Il “Cronografo Monopulsante 1/10 di secondo”, ref. 5470P-001, non è un orologio, è un capolavoro: comprende 31 brevetti, di cui 7 specifici. Un pezzo unico e straordinario. Non è la prima volta e, ne siamo certi, non sarà l’ultima.
Risale al 1923, il primo cronografo da polso realizzato da Patek Philippe, specificamente à rattrapante e su ordinazione: l’esordio su esemplari da tasca affonda le sue radici 166 anni or sono. Quel modello era unico e bisogna aspettare altri quattro anni perché l’unicità divenga di serie e, in tale contesto, citiamo la Ref. 130, prodotta dal 1934 fino agli inizi degli anni 1960. Venendo all’attualità, nel 2005 è stato avviato, da parte di Patek Philippe, un importante e organico progetto tecnico all’interno della manifattura, sulla complicazione cronografica, tale da generare una serie completa di movimenti, comprensivi d’innovazioni brevettate: il risultato, ad oggi, si sostanzia in più di venti declinazioni da uomo e per signora. Tornando, per un attimo, indietro nel tempo, la Casa ginevrina, nel periodo 1930-1931, realizzò un cronografo da tasca in grado di misurare 1/10 di secondo. Facendo riferimento a quella performance meccanica, la Maison ha deciso di mettere a punto il suo primo movimento cronografico da polso, in grado d’indicare i decimi di secondo, evidentemente, da par suo.
La base di partenza è stata la migliore possibile, ossia il calibro CH 29-535 PS (2009), titolare di sei brevetti su di un impianto assolutamente tradizionale: carica manuale, ruota a colonne, innesto orizzontale. Lo step iniziale, ovviamente, ha comportato l’aumento della frequenza del nuovo calibro CH 29-535 PS 1/10, da 28.800 alternanze/ora a 36.000 alternanze/ora, per consentire un ritmo di 10 passi al secondo e la conseguente misurazione dei decimi di secondo, anche questa una “prima” per un movimento cronografico da polso Patek Philippe. Certamente, per visualizzare i decimi con la precisione voluta, questo non era sufficiente e, allora, il suddetto calibro è stato dotato di due meccanismi cronografici indipendenti: uno per i secondi e per il contatore dei 30 minuti; l’altro esclusivamente dedicato alla misurazione e all’indicazione dei decimi di secondo. L’obiettivo chiaro era che il quadrante permettesse di leggere le indicazioni dei decimi di secondo, dei secondi e dei minuti cronografici nel modo più semplice, veloce e affidabile possibile. Ecco, allora, la definizione di un sistema brevettato di indicazione dei secondi e delle frazioni di secondo concentrico, basato su due sfere centrali, ognuna delle quali pilotata da uno dei meccanismi crono indipendenti. Una lancetta effettua un giro in un minuto e permette di leggere i secondi in modo tradizionale (scala della minuteria perlata), mentre l’altra (in Silinvar laccata rossa) effettua un giro del quadrante in 12 secondi, percorrendo altrettanti settori suddivisi in decimi (a misurazione arrestata, si legge il decimo trascorso dall’ultima suddivisione in rosso): a ciò si aggiungono i minuti crono sul contatore al 3. Un simile, complesso impianto, per Patek doveva rispondere a delle rigorose esigenze: dimensioni più compatte possibile (diametro mantenuto a 29,6 mm); spessore di poco maggiore a quello del calibro di base (6,96 mm, invece di 5,35 mm), mantenimento della precisione durante i 30 minuti di attivazione del cronografo, ottimizzazione di un fabbisogno energetico notevolmente superiore.
