A partire dal marzo 2018, Davide Traxler è stato chiamato alla guida di Parmigiani Fleurier e, fin da subito, il manager ha avviato una serie di cambiamenti importanti nel medio-lungo termine.
Sono state diverse le fasi strategico-operative che Parmigiani Fleurier, brand fondato dal maestro Michel Parmigiani nel 1996, ha attraversato. Alla fine del 2017, la Fondation Sandoz, proprietaria della Maison, ha verificato la necessità di apportare correttivi al percorso, sia da un punto di vista produttivo, che distributivo e, in tal senso, ha chiamato a definire e coordinare il new deal, un manager di comprovata professionalità ed esperienza nel settore, come Davide Traxler (proveniente dall’incarico di CEO in Corum). Quegli elementi positivi e virtuosi, costituiti da collezioni ben identificate evolutesi nel tempo e da un impianto manifatturiero di primissimo piano, in sostanza, dovevano “semplicemente” essere razionalizzati ed indirizzati nella giusta direzione, affinché potessero esplicitare appieno le proprie potenzialità. Qui di seguito, illustriamo il lavoro che sta portando avanti Traxler, da lui stesso spiegato, suddividendolo per aree d’azione.
Struttura e distribuzione
Dal punto di vista delle strutture, abbiamo razionalizzato, in particolare, il settore europeo, centralizzando la logistica e il servizio post-vendita assolutamente qualitativo, con una sede primaria a Monaco, in Germania, in cui abbiamo raddoppiato il personale. Commercialmente, abbiamo suddiviso il globo in due aree: sud-est Asiatico e resto del mondo fino al sud-est Asiatico (USA, Europa, Medio-Oriente e India inclusi). L’obiettivo distributivo è quello di creare partnership forti con una cinquantina di retailers al mondo, per arrivare a 150 porte complessive, un numero ottimale per noi. I dettaglianti devono essere dei partner seri, convinti che investono con noi e scommettono sul marchio: in tal senso, porteremo avanti un approccio di nicchia con essi, ascoltandoli, comprendendo le esigenze funzionali alla tipologia della loro clientela e calibrando il rapporto commerciale su di essa. Questo significa che l’approccio marketing/commerciale sarà decisamente ‘locale’, diversamente dal prodotto, la cui proposta sarà sempre più unificata a livello internazionale.
Organizzazione e prodotto
Riguardo, quindi, al prodotto, abbiamo la manifattura, abbiamo credibilità sul mercato, progettiamo, realizziamo ed assembliamo “in casa”. Esistono, allora, tutti i presupposti per rispondere in modo corretto a quanto il mercato ci chiede: un lavoro che stiamo cominciando a fare. L’obiettivo è ridurre il catalogo, al massimo, su 50/60 referenze nel giro di due anni, essendocene allo stato circa 300. In questa operazione di ristrutturazione abbiamo riportato molta attenzione sul reparto ‘Restauro e Pezzi Eccezionali’, un dipartimento che è stato ingrandito a livello di personale e che gestirà un budget a parte per offrire restauri di alto livello ai musei. Una vocazione di Michel questa, che rispetto profondamente, il cui intento è quello di curare e mantenere il patrimonio orologiero elvetico e mondiale.
Le collezioni
Attraverso la promozione dell’attività di restauro, Parmigiani Fleurier porterà in primo piano la linea la cui immagine, più di tutte, è legata alla tradizione orologiera, ossia Toric. Va detto che il fatto di mettere a disposizione il know-how per il restauro dei pezzi antichi, vale anche per l’attualità, dato che il nostro polo manifatturiero non lavora esclusivamente per noi, ma si pone al servizio di tutti i brand che lo desiderano. Ѐ un atteggiamento di generosità e di apertura ne confronti del settore, di grande rilievo, penso, una sorta di casa di vetro. Con la collezione Kalpa, invece, abbiamo intrapreso un percorso un poco più contemporaneo, più audace, introducendo caucciù, titanio, sportività, in sintesi, cercando di offrire un qualcosa di più specifico per un pubblico sporty-elegant. Tonda, last but not least, costituisce il 60% del nostro fatturato ed è la prima collezione per importanza commerciale. La stiamo rinforzando con una declinazione più femminile, aumentando le rifiniture preziose, anche perché il prodotto muliebre ha ormai superato il 50% del turnover”.
