omaggio alla storia, ai pionieri dell’aviazione e dell’esplorazione e ad uno spirito che spinge al superamento dei limiti e al progresso costante
IL PIONIERE: ELINOR SMITH
Il claim della nuova collezione Spirit di Longines è “The Pioneer Spirit Lives On” e sono proprio loro, i pionieri dei cieli e delle terre emerse, i protagonisti di storie di sacrifici, di coraggio, di passione, di successi, di cadute e risalite, accompagnati e sostenuti da strumenti di misurazione del tempo realizzati da Longines. Ѐ a quello spirito, manifestatosi a partire dalla fine degli anni ’20 e giunto intatto e più vivo che mai fino a noi, che la Maison di Saint Imier, ha voluto dedicare il segnatempo Spirit, un concentrato di qualità e performance, d’impatto sportivo. Cominciamo, dunque, con questo intervento, il primo di quattro, un lungo viaggio nella storia del brand della “clessidra alata”, centrato sulla figura di Elinor Smith, una delle più giovani pioniere dell’aviazione, capace, a soli 15 anni di effettuare il primo volo in solitaria. A lei riferiremo specifici passaggi storici e modelli iconici della Casa, fino ad illustrare un esemplare specifico della collezione Spirit, evidenziandone le caratteristiche salienti ed il suo DNA pionieristico.
Possiamo ritenerla una casualità, oppure un semplice segno del destino, ma quella “clessidra alata”, rappresentativa del tempo che corre via veloce, il “tempus fugit”, diventerà una protagonista della storia dell’orologeria, non solo del XIX secolo, ma anche del XX e ora del XXI secolo. Protagonista nell’epopea delle grandi esplorazioni geografiche, dei grandi conflitti bellici e, soprattutto, a ribadire il senso di quel paio d’ali, delle grandi imprese aviatorie. Era, infatti, il 27 maggio del 1889 (la Casa venne fondata nel 1832 da Auguste Agassiz, cui subentrò, nel 1862 il nipote Ernest Francillon), quando la “clessidra alata” venne registrata da Longines presso l’Ufficio Federale svizzero, preposto alla protezione dei marchi industriali e, quattro anni dopo, ottenne la registrazione anche presso il corrispondente ufficio che si occupava della protezione dei marchi a livello mondiale. Vi è, comunque, da sottolineare che quello fu un puro atto formale, in quanto detto simbolo, già da più di vent’anni, veniva impiegato dalla Maison di Saint Imier e lo si poteva cogliere inciso sul ponte del bilanciere o sulle casse dei segnatempo. Longines visse, come pura manifattura, un periodo “aureo”, a partire dalla fine dell’800, con l’apice raggiunto tra gli anni ’30 e gli anni ’50 del ‘900. Era, infatti, il 1899 quando 6 cronometri Longines da tasca, appositamente studiati per resistere alle basse temperature, equipaggiarono la spedizione della nave “Stella Polare” al Polo Nord, guidata da Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi. Fu la prima di una serie di grandi esplorazioni che si affidarono alla precisione dei modelli Longines. In particolare, in ambito militare e, soprattutto, aeronautico, la Casa si distinse in modo preponderante rispetto ad altri importanti brand: per la precisione e la robustezza nei cieli, a motivo dell’affidabilità, per terra e per mare. Afferma Marvin E. Whitney, esperto e storico statunitense, nel suo libro “Military Pieces” (American Watchmakers Institute Press): “….penso che nessun’altra manifattura sia stata così coinvolta nel design e nella produzione di così tanti tipi d’orologi di navigazione e di così tante storiche spedizioni. La Longines ha creato più di cento pezzi speciali per la navigazione aerea e marittima”.
