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Patek Philippe Cubitus, la nuova collezione della ...

Patek Philippe Cubitus, la nuova collezione della Maison ginevrina

Sono 27 gli anni passati dall’ultima collezione lanciata da Patek Philippe, non considerando il femminile Twenty~4, presentato nel 1999. Era il 1997 e sul mercato arrivò la linea Aquanaut. Oggi, il Presidente Thierry Stern, partendo dal vuoto lasciato dalla ref. 5711/1A del Nautilus, ha voluto proporre un’elaborazione della forma carré, unitamente ad un nuovo calibro dotato di sei brevetti. La linea Cubitus, oltre al complicato con Gran Data, prevede anche due automatici, riproponendo tratti estetico-strutturali assolutamente identificativi di uno stile inconfondibile, costruito a partire dai primi anni ’70.

Era stata la Twenty~4 del 1999, l’ultima collezione lanciata da Patek Philippe, assolutamente destinata al pubblico femminile (seguita dalla versione automatica, nel 2018), ma, non volendo considerare un prodotto assolutamente specifico, si rende necessario tornare indietro di altri due anni, al 1997, per trovare l’Aquanaut, una linea strutturata a 360°. Logico, conseguentemente, che una new entry nel catalogo corrente della Maison ginverina, abbia indotto l’universo orologiero, al cospetto, di uno dei suoi rappresentanti più illustri, a fermarsi per osservare e far tesoro di questa ulteriore, importante pagina di storia del segnatempo da polso. Una tipologia di orologio, sulla quale Patek Philippe si è distinta, in particolare, a partire dal Calatrava del 1932, a rappresentare la pura classicità del modello rotondo, per design e soluzioni che incontrassero diverse esigenze di posizionamento di mercato e di target di pubblico. Il tutto abbinando al tratto estetico, un sublime livello tecnico, “condito” con un range di complicazioni di rara estensione in rapporto alle Maison appartenenti all’olimpo dell’Haut-de-Gamme. La vena creativa della Casa si è dispiegata, poi, sul Golden Ellipse (1968), la cui forma s’ispira alla “sezione aurea”, sul Nautilus (1976), sintesi dell’eleganza sportiva, sul Gondolo (1993), a richiamare lo spirito dell’Art Déco e, per l’appunto, sull’Aquanaut (1997), lo sporty-elegant più contemporaneo, oltre al succitato Twenty~4. Aggiungiamo che l’interruzione produttiva del Nautilus, ref. 5711A, tre anni or sono, aveva aperto ipotesi e considerazioni su come Patek avrebbe rimpiazzato quel modello, oggetto di vero e proprio culto.  

Patek Philippe Cubitus, ref. 5822/P, Grande Data, Giorno della Settimana e Fasi Lunari Istantanei, in platino, da 45 mm di diametro (9,6 mm di spessore). Quadrante blu con motivo orizzontale stampato a rilievo, gran data a doppia finestrella, contatori giorno/fasi lunari e piccoli secondi azurée, lancette ed indici in oro bianco, luminescenti. Automatico di manifattura, calibro 240 PS CI J LU. Cinturino in materiale composito ultraresistente blu marino, con motivo tessile.

Il ref. 5822/P, impiega – visibile sul fronte fondello – il nuovo calibro automatico 240 PS CI J LU, con microrotore in oro a 22 carati, decorato con motivo orizzontale, a carica unidirezionale: diametro di 31 mm, spessore di 4,76 mm, 353 componenti, 52 rubini, riserva di carica max di 48 ore, bilanciere Gyromax a regolazione inerziale oscillante a 21.600 alternanze/ora, spirale Spiromax in Silinvar e pitone mobile. Sigillo di Patek Philippe e precisione stabilita in un range di -1/+2 secondi al giorno. Sono state depositate sei domande di brevetto.

