La Maison ginevrina è tornata sul calendario perpetuo e lo ha fatto da par suo, cambiando completamente le carte in tavola e proponendo le indicazioni digitali del calendario in linea orizzontale, a favore di una grafica del quadrante assolutamente essenziale.
Il calendario perpetuo è una complicazione che Patek Philippe padroneggia in modo assoluto, tanto da risultare la prima manifattura ad aver realizzato, nel 1925, un orologio da polso dotato di questa sofisticata funzione (movimento N° 97 975).
Successivamente, Patek Philippe ha sviluppato la complicazione su diverse tipologie di visualizzazione su quadrante, a lancetta o a finestrella, dipendenti, ovviamente, da calibri diversi: ricordiamo, ad esempio, il calibro 240 Q ultrapiatto automatico – indicazioni del giorno della settimana, della data e del mese a lancetta all’interno di tre quadranti ausiliari -, il calibro automatico 324 S Q – doppia finestrella per giorno della settimana/mese a ore 12 e un quadrante ausiliario al 6, relativo al datario analogico con apertura per le fasi lunari -, il calibro 324 S QR – data retrograda su di un semicerchio dall’8 al 4, giorno della settimana e mese a finestrella, rispettivamente al 9 e al 3 -. Oggi, la Maison ha deciso di dare una forte “sterzata” sotto il profilo espressivo e tecnico della complicazione, con il ref. 5236P-001, proponendo giorno della settimana/data/mese in linea orizzontale, sullo stesso livello, e riprendendo lo schema utilizzato su alcuni suoi orologi da tasca destinati, in passato, al mercato statunitense (un esemplare, del 1972, è custodito presso il Patek Philippe Museum).
Dunque, è la prima volta che la visualizzazione del calendario perpetuo in linea viene impiegata in un orologio da polso della manifattura, con tutte le difficoltà di miniaturizzazione che ne conseguono. Al fine di garantire una leggibilità ottimale, con le indicazioni più grandi possibili, Patek Philippe ha sviluppato un sistema con due dischi per la data, il primo per le decine e il secondo per le unità; ad essi, per completare il calendario, ne vanno aggiunti altri due, uno per il giorno della settimana, e l’altro per il mese, perfettamente allineati sullo stesso piano. Una simile soluzione, anche per soddisfare i rigidi criteri del Sigillo Patek Philippe, la Maison ginevrina l’ha sviluppata nel minor diametro possibile e nello spessore più ridotto: ragion per cui, i tecnici hanno deciso di prendere come riferimento meccanico il calibro 31-260 REG QA, presentato nel 2011 all’interno del Regolatore con Calendario Annuale, ref. 5235, un movimento automatico estremamente piatto, in virtù del micro-rotore decentrato, con piccoli secondi al 6. Il risultato è, pur conservando lo stesso diametro e lo stesso spessore del movimento di base (31,74 x 2,60 mm, da qui il nome 31-260), un calibro nuovo di zecca, il 31-260 PS QL (dove “PS” sta per petite seconde e “QL” per quantième perpétuel en ligne). L’esigenza primaria da soddisfare, infatti, è stata la grande richiesta d’energia del dispositivo del calendario perpetuo, per ottenere la quale, la coppia del bariletto è stata aumentata del 20% e il potere di carica del mini-rotore unidirezionale è stato rinforzato grazie all’utilizzo del platino, in luogo del tradizionale oro a 22 carati, a motivo di una massa superiore. La frequenza del bilanciere inerziale Gyromax è di 4 Hz e la riserva di carica è assicurata da un minimo di 38 ore ad un massimo di 48 ore.
