Mido, due modelli meccanici manuali in serie limitata per ricordare il forte legame con la tradizione
Il Multifort affonda le sue radici negli anni ’30, mentre il Baroncelli è più recente, per la precisione, classe 1976. Entrambi, però, raccontano l’anima più classica ed essenziale del segnatempo, con tensione verso il contenimento degli spessori, la pulizia dei quadranti e l’esaltazione del movimento attraverso la scheletratura.
Situata nel centro della città, l’opera Rennes si trova sulla famosa Place de la Mairie, inserendosi in un progetto immobiliare progettato nel corso del XIX secolo. Inaugurata nel 1836, rivela una facciata arrotondata protetta dalle Muse dell’antichità intagliate, a vegliare simbolicamente sulle arti, e un parterre originale, in stile italiano, installato al primo piano e accessibile tramite una scala di quarantaquattro gradini. Quest’armonica architettura neoclassica è stata la principale ispiratrice di Mido, circa quarantacinque anni fa, per la precisione nel 1976, nel definire il mood della collezione Baroncelli, eletta ad emblema della competenza orologiera della Casa elvetica fondata da Georges Schaeren nel 1918. Un’ulteriore conferma, peraltro, del claim del brand, “Inspired by Architecture”. Quest’anno, Mido ha deciso di recuperare il fascino del meccanismo manuale per dar vita ad un segnatempo assolutamente sottile, il Baroncelli Mechanical Edizione Limitata: in un diametro di 39 mm, infatti, l’altezza della cassa – compreso il vetro zaffiro trattato antiriflesso sulle due facce – è inferiore ai 7 millimetri, configurando l’orologio meccanico più piatto mai prodotto dalla Maison. Un risultato consentito dall’affidabilissimo e preciso calibro ETA 7001, da 10’’’ (diametro di 23,7 mm), alto soli 2,5 mm: scorrente su 17 rubini, con bilanciere oscillante a 21.600 alternanze/ora e dotato di sistema antiurto Incabloc e di una riserva di carica di 42 ore, nella versione personalizzata per Mido, prevede la classica finitura dei ponti a Côtes de Genève, con il logo della Maison a far bella mostra di sé sul ponte del treno del tempo. L’architettura del meccanismo è studiata per far sì che i piccoli secondi al 6 siano diretti. Osservando, dunque, il quadrante, laccato nero lucido, con indici a barretta e a numero arabo al 12 applicati e trattati PVD oro rosa, così come le lancette a bastone, i suddetti piccoli secondi sono scavati e, per distinguersi, presentano una finitura azurée; al 3, spicca l’indicazione “Limited Edition”, prevista in 2.020 pezzi (astuccio speciale con un certificato individuale di edizione limitata). Il numero individuale è inciso anche su fondello, fissato da 4 viti alla carrure e integrato da oblò in vetro zaffiro, aperto sul meccanismo. La cassa in acciaio trattato PVD oro rosa del Baroncelli Mechanical Edizione Limitata (1.050 euro il costo), a finitura lucida, impermeabile fino a 3 atmosfere, si allaccia al polso mediante un cinturino in pelle nera semi-opaca con stampa alligatore e fibbia déployante in acciaio PVD oro rosa.
E rimaniamo su di un meccanismo manuale di base, in questo caso, però, l’ETA (Unitas)
6498-1, da 16’’’ (diametro di 37.20 mm) e 4.5 mm di spessore: 17 sono i rubini, 18.000 le alternanze/ora, 46 ore è la riserva di carica. Connotato da regolazione fine su racchetta, questo calibro, sviluppato negli anni ’50, si è sempre distinto per solidità ed affidabilità e, nell’allestimento definito per Mido sul nuovo Multifort Mechanical Skeleton “Edizione Limitata” (1.750 euro il prezzo), prevede sul retro la rodiatura e un decoro a Côtes de Genève, mentre, sul fronte, ecco la scheletratura ad archi concentrici a definire delle Côtes Circulaires opportunamente brunite, per coordinarsi cromaticamente con la cassa in titanio, rifinito PVD nero, satinato (carrure) e lucido (lunetta a spiovente e fondello) da 44 mm: questa soluzione estetica, a configurare il quadrante, apre alla vista il tiretto e la bascula ad esso connessa, la ruota della minuteria e delle ore, nonché, quasi impercettibilmente, i piccoli secondi al 6. Gl’indici, percorsi da sfere tipo Dauphine con banda centrale rivestita in SuperLuminova, si riferiscono alla scala ore/minuti serigrafata sul rehaut. L’orologio, disponibile in serie limitata a 999 esemplari, prevede una corona incisa e zigrinata in senso obliquo ed è impermeabile fino a 100 metri. Ricordiamo che la collezione Multifort fu lanciata nel 1934, quale primo esemplare antimagnetico con movimento automatico della Maison e costituì il suo maggior successo fra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta. S’ispirava al Sydney Harbour Bridge, in Australia, ponte ad arco con piano stradale sospeso sulla baia di Sydney; completato nel 1932 si connota per la struttura reticolare e per i cavi verticali di sospensione, richiamati immaginariamente dalla scheletratura del quadrante. Il cinturino del Multifort Mechanical Skeleton è in tessuto nero tecnico, con impunture ton sur ton, e fibbia ad ardiglione in titanio PVD nero. Osservando l’orologio, il tratto squelette colpisce e impatta creando un accattivante effetto ipnotico che, per qualche impercettibile istante, distrae dall’ineluttabile trascorrere del tempo.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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