A conferma di ciò, la storia racconta che la Maison, intorno al 1910, fornì una serie di orologi militari da tasca alla Gran Bretagna e che uno dei primi esemplari da polso destinato ai corpi militari, risale all’intorno del 1915. Negli anni ’20, poi, cominciarono ad essere prodotti i primi modelli da aviatore, come quelli con calibro da 10 ½’’’, destinati all’Aviazione della Marina e del Servizio Postale degli Stati Uniti. Cronometri Longines, poi, cominciarono a supportare spedizioni e trasvolate, come quella di Richard Byrd e Floyd Bennet, nel 1926, sul Polo Nord (fu il primo volo), o il raid di Francesco De Pinedo, nel 1927, tra l’Europa e le due Americhe, oppure ancora, il giro del mondo in 12 giorni del dirigibile Graf Zeppelin, nel 1929. Va altresì sottolineato, a sostegno del ruolo da protagonista recitato da Longines in ambito aviatorio, che, dal 1919, la Casa era divenuta cronometrista ufficiale della Federazione Aeronautica Internazionale, e perciò tutti i tempi di volo relativi ai record e alle grandi spedizioni, venivano registrati dai suoi orologi. Fu proprio verso la fine degli anni ’20, che una vera e propria stella illuminò i cieli statunitensi: il suo nome era Elinor Smith e al suo polso non poteva che esserci un Longines.
Elinor Smith
Nativa di Freeport (contea di Long Island, nello Stato di New York), nel 1911, Elinor può considerarsi una predestinata, dato che, a soli 10 anni, iniziò a frequentare lezioni di volo e, a 15 anni compì il suo primo volo in solitaria. Solo un anno dopo, nel settembre del 1927, ricevette la licenza dalla Federal Aviation Administration, diventando, da sedicenne, la più giovane pilota “certificata” al mondo. Qualche mese dopo la giovane Elinor fece ancora più scalpore, volando sotto tutti e quattro i ponti sull’East River di New York City: prima e unica pilota a realizzare questa impresa, compiuta senza alcuna autorizzazione, che le comportò la sospensione della licenza di volo per 15 giorni. Dopo tale performance, Elinor, nota anche per le sue abitudini molto poco convenzionali, nel comportamento e nell’abbigliamento, venne denominata “The Flying Flapper of Freeport” (si definivano “flapper” quelle ragazze che indossavano la gonna corta al ginocchio, portavano i capelli a caschetto, accentuavano il trucco, fumavano in pubblico e vivevano disinvoltamente il sesso). Era l’epoca in cui lo sviluppo tecnico sui velivoli indusse molti piloti a misurarsi sulla permanenza in volo. In tale direzione Elinor, il 30 gennaio 1929, su di un biplano Bruner Winkle, a cabina di pilotaggio scoperta, soffrendo stanchezza, freddo, turbolenza e rischiando un atterraggio notturno senza luci sulla pista, ottenne il record di “endurance” da solista femminile, con 13 ore e 16 minuti; nell’aprile dello stesso anno, portò quel record, su di un monoplano, a 26 ore e mezzo. Di lì a poco, stabilì anche il record di velocità femminile (307,1 Km/h) e nel novembre, sempre del 1929, in virtù della possibilità di effettuare il rifornimento in volo, rimase nei cieli per 42 ore e mezzo. Dopo la permanenza e la velocità, ad Elinor mancava il record di altitudine e, quindi, una volta votata “donna pilota” nel 1930, nel marzo di quell’anno raggiunse i 27.418 piedi (8.357 metri). Tornata a terra, Elinor Smith scrisse una telegramma: “Felice di informarvi di un nuovo record di altitudine appena ottenuto, compiuto esclusivamente con gli orologi Longines. Gli orologi hanno funzionato perfettamente e in ogni momento.”