Il calibro 31-260 PS QL (503 componenti – 205 per il movimento di base, 298 per il calendario perpetuo -, 55 rubini), è stato dotato anche di una ruota di riduzione che permette di disinnescare la carica automatica durante la carica manuale, limitandone l’usura (brevetto Patek Philippe del 2019). Interessante, poi, l’architettura del movimento, ispirata dalle vecchie impostazioni che prediligevano i ponti separati: in tal senso, la manifattura diretta da Thierry Stern, ha creato ponti distinti relativi allo scappamento, alla ruota dei secondi ed alla ruota mediana, da aggiungersi a quello del bariletto e della ruota centrale, per quanto concerne il treno del tempo. Questa soluzione rende più difficoltosa l’organizzazione funzionale degli spazi sulla platina, ma consente di vedere meglio, attraverso il cristallo zaffiro integrato al fondello (intercambiabile con un fondo pieno), gli ingranaggi all’opera e le finiture congiunte dei ponti a Côtes de Genève e della platina a Perlage. Venendo, nello specifico, al dispositivo del calendario perpetuo (camma dei 12 mesi dotata di un satellite per il mese di febbraio), si presenta sotto forma di un modulo addizionale e non semi-integrato. La connessione del calendario con il movimento di base avviene attraverso una ruota supplementare che va a ingranare con il pignone che comanda la minuteria. Il sistema del calendario in linea, strutturato, come detto, su quattro dischi per ragioni di leggibilità e di ridotto consumo energetico, da solo ha richiesto l’aggiunta di 118 componenti, rispetto alla visualizzazione del calendario perpetuo classico, tra cui diversi ponti e molteplici ruotismi con rubini, che hanno consentito di contenere la richiesta di energia, in particolare, a livello del trascinamento dei due dischi della data. Per evitare la sovrapposizione delle indicazioni del calendario, sono stati sviluppati due “doppi cuscinetti a sfera complanari” (oggetto di un deposito di brevetto), mentre, al fine di garantire il perfetto sincronismo tra i due dischi della data (decine e unità), è previsto un sistema “anti-doppio salto” per le unità, che evita il secondo scatto della data, in caso di urto o durante una correzione (secondo deposito di brevetto). Un ulteriore deposito di brevetto, riguarda il passaggio dal 31 al 1° giorno del mese successivo – grazie in particolare a una stella di 31 denti da cui ne sono stati tolti due -, finalizzato a mantenere le unità in posizione e far ruotare solo le decine. Il cambio delle indicazioni del calendario avviene in modo progressivo e non istantaneo. A completare le visualizzazioni di questo Calendario Perpetuo, Patek Philippe ha previsto due piccole finestrelle tonde, una per il ciclo bisestile al 4, e l’altra, all’8 per l’indicazione giorno/notte. Infine, le fasi lunari astronomiche (correzione di un giorno ogni 122 anni) sono proposte su di un’apertura interna, opportunamente sagomata, al centro dei piccoli secondi, al 6. In quanto alle regolazioni, la corona è funzionale alla ricarica e alla messa all’ora, mentre per procedere alla correzione rapida della data, del mese (e, conseguentemente, del ciclo bisestile), del giorno della settimana e delle fasi lunari, sono disposti quattro pulsantini, tre sul fianco sinistro della carrure e uno su quello destro, sopra la corona.
Il nuovo Calendario Perpetuo di Patek Philippe, ref. 5236P-001, in platino, si presenta su di una cassa da 41,3 mm di diametro e 11,07 mm di spessore, con lunetta a spiovente lucidata a mano (così come per il resto della cassa). Le anse, dal tratto rettilineo netto e leggermente inclinate si adattano ergonomicamente al polso. Come tradizione di Patek Philippe, tutti i modelli in platino, sulla carrure, in corrispondenza del 6, recano un diamante incastonato. Il quadrante, laccato blu con sfumatura nera, presenta una delicata satinatura verticale, a creare giochi di luce e l’opportuno contrasto cromatico con i sottili indici applicati – e sfaccettati – a barretta in oro bianco, percorsi da sfere a bastone sempre in oro bianco; le indicazioni in linea del calendario perpetuo sono collocate, sotto al logo, al 12, di colore blu su fondo bianco, per ottimizzare la leggibilità. La scala della minuteria periferica è a “chemin de fer” e la medesima impostazione è ripresa sul quadrantino dei piccoli secondi. A chiudere il quadro, il cinturino in pelle di alligatore blu marino è completato da fibbia déployante in platino.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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