Con il nuovo Pilot Majetek, Longines attinge ancora al suo grandissimo patrimonio storico, toccando le corde degli appassionati di orologeria militare, e non solo. La rivisitazione del modello del 1935, destinato alle forze aeree cecoslovacche, è decisamente contemporanea ed interviene su diversi aspetti estetici e strutturali, oltre che tecnici. Il risultato è un orologio dalla forte personalità, le cui essenzialità e funzionalità sono sottolineate da interventi di design molto precisi.
I primi anni ’30 furono per Longines decisamente complessi e difficili. Di fatto il turnover della Maison di Saint-Imier dipendeva in gran parte dal buon andamento del mercato americano, gestito in collaborazione con l’agenzia newyorkese Wittnauer. La crisi successiva alla conclusione della Prima Guerra Mondiale, portò la Wittnauer, nel 1923, ad accumulare un debito, nei confronti di Longines, di 800.000 franchi svizzeri, unitamente a quello con altri fornitori e ad un’esposizione bancaria insostenibile. L’allora responsabile di Longines, Maurice Savoye, memore del grande contributo che Wittnauer aveva dato per la crescita esponenziale della Maison negli USA, tale da renderla primo marchio elvetico sul suolo statunitense, avviò, assorbendo parte del debito Wittnauer e acquisendo, in cambio, una partecipazione azionaria, il salvataggio dell’azienda di New York. Conseguentemente, il mercato americano conobbe un florido periodo di crescita per Longines: il Nord-America arrivò a costituire il 20% del fatturato della Casa ma, proprio questa notevole dipendenza, portò a gravi problemi a partire dal 1930 in poi, in parte dovuti anche al crollo della Borsa di Wall Street il 24 ottobre 1929 e all’inizio della Grande Depressione. Nel settembre del 1931, Wittnauer doveva a Longines 890.000 euro, e i risultati commerciali della Maison subirono un duro contraccolpo, ma Savoye, ancora nel 1934, sostenne con convinzione che Longines era e doveva rimanere il primo brand svizzero negli Stati Uniti. Nel contempo, però, le quote di maggioranza della Wittnauer furono cedute ad un gruppo d’investitori, tra cui Ira Guilden, all’epoca Direttore Generale di Bulova, che pose alla guida della Longines –Wittnauer sul suolo statunitense il fratello Morris. La Casa di Saint-Imier, trasse beneficio, negli USA, dall’intervento di Bulova, sia sotto il profilo commerciale, che dal punto di vista della comunicazione di massa; furono ridotti i costi di produzione dei movimenti di manifattura, semplificandoli e attivando delle economie di scala, il posizionamento fu riequilibrato su prezzi più bassi. Il risultato fu che, nel 1936, gli ordini “americani” per Longines, raddoppiarono, tornando, pian piano, sui livelli pre-crisi e favorendo una buona ripresa generale, anche a motivo della fine delle politiche protezionistiche statunitensi.
