La storia di Nomos Glashütte è figlia della rinascita industriale e artigiana della ex Germania dell’Est, successiva alla caduta del Muro di Berlino. Poco più di 30 anni fa, infatti, Roland Schwertner e tre orologiai avviarono un progetto divenuto oggi realtà manifatturiera con 260 dipendenti. Tra i primi modelli che videro la luce nel 1992, senz’altro il Tangente è il più rappresentativo e, ancora adesso, identifica il brand. Oggi, Nomos Glashütte ne presenta una nuova variante con data periferica, piccola complicazione che fa il suo esordio anche sulla collezione Metro. Non manca, infine, la proposta per le nuove generazioni, rigorosamente meccanica, costituita dalla linea Club Campus, personalizzabile sul fondello.
Il 9 novembre 1989, con la caduta del Muro di Berlino, la Germania Est annunciò che le visite in Germania e Berlino Ovest sarebbero state permesse. Era l’inizio del nuovo corso della Germania, finalmente unita, e il crollo di un simbolo di divisione e orrori. La riunificazione avvenne l’anno successivo e, per quanto concerne l’orologeria, la straordinaria ed unica tradizione sassone avviata da Ferdinand Adolph Lange in quel di Glashütte, e proseguita da Julius Assmann e Alfred Helwig, venne fuori dalle spire deleterie della nazionalizzazione, rialzò la testa e cominciò a scrivere un nuovo capitolo della sua storia, mai, comunque, dimenticando il suo passato, quello virtuoso, antecedente il 1945. La prima azienda cronologicamente protagonista di questo new deal fu Nomos Glashütte, registrata da Roland Schwertner nell’aprile del 1990, addirittura prima della rinascita di A. Lange & Söhne, avvenuta il 7 dicembre dello stesso anno (esattamente 145 anni dopo l’avvio dell’attività da parte del fondatore Ferdinand Adolph). Una primogenitura importante, cominciata in un appartamento e con la collaborazione di soli tre orologiai. Ben chiaro da allora, comunque, un concept del segnatempo profondamente improntato al design, soprattutto quello riferito al Bauhaus, ma ancor di più, alla Deutscher Werkbund, associazione fondata a Monaco di Baviera nel 1907, il cui scopo era la migliore armonizzazione fra cultura artigianale e metodologie industriali. I primi modelli Nomos Glashütte hanno visto la luce nel luglio del 1992 (Tangente, Ludwig, Tetra e Orion) e, da quel momento, la Casa si è imposta su scala internazionale, nell’ambito del segnatempo meccanico d’indiscutibile qualità, nel cuore della più pura tradizione sassone, divenendone il maggior fabbricante di tutta la Germania.
Osserva Uwe Ahrendt, CEO della Casa: “I 175 anni di storia orologiera tedesca, corrispondono con quella di Glashütte, e sono stati teatro di molti colpi di scena. Glashütte è sinonimo di grande successo, dato che, nel corso dei decenni, l’alta orologeria ha raggiunto livelli impressionanti in questa piccola città sassone. Come tutti, Nomos Glashütte ha dovuto ricominciare da capo dopo la caduta del muro di Berlino, ma la prestigiosa tradizione della nostra città costituisce un obbligo immenso per noi. La nostra manifattura s’impegna per essere sempre all’altezza del blasone di questo luogo, definendo standard decisamente severi. La ‘denominazione d’origine’ di Glashütte è importante per noi quanto lo è la regione dello Champagne per lo spumante o Parma per il prosciutto”. Oggi, in Nomos Glashütte, operano 260 dipendenti, distribuiti su tre siti: ex stazione ferroviaria del paese (amministrazione, logistica, magazzino e spedizioni); divisione di produzione nel vicino quartiere di Schlottwitz; Nomos Chronometrie, a Glashütte, reparto di ricerca e sviluppo, lavorazione di precisione e pre-assemblaggio componenti dei meccanismi di manifattura, assemblaggio orologi. A Berlino, si trova lo studio di design, il Berlinerblau: qui, si svolge il lavoro creativo, di branding e di progettazione, in virtù di un team dinamico di circa 40 persone, che ha generato oltre 150 riconoscimenti per il design, la gestione del marchio e la qualità: sono 13 le collezioni in catalogo per un totale di circa 170 varianti, comprese, in media, fra i 1.000 e 4.000 euro al pubblico. Le fonti d’ispirazione sono chiaramente individuabili, come accennato, nelle scuole del Bauhaus e di Ulm, ma vi è un’intelligente apertura verso qualificate e prestigiose professionalità esterne, come Mark Braun e Werner Aisslinger. Il team di designer interviene su tutto, orologi e suoi accessori, secondo una filosofia purista, funzionale, ma leggera, pervasa da un sottile velo d’ironia. Sotto il profilo tecnico, Nomos Glashütte sviluppa e produce i propri calibri in-house. L’azienda è riconosciuta nell’universo delle lancette, in particolare, per i suoi movimenti a carica manuale (attualmente ne ha sei in portafoglio). Ad essi, negli anni, si sono aggiunti altri sette calibri, ma a carica automatica (a partire dal 2005, data in cui, dopo il lancio del calibro Epsilon, montato sul Tangomat, Nomos Glashütte ha cominciato a produrre autonomamente i propri movimenti), precisi e sottili, una caratteristica, questa, considerata imprescindibile dalla Casa sassone.