E la risposta è arrivata, non con un solo segnatempo, ma con un’intera collezione, denominata Cubitus, nella quale non sono mancate continuità con il passato. Patek ha deciso di esplorare nuovi territori del concept plurifrequentato dello sportivo-elegante, ma con un aspetto decisamente più contemporaneo (come vedremo, non si è limitata solo a questo, introducendo un nuovo calibro complicato). Ecco, quindi che l’ammiccamento all’ellisse presente sul Nautilus e sull’Aquanaut ha lasciato il posto ad un punto di partenza carré, non avulso, nella storia della Casa, soprattutto durante il periodo Art Déco, con varianti quadrate, coussin, rettangolari e trapezoidali. Da un’impostazione di base è partita una valutazione sull’aumento dei lati fino a configurare un cerchio e l’obiettivo ha riguardato una sintesi più sbilanciata verso la geometricità, piuttosto che sulla circolarità (vedi, sempre Nautilus). Alla fine l’ottagono della lunetta, a dettare l’estetica dell’insieme, presenta sempre gli angoli stondati, ma uniti ad altrettanti tratti assolutamente rettilinei e non ricurvi, in modo tale da assimilarsi ad un rettangolo appena definito, ossia 44,4 x 44,9 mm (tanto da misurare sulla diagonale “10-4” un diametro di 45 mm). L’equilibrio proporzionale, ad individuare l’accennata continuità con il Nautilus e a distendere l’orologio sul polso, è assicurato dalle due alette (una delle quali protegge la corona a vite), a sezione trapezoidale, composte dall’incastro tra una parte centrale bombata lucida, in linea con la carrure, ed un elemento superiore satinato, ricavato dalla base della lunetta ed avvitato verso l’interno sui due lati. Forte il contrasto tra le finiture satinate verticali sulla parte piatta della lunetta, sulla carrure e sul fondello, e la lucidatura degli sfacci (ben 55 operazioni manuali, compreso il bracciale delle due varianti solotempo, costituito da maglie ad “H” con raccordi centrali). I quadranti, protetti da vetri zaffiro antiriflesso, tagliati a seguire il profilo ottagonale della lunetta, presentano un motivo orizzontale stampato a rilievo, una firma distintiva della collezione, che ritroviamo sul rotore e sul mini-rotore dei movimenti che animano i Cubitus. La collezione è costituita da tre modelli, a partire dal complicato, ref. 5822P-001, in platino, Grande Data, Giorno della Settimana e Fasi Lunari Istantanei, su quadrante blu. 

Fronte anteriore del nuovo calibro automatico 240 PS CI J LU, in cui si possono notare i dischi complanari della Gran Data e la ruota delle Fasi Lunari astronomiche (correzione di un giorno ogni 122 anni) con la doppia leva di blocco per garantire la massima precisione dell’indicazione simultanea progressiva, ogni 24 ore.

La vista di profilo (lo spessore complessivo del ref. 5822/P è di 9,6 mm), evidenzia l’aletta di protezione della corona, la curatissima alternanza di finiture lucide (sugli sfacci) e satinate, e l’ergonomia generale.

Un nuova complicazione resa possibile dalle straordinarie versatilità ed affidabilità del calibro automatico 240, “classe” 1977, dotato di microrotore in oro a 22 carati, a carica unidirezionale, trasformato in  240 PS CI J LU. La predisposizione per un contenimento di spessore nei complicati, costruiti sul 240, è testimoniata dal 240 PS IRM C LU (249 componenti) con indicatore della riserva di carica, data a lancetta, fasi lunari e piccoli secondi – Nautilus,  ref. 5712 dal 2006 -. Nel Ref. 5822P-001, i componenti sono 353 e, non ostante l’aggiunta di 104 pezzi rispetto al succitato 240 PS IRM C LU, il nuovo calibro è più spesso di soli 0,77 mm (4,76 mm contro 3,99 mm). Per ottenere questo risultato, gli ingegneri hanno rielaborato il movimento di base, dotandolo di un meccanismo di calendario a salto istantaneo, su dischi complanari per la visualizzazione della grande data all’interno della doppia finestra al 12; le altre funzioni sono il giorno della settimana e fasi lunari (coassiali al 7), e i piccoli secondi al 4/5: il tutto percorso da sfere a bastone stondate e indici a barretta applicati e luminescenti (cromia verde). Per il movimento (21.600 alternanze/ora, 52 rubini, bilanciere Gyromax, spirale Spiromax in Silinvar e riserva di carica massima di 48 ore), sono state depositate sei domande di brevetto, una delle quali riguarda la gestione dell’energia necessaria alle diverse visualizzazioni e al loro salto simultaneo in 18 millisecondi: in sostanza, una grande bascula dotata di una potente molla, azionata dalla ruota delle 24 ore, mediante una camma, risale fino a quando, allo scoccare della mezzanotte – grazie all’energia accumulata durante la giornata -, ricade e il suo becco attiva un ingaggio che trascina simultaneamente un dente della stella del calendario, uno della stella dei giorni della settimana e uno della stella delle fasi lunari, per effettuare la modifica di queste indicazioni. Va anche sottolineato che, quando la camma delle 24 ore entra in contatto con il becco della grande bascula, per avviare la carica della molla sottesa, contestualmente un sistema di disinnesto fa ritrarre un dito flessibile connesso con il dispositivo di messa all’ora, in modo tale da poter effettuare la regolazione in qualsiasi momento, avanti o indietro, superando la mezzanotte, senza alcun rischio di danneggiare il movimento. Le innovazioni, poi, sintetizzate in altri cinque brevetti, garantiscono, in particolare, il perfetto allineamento della grande data all’interno delle due finestrelle in qualsiasi momento, l’assenza del doppio salto delle decine in fase di passaggio della data da 31 allo 01 o in caso di urto, nonché la possibilità di correggere tutte le indicazioni mediante pulsantini sulla carrure: al 10 (data – brevetto del sistema di correzione a doppia leva), all’8 (giorno della settimana – brevetto del correttore flessibile) e al 4 (fasi lunari). La fasi lunari astronomiche “accumulano” un giorno di scarto rispetto al ciclo lunare effettivo, solo dopo 122 anni. 