In termini di prodotto, in conseguenza del marcato coinvolgimento di Longines nello sviluppo e produzione di segnatempo per l’aviazione, sostanzialmente dal 1925 al 1938 – citiamo i modelli Weems, ossia il Second-Setting Watch (1927) e il New Seconds-Setting Watch (1936), e l’Hour Angle Watch (1930) realizzato con Charles Lindbergh -, la Casa premette l’acceleratore sulla configurazione da polso dei “contatori d’aviazione” con lunetta girevole, risalenti agli anni ’20. In tale direzione, a partire dagli anni ’30, Longines presentò dei solotempo con piccoli secondi al 6, ben dimensionati e con corona oignon “oversized” – adatta all’uso con i guanti da pilota -, modelli che costituirono l’ispirazione per l’Avigation Oversize Crown: la loro lunetta girevole, opportunamente zigrinata, era dotata di un indice mobile luminescente interno, a punta di freccia. La sua funzione era quella di fornire un riferimento al pilota, relativamente all’ora di partenza di una missione, o di cronometrare i tempi di volo a partire da ogni cambio di rotta: praticamente, si indirizzava il suddetto indice verso la lancetta dei minuti o dell’ora del decollo, fruendo dell’efficacia informativa dell’allineamento visivo. In un simile contesto, ossia con lunetta girevole e indice interno luminescente, ricordiamo anche una rara variante, risalente al 1935, da 47,5 mm, in acciaio, ref. 3796, comprensiva del sistema “Weems”, ossia di quadrantino girevole centrale funzionale alla regolazione dell’orario “al secondo”; sul fronte anteriore, la ghiera godronata girevole “gestiva” un puntatore luminescente interno, mentre, su quello posteriore, il calibro manuale di manifattura Longines 18.69N, con secondi centrali, era protetto da un fondello chiuso a cerniera. E aggiungiamo, poi, le precedenti referenze 3736 (piccoli secondi e calibro 17.26) e 3737 (secondi centrali e calibro 17.25).
Longines Majetek – La sua storia
Nell’ambito dei modelli succitati, spiccò senz’altro un segnatempo realizzato per i piloti dell’aviazione cecoslovacca, prodotto dal 1935 al 1948. Fu denominato Majetek, a motivo dell’incisione sul fondello – chiuso a pressione – delle parole: “Majetek Vojenské Správy”, che significa, “Proprietà dell’Esercito Cecoslovacco“. Non tutti i pezzi recavano questa marcatura militare sul retro. Va detto che, all’epoca, le forze armate cecoslovacche eccellevano per a loro modernità ed erano equipaggiate con la migliore tecnologia. Longines registrò il design dell’orologio, referenza 3582, presso l’International Bureaux for the Protection of Intellectual Property di Berna, il 1° aprile del 1935. Stiamo parlando, infatti di una cassa “coussin” da 40 mm, in tre parti, con lunetta godronata girevole, con la quale si governava un indice mobile “a punta di freccia” luminescente (in quel periodo, evidentemente, ci riferiamo al radio), utile all’impostazione di un tempo predeterminato. La corona era ben dimensionata ma non spessa, la sotto-lunetta “coussin” presentava uno spessore importante e sfacci ben evidenti, le anse seppur contenute seguivano linee divergenti. Il quadrante in smalto nero, era percorso da numeri arabi e lancette squelettes luminescenti (potevano essere anche, semplicemente, scheletrate) e proponeva i piccoli secondi al 6, circondato dalla scala della minuteria a “chemin de fer”; inoltre, sopra ai piccoli secondi, spiccava la scritta “anti-magnetique”.
Il Majetek venne equipaggiato, nel periodo di produzione suindicato, con tre diversi movimenti i manifattura: calibro 15.94, 15.26 e 15.68Z. Li andiamo a descrivere:
- Calibro 15.94: realizzato nel 1904 (evoluzione del 11.87 del 1902). Diametro di 15’’’ (34,7 mm), altezza di 5,65 mm, carica manuale, 6 ponti (il più grande, relativo al bariletto, poi, a supporto della terza ruota e della ruota di centro); 18.000 alternanze/ora, 15 rubini (uno con incastonatura avvitata), scappamento ad ancora diritta, bilanciere bi-metallico, spirale in acciaio con curvatura Breguet. Adattato su modelli da polso a partire dal 1917.
- Calibro 15.26: realizzato nel 1911 (versione “hunter” del 15.25 “open-face”). Diametro di 15’’’ (34,7 mm), altezza di 5,65 mm, carica manuale, 5 ponti (rispetto al 15.94, unico ponte per terza ruota e ruota di centro); 18.000 alternanze/ora, 15 rubini, scappamento ad ancora diritta, bilanciere bi-metallico, spirale in acciaio con curvatura Breguet o piana. Semplificazione progettuale degli standard stabiliti nel 1902, per ridurre i costi.