Nel nome di dieci di essi, troviamo, a partire dal 2014, l’acronimo DUW, ossia “Deutsche UhrenWerke”, a sottolineare le competenze di Nomos Glashütte in qualità di produttore indipendente fedele alle regole dell’arte orologiera di Glashütte: la Casa, infatti, produce il 95% delle componenti dei “propri” meccanismi in-house (si rivolge a produttori esterni riguardo ai rubini e, per la parte strutturale ed estetica, alle casse, ai quadranti, ai vetri e ai cinturini). Sintetizza Ahrendt: “Per noi, è importante che i nostri orologi siano eccellenti sotto ogni aspetto, e che i loro valori intrinseci siano visibili anche all’esterno. È la coerenza tra materiali, costruzione, interventi artigianali e qualità estetica, a rendere gli orologi Nomos speciali ai miei occhi. Questo si riflette anche nella nostra organizzazione: ingegneri, tecnici, orologiai e designer, lavorano insieme e si incontrano in un clima di confronto. Realizziamo i nostri orologi dalla A alla Z, in loco, a Glashütte: riceviamo lunghe barre di ottone e di acciaio, per esempio, che trasformiamo in minuscole parti, dalle quali fabbrichiamo calibri e costruiamo orologi. Lavoriamo nell’alveo di una tradizione di 175 anni, ma con accorgimenti tecnici frutto della ricerca di oggi, per costruire al meglio gli orologi del futuro”. Esemplificativo del savoir-faire manifatturiero della Casa di Glashütte è, senza alcun dubbio, uno dei calibri automatici più recenti, il DUW 6101, presentato nel 2018, sulla base del DUW 3001, denominato Neomatik (2017, innovativo meccanismo automatico ultrapiatto, sviluppato su di uno spessore di soli 3,2 mm), aggiungendovi il datario. Strutturato, come da tradizione sassone, su platina a tre quarti, e regolato in 6 posizioni, il meccanismo include importanti brevetti, primo fra tutti, il sistema di scappamento sviluppato da Nomos Glashütte nel 2014 (7 anni e 11,4 milioni di euro d’investimento), con il sostegno dell’Università Tecnica di Dresda, chiamato Swing System Nomos, con spirale temperata di colore blu: ha prodotto interessantissimi risultati cronometrici, ed è studiato per essere integrato su calibri decisamente piatti. Una spirale più sottile ha determinato l’aumento di efficienza dei calibri che impiegano lo Swing System, di oltre il 94%, e la perdita d’energia effettiva dovuta alla frizione è pari a solo il 5,8%. Il bilanciere viene equilibrato, in termini d’inerzia, mediante quattro fresature sulla corona esterna, ed è abbinato alla spirale (la cui curvatura terminale viene effettuata in-house) in funzione dell’elasticità di quest’ultima: sono individuate, in tal senso, 4 classificazioni, in modo tale da far interagire il bilanciere con la “sua” spirale a garanzia del migliore isocronismo (per ottimizzare gli attriti, i rubini delle palette dell’ancora sono fissati, mediante una gommalacca particolare, denominata Shellac, a diverse profondità a seconda del calibro, a configurare tre tipologie di interazione con i denti della ruota di scappamento). Il pignone coassiale alla ruota di scappamento è stato ridisegnato nello spessore per contenere l’altezza del meccanismo (il calibro DUW 6101, misura 15 ½’’’ di diametro – 35,2 mm – e soli 3,6 mm di spessore). Simili operazioni, all’interno della Nomos Chronometrie sono effettuate con il supporto di macchinari sviluppati in-house.
