Ѐ stato necessario un investimento di 600 milioni di franchi svizzeri, per l’ideazione e completamento del nuovo edificio produttivo di Patek Philippe a Plan-les-Ouates. Un progetto finalizzato a raggruppare in un unico sito i laboratori ginevrini dell’azienda e a soddisfare la crescente complessità della produzione. L’evento è stato celebrato con il lancio di un orologio commemorativo, un Calatrava Ref. 6007 in acciaio, dal design esclusivo, in serie limitata a 1.000 esemplari.
Sono cominciati nel 2015 i lavori del nuovo sito manifatturiero di Patek Philippe, a Plan-les-Ouates, nella periferia ginevrina, un’operazione che ha contemplato anche allestimenti e attrezzature tecniche all’avanguardia. La riconversione organizzativa della Casa guidata da Thierry Stern, è cominciata nel 1997, quando fu inaugurata, presso la stessa location, una manifattura nuova di zecca e di dimensioni inconsuete. L’obiettivo era di raccogliere sotto lo stesso tetto le diverse attività precedentemente dislocate in una decina di siti in diverse zone della città, nonché di dotarsi di uno strumento produttivo in grado di garantire all’azienda l’indipendenza a lungo termine. A distanza di poco più di cinque anni, però, i vertici della Casa si sono resi conto che quella struttura non sarebbe stata sufficiente a supportare l’espansione prevista della manifattura. E, allora, nel 2003 la divisione “casse, bracciali e incastonatura” è stata trasferita nel vicino comune di Perly, nel 2009 l’azienda ha ampliato il lotto di Plan-les-Ouates e trasformato un edificio commerciale esistente per insediarvi l’insieme dei laboratori di fabbricazione dei componenti destinati ai movimenti. Giunti al 2015, Thierry Stern ha ritenuto che non si potesse più aspettare ed ha avviato il progetto per il nuovo edificio, allo scopo, questa volta definitivo e in proiezione di medio-lungo termine di far rientrare a Plan-les-Ouates le unità di Perly e rispondere al crescente bisogno di spazi in particolare per i settori produzione e formazione. L’ampliamento della superficie non comporterà l’aumento dei pezzi prodotti in un anno, stabilizzato sui 62.000 esemplari, considerati anche i severissimi criteri di qualità stabiliti dal Sigillo Patek Philippe. Peraltro, negli ultimi venticinque anni, è aumentata, sul totale, la percentuale di orologi complicati prodotti (dato il successo del Calendario Annuale, del Settimanale, del Travel Time o dell’Ora Universale) e, conseguentemente, il numero medio di componenti per orologio è sempre maggiore. In termini generali, oggi, la collezione corrente di Patek Philippe, si distribuisce tra solotempo, piccole complicazioni, grandi complicazioni, modelli sportivi ed eleganti, orologi da donna, esemplari gioiello, e sono oltre 160 le referenze realizzate in piccole serie da una decina a qualche centinaio di pezzi. Inevitabile la riorganizzazione e l’ampliamento degli spazi funzionali.
Il nuovo stabilimento, sorto dove prima si trovava uno dei parcheggi dell’azienda, misura 189 metri di lunghezza, 67 metri di larghezza e un’altezza fuori terra di 34 metri, e sviluppa su dieci piani, di cui quattro interrati. Si distingue, ovviamente, per le ampie superfici a vetrata, accompagnate esternamente da passerelle leggermente curvate in cemento lucido bianco, e per le scale di sicurezza color bronzo che ricordano l’architettura newyorchese. Gli spazi interni sono suddivisi in cinque “blocchi” verticali: il piano terra e il primo piano sono dedicati alla fabbricazione e alle finiture manuali dei componenti del movimento; il secondo piano è destinato alla lavorazione, alla lucidatura manuale e al montaggio di casse e bracciali, e all’incastonatura; il terzo piano ospita diverse divisioni legate sia alla produzione sia alla ricerca e sviluppo nell’ambito dei nuovi materiali e delle nuove tecnologie (Patek Philippe Advanced Research), un laboratorio di alta orologeria e una nuova unità di prototipia; il quarto piano è dedicato ai Mestieri d’Arte (incisione a mano, smaltatura, guillochage, intarsio in legno, ecc.) e alla formazione degli orologiai e della rete di vendita, oltre a prevedere un auditorium da 299 posti; il quinto piano è occupato da un ristorante con 880 posti a sedere, e da quattro saloni VIP. Al primo piano interrato, sono collocati gli spogliatoi, mentre gli altri quattro livelli interrati ospitano i locali tecnici e un parcheggio con 635 posti auto. Va sottolineato come questo nuovo edificio Patek Philippe sia stato progettato per rispettare gli standard di Haute Performance Énergétique (HPE), promulgati dalla Legge cantonale ginevrina sull’energia, sia a livello dell’involucro edilizio sia relativamente agli impianti tecnici (ad esempio, la valorizzazione dell’energia termica di scarico, utilizzata per il riscaldamento) ed è stato depositato un dossier per ottenere la certificazione Minergie-P, lo standard più alto riguardo l’efficienza energetica di un edificio. Nel luglio 2019 sono state trasferite all’interno dei nuovi spazi, le unità produttive dei componenti del movimento, liberando il fabbricato commerciale realizzato nel 2009, che sarà demolito, mentre lo scorso febbraio, finalmente, i laboratori di fabbricazione di casse e bracciali e quelli destinati all’incastonatura hanno lasciato Perly per trasferirsi nella nuova sede. In conclusione, a poco meno di venticinque anni dall’inaugurazione del complesso di Plan-les-Ouates, le attività ginevrine di Patek Philippe (non mancano, inoltre, i laboratori preposti alla fabbricazione e allo stoccaggio dei pezzi di ricambio destinati ai centri assistenza, e al restauro dei modelli antichi) sono nuovamente riunite all’interno di uno stesso sito, con margini spaziali supplementari che possono accompagnare la crescita dell’azienda per due o tre decenni.
