La Maison parigina lavora sulle trasparenze e sul tocco aggressivo del rosso, caro a Mademoiselle Coco, abbinando il tutto ai calibri di manifattura 3 e 3.1.
Sono cinque i colori che rendono distintivo il brand Chanel: il bianco, il nero, il beige, l’oro e, ovviamente, il rosso. Proprio quest’ultima cromia caratterizza la recente collezione Haute Horlogerie Red Edition. Come soleva affermare Madame Coco: “Se sei triste o hai il cuore spezzato, truccati, vestiti, aggiungi più rossetto e attacca”. Gabrielle, infatti, amava il potere del rosso quando veniva usato come accento positivo nella propria immagine. Rosso per aumentare la sicurezza, per affermarsi. Rosso come dettaglio per evidenziare la struttura di una giacca, come elemento per accentuare la fodera di una borsa 2.55. Nel 2022, dunque, il rosso diventa la tonalità identificativa degli orologi Chanel. “Come espediente stilistico, l’ho utilizzato su tre creazioni di Alta Orologeria. Mi piace l’audacia di un movimento ‘truccato’ in rosso, la sensualità dell’unione di oro beige e rubini, la ‘personalità’ di un cinturino rosso lucido al polso. L’eleganza del rosso è priva di compromessi“, ha sottolineato Arnaud Chastaingt, Direttore dello “Studio de Création Horlogerie” di Chanel. Chastaingt sta facendo evolvere il messaggio Chanel sia sul terreno del consolidamento tecnico basato su movimenti di manifattura, sia su quello dell’espressività contemporanea in grado di veicolare, con continuità e coerenza, simboli e contenuti di uno stile inimitabile. Un percorso che, negli ultimi tempi, si è indirizzato, in particolare, verso le trasparenze del concept X-Ray.
Una scelta simile assume, dunque, e come accennato, un significato ancor più pregnante se abbinata all’impiego di movimenti in-house, a testimoniare la capacità di esprimere una cifra tecnica di assoluto rilievo e perfettamente armonizzata con la tessitura stilistica dell’orologio Chanel. Stiamo parlando, infatti, di due calibri manuali, il 3 e il 3.1, elaborati presso l’atelier denominato Chanel Watch Creation Studio, all’interno dell’impianto produttivo G&F Châtelain di proprietà della Maison, a La Chaux-de-Fonds, avviato nel 2011, ed entrambi scheletrati sul motivo della circonferenza. Ciò ha permesso su modelli J12 e Boy·Friend di rendere protagonisti la leggerezza, la sospensione degli elementi e il gioco cromatico, il tutto avvolto dalla dinamicità della meccanica, talvolta disarmante nella sua essenziale complessità. Il calibro 3 è il terzo movimento di manifattura, risalente al 2018, dopo il 2 e l’1, rispettivamente adottati nel Camélia Squelette (2017) e nel Monsieur de Chanel (2016). Ha richiesto tre anni, tra ricerca e sviluppo, e misura 23,9 x 26 mm (spessore di 3,8 mm): monta 114 componenti su 21 rubini, ha un bariletto a brida fissa che assicura un’autonomia di 55 ore e un bilanciere ad inerzia variabile che opera a 28.800 alternanze/ora. Inquadrato nelle forme del Boy·Friend, presenta un design architetturale, una serie di ponti circolari, concentrici e allineati in verticale, sul cui intreccio secante, al 6, sono costruiti i piccoli secondi: un insieme ulteriormente valorizzato dalla realizzazione delle ruote dentate del treno del tempo mediante accrescimento galvanico. Si tratta, è chiaro, di un orologio da donna, ma è la meccanica a dominare, apparentemente destinata a colpire un pubblico maschile: Chanel, in sintesi, ha trasferito i codici stilistici di un esemplare per uomo, all’interno di uno femminile, in linea con i valori “androgini” della collezione Boy·Friend, dal deciso carattere mascolino, ma per signora, coerentemente con la moda di Mademoiselle Coco. E, quindi, integrato come un continuum nel Boy·Friend Skeleton, inno alla semplicità, ricercata ed elegante, fluttuante tra due vetri zaffiro, il Calibro 3, nei ponti e nella platina in ottone rifiniti ADLC rosso (lucidati a specchio sui bordi smussati), ha espresso al top il suo family feeling distintivo, nella versione X-Ray: cassa e lunetta realizzati in zaffiro e corona che, per non disturbare il trionfo di riflessi luminosi esaltato dall’angolosità e dagli spigoli di carrure e lunetta ottagonali, è in oro beige, “sostenuto” da cinque rubini baguette (~0.15 carati). Il Boy-Friend Skeleton X-Ray Red Edition (37 x 28,6 x 8,4 mm, impermeabile fino a 3 atmosfere) legittima ulteriormente il ruolo di Chanel nel panorama attuale dell’alta orologeria, sottolineandone l’esclusività attraverso la definizione di una serie limitata a 100 esemplari, tutti accompagnati, sul fondello, dall’indicazione “Limited to 100”. Il cinturino in pelle di alligatore goffrata rossa richiama la fodera della borsa 2.55 e prevede una fibbia déployante in oro beige.
