Tra le diverse “specializzazioni” orologiere di cui Longines può affermare di aver scritto delle pagine fondamentali nella storia del segnatempo da polso, vi è senza alcun dubbio, quella subacquea. Un percorso di savoir-faire iniziato nel 1937 e focalizzato, nel 1959, con l’adozione della tecnologia “Super-Compressor” su cassa in acciaio. Quel concept, abbinato alla lunetta graduata girevole interna, in luogo del rehaut, è stato ulteriormente caratterizzato dall’adozione delle due corone, una delle quali funzionale alla regolazione dei tempi d’immersione. Oggi, quest’avventura, dopo oltre 85 anni, scrive il suo ultimo capitolo, con nuove e rivisitate versioni dei Legend Diver.
La tradizione di Longines nel segmento egli orologi subacquei ha avuto inizio più di 85 anni fa, ed il lancio dei nuovi Legend Diver, c’impone di ripercorrere un’evoluzione che ha dato un notevolissimo contributo allo sviluppo di soluzioni d’avanguardia, per garantire la massima sicurezza e resistenza di tali, particolari segnatempo. Infatti, dobbiamo tornare indietro fino al 1937, anno in cui la Maison di Saint-Imier presentò il primo cronografo al mondo con pulsanti, a forma di fungo”, dotati di brevetto funzionale alla qualifica “waterproof” (presentato il 19 febbraio 1938, fu registrato il 15 dicembre 1938 e pubblicato dal Bureau Fédéral de la Propriété Intellectuelle elvetico il 1 marzo 1939). Si trattava della ref. 4270 da 38 mm, equipaggiata con il calibro manuale 13ZN (evoluto anche con la funzione flyback). Nello specifico del suddetto brevetto, aveva per oggetto “un pulsante il cui corpo è fissato sull’estremità esterna di un ‘tige’, la cui estremità interna interagisce su di un meccanismo che comanda e limita l’azione di richiamo del corpo-pulsante, essendo corpo e tige inseriti ciascuno in un corrispondente foro nel tubo di guida montato su di un’apertura esterna dell’orologio”. Proseguendo: “L’invenzione ha come obiettivo la creazione di un pulsante nel quale i componenti che assicurano l’impermeabilità, sono studiati per evitare l’impiego di una normale molla di richiamo del pulsante stesso. A tal fine, è caratterizzata da una guarnizione d’impermeabilità a sezione cilindrica in materiale elastico e impermeabile, inserita in uno spazio chiuso previsto tra il corpo-pulsante e il tige del pulsante, il tutto evidentemente alloggiato all’interno del tubo di guida, in modo che tale guarnizione di tenuta venga schiacciata assialmente, deformandosi elasticamente, in detto spazio chiuso, quando viene esercitata una pressione sul corpo-pulsante, per poi riprendere la sua forma normale non appena la pressione cessa: in sintesi, la guarnizione funziona da elemento di richiamo per riportare il corpo-pulsante e il tige nella posizione originale”.
Dopo il coinvolgimento in importati forniture, durante il secondo conflitto mondiale, per la British Royal Navy (si trattava di circa 50 pezzi, destinati specificamente all’Hydrographic Survey Department della Royal Navy) e, successivamente, per la Company Ordinance Supply Depot della British Special Air Forces, con la referenza 2340 (vetro fissato da sotto, corona sovradimensionata, calibro 12.68N, probabilmente utilizzato, ma con molti dubbi, dalle truppe aviotrasportate durante l’operazione Market Garden ad Arnhem, nel settembre del 1944), nel 1958, Longines presentò il suo primo, vero e proprio orologio subacqueo per uso civile, il Nautilus Skin Diver, ref. 6921: la produzione era cominciata in gennaio e la cassa era stata realizzata, come anche nel caso del successivo subacqueo, la rinomata referenza 7042 del 1959, dalla E. Piquerez SA, azienda situata a Bassecourt, nel distretto di Délemont, a una trentina di chilometri da Saint-Imier, sede di Longines. In acciaio, sviluppata su di un diametro di 40 mm (13,4 mm di spessore), garantiva un’impermeabilità fino a 12 atmosfere. Dotata di fondello a vite con motivo subacqueo in rilievo e lunetta nera girevole bidirezionale – punto luminescente riempito con radio, così come indici e lancette -, graduata con la scala sessagesimale, disponeva del movimento meccanico automatico, calibro 19AS, scorrente su 19 rubini. La stessa Piquerez, sulla ref. 6921, applicò la tecnologia “Compressor” (per la quale aveva depositato il brevetto il 6 marzo del 1956), con chiusura “a baionetta” del fondello e non a vite: all’aumentare della profondità, la maggiore pressione determinava l’espansione della guarnizione O-Ring per una chiusura ancor più ermetica su di un punto critico come il fondello. La presenza di un simile dispositivo era confermata da una finitura a tratteggio incrociato sulla corona. Tra il 1958 e il 1959 furono prodotte tre serie della ref. 6921: 6921-1, 6921-2, 6921-3. Come accennato, nel 1959, fu introdotta la referenza 7042, che segnò una svolta nel diving concept di Longines.