Un simile avvenimento non poteva non essere celebrato con un modello commemorativo in serie limitata, una consuetudine per Patek Philippe. Ricordiamo, in tal senso, il celebre Pagoda, ref. 5500, e la Ripetizione Minuti, ref. 5029, lanciati in occasione dell’inaugurazione ufficiale della manifattura di Plan-les-Ouates nel 1997. Per festeggiare l’apertura del “PP6”, questo il nome in codice del nuovo edificio, la scelta della Maison ha riguardato una delle sue collezioni iconiche, la Calatrava, sorprendentemente in acciaio, per la gioia dei collezionisti. L’ispirazione affonda le radici fino al 1991, anno in cui fu presentata la ref. 5000, automatica con piccoli secondi al 4 (calibro 240 PS T), scala della minuteria e dei piccoli secondi a chemin de fer connotata da triangoli pieni ogni cinque unità, numeri arabi dalla font essenziale. Ad essa si è richiamata la ref. 6000 del 2005, arricchita dal datario analogico periferico indicato da lancetta centrale con estremità rossa (automatica, calibro 240 PS C). E, infatti, appartiene alla “famiglia” 6000, il nuovo Calatrava, ref. 6007A-001, come detto in acciaio da 40 mm (10,34 mm di spessore), con ampia lunetta bombata. L’uso dell’acciaio, come abbiamo sottolineato, materiale che Patek Philippe utilizza raramente (in particolare, nella linea sporty-elegant Nautilus) qualifica questo esemplare, investendolo di un ulteriore significato. Ritroviamo gli elementi sopra evidenziati della serie 5000/6000, quali la scala della minuteria centrale a chemin de fer con indici a triangolo ogni cinque unità – in corrispondenza delle ore -, e le cifre arabe applicate (e luminescenti, non serigrafate come nelle succitate referenze), mentre le lancette ora/minuti a bastone traforate in oro bianco ricordano il Calatrava, ref. 6006 (evoluzione del ref. 6000, con data analogica, in collezione dal 2017) ma, in questo caso, sono dipinte in bianco con rivestimento luminescente. La presenza del datario a finestrella al 3, poi, al contrario delle referenze “ispiratrici”, equipaggiate con la base tempo 240 (automatica con minirotore in oro a 22 carati), tradisce la presenza del collaudatissimo calibro automatico 324 S C (impreziosito dal Sigillo Patek Philippe), con secondi centrali, conferendo al quadrante una geometria più vivace e ritmata, arricchita anche da un’ulteriore scala periferica dei minuti/secondi.
Lo stile estremamente grafico dell’insieme, poi, viene esplicitato dalla delicata sfumatura grigio-azzurra, definita dalla satinatura circolare, a rimarcare l’effetto di contrasto con le indicazioni di colore bianco. Un contesto in cui la protagonista è senz’altro l’area centrale, lavorata con motivo “carbonio” bitono: rimando ad una componente hi-tech e a tutto vantaggio dei giochi di luce. Altra particolarità di rilievo riguarda il cinturino, in pelle di vitello ton sur ton con il quadrante, con impunture bianche e fibbia ad ardiglione in acciaio, finemente goffrato per creare un effetto “tessuto”. Realizzato in edizione limitata a 1.000 esemplari, questo pezzo celebrativo Calatrava, ref. 6007A-001, presenta un fondello decagonale integrato con un cristallo di zaffiro, sul quale è stato decalcato il simbolo della croce di Calatrava accompagnato dalla dicitura “New Manufacture 2019”, ossia la data in cui sono state trasferite e raggruppate le prime unità all’interno del nuovo edificio. L’orologio, negli scorsi giorni, è stato presentato, per collezionisti, clienti e stampa, presso la boutique di Roma di Patek Philippe gestita da Hausmann & Co., in via dei Condotti 28: 130 mq, in cui le calde atmosfere generate dai marmi delle pavimentazioni, radica d’acero occhiolinato, palissandro delle Indie per le boiserie, e da carte da parati sfaccettate tessute su filo di rame, contribuiscono, ogni giorno, ad alimentare la leggenda di questo straordinario marchio. Il flagship store, in sintesi, si distribuisce su due piani: quello terreno è funzionale a creare l’atmosfera della Maison, dal quale la clientela, attraverso un ascensore in vetro profilato in ottone, accede al piano superiore, in cui si aprono luminosi spazi di vendita, ad offrire un’esclusiva vista dall’alto di Via dei Condotti. I toni del bronzo e del marrone Patek Philippe, in un’alternanza di materiali, come sopra evidenziato, conferiscono dinamicità all’insieme, che culmina nel maestoso lampadario, composto da venticinque lanterne, e creato ad hoc per la Casa. Una TimeLine affissa nel corridoio di accesso alle diverse sale di vendita, realizzata per l’occasione, ripercorre la storia che lega da anni Patek Philippe ad Hausmann & Co.: una liaison cominciata nel 1897 e, oggi, sempre più salda, nel nome del prestigio assoluto e indiscutibile che accompagna i due nomi.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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