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Patek Philippe Calendario Annuale Travel Time, ref...

Patek Philippe Calendario Annuale Travel Time, ref. 5326G

Continuano le “prime volte”, quest’anno, anche per una Maison che sembra aver frequentato tutto lo scibile orologiero quale Patek Philippe. Si tratta, infatti, dell’abbinamento tra due sue complicazioni brevettate, il Calendario Annuale e il Secondo Fuso Orario, con l’aggiunta . Non paga vi ha aggiunto anche le fasi di luna. Il nuovo calibro automatico di manifattura può contare su 8 brevetti e, per ospitarlo, la Maison ginevrina ha messo mano alla cassa Calatrava, con carrure decorata a Clous de Paris, mentre il quadrante presenta uno stile vintage, dall’originale texture granulosa.

È noto come Patek Philippe si esalti nella maniacale ricerca dell’osmosi assoluta tra movimento, cassa e quadrante. Il tutto accompagnato, consuetudinariamente, da un abbondante numero di brevetti. Nel caso del Calendario Annuale Travel Time, ref. 5326G-001, si evince che i dispositivi complicati sono due, il Calendario Annuale e il Doppio Fuso. Il primo venne presentato nel 1996, in contemporanea con il raggruppamento di tutti gli atelier nella nuova manifattura di Plan-les-Ouates: Patek fu protagonista nel rivalutare tale indicazione, un calendario completo con giorno della settimana/data/mese che richiede un’unica correzione manuale all’anno, il 1° marzo. Nell’interpretazione della Casa, il riconoscimento dei mesi di 30 e 31 giorni avveniva, essenzialmente attraverso ruote e pignoni e, un simile meccanismo, connotò diversi modelli, da uomo e per signora e fu anche associato al cronografo e alla ripetizione minuti. L’anno successivo, Patek presentò il Travel Time, un’esclusiva soluzione per la visualizzazione del secondo fuso, dotata di un dispositivo di innesto capace di regolare l’ora indipendentemente dai minuti, basato su un brevetto Patek Philippe del 1959: una seconda lancetta centrale dell’ora poteva muoversi avanti e indietro a scatti di un’ora, mediante due pulsanti posti nel fianco sinistro della cassa, senza perturbare il corretto funzionamento del movimento. Fino ad oggi, il Travel Time è stato proposto a sé stante o abbinato al cronografo o allo svegliarino su 24 ore. Dunque, è la prima volta che la Maison si misura con questa doppia indicazione e, per farlo, ha deciso di prendere quale riferimento tecnico il calibro 31-260 ultrapiatto a carica automatica, lanciato nel 2011 all’interno del Regolatore con Calendario Annuale Ref. 5235 e rielaborato nel 2021, sul celebre Calendario Perpetuo in Linea Ref. 5236: tra gli aggiornamenti più importanti, citiamo l’aumento della coppia del bariletto del 20%, micro-rotore in platino, frequenza di 4 Hz (28.800 alternanze l’ora) e una ruota di disinnesto che permette di disinserire la carica automatica in fase di carica manuale, limitando l’usura. 

 

Calatrava Calendario Annuale Travel Time, ref. 5326G-001, in oro bianco da 41 mm (11,07 mm di spessore); lunetta lucida a spiovente e carrure rifinita guilloché a Clous de Paris. Impermeabilità fino a 3 atmosfere. Quadrante grigio antracite dalla texture granulosa, minuteria a chemin de fer, cifre arabe applicate in oro bianco a luminescenza beige – la stessa che connota le sfere dell’ora locale e dei minuti “a siringa” -, sfera dell’ora di casa traforata “a siringa”. Movimento automatico di manifattura, calibro 31-260 PS QA LU FUS 24H, insignito del Sigillo di Patek Philippe.