Infatti, pur mantenendo il calibro automatico 19AS, Longines, in collaborazione con Piquerez, intervenne sul design della cassa, sempre impermeabile fino a 120 metri, ampliata a 42 mm, ma adottò un’evoluzione della tecnologia “Compressor”, denominata “Super-Compressor” (uno step intermedio fu costituito dalla “Compressor 2”, con quattro viti di chiusura sul fondello), seguendo sempre l’assunto della proporzionalità diretta tra aumento della pressione e incremento della tenuta impermeabile: il fondello era serrato a vite, ma prevedeva una molla al suo interno, in modo da stringerlo sulla carrure, senza serrarlo completamente, offrendo una sorta di “molleggio” del fondo sulla guarnizione O-Ring. L’ulteriore elemento innovativo fu l’introduzione di un rehaut interno girevole (bidirezionale) graduato con scala sessagesimale – governato da una specifica corona al 4 –, per la selezione dei tempi in immersione, in luogo della ghiera esterna bidirezionale, maggiormente soggetta a potenziali danneggiamenti in corso d’impiego sott’acqua: la corona al 2 svolgeva le tradizionali funzioni di ricarica manuale e di messa all’ora. Tale sistema, la Maison lo aveva già impiegato, nel 1935, nei modelli “pilot”, ref. 3772 e ref. 3775. Sul fronte estetico, per la prima volta, sugl’indici a numeri arabi ai quarti, in un quadrante nero brillante, compaiono le barrette luminescenti. Furono quattro le serie prodotte della ref. 7042: da 7042-1 a 7042-4. Va detto, come già evidenziato, che tutte le casse realizzate dalla E. Piquerez SA recavano il fondello con un piccolo medaglione riproducente un subacqueo a rilievo. Dal 1960 al 1963, Longines produsse la referenza 7150, in acciaio da 42 mm, sempre a doppia corona e a ghiera girevole interna, ma animata dal calibro automatico di manifattura 290 (19.800 alternanze/ora), impermeabile fino a 120 metri, in cui si continuano a trovare le barrette sulle cifre arabe, il triangolo di riferimento sul rehaut, gl’indici e le sfere (ancora le ore a punta di lancia) luminescenti; un dettaglio importante sta nel fatto che, a partire dalla serie 7150-2, fu impiegato, per la luminescenza, il trizio in luogo del radio, le cui emissioni erano pericolosissime per l’uomo.
Nel 1964, fu presentato il Longines Super-Compressor, referenza 7594 (va sottolineato, che esistono esemplari di Super-Compressor con referenza 7494, ma si tratta di un errore della Maison in fase di marcatura: la ref. 7494 non esiste e sono tutti ref. 7594), in cui vennero irrobustite le due corone: impiegava il calibro automatico 290, mentre l’impermeabilità fu portata a 200 metri. In conclusione, la configurazione a doppia corona e ghiera girevole interna fu replicata, nel 1971/72 in un Longines Diver Watch realizzato per la Royal Australian Navy, su cassa Super-Compressor, in cui il dato d‘impermeabilità era pari a 30 atmosfere, sul quadrante si trovava il datario al 3 ed erano assenti i numeri arabi ai quarti: impiegava il calibro automatico 633.1.
