La Casa di Neuhausen am Rheinfall è una delle realtà orologiere indipendenti più interessanti di questi ultimi anni a motivo di scelte tecniche ed estetiche, capaci di vestire di contemporaneità un patrimonio che affonda le radici fino al 1828. Presentiamo uno dei prodotto più rappresentativi, il Calendario Perpetuo, lanciato nel 2005, in un’interpretazione sportivo-elegante, sulla cassa coussin della collezione Streamliner.
Siamo una manifattura orologiera svizzera, a conduzione familiare e siamo anche un poco supponenti. Vogliamo diventare il leader dei marchi indipendenti, generando continuamente sorpresa e innovazione, combinando tradizione, minimalismo, eleganza, senso del dettaglio, con un tocco di sensualità. In tutto ciò che facciamo, cerchiamo di abbinare all’orologeria tradizionale un quid di modernità. Vogliamo essere un ponte tra l’orologeria classica e contemporanea”. Così il CEO di H. Moser & Cie., Edouard Meylan. La realtà della Casa (il capostipite Heinrich Moser fondò il brand nel 1828) rientra, infatti, nel mood delle Maison indipendenti con una forte, anzi, fortissima personalità. Infatti, in quel di Neuhausen am Rheinfall, nel Cantone di Sciaffusa, una manifattura, quasi totalmente integrata, con 60 dipendenti, realizza, al momento, poco più di 1.500 orologi all’anno, puntando, dunque, su di un’offerta assolutamente qualitativa. Tra gli elementi più identificativi che connotano il brand vi è senz’altro un’originale minimalismo espressivo. “Il minimalismo è un elemento chiave per noi, cui associamo, a livello di brand, l’eliminazione del logo”, sottolinea Meylan. “In concreto, il nostro logo scompare davanti alla bellezza dei nostri orologi, che noi vediamo come opere d’arte e che, quindi, non possono essere ‘marcate’. Se i nostri orologi non possono essere identificati a prima vista, significa che abbiamo fallito. I nostri clienti ci chiedono prodotti senza tempo, che ‘parlino’ senza necessità di un logo. Con il Pioneer Center Seconds e il Pioneer Tourbillon MEGA Cool, abbiamo introdotto un logo tridimensionale trasparente, accolto molto positivamente. Ora pensiamo di adattarlo in tutti i nostri modelli, ad eccezione della serie Concept”. Una soluzione prevista anche sullo Streamliner Perpetual Calendar, sul quale torneremo nello specifico più avanti, decisamente coerente, anche sotto il profilo tecnico, con l’approccio unico che H. Moser & Cie ha sempre dimostrato, specificamente riguardo le complicazioni, che il CEO spiega così: “Il nostro obiettivo è di arrivare all’essenza della funzione, cercando di ridurre la complicazione a qualcosa che assomigli il più possibile a un orologio a tre lancette. La nostra visione è sempre quella di mantenere i quadranti, i più puri e minimalisti possibile, per sublimare la complicazione. Ad esempio, nel nostro calendario perpetuo, nessuno, a prima vista, scorgerebbe un simile dispositivo, oppure, per lo Streamliner Chronograph volevamo un cronografo che mostrasse l’ora piuttosto che un orologio che disponesse di un cronografo”.
Meylan conta di raddoppiare la capacità produttiva nel giro di 3 anni, “se la richiesta continuerà a crescere e ferma restando l’assoluta priorità della tutela del valore dei ostri orologi. In tale direzione, stiamo programmando lo sviluppo della manifattura, ma in modo lento e progressivo. La differenza tra un manager e il proprietario di una Maison, sta nel fatto che il primo vuol vendere il prodotto, mentre il secondo desidera salvaguardare l’immagine, il patrimonio e il valore dell’azienda. I nostri modelli, allo stato attuale, ottengono sul mercato di secondo polso valutazioni superiori al loro prezzo, un segnale molto positivo, che ci stimola a continuare sulla strada intrapresa”. Una direzione che implica anche un interessante sviluppo sul fronte distributivo, con l’apertura delle prime boutique: “Abbiamo cominciato in Giappone, Hong Kong e in Cina” – rimarca con orgoglio il CEO -, “ed ora stiamo esplorando possibilità in USA, Medio Oriente ed Europa, dove contiamo di concretizzare entro la fine dell’anno”. E, certamente, il flagship store, incaricato di favorire l’immediata immersione del cliente nell’universo H. Moser & Cie., proporrà come prodotto più iconico ed identificativo della Maison, come accennato da Meylan, il calendario perpetuo. Per la precisione, il concept introdotto con il Perpetual 1, lanciato nel 2005, il cui aspetto, apparentemente, era quello di un solotempo con datario, cui si aggiungeva la riserva di carica: in realtà, appena percepibile al centro, una piccola sfera s’indirizzava ai 12 indici, a segnalare la sequenza dei mesi, mentre il ciclo bisestile era collocato sul fronte posteriore del movimento a vista. Oggi quel meccanismo viene proposto, in veste sportivo/elegante, nello Streamliner Perpetual Calendar, in acciaio da 43,2 mm, impermeabile fino a 12 atmosfere. Aggiunge Meylan: “Quando la mia famiglia decise di acquisire H. Moser & Cie., nel 2012, il movimento del calendario perpetuo è stato fondamentale per indirizzarci verso quella decisione, divenendo una pietra angolare per il brand”. La linea Streamliner è stata lanciata nel 2020 e, oltre al suddetto modello, prevede il Flyback Chronograph e il Centre Seconds.