Nel marzo 1931, la Smith salì ancora più in alto, fino a 32.576 piedi (9.929 metri), stabilendo un nuovo record mondiale femminile, anche se rischiò seriamente la vita durante il primo tentativo: a 26.000 piedi (7.900 m) il motore si fermò, ed Elinor perse conoscenza, mentre il velivolo precipitava al suolo. Fortunatamente, la ragazza di Freeport tornò in sé in tempo, per riprendere i comandi, a circa 6.000 piedi da terra (1.800 metri), riuscendo ad atterrare a Long Island. Nel 1932, in qualità di prima donna pilota, collaudatrice del settore, portò il record di velocità in campo femminile, a 369 km/h. Nel 1933 si sposò ed ebbe quattro figli, interrompendo ogni attività. Successivamente alla morte del marito, nel 1956, tornò a solcare i cieli e, alla veneranda età di 88 anni, salì sul simulatore di movimento verticale dello Space Shuttle della NASA, divenendo il pilota più anziano a portare a termine con successo un atterraggio simulato di uno shuttle. Elinor si spense il 19 marzo del 2010, a 98 anni, dimostrando come l’età, sia giovanissima, che avanzata, ed il genere, non potevano costituire un ostacolo di fronte alla passione, all’ambizione, al talento e alla predisposizione, superando più volte i suoi stessi record e cercando sempre di migliorarsi, anche a rischio della vita. Al suo polso, un fedele modello Longines di forma tonneau con piccoli secondi al 6 e corona sovradimensionata, risalente al 1927 e dotato di movimento meccanico manuale di forma Longines, calibro 9.28 (18.000 alternanze/ora, 17 rubini, bilanciere bi-metallico, spirale in acciaio con curva Breguet e scappamento ad ancora a linea diritta).
The second setting watch (1927) e the new second setting watch (1936)
Il successo di Longines quale primario riferimento per gli orologi e gli strumenti da utilizzare in volo, come accennato, fu dovuto al suo costante impegno nello studiare e sviluppare, oltre alla precisione e affidabilità, soluzioni efficaci e specifiche per l’impiego aeronautico. In tal senso, uno dei modelli più riconosciuti, proprio in quegli anni pionieristici, fu senz’altro il The Second-Setting Watch, comunemente noto come Weems, Creato nel 1927 e introdotto sul mercato nel 1928, faceva parte dell’equipaggiamento di base impiegato dall’Air Force americana e dal Corpo dei Marines, e fu anche ordinato da altri governi. Longines realizzò due versioni del Weems: The Second-Setting Watch (1927) e il The New Second-Setting Watch (1936). Entrambi permettevano all’utilizzatore di sincronizzare l’orologio con un segnale orario via radio intervenendo sulle componenti mobili del segnatempo, ossia quadrante interno o lunetta. Il sistema fu descritto in un brevetto intitolato “Method of an Apparatus for Navigator’s Time Keeping”, che venne depositato il 31 luglio 1929 dalla signora Weems e rilasciato il 23 luglio 1935 e il suo numero, 2.008.734, comparve sul quadrante di alcuni modelli Weems. Va sottolineato che Longines è l’unica azienda ad aver prodotto la prima versione del Weems, mentre il The New Second-Setting Watch fu prodotto anche da altri brand che sfruttarono il concetto tecnico messo a punto dalla Maison di Saint-Imier.
Longines, al contrario di tali competitor, non destinò questi esemplari esclusivamente alle forze armate, ma li interpretò anche per uso civile, individuando tra gl’interlocutori potenziali, il nascente gruppo di pioniere femminili nell’aviazione. E questo, come recita un dettato strategico dell’epoca, “seguendo la crescente domanda di un orologio del genere di una misura più piccola, che ben si adatta ai polsi più minuti delle ragazze aviatrici e degli appassionati di nautica da diporto. Ogni ragazza negli Stati Uniti si vanterà di averne uno al polso”. Tornando al The Second-Setting Watch, la sua citata denominazione è motivata da un’idea di base di Philip Van Horn Weems (1889-1979), ufficiale della Marina degli Stati Uniti. Nel 1927, istruttore navale ad Annapolis, il tenente comandante Weems, contattò il Direttore Generale di Longines negli USA, John P.V. Heinmuller, sottoponendogli un’idea per un orologio da navigazione funzionale all’uso aeronautico. Weems, pilota e istruttore di navigazione aerea, era la principale autorità in materia a quei tempi (aveva rivoluzionato i sistemi di navigazione aerea negli anni ’20) e, ad esempio, l’ammiraglio Richard Byrd, nel 1926, chiese il suo consiglio prima della sua spedizione al Polo Nord. Tra l’altro, la sua fu anche una collaborazione commerciale, perché tra la fine degli anni ’30 e l’inizio degli anni ’40, le due versioni del The Second-Setting Watch, furono inserite nella dotazione ufficiale del Weems System of Navigation, ampiamente utilizzato in tutto il mondo per la navigazione aerea e marittima. Weems, a seguito di quanto detto, assunse ruoli di responsabilità nel reparto tecnico e nella divisione “navigazione” della Longines-Wittnauer negli Stati Uniti (la Wittnauer Watch Company era il distributore di Longines negli USA).