Bisogna arrivare al 2007 per comprendere tutta l’importanza che, all’alba del XXI secolo, Longines ha voluto restituire alla referenza 7042 del 1959. In quell’anno, infatti, è avvenuto il lancio della collezione Legend Diver, celebrativa di quell’iconico e rappresentativo modello. La doppia corona e il rehaut girevole bidirezionale interno, graduato con la scala sessagesimale, completano una cassa da 42 mm impermeabile fino a 30 atmosfere. È impiegato un vetro zaffiro a protezione di un quadrante (animato dal calibro automatico L633, derivato dall’ETA 2824-2), sostanzialmente fedele all’originale; la doppia corona riprende, invece, dimensione e zigrinatura di quelle adottate nell’edizione 1963-1965, referenza 7594. Nel 2017, poi, la Maison ha voluto realizzare una versione di Legend Diver in bronzo da 42 mm, impermeabile fino a 30 atmosfere, con fondello in titanio e quadrante laccato verde degradé. Impiega il calibro automatico L888.2 (base ETA A31.L01), privo di datario. In questa configurazione, poi, Longines ha previsto l’alternativa tra un cinturino in pelle marrone o in nylon verde tipo NATO. L’anno successivo sono state lanciate due varianti in acciaio, in due declinazioni di colore: blu e marrone sfumati. La consolidata composizione grafica del quadrante, fedelissima all’originale, presenta un’eccezione, costituita dal datario a finestrella al 3. Con impermeabilità mantenuta sulle 30 atmosfere e spessore di 12,7 mm, detti esemplari impiegano il movimento automatico, calibro L888.5 (base ETA A31.L11), da 11½’’’, 21 rubini, con bilanciere dotato di spirale in silicio (materiale amagnetico, funzionale al miglioramento della precisione), operativo a 25.200 alternanze/ora e con riserva di carica di 72 ore.
I calibri “diving” storici di Longines
Calibro 19AS: inizio produzione nel 1952; meccanico automatico; ore, minuti e secondi al centro indiretti; 18.000 alternanze/ora; diametro di 25,3 mm (11 1/4’’’ e altezza di 6 mm); 18 rubini; rotore bi-direzionale; treno del tempo tradizionale, a 6 ruote; diametro del bilanciere di 8,4 mm; molla del bariletto in acciaio con brida saldata a frizione; 36 ore di riserva di carica; scappamento ad àncora a linea diritta; bilanciere monometallico con viti di compensazione; spirale piana auto-compensante; dispositivo antiurto Incabloc. Il movimento era “sospeso” all’interno della cassa, in virtù di due ponti flessibili, al fine d’incrementarne la protezione contro gli urti. Il dispositivo automatico era semplice e molto robusto e la bi-direzionalità della massa oscillante garantiva una ricarica rapida. Tutti i ponti erano rodiati, il che assicurava un’ulteriore protezione contro gli effetti dell’umidità.
Calibro 290: inizio produzione nel 1958; meccanico automatico; ore, minuti e secondi al centro diretti; 19.800 alternanze/ora; diametro di 26 mm (11 1/2’’’ e altezza di 6 mm); 24 rubini; massa oscillante bi-direzionale; treno del tempo con ingaggio diretto della terza ruota sul pignone della ruota dei secondi centrali; diametro del bilanciere di 10,5 mm; molla del bariletto auto-compensante; scappamento ad àncora a linea diritta; bilanciere con viti di compensazione; spirale piana auto-compensante; dispositivo antiurto Incabloc. Alla fine degli anni ’50, in Longines il business si era parecchio rallentato, non ostante il successo dei meccanismi automatici e, nel 1958, furono messi in cantiere solo due calibri, fra cui il 290, un automatico che venne usato come base per diversi movimenti derivati. Fu proprio questa la strategia a fini di ottimizzazione che Longines mise in atto in quel periodo, ossia la messa a punto di calibri da considerare come basi tecniche per il simultaneo sviluppo di movimenti derivati, in cui venivano semplicemente aggiunte funzioni (come la data o la riserva di carica) o si incrementava la frequenza, e così via. Dunque, il 290 è da considerare come un calibro-base, sul quale, ad esempio, l’aggiunta dell’indicazione della data, comportò l’assegnazione del numero 291, data al 12 e riserva di carica (disco rotante al centro del quadrante) definirono il calibro 292, etc…
Calibro 633.1: meccanico automatico (derivato da ETA 2824); ore, minuti, secondi al centro, data; 28.800 alternanze/ora; diametro di 26 mm (11 1/2’’’ e altezza di 4,6 mm; 4,7 mm considerando i cuscinetti a sfere); 25 rubini; massa oscillante bi-direzionale; riserva di carica di 38 ore.
