Il 26 ottobre 2017, l’universo collezionistico orologiero è stato travolto da un evento eccezionale. Protagonista, tanto per cambiare, Rolex e il “suo” Daytona.
Al numero 450 di Park Avenue, a New York, sede della Casa d’Aste Phillips, il 26 ottobre 2017 è stato un giorno da ricordare, non solo per la stessa Phillips (che opera in collaborazione con Bacs & Russo), ma per l’orologeria tutta. Infatti, al lotto numero 8 dell’asta l’asta “Winning Icons – Legendary Watches of the 20th Century”, il banditore d’eccezione, Aurel Bacs ha presentato il Rolex, ref. 6239, il Rolex Cosmograph Daytona Paul Newman di proprietà di Paul Newman: per la precisione si trattava del modello che, nel 1968, la moglie dell’attore Joanne Woodward regalò a Paul, e che sul fondello recava scritto, semplicemente, “Drive Carefully – Me” (Guida con Attenzione – Io). L’occasione del dono era arrivata, infatti, durante le riprese del film Winning (uscito nelle sale nel 1969), nel quale i due comparivano insieme e che vedeva Newman impegnato a esprimere su grande schermo una delle sue passioni reali, quella per la guida.
Complice anche il fatto che Rolex era lo sponsor della 24 ore di Daytona (o, per meglio dire, della Daytona Continental, come allora era chiamata la corsa), a Joanne il modello era sembrato la scelta perfetta. Dopo la suddetta presentazione, e partendo da una base d’asta di un milione di US$, sono seguiti circa dodici minuti e mezzo di offerte frenetiche e una telefonata, quella decisiva: dall’altro capo del filo un ignoto collezionista, evidentemente rimasto anonimo, ha “promesso”, sbaragliando la concorrenza, ben 15,5 milioni di US$ che, con i diritti d’asta sono arrivati a 17.752.500 US$ (15.228.095 €). Ricorda Aurel Bacs, come accennato, consulente per la sezione orologeria della Casa d’Aste Phillips, insieme alla moglie Livia Russo: “Ho bellissimi ricordi di quei momenti. A partire dalla prima conversazione telefonica con James Cox, genero di Newman e proprietario dell’orologio, fino all’aggiudicazione, all’incasso della somma e alla consegna dell’orologio all’acquirente. Emozioni intense. Il progetto è durato due anni e notti insonni, ma alla fine si è dimostrato come l’orologio da collezione non sia più un prodotto di nicchia per pochissimi sognatori, ma allo stesso modo di quadri e auto d’epoca, sia divenuto protagonista di un mercato internazionale sano ed efficace. Quel Paul Newman racchiudeva in sé mille significati, tali da poterlo esporre, a pieno titolo, al Louvre di Parigi o al “Met” di New York: è una delle più grandi opere d’arte del ‘900. Rammento molto bene quando, durante il primo incontro con Cox, una sera in California, a tavola, lui scoprì il polso, lo girò e si tolse l’orologio, porgendomelo e dicendo: ‘Ecco, guardalo, l’ho portato’. Non so per quanti minuti non sono riuscito a dire una parola. È un segnatempo che rappresenta tutto il bello e il buono che l’umanità può avere in sé, se solo si fa riferimento all’episodio in cui Paul Newman lo dette a Cox, allora compagno della figlia Nell, nel 1984, così, senza pensarci, senza anteporre la gelosia o l’affezione per un oggetto personalissimo come quello, un gesto istintivo. Dunque, in quel segnatempo troviamo amicizia, famiglia, amore, lealtà, generosità (una parte consistente del ricavato della vendita è stato destinato a scopi umanitari, come consuetudine della famiglia Newman), modestia. Non mi aspettavo assolutamente che si potesse raggiungere quella cifra, sono rimasto totalmente spiazzato”.
Inutile dire, che la cifra suindicata costituisce il nuovo record del mondo per un orologio da polso battuto in asta. Tecnicamente, stiamo parlando, come accennato, del cronografo Cosmograph Daytona, ref. 6239, in acciaio con l’inconfondibile ed iconico quadrante “Exotic”, ribattezzato dai collezionisti, a partire dalla fine degli anni ’80, con il nome di “Paul Newman” (un “dettaglio” che avviò il mito del Daytona). Introdotta nel 1963, la ref. 6239, montava il calibro 72B, meccanico manuale da 13’’’ (18.000 alternanze/ora, 17 rubini, scappamento ad ancora, smistamento della cronografia via ruota a colonne); poi, a partire dal 1965, Rolex apportò delle modifiche, tra le quali l’introduzione di un bilanciere in Glucydur con regolazione Microstella (prima era monometallico), e un ponte della cronografia dedicato, con l’incisione “Rolex Genève” sulla platina, ad identificare il calibro 722. Il Cosmograph Daytona dell’attore, però, impiegava il calibro Rolex 722-1 che, dal 1967, adottò, rispetto al 722, una modifica al meccanismo di azionamento della cronografia. Ritornando alla storia di questo, ancor più leggendario modello, come accennato da Bacs, nel 1984 Paul Newman lo ha regalato a James Cox, allora compagno della figlia Nell. Lo scambio avvenne durante la costruzione, da parte dello stesso Cox, di una casa di legno sulla riva del fiume Aspetuck, all’interno della tenuta Newman di Westport, nel Connecticut. Ad un certo punto, alla semplice richiesta dell’ora da parte di Paul Newman, James rispose serenamente che non poteva saperlo in quanto non possedeva un orologio. L’attore si slacciò il suo Rolex Daytona e porgendoglielo, gli disse: “Se ti ricordi di dargli la carica tutti i giorni, segnerà il tempo alla perfezione”. Da quel momento, il “cimelio” è sempre rimasto nella proprietà di James Cox fino a quando, assieme alla ex compagna Nell Newman, di comune accordo hanno deciso di metterlo all’asta da Phillips. Come tradizione, riguardo a tutto quello che inerisce Paul Newman, una parte consistente del ricavato sarà destinata a scopi umanitari. Quest’aggiudicazione, seppur assolutamente eccezionale, perché il Cosmograph Daytona Paul Newman di Paul Newman costituisce l’oggetto del desiderio di qualsivoglia persona si avvicini al mondo del vintage orologiero, rappresenta un segnale chiarissimo ed evidente che l’orologio incrementa, anno dopo anno, il suo valore come bene di investimento, anche se, in casi come questo, prevale il suo ruolo di “sogno inconfessato”, anche se solo per pochissimi eletti.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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