Quest’ultimo aspetto è stato affrontato, principalmente, a partire dall’unico bariletto, riducendone il diametro dell’albero e aumentando il numero di giri della molla motrice – incremento del potenziale energetico della molla -, unitamente all’aggiunta di una tacca brevettata (il secondo dei sette brevetti del nuovo calibro), che riduce le sollecitazioni sul gancio della molla in fase di carica. Gli obiettivi di rendimento, affidabilità e precisione sono stati risolti da Patek Philippe con l’impiego dell’organo regolatore Oscillomax, presentato nel 2011 (17 brevetti), per la prima volta impiegato su un prodotto di serie (destinato solo a progetti Advanced Research), basato sulla tecnologia del Silinvar, un derivato del silicio, leggero, duro e amagnetico. Esso comprende: la spirale Spiromax con curva finale e rigonfiamento interno brevettati, lo scappamento Pulsomax con geometrie dell’ancora e della ruota di scappamento rivisitate e il bilanciere Gyromax in Silinvar con inserti in oro (regolazione inerziale). Il nuovo calibro CH 29-535 PS 1/10, con questa soluzione, è insignito del Sigillo Patek Philippe, e assicura uno scarto giornaliero massimo eccezionale, pari a –3/+2 secondi al giorno, nonostante il fabbisogno energetico decisamente aumentato. Tornando al dispositivo cronografico, la presenza di due meccanismi indipendenti ha imposto alla Casa ginevrina, un doppio innesto orizzontale, gestito mediante una ruota a colonne, in virtù del quale le indicazioni dei secondi e dei decimi di secondo crono devono “viaggiare” in perfetta sincronia. In questa direzione, particolare cura è stata destinata affinché la sfera dei decimi di secondo mantenesse un movimento fluido, senza contraccolpi. Obiettivo raggiunto mediante lo sviluppo di un’innovativa ruota conduttrice (movimento base) a due strati, con disco superiore dotato di bracci flessibili e ruota inferiore con bracci rigidi: secondo il principio di recupero di gioco brevettato, i denti della ruota conduttrice esercitano una forza elastica sui denti della ruota d’innesto, eliminando il rischio di oscillazione della lancetta. A cronografo innescato, la suddetta ruota conduttrice (che effettua un giro in un minuto) va a ingranare, attraverso la ruota d’innesto, con il pignone centrale del decimo di secondo, che effettua una rotazione completa in 12 secondi. Per consentire questa “accelerazione”, tale pignone presenta una microdentatura di 136 denti di 30 μm di altezza per un diametro di 1,469 mm e la sopraillustrata forza di precompressione attiva sulla ruota di innesto, e trasferita sul pignone, elimina il gioco dei denti, determinando la precisione dell’indicazione. Una precisione che Patek ha voluto assicurare anche in caso di urti durante la misurazione cronografica, mettendo a punto due ulteriori meccanismi brevettati: un gancio antiurto che mantiene la bascula di innesto in posizione per tutta la durata del cronometraggio; un sistema che sfrutta le accelerazioni prodotte dagli urti sulle componenti della cronografia, compensandole (azione sui centri di gravità dei ruotismi), con l’effetto di mantenere tutte le parti nella posizione desiderata.
Un simile condensato di meccanica finissima è governato da un unico pulsante, a sezione rettangolare, al 2, preposto, quindi all’avvio, arresto e azzeramento del cronografo, ed è inserito in un habillage dall’inedito stile sportivo, per la Maison diretta da Thierry Stern, comunque realizzato nel più prezioso dei metalli, il platino. La cassa, da 41 mm e 13,68 mm di spessore, prevede una lunetta concava, la carrure scavata e satinata, e le anse dalla curvatura appena accennata; come tutti i modelli Patek Philippe in platino, la presente Ref. 5470P-001 mostra un diamante taglio brillante incastonato sulla carrure, al 6. Il fondello, con cristallo di zaffiro (intercambiabile con un fondo pieno) permette di osservare il calibro CH 29-535 PS 1/10 in azione. Sul quadrante blu, protetto da vetro zaffiro e percorso da numeri arabi applicati, come accennato, i secondi crono sono visualizzati mediante una lancetta in acciaio sabbiato, mentre i decimi di secondo da una sfera centrale in Silinvar, materiale scelto per la sua leggerezza (vantaggio energetico), e per la sua rigidità (migliore assorbimento urti). Tale sfera è stata oggetto degli ultimi due brevetti legati alla Ref. 5470P-001: procedimento per migliorare la tenuta della laccatura; fissaggio del tubo sulla lancetta in Silinvar mediante “brasatura”. Insomma, tra il calibro CH 29-535 PS 1/10 e le componenti estetiche, il “Cronografo Monopulsante 1/10 di secondo” di Patek Philippe raggruppa un totale, impressionante, di 31 brevetti, se aggiungiamo i 6 del movimento di base, i 17 dell’organo regolatore Oscillomax e il brevetto riguardante la spirale Spiromax. Un vecchio adagio recita che, buona parte della bellezza di un’esecuzione risiede nella sua immediatezza percettiva e nella sua semplicità. Ebbene, all’avvio della misurazione, quando le due sfere centrali dei secondi e dei decimi di secondo, come in un “rattrapante”, si sdoppiano ruotando a due velocità, basta premere di nuovo il pulsante al 2 per acquisire in un attimo il tempo trascorso. La Ref. 5470P-001 s’indossa con un cinturino in pelle di vitello con motivo tessile goffrato blu marine e impunture rosse, a riprendere i colori del quadrante.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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