Calibro L633: inizio produzione nel 1989 (derivato da ETA 2824-2); meccanico automatico; ore, minuti, secondi al centro, data; 28.800 alternanze/ora; diametro di 26 mm (11 1/2’’’); 25 rubini; regolazione di precisione su vite eccentrica; massa oscillante bi-direzionale; riserva di carica di 38 ore.
Longines Legend Diver, edizione 2023
Dopo cinque anni Longines torna sul Legend Diver e interviene sotto il profilo strutturale della cassa in acciaio, lucida e satinata, il cui diametro è stato portato a 39 mm (spessore mantenuto a 12,7 mm). Da notare anche una chiara modifica, rispetto alle varianti del 2018, nel design delle due corone, ridotte in altezza, e con il motivo “storico” a reticolato inciso sul fronte e su di un piano leggermente convesso ed evidenziato da uno spessore. Orologio subacqueo certificato (ISO 6425) ed impermeabile fino a 30 atmosfere, il nuovo Legend Diver. Inoltre, il calibro Longines L888.6 (11 ½’’’, 21 rubini, 25.200 alternanze/ora, spirale in silicio, riserva di carica pari a 72 ore) è certificato Cronometro dal COSC (Contrôle Officiel Suisse des Chronomètres), ente di controllo indipendente, presso i laboratori siti a Le Locle. Nel corso della procedura di certificazione, l’orologio assemblato e in funzione, è testato per quindici giorni e quindici notti consecutivamente, in diverse posizioni e a tre livelli di temperatura, per garantirne la precisione. A motivo dei componenti utilizzati, il movimento è dieci volte più resistente ai campi magnetici rispetto allo standard di riferimento ISO 764. Il quadrante, immediatamente riconoscibile e privo dell’indicazione della data, è disponibile nelle versioni laccate nera o blu ed è sovrastato da un vetro zaffiro bombato tipo box con placcatura metallica nera e trattamento antiriflesso multistrato sopra e sotto. Gli indici delle ore sono allungati, mentre i numeri arabi ai quarti sono luminescenti e in rilievo, sormontati da barrette, anch’esse luminescenti. Le lancette rodiate e lucide, rivestite di SuperLumiNova, sono state rivisitate, con quella a freccia (ore) più geometrica rispetto all’originale (tratti lievemente convessi) e quella dei minuti che ha recuperato la forma a gladio (era a barretta nelle precedenti versioni del 2017 e 2018). Evidentemente confermata la lunetta girevole interna bidirezionale, sul rehaut, per la misurazione dei tempi di immersione, protetta da manipolazioni e dagli urti accidentali che potrebbero alterarne le impostazioni: graduata di 60 minuti e con triangolo luminescente a ore 12, è azionata tramite la corona a vite, a ore 2. La corona, sempre serrata a vite, al 4, è preposta a regolazione ora e ricarica manuale. Il sub, simbolo della collezione, è inciso a rilievo sul fondo cassa, chiuso a vite e perfettamente anglé. I modelli sono disponibili con un cinturino in pelle marrone, un cinturino NATO blu o con nuovo bracciale in acciaio inossidabile chiuso da un fermaglio déployante con doppio sistema di sicurezza.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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