I primi Weems erano dotati del calibro 18.69N (da 18’’’ – movimento definito nel 1908, ma di assoluta affidabilità), con lancetta dei secondi centrale e, come accennato, consentivano ai piloti di regolare gli orologi “al secondo”, utilizzando un segnale orario: il Weems con numero di serie 3.585.867, risalente al 1929, fu quello che, di fatto, veicolò ufficialmente il modello sul mercato, avviandone il successo commerciale. L’idea era tanto semplice quanto geniale: si doveva collimare la scala graduata del quadrante rotante interno sulla lancetta dei secondi, e non la lancetta dei secondi sulla scala sessagesimale del quadrante fisso. Al suono del segnale orario, si agiva sul meccanismo che controlla il quadrante rotante interno, estraendo la corona (previa pressione del pulsantino al 4), al fine di allineare velocemente l’indicatore dei 60 secondi, su detto quadrante, con la lancetta dei secondi centrali, reinserendo poi la corona. Questa funzione consentiva, dunque, di effettuare la regolazione senza “disturbare” la base tempo, ossia non bloccandola e facendola ripartire, operazione che può determinare incidenze sull’isocronismo del bilanciere. L’interesse di aviatori ed esploratori fu immediato e il Weems accompagnò diverse imprese, come quelle di Byrd, finalizzate al tracciamento della totalità delle coste antartiche: gli archivi indicano chiaramente che un orologio Weems recante il numero di serie 5.167.802, in argento e dotato del calibro 18.69N, fu venduto a Richard Byrd nel 1933. Il successo del Weems, oltre all’intelligenza e praticità del sistema, è anche dovuto alla sua notevolissima resistenza in tutte le condizioni (su terra, mare e aria), sulla base, peraltro, di test di funzionamento condotti da Weems in persona. Ѐ importante evidenziare che il primo The Second-Setting Watch fu realizzato in un momento in cui le referenze specifiche non erano ancora in uso in Longines, e la prima di esse, nota e riferita ad un Weems, risale al 1931 ed era la 2106 (il calibro era sempre il 18.69N) e riguardava versioni su cassa cromata, in acciaio o in argento, con cinturino in pelle. Nel 1936, Longines vendette la stessa referenza, la 2106, all’Aeronautica Militare Rumena, come strumento di navigazione sulla lunga distanza. Agli orologi Weems furono successivamente attribuite le referenze 4214 e 4356, in acciaio, con calibro 37.9. A differenza della precedente referenza 4214 (classico quadrante interno che veniva ruotato estraendo la corona mediante pressione sul pulsante al 4), la ref. 4356 disponeva di una corona supplementare, con cui s’interveniva direttamente sul quadrante interno. Un’evoluzione cui Longines dette seguito, assegnando al New Second-Setting Watch le referenze 3930 e 3931, la prima con leva di blocco azionata a pulsante e la seconda senza, entrambe dotate del calibro 12.68N. Nel 1937, i modelli 3930 e 3931 furono sostituiti con le referenze 4036 e 4037, e poi, nel 1938 apparvero i modelli 4629 e 4630. Longines e Weems cominciarono a lavorare sul New Second-Setting Watch nel settembre del 1936, sulla base di miglioramenti tecnici suggeriti dallo stesso Weems. Si venne a determinare, in luogo di un quadrante interno girevole, una lunetta rotante, sempre graduata con la scala sessagesimale, la cui gestione – di sblocco per la regolazione in collimazione con la lancetta dei secondi sul segnale orario e blocco di sicurezza a regolazione avvenuta – non avveniva tramite pulsante, ma attraverso una corona aggiuntiva, che poteva essere collocata al 4, ma anche al 2, all’8, al 9 o al 10. Ecco, dunque, che un concetto pratico, espresso attraverso due semplici ed intuitive soluzioni, sancì, tra la fine degli anni ’30 e l’inizio dei ’40, con l’incombere della Seconda Guerra Mondiale, il primato dell’orologio Longines sia in ambito militare, che civile, perché quelle facili regolazioni sul segnale orario, oltre a precisione, robustezza ed affidabilità, potevano essere assai utili nella quotidianità. I Weems d’epoca, ancora oggi, rappresentano un must per gli appassionati, configurando perfettamente l’immagine pionieristica del segnatempo.