- Calibro 15.68Z: realizzato nel 1939 (sulla scia dei movimenti messi a punto negli anni ’30 a partire, in particolare, dal 18.68Z del 1928). Diametro di 15’’’ (34 mm), altezza di 5,2 mm, carica manuale, 5 ponti (unico ponte per terza ruota e ruota di centro, ponte della ruota di scappamento); 18.000 alternanze/ora, 19 rubini, scappamento ad ancora diritta, bilanciere Guillaume, spirale in acciaio con doppia curvatura Breguet, dispositivo antiurto. Pensato per orologi da polso (prevedeva adattamento su secondi centrali).
Tornando alla storia, tra la fine del 1934 e il 1938, Longines vendette il Majetek al suo agente di Praga, Wolfgang Guth. Dalla primavera del 1935, il rappresentante ufficiale della Maison in Cecoslovacchia era Mr. Kohn, ma il contratto conteneva un’eccezione: solo Mr. Guth era autorizzato a vendere gli orologi alle istituzioni governative, civili e militari, del Paese. Un orologiaio, chiamato Walter, a Praga, agiva come intermediario tra Mr. Guth e i servizi governativi, ed era responsabile per le riparazioni. Gli esemplari Majetek, comunque, non furono solo destinati per uso militare. Infatti, nel giugno del 1935, Longines chiese a Mr. Kohn di venderli al pubblico, facendo leva sulla loro destinazione primaria all’aviazione: una motivazione di vendita molto incisiva, in quel periodo. Una pubblicità datata 1936, in Cecoslovacchia, sottolineava come il calibro adottato, nello specifico il 15.94, fosse anti-magnetico, la cassa resistente alle infiltrazioni di polvere e agli urti, e il vetro “indistruttibile”; l’orologio veniva comunicato come fruibile per l’aviazione, ma anche per coloro che praticavano una vita sportiva. Le forniture subirono una brusca battuta d’arresto nel settembre del 1938. Infatti, Mr. Guth fece pervenire a Longines un ordine di 500 pezzi ma, alla fine di quel mese, la Conferenza di Monaco – firmatari Germania, Italia, Inghilterra e Francia – ratificò l’annessione alla Germania della regione dei Sudeti e di altri territori della Cecoslovacchia, abitati prevalentemente da popolazione di lingua tedesca. Le forze armate cecoslovacche vennero sciolte e, nell’aprile del 1939, Mr. Guth fu costretto a rescindere il contratto di fornitura con Longines, date le difficoltà generate dalla nuova situazione politica. Sottolineiamo che, dopo l’occupazione tedesca, nel 1938, molti piloti cechi erano fuggiti in Francia e da lì in Inghilterra, dove circa 90 di loro si erano arruolati nella Royal Air Force britannica. I coraggiosi piloti cechi, ancora provvisti dei loro orologi Longines, aiutarono il Regno Unito a combattere contro la Germania nazista e giocarono un ruolo importante durante la Battaglia d’Inghilterra. 29 combattenti cechi divennero “assi del volo” ufficiali. Uno di loro, Josef Frantisek, abbatté da solo 17 aerei tedeschi in 28 giorni nel settembre 1940.
