Rolex e la vela, una liaison ultrasessantennale, che non può che essere sublimata dalle ultime versioni di modelli storici quali lo Yacht-Master e il Sea-Dweller.
Nel 1979, il cantautore statunitense Christopher Cross, nella sua celebre “Sailing”, esaltava le sensazioni del vento e della navigazione a vela: “Well it’s not far down to paradise, at least’s not for me. If the wind is right you can sail away and find tranquility. Oh, the canvas can do miracles, just wait and see, believe me”. Questo per dire che la vela è uno sport, ma anche e soprattutto una passione priva di requisiti agonistici, la ricerca di una libertà fisica e mentale all’interno di elementi e fenomeni squisitamente naturali, quali l’immensità del mare e l’unicità della percettibilità sensoriale della brezza: non si vede, ma si ascolta, si intuisce. E, poi, i professionisti che frequentano l’ambiente della vela, a livello sportivo, più che in qualsivoglia contesto competitivo, riescono ad abbinare con eleganza e sincera partecipazione, il momento racing con quello in cui ci si trova intorno ad un tavolo a discorrere amabilmente di boline, poppe, laschi, derive, scotte, gennaker e di quei luoghi meravigliosi che si attraversano in regata. Simili argomentazioni, ma anche molto altro, hanno spinto Rolex, da oltre sessant’anni – la prima partnership ufficiale con un club velistico, risale al 1958, con il New York Yacht Club, per la precisione – a legarsi ad un mondo fatto d’eccellenza (la Casa diretta da Jean-Frederic Dufour ha registrato oltre 500 brevetti), tradizione, innovazione e tecnologia, e scegliere come propri testimonial personaggi quali Sir Ben Ainslie, velista cinque volte medaglia olimpica e quattro volte “Rolex World Sailor of the Year”, il quale ha sottolineato, a proposito di quanto sopradetto: “Quando siamo in gara, siamo in guerra. Quando scendiamo a terra, lasciamo la competizione alle onde del mare e dimostriamo un grande cameratismo, condividendo le esperienze vissute negli anni”. La Maison ginevrina, oggi, è partner di una quindicina di regate del circuito internazionale, tra le quali ricordiamo la Rolex Sidney Hobart Yacht Race, la Rolex Fastnet Race, mentre, nello scenario del Mediterraneo, firma eventi velici come la Rolex Capri Sailing Week, di scena a maggio dal 2005, la Rolex Giraglia, a giugno dal 1998, la più antica tra le regate di altura mediterranee, Les Voiles de Saint Tropez, a inizio ottobre dal 2006, la Rolex Middle Sea Race, a metà ottobre dal 2006, con partenza e arrivo a Malta dopo aver circumnavigato la Sicilia e, infine, la Maxi Yacht Rolex Cup, prevista a inizio settembre dal 1985, i cui protagonisti veleggiano nella meravigliosa cornice della Costa Smeralda, in Sardegna.
Al polso dei membri degli equipaggi e dei velisti doc, si adatta perfettamente l’ultimo erede della ref. 1665 del 1967, ossia l’Oyster Perpetual Sea-Dweller, ref. 126603, in acciaio Oystersteel e oro giallo, da 43 mm. Con disco della lunetta girevole unidirezionale in Cerachrom nera e graduazione in oro, impermeabile fino a 1.220 metri (dotato di valvola per l’elio), prevede il movimento automatico di manifattura, calibro 3235, capace di una precisione di -2/+2 secondi al giorno (Cronometro Superlativo, in virtù dell’efficienza dello scappamento Chronergy, brevettato, in lega paramagnetica di nichel-fosforo, ad alto rendimento energetico e della spirale Parachrom blu con curva terminale Rolex, dieci volte più precisa di una spirale tradizionale) e di una riserva di carica di 70 ore.
Lo stesso meccanismo è adottato da un esemplare ispirato proprio dal mare, per coloro che amano viverlo e immergersi nella sua bellezza, dal nome assolutamente significativo, Oyster Perpetual Yacht-Master (lanciato nel 1992), nella sua ultima versione, in oro bianco da 42 mm; è dotato di lunetta girevole bidirezionale con disco graduato a rilievo in Cerachrom, corona a tripla impermeabilizzazione Triplock e fondello avvitato per un’impermeabilità pari a 10 atmosfere. Ora e data sono espresse sul quadrante laccato nero, illuminato su indici e lancette grazie al Cromalight (emissioni di lunga durata). L’orologio è completato dall’innovativo bracciale Oysterflex, brevettato, costituito di due lame metalliche flessibili in una lega di titanio e nichel, rivestite di un elastomero nero ad alte prestazioni (prevede anche dei cuscini laterali interni per la stabilizzazione al polso), a garanzia di affidabilità ed elasticità, con fermaglio Oysterlock. Segnatempo pensati per coloro che vogliono proseguire la strada tracciata da giganti capaci d’imprese memorabili, spinti solo dal vento, quali, alla fine degli anni ’60, Sir Francis Chichester, con la sua Gipsy Moth IV, oppure Bernard Moitessier, con il suo ketch Joshua, il quale ebbe a sottolineare: “La vela è una religione… ha i suoi riti. Se fa bello, fa bello. Se c’è vento, c’è vento. E se non c’è vento, si aspetta, si sorveglia. Hai fame, mangi. Hai sete, bevi. Ti prende sonno, dormi. È una scuola di pazienza.”
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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