Precisa il CEO: “La collezione Streamliner è uno dei nostri quattro pilastri, completando le famiglie Endeavour, Pioneer ed Heritage, e continueremo ad implementarla con nuove complicazioni, tra le quali non escludo il tourbillon”. La sua forma coussin è personalizzata con quattro lievi convessità ad accennare ad anse, di fatto, assenti, per integrare un bracciale calibrato sulla massima ergonomia al polso, grazie ad un esclusivo design a maglie ad onda, snodate e satinate (lucide sullo sfaccio, così come per la cassa). Osserva il CEO: “Nel caso del Calendario Perpetuo, rispetto alla più classica impostazione dell’Endeavour, abbiamo voluto definire dei codici di modernità, portando i secondi al centro, unitamente a ore, minuti e piccola sfera dei mesi, e lasciando esterna, al 10, solo l’indicazione della riserva di carica. Abbiamo modificato la posizione della data, mantenendola in linea con la corona, spostata al 4”. Si tratta del calibro manuale di manifattura HMC 812, da 15’’’, visibile attraverso il vetro zaffiro integrato al fondello (fissato da 4 viti), composto da 326 elementi, 33 rubini, con doppio bariletto e riserva di carica di 7 giorni: il bilanciere con viti di compensazione pulsa a 18.000 alternanze/ora, la spirale Straumann originale dispone di regolazione micrometrica con molla di ritegno e non manca lo scappamento Moser modulare intercambiabile (ancora e ruota di scappamento sono in oro). Meylan precisa: “Tecnicamente, la principale differenza con il calibro ‘calendario perpetuo’ adottato sull’Endeavour è costituita dai secondi centrali diretti, ad eliminare le frizioni aggiuntive inevitabili nella soluzione indiretta, e ottimizzare la precisione. Una soluzione ottenuta agendo sulla trasmissione del treno del tempo, inserendo tra bariletto e ruota mediana un doppio ruotismo coassiale a garanzia, tra l’altro, di una maggiore fluidità dell’energia verso lo scappamento”.
Il ciclo bisestile, sul retro del movimento, è corretto mediante pulsantino al 10, in abbinamento ad una molla di flessione. Sul quadrante nero fumé, rifinito soleil e protetto da vetro zaffiro bombato, si nota, oltre alla scala della minuteria periferica articolata e con tocchi di rosso, e alle sfere con inserti in Globolight (materiale innovativo a base di ceramica contenente SuperLuminova), la data, a scatto istantaneo, regolabile avanti e indietro, con cifre inclinate di 26° per una migliore chiarezza di lettura, al polso: sottostanti si trovano due dischi sovrapposti, con cifre serigrafate da 1 a 15 e da 16 a 31, connessi secondo un sofisticato sistema, in modo tale da entrare in funzione uno dopo l’altro. Lo sporty touch si nota anche nelle finiture PVD antracite su leve e ponti, unite alle tradizionali “Côtes de Moser” orizzontali (la platina, invece, è oggetto di trattamento microbillé con rodiatura antracite). Conclude il CEO: “La Streamliner è una collezione che sta facendo crescere l’awareness internazionale di H. Moser & Cie., poiché apre le porte del nostro mondo ad un pubblico nuovo, avvicinandolo, poi, alle collezioni più classiche come Endeavour”.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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