Il Majetek fu usato dalla Air Force cecoslovacca fino a quando non venne rimpiazzato da un modello prodotto localmente in quel paese, denominato Prim o Elton: furono, comunque, circa 1.700 i combattenti che ebbero in uso il Majetek tra il 1939 e il 1945, periodo della Seconda Guerra Mondiale. Peraltro, nel 1937, una variante “cockpit” con lunetta girevole e puntatore luminescente, venne elaborata, con doppia indicazione oraria, centrale e periferica, e con secondi posizionati al 12, dato che il meccanismo era stato ribaltato, portando la corona al 6. Una versione contemporanea del Majetek è già stata realizzata da Longines nel 2015, in occasione del suo 80° anniversario, una replica fedele con la sola aggiunta del datario. Va detto, infine, che la collaborazione a livello “militare” della Maison, sempre nel 1935, dette vita, su richiesta delle istituzioni americane a Wittnauer Co., al celeberrimo A-7 Type, un cronografo con corona e monopulsante coassiale spostati a ore 1.30 e conseguente “inclinazione” del quadrante di 45° (calibro di manifattura, 18.72), ma questa è un’altra storia…
Il nuovo Longines Pilot Majetek
L’ultima versione del Majetek, che proprio oggi vede la luce, è l’ennesimo retaggio di una bella storia lunga, ormai, più di 190 anni. La Maison può permettersi, infatti, di ricorrere al suo enorme patrimonio di modelli e tradizione, dimostrando quanto sia attuale la sua proposta estetica e tecnica, ancora nel 2023, seppur “vestita” secondo il gusto contemporaneo. Adesso, come allora, il Majetek, benché studiato per il “popolo dell’aria”, si rivolge a un pubblico più ampio e amante degli orologi affidabili, solidi, precisi e facilmente leggibili. La nuova interpretazione presenta caratteristiche tecniche ed ergonomiche totalmente rivisitate. In primo luogo nelle proporzioni, sviluppate su di un diametro della cassa “coussin” di 43 mm (13,3 mm di spessore), ora leggermente incurvata, con le anse più geometriche e compatte e convergenti, non divergenti come nell’originale. La lunetta girevole esterna zigrinata, abbinata al triangolo di riferimento interno mobile fluorescente, chiamato “starting time indicator”, è raddoppiata nella larghezza, incrementata nello spessore e prevede un cannelé più marcato rispetto all’esemplare del 1935; coerentemente, la sotto-lunetta dal tratto coussin, è decisamente più piatta, con sfacci meno evidenti. L’indicatore triangolare luminescente si trova sotto il vetro zaffiro, dal quale è indipendente, e al di sopra del quadrante: nel modello del 1935, la lunetta e il vetro, con indicato il riferimento, ruotavano in un solo blocco. Oggi, il vetro zaffiro, con trattamento antiriflesso su entrambi i lati, è fisso e contribuisce all’impermeabilità della cassa fino a 10 atmosfere: al fine d’implementare ulteriormente la robustezza, poi, sul lato destro della carrure sono state previste delle spallette di protezione della corona in continuità di linea. Il fondello è chiuso da quattro viti, satinato e reca incise, tra l’altro, le indicazioni della certificazione cronometrica, dell’anti-magneticità e dell’impermeabilità, mentre una placca commemorativa, a ore 9, presenta la dicitura “1935”, che rimanda, ovviamente, alla data di lancio del primo modello Majetek.
Sul quadrante nero opaco, ecco gl’indici a numeri arabi e le sfere (a bastone e non squelettes, come nell’originale) rivestiti di Super-Luminova beige “old radium”, allo stesso modo del puntatore, e incorniciati dalla scala della minuteria a “chemin de fer”; i piccoli secondi al 6, scavati, lambiscono, rispettosi della versione 1935, il “5” e il “7”. Il nuovo Longines Pilot Majetek ospita l’esclusivo calibro automatico L893.6, con spirale in silicio, anti-magnetico: 11 1/2’’, 26 rubini, 25.200 alternanze/ora, riserva di carica di 72 ore. L’orologio nel suo insieme, e non solo il meccanismo, è certificato cronometro dal Contrôle Officiel Suisse des Chronomètres (COSC), aspetto che completa egregiamente la qualità del modello. Sono previsti, alternativamente, un cinturino in pelle marrone o verde con due impunture beige, oppure un cinturino di tipo NATO in fibre di poliestere color kaki, progettato a partire da materiali riciclati. Il prezzo non cambia, ed è pari a 4.000 euro; la speciale referenza offerta in un cofanetto speciale, con doppio cinturino intercambiabile, o pelle o NATO, ha un costo di 4.150 euro.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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