Sul ref. 5822/P, in platino, come consuetudine, la Maison ha inserito sulla lunetta, all’altezza del 6, un diamante, per la prima volta, taglio baguette.

Cubitus, ref. 5821/1A, in acciaio da 45 mm, solotempo automatico (spessore di 8,3 mm). Quadrante verde con motivo orizzontale stampato a rilievo, indici applicati e lancette a bastone arrotondato luminescenti in oro bianco, datario al 3. Movimento automatico di manifattura, calibro 26-330 S C. Bracciale in acciaio.

Il nuovo calibro 240 PS CI J LU, infine, insignito del Sigillo Patek Philippe, soddisfa tutti i criteri più severi che la Manifattura ha ufficializzato nella primavera di quest’anno, assicurando una precisione in un intervallo di tolleranza pari a -1/+2 secondi al giorno. Come tutti i modelli Patek Philippe in platino, sulla lunetta, al 6, è incastonato un diamante, per la prima volta taglio “baguette”  (0,02 carati). Gli altri due modelli, ref. 5821/1AR e 5821/1A, rispettivamente in acciaio e oro rosa (lunetta, alette e corona) e in acciaio, con bracciale, delle medesime dimensioni dei cassa del ref. 5822/P, ma con spessore ridotto da 9,6 mm a 8,3 mm, sono dei solotempo con data (al 3), rispettivamente con quadrante blu e verde: non cambiano le caratteristiche d’indici e lancette (in oro rosa sul bicolore e in oro bianco sull’acciaio) e la finitura del quadrante suesposti. Queste versioni sono animate dal calibro automatico 26-330 S C, dotato di stop secondi e di evoluzioni riguardanti il sistema di carica: 3,3 mm di spessore, 30 rubini, rotore centrale in oro a 21 carati, 28.800 alternanze/ora e autonomia massima di 45 ore. In latino, il “cubitus” indica, per significato estensivo, una misura molto grande ed il pubblico ci confermerà, a breve, che Patek Philippe ha realizzato, davvero, qualcosa di grande. Il vestito ad un movimento che ha richiesto circa sei anni di sviluppo, solleverà critiche, è inevitabile, perché il Presidente Thierry Stern ha deciso solo in una seconda fase (circa quattro anni fa) di utilizzare un imprinting carré: si è trattato, per lui, che ha partecipato al 100% nel design, di partire dal DNA del brand e di rielaborarlo in una veste sportiva non convenzionale, dove necessariamente sono presenti dei dettagli già visti. Come si dice, in questi casi, sembra simile, ma non è lo stesso e, soprattutto, come ha sottolineato il Presidente in sede di presentazione, il Cubitus è stato realizzato per il piacere di farlo – tra l’altro, per togliersi la soddisfazione di prevedere la Gran Data –, per sorprendere, per sperimentare su nuovi orizzonti, mai dimenticando un percorso lungo 185 anni.   

Il vetro zaffiro adattato sul fondello della ref. 5821/1A, permette di ammirare il calibro automatico di manifattura, 26-330 S C, con rotore in oro a 21 carati, a carica unidirezionale: diametro di 27 mm, spessore di 3,3 mm, 212 componenti, 30 rubini, riserva di carica massima di 45 ore, bilanciere Gyromax a regolazione inerziale oscillante a 28.800 alternanze/ora, spirale Spiromax in Silinvar, pitone mobile. Sigillo Patek Philippe.

Cubitus,  ref. 5821/1AR, in acciaio, solotempo automatico, con lunetta, elementi superiori delle alette laterali, corona e raccordi del bracciale, in oro rosa. Quadrante blu con indici/lancette in oro rosa. 


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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