Ulteriori brevetti riguardano il sistema di ricarica derivante dal rotore e fondato su di una ruota a doppio cricchetto (quando viene raggiunta la massima carica – circa 42 ore -, ad evitare tensioni dannose ed usura sulla molla del bariletto, entra in gioco il blocco del rotore di Nomos), rivisto in termini spaziali e funzionali e, soprattutto, il datario. L’anello relativo si trova in corrispondenza del margine esterno del quadrante, è montato su rubini (applicati a mano, come quelli relativi alla ruota di scappamento), ed incornicia il calibro, a garanzia del massimo grado di libertà nell’ideazione della grafica dell’orologio. Il meccanismo del datario, brevettato, permette di regolare velocemente la data, sia in avanti che indietro, di più di due settimane con poche rotazioni della corona: ciò avviene in virtù di una ruota a stella a 5 punte che, estraendo la corona in seconda posizione, ingaggia i denti interni dell’anello del datario. Il salto data, semi-istantaneo alla mezzanotte, è determinato da una ruota ridotta nelle dimensioni, sopra alla quale e stata posizionata una camma di programmazione (a forma di triangolo dai bordi arrotondati), all’interno di una leva a semicerchio con dito d’ingaggio: questo sistema compie quattro rotazioni in un’ora, al fine di aumentare la velocità d’interazione con i denti del disco del datario e incrementare la precisione del cambio data alla mezzanotte. Riguardo al profilo tecnico, Ahrendt sottolinea: “Nel corso degli ultimi anni siamo stati in grado di presentare una grande quantità di nuovi prodotti. Ora è il momento di sfruttare questi successi e di renderli ancora più noti agli amanti dell’orologeria meccanica. Per esempio, il meccanismo Update nel nuovo Tangente Update e del Metro Update, sono innovazioni che si inseriscono perfettamente nel nostro portafoglio classico”.
Tangente, Metro e Club Campus, novità 2021
Ed è proprio il calibro DUW6101 ad equipaggiare due delle ultime novità, ossia il Tangente Neomatik Update da 41 mm (spessore di 7,8 mm), in acciaio, nella versione con intenso quadrante Midnight Blue e datario periferico (introdotto nella collezione, nel 2018). A proposito della linea Tangente, questo il pensiero del CEO: “Tangente è il ‘primo orologio’ di Nomos Glashütte. È stato il volto di Nomos fin dall’inizio. E lo è anche a livello internazionale. Tangente incarna l’identità del marchio. Per molti clienti, rappresenta il primo approccio alla nostra manifattura, ed è disponibile in molte dimensioni e versioni. L’ultima evoluzione, con il datario analogico dotato di due brevetti, è una novità tecnologica molto particolare, una nostra esclusiva. Integrati con il datario periferico, i nostri “classici”, già dal notevole appeal, anche senza ulteriori complicazioni, si stanno imponendo sempre di più sul mercato: hanno vinto numerosi premi, sono riconoscibili, ma anche discreti e eleganti”. Il Tangente è stato definito “orologio Bauhaus”, a motivo di una cassa molto lineare con anse rettilinee e angolose per la chiusura sul polso, di caratteri tipografici fini con tratti ricurvi di puro raccordo, dell’uso di variazioni cromatiche a fini funzionali (come il SuperLuminova verde per evidenziare la data periferica) e di una presenza originale, chiara ma discreta dei piccoli secondi al 6, leggermente scavati. Va, poi, evidenziato che il Tangente Update ha ottenuto il Green Good Design Award 2021 del Chicago Athenaeum, un riconoscimento che, oltre all’eccellenza nel design, premia l’impegno nel campo della sostenibilità. Per Nomos Glashütte si tratta del settimo premio ottenuto dalla prestigiosa istituzione di Chicago e, al tempo stesso, il quarto assegnato al Tangente Update (dopo il Grand Prix d’Horlogerie de Genève, l’iF Design Award e l’European Product Design Award): il riconoscimento non riguarda solo i prodotti, ma anche i progetti di edifici che integrano metodi e tecnologie all’avanguardia per ridurre l’impatto ambientale. In tal senso, in Nomos Glashütte, il processo di produzione soddisfa tutti gli standard di sostenibilità: l’olio di raffreddamento, così come i