La Casa statunitense, dal 1974 nel portafoglio brand dello Swatch Group, a seguito di precisa richiesta del suo pubblico di appassionati, propone il Khaki Field Murph, lanciato nel 2019 con un diametro da 42 mm, in una versione ridotta a 38 mm, riproponendo l’allure di uno strumento di misurazione del tempo in grado, come descritto nel film “Interstellar” del 2014, di porsi quale mezzo di comunicazione con dimensioni spazio-temporali dell’universo, con cui nel futuro, forse, potremmo avere a che fare.
Il 5 novembre scorso, la cerimonia di consegna degli “Hamilton Behind the Camera Awards 2022”, a Los Angeles ha ribadito, premiando l’eccellenza delle maestranze del cinema, come un buon prodotto cinematografico sia il risultato del lavoro di squadra. Un’occasione, questa, in cui è stato ribadito lo straordinario legame tra Hamilton e il Cinema, iniziato, quasi in sordina nel 1932, quando un orologio del brand apparve in “Shanghai Express” con Marlene Dietrich. Da quel momento, la Casa statunitense, “naturalizzata”, ormai, svizzera, data la sua appartenenza, da lunga data, allo Swatch Group, ha accompagnato oltre 500 lungometraggi, tra cui “Interstellar”, nel 2014, scritto e diretto da Christopher Nolan, film che, l’anno successivo ha vinto l’Oscar per i migliori effetti speciali, ricevendo altre quattro candidature (miglior colonna sonora, miglior montaggio sonoro, miglior sonoro e miglior scenografia). In quella pellicola, ambientata nel 2067, si narra dell’avventura in un cunicolo spazio-temporale (wormhole) di un gruppo di valorosi in cerca di una nuova casa per l’umanità, lontano dalla Terra dove, ormai, tempeste di sabbia, raccolti insoddisfacenti e carestie globali, stanno mettendo a rischio la stessa esistenza dell’uomo.
L’orologio Hamilton, come in nessun altro lungometraggio a cui “ha partecipato”, è totalmente compenetrato nella trama, divenendo un vero e proprio personaggio, simbolo di un grande amore paterno: significativo il momento in cui il protagonista invia un messaggio in codice Morse alla figlia Murph, dall’universo interstellare in cui si trova (un’altra galassia, un sistema planetario in orbita attorno ad un buco nero), da lei decodificato grazie al moto irregolare della sfera dei secondi del Khaki Field lasciatole dal padre, permettendole di risolvere l’equazione di gravità (impossibile da affrontare senza i dati scientifici sulla singolarità del buco nero), per consentire all’umanità di fuggire dalla Terra e impedirne l’estinzione. Affettuosamente, quel segnatempo è stato definito dai fan, “l’orologio di Murph” e, nel 2019, è stato ufficialmente lanciato come Khaki Field Murph, copia esatta dell’esemplare del film (fatta eccezione per la lancetta dei secondi, sulla quale è laccata la parola “Eureka”, in codice Morse, gridata da Murph, quando comprende appieno le indicazioni del padre). Solo chi lo sa può scorgerla, poiché è appena visibile a occhio nudo: una piccola firma segreta, come quella che un paio di secoli fa, Abraham-Louis Breguet ha studiato per i propri orologi.
Quel modello, è un solotempo in acciaio satinato da 42 mm, impermeabile fino a 10 atmosfere, con lunetta lucida, ad incorniciare un quadrante nero mat, protetto da vetro zaffiro antiriflesso, con indici a numeri arabi e lancette tipo Squelettes rivestiti di Superluminova nella tonalità beige, ad assegnargli un’allure vintage. Ad alimentare il Murph, un motore di pregio, quale il calibro automatico H-10, capace di 80 ore di riserva di carica (ottima precisione e bilanciere a regolazione inerziale oscillante a 21.600 alternanze/ora). E i richiami al Kolossal non sono finiti qui, perché per la versione da 42 mm, in stretta collaborazione con lo scenografo pluripremiato del film, Nathan Crowley, è stata sviluppata una confezione speciale che si ispira al tesseratto di “Interstellar”: stiamo parlando di un ipercubo, ossia un cubo quadridimensionale in cui, nel film, la stanza di Murph si moltiplica per ogni incalcolabile momento da lei vissuto. Tecnicamente, come accennato si tratta di una figura geometrica con 16 vertici, 32 spigoli, 24 facce quadrate e 8 facce tridimensionali cubiche. Insomma un’immagine futuribile resa con un gioco di colorazioni lineari parallele (le strisce colorate ricordano l’interno dell’ipercubo in cui Cooper, il protagonista, si trova quando scopre di poter comunicare con Murph attraverso il tempo e lo spazio). Il Khaki Field Murph da 42 mm non è stata un’edizione limitata, ma lo sono stati i 2.555 esemplari contenuti nella confezione speciale. Una scelta che ha alimentato la formazione di un nutrito gruppo di appassionati e, perché no, collezionisti del brand.
La nuova versione del Murph da 38 mm
Infatti, attorno a questo orologio, pieno di significati e di affascinanti spunti per proiettarsi, con il pensiero, verso l’infinità dell’universo, la cui esplorazione fisica è uno dei più grandi obiettivi dell’umanità, si è creata una vera e propria community di fan del brand che, prima sottovoce e, poi, con grande insistenza ha cominciato a richiedere ad Hamilton la realizzazione di una versione più contenuta, da 38 mm, senza cambiare nulle delle sue vincenti caratteristiche. Un desiderio che la Casa finalmente ha esaudito. Osserva il CEO, Vivian Stauffer”: “La community di estimatori di orologi Hamilton è composta da persone fortemente appassionate e consapevoli di ciò che facciamo. Riconosciamo l’importanza di partecipare attivamente alle conversazioni per entrare in contatto con i nostri fan, comprendere le loro esigenze e superare le loro aspettative. Il Murph da 38 mm incarna la nostra filosofia”. Come noto, la collezione Khaki Field, dal marcato imprinting militare connota, in “casa” Hamilton, modelli robusti, resistenti, funzionali e studiati per accompagnare il possessore su attività outdoor, sportive e impegnative, ma non solo. Il Khaki Field Murph 38 mm, con cinturino in pelle nera, presenta, al di là della dimensione, le medesime caratteristiche illustrate per il suo predecessore da 42 mm, ed ha un costo di 945 euro.
In conclusione, l’orologio che un tempo ha conquistato gli appassionati di orologi Hamilton, torna ora in una variante versatile, rivolta a chi preferisce i orologi più piccoli. A volte, piccoli contenitori racchiudono grandi sorprese, perché per comunicare con dimensioni spazio-temporali disperse nell’infinità dell’universo, percorrendo il mistero materiale dei buchi neri, forse, anzi sicuramente, le misure non contano…
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
Nessun commento