità costante e annulla i riflessi. Il bracciale è dotato di maglie con curvature molto accentuate, ma cave: danno volume senza eccesso di materiale e carico di peso. Grazie alla lunetta girevole unidirezionale, utile per calcolare la durata delle bombole e i tempi di decompressione, il Teknodiver si confermò come un subacqueo professionale, in grado di resistere fino a 100 atmosfere. Un dettaglio di stile è sicuramente la forma delle anse sagomate, create dal designer come gioco estetico che coinvolgeva la maglia iniziale del bracciale, la cassa e la lunetta girevole, creando un motivo piacevole, in grado di alleggerire un orologio altrimenti troppo massiccio. Altri modelli diver inquadrabili nel periodo, appartengono alle linee Sealion (crono) e Seahorse (solotempo), nei quali si notano elementi stilistici comuni: la lunetta finemente godronata, la forma della cassa con le anse raccordate da un elemento piatto in cui si inserisce il cinturino o la prima maglia del bracciale, gli elementi di protezione per la corona e l’attento studio dei volumi. Interessante anche la scelta dei movimenti, come il Lemania automatico, calibro 283 sul Sealion crono. Vanno considerati, infine, altri dettagli di rilievo, come il rehaut inclinato, lo spessore e la qualità della chiusura pieghevole a scomparsa nel Seahorse, nonché il costoso cinturino con imbottiture del Sealion.
Philip Watch, Sport e Urban Concept
All’alba del terzo millennio, lo studio degli archivi storici e la capacità del brand di guardare al passato per innovare e andare verso il futuro, ha dato vita alle attuali collezioni di segnatempo. Nulla è cambiato rispetto alla filosofia storica di Philip Watch: design italiano e tecnologia svizzera. Nell’ambito di un’offerta declinata su tre direttrici, Classic, Sport e Urban, il segmento sportivo di Philip Watch, oggetto di questo approfondimento, trova nel mare la sua cornice privilegiata, da sempre, con i suoi orizzonti blu, fonte d’ispirazione del brand e ambiente ideale per la ricerca e la sperimentazione di funzioni e sistemi innovativi. Una collezione rappresentativa in un simile contesto è, senz’altro, la Amalfi, emblema del segnatempo sporty-elegant del marchio, tra movimenti Swiss Made e dettagli di stile: bracciali e casse sono in acciaio con finitura lucida e opaca; quadranti multilevel, protetti dal vetro zaffiro antiriflesso, sono arricchiti da indici applicati e luminescenti per consentire la visibilità in tutte le condizioni; la corona è personalizzata con il monogramma del brand. In quanto, poi, agli orologi squisitamente subacquei, la storia di Philip Watch narra, che i primi “diver” siano stati progettati dal brand negli anni ’70 per i pescatori di coralli dell’area di Torre del Greco. È guardando a questo patrimonio del passato, che è stata pensata la collezione Caribe Diving, espressione della pura anima sportiva del brand. Relativamente, infine, alla proposta Urban, centrata sull’eleganza contemporanea, Philip Watch realizza, sin dagli anni ‘50, la collezione Caribe. Classici elementi come il bracciale Jubilée, la lunetta zigrinata e il vetro zaffiro con la lente vivono nelle nuove collezioni proposte con diverse dimensioni e differenti finiture. I modelli maschili sono declinati in 3 dimensioni di cassa (39, 41, 42 mm) e azionati da movimenti automatici, cronografici, solotempo o day date per adattarsi a qualsiasi situazione della “vita metropolitana”. Le varianti femminili, come vedremo, arrivano a ridurre il diametro fino a 31 mm e, nei quadranti, non mancano madreperla e finiture con diamanti. In termini generali, poi, si aggiungono modelli con cinturino in pelle e particolari in oro.
2024 – Modelli Caribe Diving e Caribe
Ed eccoci, finalmente all’attualità che, per l’estate punta su Caribe Diving e Caribe. La prima collezione prevede ben tre novità, sintesi di un approccio sportivo “alleggerito” con dettagli ricercati e presentate in esclusive special box. Si tratta di un tre sfere, di un Day-Date e di un Chrono, tutte caratterizzati da movimento automatico Swiss Made, da una cassa da 42 mm, da vetro zaffiro antiriflesso, da lunetta girevole unidirezionale con inserti in ceramica (ad eccezione del cronografo con incisa la scala tachimetrica), da corona/fondello chiusi a vite a garanzia di un’impermeabilità fino a 20 o 30 atmosfere, e da indici e sfere definiti da sostanze luminescenti. Immancabile, per questa tipologia di esemplari, il sistema di intercambiabilità del bracciale, nei modelli con cinturino addizionale. Entriamo nel dettaglio con il Caribe Diving in titanio satinato, edizione limitata a 300 pezzi, con spallette di protezione della corona e anello graduato in ceramica della lunetta, di colore nero, ton sur ton con il quadrante. Il calibro automatico è il Sellita SW220 (38 ore di riserva di carica), che consente di visualizzare, oltre a ore, minuti e secondi centrali, il day-date al 3; indici circolari e lancette sono luminescenti, mentre il bracciale è in titanio satinato con estensione “diving”. Infine, data la tenuta stagna fino a 300 metri, è presente la valvola per la fuoriuscita dell’elio. Ecco, poi, il cronografo in acciaio, impermeabile fino a 200 metri, dotato di calibro automatico Sellita SW500 (62 ore di riserva di carica), a visualizzare, sul quadrante nero, day-date al 3, ore crono al 6, piccoli secondi al 9 e minuti crono al 12. L’inserto in ceramica sulla lunetta, è in verde e, come accennato, accoglie la scala tachimetrica, mentre il bracciale è intercambiabile con un cinturino in silicone nero dai bordi verdi. Il modello, va sottolineato, è offerto in un cofanetto esclusivo, insieme al suindicato cinturino in silicone. E chiudiamo con il Caribe Diving Automatico, in acciaio, che si distingue per la nuova la lunetta bicolor in ceramica – girevole unidirezionale e graduata con la scala sessagesimale -, distribuita tra l’inevitabile ed intenso blu ed un nero classico. Abbinamento che si ritrova anche sul cinturino addizionale in silicone, utile per le situazioni più sportive e, come per il cronografo, facilmente sostituibile al bracciale. Completano l’insieme, impermeabile fino a 20 atmosfere, quadrante nero con indici applicati e lancette luminescenti, data al 3 con lente d’ingrandimento, mentre il calibro automatico SW200-1 garantisce oltre 40 ore di autonomia.
Riguardo alla collezione Caribe, Philip Watch per la bella e calda stagione estiva ha voluto privilegiare, come anticipato, l’altra metà del cielo, proponendo un ampliamento di gamma con modelli in acciaio, PVD oro e bicolor, da 31 mm. Anche in questo caso, caratteristiche comuni, già in parte evidenziate, sono la lunetta zigrinata, corona e fondello chiusi a vite, bracciale Jubilée, vetro zaffiro antiriflesso, impermeabilità fino a 10 atmosfere e datario al 3 con lente d’ingrandimento. I quadranti offrono soluzioni raffinate, con dettagli preziosi quali i diamanti sul 6 romano, su fondo bianco o madreperla, oppure nuances di tendenza come l’azzurro chiaro ed il verde brillante.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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