Impianto manifatturiero di Parmigiani Fleurier
Ѐ importante, ora, descrivere la struttura manifatturiera cui faceva riferimento poc’anzi Davide Traxler. Lo facciamo ripercorrendo cronologicamente gli step che hanno portato alla sua definizione. Nel 2000, la Fondation de Famille Sandoz , titolare del brand Parmigiani Fleurier, acquisisce Atokalpa, situata ad Alle, nel Giura, specializzata nella costruzione di ruotismi, pignoni e microingranaggi che costituiscono le parti mobili dell’orologio meccanico; dal 2005, Atokalpa produce tutti gli elementi che costituiscono lo scappamento e l’organo di regolazione, vale a dire una ventina di componenti, tra cui la ruota di scappamento, l’ancora, il plateau, il bilanciere e la spirale. La produzione di questi componenti strategici, eleva il polo orologiero al rango di vera e propria manifattura integrata.
Sempre nel 2000, poi, è acquisita, a La Chaux-de-Fonds, l’azienda Les Artisans Boîtiers, in grado di progettare mediante elaborazione informatica in 3 dimensioni (CAD) e di lavorare con macchine a controllo numerico (CNC) anche le casse più complesse: lo stabilimento di produzione si estende oggi su più di 1.260 mq. Nel 2001 è la volta della Elwin, sita a Moutier (nel Giura) ad entrare nell’orbita di Parmigiani Fleurier: l’azienda è specializzata, fin dal 1912, nella tornitura orologiera e, in particolare, degli assi del bilanciere. Fruisce di uno spazio di circa 1.700 mq, che accoglie una cinquantina di macchine per la tornitura, ed opera nel rispetto dei criteri di ecosostenibilità e salvaguardia della salute stabiliti dallo standard svizzero Minergie. Nel 2003, ecco arrivare un pilastro dell’attuale sistema produttivo della Maison, con la nascita della Vaucher Manufacture Fleurier SA, che segna la suddivisione di Parmigiani Mesure et Art du Temps (fondata da Michel Parmigiani nel 1990, quale evoluzione del suo laboratorio di restauro) in due consociate: la manifattura e il brand Parmigiani Fleurier. Le sue attività di produzione orologiera, come sottolineato chiaramente da Traxler, sono così nettamente separate dall’attività di promozione del marchio. La suddetta società, infatti, con sede a Fleurier, è specializzata nei segmenti “Alta Gamma” e “Prestige” e realizza movimenti di elevata qualità. Distribuita su di un’area di 6.700 mq, raggruppa le attività di Ricerca e Sviluppo, di lavorazione – con macchine CNC – di platine, ponti e alcune componenti orologiere, di meccanica, di pre-montaggio, assemblaggio, incassatura, di decorazione di platine e ponti, di finitura a mano di tutte le parti, di galvanoplastica, senza dimenticare la formazione, con un laboratorio dedicato esclusivamente all’apprendimento della professione di orologiaio completo, specializzato nella riparazione.
Nel dicembre del 2005, infine, la verticalizzazione del polo è stata completata dalla società Quadrance et Habillage, a La Chaux-de-Fonds, integrata alla struttura industriale, al fine di acquisire una totale autonomia di produzione. La base dei quadranti, lavorata con macchine a controllo numerico, all’interno di Quadrance et Habillage viene, quindi, sottoposta a lavorazione guilloché e colorata mediante lacca o galvanoplastica: infine, si procede alla preparazione delle indicazioni previste dal modello e alla posa gli indici applicati. Insomma, si tratta di 5 siti che consentono a Parmigiani Fleurier la totale indipendenza da forniture esterne (fatta eccezione per pochissime componenti quali vetri zaffiro, lancette e molla dei bariletti): una vera e propria manifattura.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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