Collezione Spirit – Modello L3.811.4.53.6
Alla fine di questo percorso storico legato a know-how, modelli e pionieri sui quali Longines costruì e conservò un grande successo, in termini di riconoscibilità, qualità e immagine, ecco l’omaggio che la Maison ha voluto fare a quell’epoca di scoperte, d’imprese, di pionieri e di eroi, la collezione Spirit. Un nome evocativo, con cui Longines ha voluto concentrare e riproporre quel DNA che aveva accompagnato aviatori ed esploratori quali Amelia Earhart, Paul-Emile Victor, Howard Hughes ed Elinor Smith. Di quest’ultima abbiamo parlato precedentemente, mentre nelle prossime occasioni ci soffermeremo sugli altri e sul loro contributo a quello “spirito” indomito che spinge l’uomo al di là dei propri limiti. L’orologio Spirit, dunque, racchiude il top dell’avanguardia e della precisione che oggi Longines può assicurare, unitamente ad accorgimenti strutturali e grafici di assoluta modernità. Ciò a sottolineare che la collezione Spirit non vuol essere e costituire un tributo della Maison alla propria storia e al proprio heritage (tanto è, infatti, che si colloca nel segmento Sport), ma vuole imporsi nella contemporaneità, specchiarne le esigenze, per condividerle e reinterpretarle. Longines, in sintesi, ha concepito lo Spirit, come collettore di soluzioni tali da soddisfare, in termini di precisione, resistenza ed affidabilità, le esigenze “pionieristiche” della nostra quotidianità.
Queste le caratteristiche principali della collezione:
- Cassa in acciaio, sinuosa, satinata e lucida sugli sfacci, tagliata sulle anse;
- Lunetta a spiovente con scalino sulla carrure;
- Vetro zaffiro antigraffio, con trattamento antiriflesso, multistrato su entrambi i lati;
- Corona serrata a vite e sovradimensionata;
- Fondello chiuso da 6 viti, sempre orientato in modo da presentare verticalmente la finitura con l’interpretazione moderna del logo della Clessidra Alata;
- Impermeabilità garantita fino a 10 atmosfere;
- Sul quadrante, scala della minuteria a chemin de fer molto pronunciata;
- Indici a numeri arabi applicati e luminescenti, con font rivisitata, sormontati da riferimenti a forma di diamante;
- Lancette a bastone luminescenti;
- Apposizione di “5 stelle” sul quadrante ad attestare la certificazione di Cronometro del C.O.S.C., e, per estensione, una qualità superiore;
- Movimento automatico certificato Cronometro C.O.S.C. con spirale in silicio;
- 5 anni di garanzia.
La collezione è declinata nell’Automatico, tre sfere con data a finestrella, da 40 e 42 mm, e sul Cronografo, sempre automatico, da 42 mm. Illustriamo la versione solotempo automatico, ref. L3.811.4.53.6, da 42 mm, con quadrante nero opaco. Il movimento automatico è il calibro L888.4, dotato di una riserva di carica di 64 ore; il bilanciere, con spirale in silicio monocristallino, amagnetica, lavora ad una frequenza di 25.200 alternanze/ora. Il bracciale su tre file di maglie lucide e satinate, con quelle laterali di raccordo alle centrali, è integrato con una fibbia déployante a tripla sicurezza e meccanismo di apertura a pressione. Il Longines Spirit prevede, per ciascun modello, anche una versione Prestige che comprende, nel packaging, tre cinturini intercambiabili, compresa una variante NATO. Il costo dell’Automatico illustrato è di 2.160 euro.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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