trucioli e gli scarti di metallo che si accumulano durante la realizzazione, vengono restituiti ai fornitori delle materie prime per essere ripuliti e riciclati. L’acqua utilizzata per il risciacquo dei nuovi pezzi prodotti viene trattata a fondo e, nel reparto di logistica, viene prestata particolare attenzione alla neutralità climatica. Tutto questo contribuisce ad abbreviare la catena di approvvigionamento, alla riduzione delle emissioni causate dal trasporto dei materiali e alla creazione di posti di lavoro stabili e sostenibili in loco a Glashütte. Il Tangente Update e gli altri vincitori del premio saranno esposti al Green Good Design Show 2021 presso il The European Centre di Atene, dal 14 maggio al 15 giugno. Precisa Ahrendt, a tale proposito: “Abbiamo sottoposto – non soltanto durante la nostra collaborazione con i Medici Senza Frontiere, per i quali abbiamo anche realizzato un nuovo, specifico orologio che aiuta a salvare vite, ossia un Tangente 38 – tutti i settori della nostra attività a un dettagliato controllo. Tutti i nostri fornitori hanno firmato un codice rigoroso che li obbliga a lavorare in modo sostenibile e a garantire condizioni di lavoro sane e dignitose. Il nostro processo di produzione soddisfa tutti i criteri di sostenibilità, e l’alta qualità dei nostri orologi garantisce ad essi una lunga vita”.
Il DUW6101 equipaggia anche il nuovo Metro Neomatik Update, sempre da 41 mm, in acciaio, evidentemente dotato della medesima tecnologia per l’espressività della data periferica (indicata da un riferimento arancione). Carrure e lunetta sono assimilabili al Tangente, ma, quest’ultima è meno angolosa rispetto al Tangente e più “morbida”. Il design del Metro – il cui esordio nel catalogo Nomos, è avvenuto nel 2014, con un manuale, e successivamente, si è evoluto nel 2016, in virtù dell’equipaggiamento con il calibro automatico DUW3001 -, poi, è più cosmopolita e moderno, in qualche modo giovanile, nel confronto con il Tangente, grazie anche ad una particolare ergonomia con il polso. Da notare, altresì, le anse a filo d’antan, la corona bombata con zigrinatura al diamante e, sul quadrante argenté, i “dot” che sottolineano la scala della minuteria e le sfere composite che mettono in evidenza il chiaro intervento del designer.
E chiudiamo questa lunga dissertazione su Nomos Glashütte, con i quattro nuovi modelli della serie Club Campus in acciaio, pensata per i neo-diplomati e neo-laureati e dal prezzo accessibile (parte da 1.100 euro). Come sempre, sul quadrante le ore sono espresse da cifre arabe, romane e da indici a barretta, mentre, sul fondello, vi è spazio per un’incisione, gratuita, di 88 caratteri: per un augurio, per congratularsi, per lasciare un segno. Questi esemplari sono disponibili in due misure, da 36 e 38 mm, tutti dotati del calibro di manifattura Alpha a carica manuale, con piccoli secondi al 6. I colori scelti per queste ultime varianti dei Club Campus sono l’Absolute Grey (sembra perfetto per il primo giorno di ufficio) e l’Orange Future. In entrambe le cromie, i piccoli dettagli viola (o arancioni) della tipografia riprendono la tonalità dell’alba. Dunque, è il colore il protagonista di questi modelli, che invitano le nuove generazioni a guardare al futuro con ottimismo. I nuovi modelli Club Campus saranno disponibili presso i rivenditori autorizzati e online su nomos-glashuette.com a partire dalla fine di maggio. Conclude Ahrendt: “Le reazioni alla collezione Club Campus sono sempre positive! Non tutti, ma molti giovani si interessano nuovamente agli orologi meccanici, li trovano chic, un qualcosa di molto speciale. Per tanti giovani di oggi, come già accennato, la produzione sostenibile e la longevità di un prodotto sono delle caratteristiche importantissime. Un orologio di Nomos Glashütte, ne è un esempio perfetto.Attualmente, molti genitori e nonni regalano nuovamente un orologio ai figli e ai nipoti. Noi diamo il nostro piccolo contributo per favorire questa tendenza e ne siamo felici”.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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