La stessa impostazione strutturale e tecnica la troviamo versione Red Edition del Boy·Friend Skeleton, limitata a soli 10 esemplari, in oro beige (carrure, lunetta, corona e fondello fissato da 4 viti), con vetro zaffiro integrato sul retro a visualizzare il fronte posteriore del Calibro 3, sempre vestito di rosso come nella variante X-Ray: la lunetta è rifinita con 38 rubini taglio baguette (~1.96 carati), mentre la corona mantiene i 5 rubini baguette, come per l’X-Ray; la chiusura déployante in oro beige è completata da 23 rubini baguette (~0.89 carati), per un totale di 66 rubini (~3.00 carati).
L’elaborazione creativa sulla tonalità rossa ha investito anche il J12 X-Ray, lanciato in occasione del ventesimo anniversario del J12 nel 2020, con cassa e maglie del bracciale tagliate dal cristallo di zaffiro grezzo. Il J12 X-Ray Red Edition – edizione limitata a 12 pezzi – presenta una silohuette invariata, con la cassa da 38 mm, sulla quale, con il vetro zaffiro si armonizzano una lunetta fissa in oro bianco, incastonata con 46 rubini taglio baguette (~5.80 carati), e una corona – sempre in oro bianco -chiusa a pressione definita da un diamante taglio brillante (~0.16 carati). Questa impattante composizione rappresenta la cornice di un quadrante, sempre in vetro zaffiro, in cui l’immancabile scala centrale della minuteria a chemin de fer è sormontata da un ulteriore tocco prezioso “in red”, attraverso gl’indici applicati, costituiti da altri 12 rubini taglio baguette (0,45 carati), apparentemente sospesi, percorsi da lancette a bastone in oro bianco. Va considerato che le suddette pietre devono incontrare le esigenze, sia del Creative Studio di Chanel, in termini di corretto effetto cromatico, sia dello Stones Department della Casa, riguardo a colore e qualità.
Ricordiamo che lo zaffiro, nella scala di durezza di Mohs, indica 9 (10 è ottenuto dal diamante), che è 1,5 volte più leggero della ceramica e 4 volte più leggero dell’oro bianco. Un’insieme strutturale ed estetico simile consente di ammirare, in azione, il calibro manuale 3.1, derivato dal Calibro 3, sempre progettato e assemblato dalla manifattura G&F Châtelain, e anch’esso pensato per garantire l’assoluta trasparenza. Infatti, platina, ponte del bariletto e del treno del tempo sono in vetro zaffiro, in modo da poter osservare gl’ingaggi e gli ingranaggi tra i diversi ruotismi. Ogni componente ha uno spessore che non supera il millimetro, e l’assemblaggio del movimento richiede tutta la competenza dei maestri orologiai per un’intera settimana. Nello specifico, ci troviamo di fronte ad un meccanismo manuale, scheletrato, da 29,35 mm di diametro, alto 6,77 mm, espressivo dell’essenziale funzione di ore e minuti. Composto da 158 componenti e scorrente su 21 rubini, è dotato di 55 ore di riserva di carica, assicurate da un solo bariletto. Il bilanciere a quattro bracci, oscillante a 28.800 alternanze/ora, presenta una forma non circolare, con quattro concavità ai quarti, due delle quali funzionali alla regolazione inerziale dello stesso. In quanto all’architettura di questo movimento di manifattura, si può apprezzare il perfetto allineamento sull’asse centrale verticale (dal 6 al 12), dal basso verso l’alto, della ruota di scappamento, della ruota dei secondi, della ruota dei minuti (la ruota mediana è leggermente spostata verso sinistra, osservando il meccanismo fronte quadrante) e del bariletto. Last but not least, il J12 X-Ray Red Edition si allaccia al polso mediante un bracciale, come anticipato, con maglie tutte realizzate in vetro zaffiro, operazione molto rara nel panorama dell’haut-de-gamme orologiero, definito da una fibbia déployante in oro bianco incastonata con 34 rubini taglio baguette (~ 1,96 carati): in totale, sono 92 i rubini taglio baguette (~8.40 carati), cui va aggiunto un diamante taglio brillante.
In conclusione, questi orologi esemplificano un potente savoir-faire orologiero e gioielliero, in grado, senza problemi, di accompagnare future esplicitazioni di una creatività chiamata a dimostrare costantemente l’unicità del messaggio Chanel.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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