Si può osservare il trattamento guilloché “Clous de Paris”, adattato senza soluzione di continuità sulla carrure, in virtù del fatto che le anse sono solidali solo allo spessore del fondello, rimanendo distaccate da carrure e lunetta. Si possono, poi, apprezzare la lunetta lucida a spiovente e i pulsantini correttori, della data a sinistra e del mese a destra.

In termini di “relazione” tra le due complicazioni, Patek Philippe non ha avuto dubbi: doveva essere la funzione Travel Time a comandare quella del Calendario Annuale, con la data indicizzata sull’ora locale, la cui ruota ha, quindi, il compito di condurre il calendario. Un simile presupposto ha portato la Maison a ripensare la “gestione” del Travel Time, eliminando i due pulsanti correttori e riunendo la regolazione in avanti e indietro dell’ora locale sulla corona: basta, infatti, estrarre la stessa in posizione intermedia e ruotarla in senso orario o antiorario, per regolare la sfera dell’ora locale a scatti di un’unità, senza perturbare la precisione di marcia dell’orologio. Tale accorgimento, finalizzato ad una maggiore affidabilità, è stato oggetto di una delle otto domande di brevetto, essendo associato ad un meccanismo di freno del disco in fase di correzione, allo scopo di evitare i doppi salti del calendario nel caso in cui il possessore desse un impulso troppo forte.  L’ora “di casa” si regola, invece, in modo classico con la corona estratta in posizione esterna: è l’unica operazione, via corona, che prevede l’arresto del bilanciere, funzionale ad una messa all’ora precisa al secondo. Al fine, poi, di assicurare la massima precisione nel cambio data/giorno settimana alla mezzanotte (a cui si aggiunge quello del mese, dodici volte l’anno), come detto, legata all’ora locale, Patek ha rivisto lo schema tecnico tradizionale, settato su di un tempo di 90 minuti, per completare il passaggio di tutte le indicazioni del calendario. Un lasso temporale troppo elevato che può portare ad un leggero scarto della data, in caso di correzioni di fuso durante la fascia oraria necessaria al movimento coordinato del calendario. La Maison, quindi, ha accorciato di cinque volte la durata del passaggio data dei dischi del Calendario Annuale (circa 18 minuti), in virtù di un sistema di camme con dentatura parziale solidale alla ruota delle ore. La ruota delle 24 ore non si muove in modalità continua, ma in quattro fasi per armonizzare al meglio i salti del calendario con l’ora locale: rotazione di 180° in 3 ore (verso mezzanotte), immobilità per 9 ore, rotazione di 180° in 3 ore (verso mezzogiorno), immobilità per 9 ore. Questi accorgimenti e diversi altri ancora hanno portato ad otto domande di brevetto per il calibro 31-260 PS QA LU FUS 24H. 

Calibro 31-260 PS QA LU FUS 24H, visibile attraverso il vetro zaffiro adattato sul fondello: diametro di 33 mm, spessore complessivo di 5,6 mm, 47 rubini, 409 componenti, regolazione su 6 posizioni, riserva di carica fino a un massimo di 48 ore, microrotore in platino a carica unidirezionale, bilanciere Gyromax oscillante a 28.800 alternanze/ora, spirale Spiromax in Silinvar, pitone mobile, ponti arrotondati e rifiniti a Côtes de Genève, platina decorata a Perlage. Per questo movimento, Patek Philippe ha inoltrato otto domande di brevetto.

