Con la ref. 5172G, Patek Philippe vuole ricordare che, da 80 anni, il suo crono a carica manuale è un must puro dell’Alta Orologeria.
La domanda da un milione di dollari per un appassionato d’alta orologeria, parlando di cronografi da polso haut-de-gamme, è quale tra essi non può assolutamente mancare in una collezione che si rispetti. Ebbene, è da prendere atto che una grandissima maggioranza, senza pensarci più di tanto, risponde: “Patek Philippe”. Poi, la referenza specifica rientra in un gusto personale e, da quest’anno, tra le alternative di scelta è arrivata la ref. 5172G, in oro bianco, a sostituire la ref. 5170 (introdotta nel 2010, realizzata in oro giallo, bianco, rosa e, in ultimo, in platino). La nuova variante continua a prevedere il movimento manuale di manifattura, calibro CH 29-535 PS, che ha esordito, proprio nella ref. 5170, anche se in una cassa da 39 mm diametro, rispetto ai 41 mm e 11,45 mm di altezza del 5172G: 29,6 mm di diametro, 5,53 di spessore, 33 rubini, 65 ore di riserva di carica a crono disinnestato, bilanciere Gyromax oscillante a 28.800 alternanze/ora, smistamento crono via ruota a colonne e innesto orizzontale, Sigillo di Patek Philippe.
Un’altra, poi, delle innumerevoli peculiarità di questo movimento, oltre a profili brevettati dei denti dei ruotismi ad aumentare il rendimento nella trasmissione di energia e a ridurre l’usura, sta nel fatto che la regolazione della penetrazione tra le ruote d’innesto viene effettuata, con grande precisione, mediante un grande “cappello eccentrico” posizionato sopra la ruota a colonne all’estremità della bascula d’innesto. Va sottolineato che, dopo la ref. 1463 (prodotta dal 1940 al 1965, calibro 13-130), la Maison ginevrina non realizzò, fino al 1998, un cronografo a carica manuale, tornata ad animare la complicazione cronografica con la ref. 5070 (uscita di produzione nel 2009), il cui calibro CH 27-70, derivava da una celeberrima base Lemania: la ref. 5070, tra l’altro, è stata una delle più introvabili, poiché Patek Philippe decise scientificamente di produrne soli 250 esemplari l’anno.
In termini strutturali, la cassa della ref. 5172G è stata rivisitata, riproponendo i pulsanti rotondi a pompa (nel 5070 e nel 5170 erano a sezione rettangolare) con la placca incisa guilloché sulla superficie di pressione, come già visto sulla suddetta ref. 1463 e sulla ref. 5960G del 2017, cronografo flyback con calendario annuale.
Troviamo, poi, le anse a triplo godron, assolutamente caratteristiche, riprese dal Calendario Perpetuo automatico in oro bianco, ref. 5320G del 2017. Sotto il profilo estetico, nella ref. 5172G spicca un intenso quadrante blu, protetto da vetro zaffiro tipo “box” (un sofisticato tocco vintage), ad affissione crono bicompax, con scala tachimetrica periferica e singolari sfere luminescenti a “siringa”: una grafica d’impatto più sporty, ispirata dalla ref. 1463 e, specificamente negl’indici a numeri arabi applicati (luminescenti nel 5172G), a riproporre la soluzione adottata nella ref. 5070, a sua volta ripresa da un crono sdoppiante da aviatore da 46,2 mm, pezzo unico (ref. 2512 dei primi anni ‘50; infatti, il 5070 raggiunse i 42 mm di diametro, assolutamente inusuali per Patek).
Da segnalare, infine, il cinturino blu, in pelle di vitello, con fibbia déployante personalizzata con la Croce di Calatrava. Il costo della ref. 5172G è di 67.990 euro. Ogni volta che Patek Philippe aggiunge una referenza cronografica, dunque, per coloro che possono permettersela, una scelta è sempre più complicata.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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