Esse hanno riguardato, in termini generali, la riduzione del consumo di energia e dell’usura di alcuni componenti, il passaggio indistinto dal 30 all’1° e dall’1° al 30 senza incidere sulla sincronizzazione del calendario in fase di regolazione del fuso orario, l’assenza di scarti e doppi salti a livello delle indicazioni. Il fronte posteriore del movimento è visibile dal fondello, integrato con vetro zaffiro, e le caratteristiche generali sono le seguenti: diametro di 33 mm, spessore complessivo di 5,6 mm, 47 rubini, 409 componenti, riserva di carica fino a un massimo di 48 ore, microrotore in platino a carica unidirezionale, bilanciere Gyromax oscillante a 28.800 alternanze/ora, spirale Spiromax in Silinvar, ponti arrotondati e rifiniti a Côtes de Genève, Sigillo di Patek Philippe. Per contenere una sintesi tecnica così sopraffina, Patek ha progettato una nuova cassa Calatrava da 41 mm (11,07 mm di spessore), in oro bianco. Si identifica, al di là della lunetta lucida a spiovente e delle anse lievemente inclinate, per una carrure trattata guilloché a motivo “Clous de Paris”, emblema dello stile Calatrava (normalmente destinato alla lunetta, nell’iconica ref. 3919 del 1985). Per consentire una simile finitura senza soluzioni di continuità, Patek Philippe ha concepito delle anse saldate sullo spessore del fondo cassa e distaccate lateralmente da carrure e lunetta. Sottolineiamo anche la presenza degli opportuni correttori di funzione (oggetto di domanda di brevetto, in virtù di un sistema di lama flessibile, che permette di evitare i rischi di rottura quando l’utente effettua una correzione in una fascia oraria non raccomandata), collocati, sulla carrure, in una posizione vicina alle indicazioni di riferimento: giorno della settimana a ore 10, mese a ore 2, data a ore 4 e fasi lunari a ore 8. 

Primo piano del quadrante, del quale si può apprezzare la texture granulosa. Indicazioni: giorno del settimana e mese in linea al 12; data al 6, sotto ai piccoli secondi e alle fasi lunari; giorno/notte per l’ora locale all’8; giorno/notte per ora di casa al 4.

Vista frontale del calibro 31-260 PS QA LU FUS 24H. Si notano, in particolare, i tre dischi data, relativamente ai quali, Patek Philippe ha messo a punto un sistema che garantisce il passaggio di tutte le indicazioni, alla mezzanotte, in un lasso temporale non superiore ai 18 minuti.

Infine, eccoci arrivati al quadrante, incaricato di ottimizzare il notevolissimo sforzo ingegneristico e realizzato da Cadrans Flückiger a Saint-Imier, un’azienda esperta di quadranti, acquisita da Patek Philippe nel 2004. Di colore grigio antracite, sfumato nero sul bordo e dalla texture granulosa, prevede cifre arabe applicate in oro bianco con rivestimento luminescente beige; l’ora locale e i minuti sono indicati dalle lancette a “siringa” in oro bianco, anch’esse luminescenti, mentre la sfera a “siringa” traforata è destinata all’ora “di casa”. Le tre finestrelle del Calendario Annuale – giorno del settimana e mese in linea a ore 12, data a ore 6 – sono composte da iscrizioni nere su sfondo bianco. All’interno delle due finestrelle tonde, sovrastate dalle corrispondenti scritte, si può visualizzare l’indicazione giorno/notte per l’ora locale a ore 8 (LOCAL) e per l’ora “di casa” a ore 4 (HOME). Completano l’insieme, i piccoli secondi, che circondano la finestrella delle fasi lunari a ore 6. La nota “vintage” è sottolineata dal cristallo di zaffiro tipo “box” leggermente sopraelevato. Il nuovo Calendario Annuale Travel Time Ref. 5326G-001 si allaccia al polso mediante due cinturini intercambiabili: il primo, in pelle di vitello beige con finitura nabuk (montato di serie), il secondo, in pelle di vitello nera con motivo tessile goffrato e impunture beige (cinturino addizionale); la chiusura déployante in oro bianco garantisce comfort e sicurezza. Il ref. 5326G dimostra, se ce ne fosse bisogno, la freschezza di uno stile e di un design, quelli del Calatrava, che affondano le radici nel 1932, quando David Penney disegnò la prima ref. 96, nel rispetto dei dettami minimalisti della scuola Bauhaus. 


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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