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Chanel J12, il Libro – “The Eternal Instant”

Chanel J12, il Libro – “The Eternal Instant”

C’era da aspettarselo che Chanel, in occasione del ventennale del suo iconico J12, non si limitasse ad una mera celebrazione di prodotto, ma puntasse a sottolineare la grande valenza storica di un modello che ha scritto una pagina fondamentale, in termini di stile, design e tecnologia, nella storia dell’orologeria. E, allora, ecco un libro, splendidamente illustrativo, su di un indiscusso protagonista del XXI secolo.          

Venti anni sono un lasso di tempo, generalmente, poco consistente per pensare già di “fissarli” e riassumerli in un libro, che sia riferito ad un’esperienza di vita o ad un prodotto: vorrebbe dire, implicitamente, archiviare in una sintesi una storia che ha già percorso il suo tratto più significativo, senza attendere potenziali sviluppi o future evoluzioni. Ci sono, però, delle eccezioni, poiché tutto va relativizzato e, soprattutto, contestualizzato. Infatti, un discorso del genere poteva essere oggettivamente valido nel secolo scorso, o quanto meno fino agli anni ’90 del XX secolo, perché i processi evolutivi, i successi di mercato, la nascita d’icone, la durata delle tendenze avevano dei ritmi più progressivi e lunghi, data una comunicazione che ancora viaggiava sui mezzi più tradizionali. Poi, l’esplosione del web, dei social, degli influencer (non che questi siano fenomeni necessariamente positivi) e quant’altro, ha fatto sì che la velocità di diffusione di qualsiasi informazione crescesse all’ennesima potenza e tutti, ma proprio tutti ci siamo dovuti adeguare, compresi i produttori che hanno dovuto recepire un nuovo modo di fare impresa e, soprattutto, nuove esigenze da soddisfare, con grande tempestività e rapidità. Il ciclo di vita del prodotto, nei tempi descritti nei celebrati libri di marketing di Philip Kotler, si è velocizzato enormemente ed è stato sempre più difficile dettare la tendenza e, poi, mantenere il successo, senza essere fagocitati dall’inesorabile legge del mercato. 

La copertina del libro J12 Chanel “Eternal Instant”, rigorosamente in nero, con incisa la silhouette dell’orologio

Il XXI secolo ha dettato nuove regole e chi non si è adeguato ha pagato dazio. Conseguentemente a tutto ciò, la creazione di un fenomeno ha avuto bisogno di molto meno tempo per trasformarsi in “must have” ed essere investito del connotato di “senza tempo”, uscendo fuori dal coro per proseguire il suo viaggio in splendida solitudine. Perché questo si verificasse, evidentemente c’era bisogno di un’intuizione, di uno spunto magico, di un’idea figlia di una visione.  Nell’universo orologiero, un esempio assoluto in tal senso, è costituito dal J12 di Chanel, nato nel 2000 e, per quanto espresso poc’anzi, perfettamente meritevole di un libro celebrativo, nel ventennale del lancio. Una pubblicazione dalla copertina, incisa con la silhouette dell’orologio, rigorosamente nera, quel colore relativamente al quale Madame Coco disse: “Ho detto che il nero ha tutto. Anche il bianco. La loro bellezza è assoluta. È la perfetta armonia”.  Una filosofia pienamente accolta dal compianto e storico direttore creativo della Maison, Jacques Helleu, il cui intento era, per l’appunto, la definizione di un “oggetto”, all’alba di un nuovo secolo, che non avrebbe mai dovuto tramontare, un evergreen, insomma. Come molto ben evidenziato nel testo introduttivo del libro, assolutamente costruito su immagini e sulla straordinaria potenzialità espressiva ed eclettismo del J12, da Nicholas Foulkes, stimato collezionista ed esperto del settore, l’oggetto a cui stava pensando Helleu, fin dal 1994, era “un orologio su di un bracciale articolato, mascolino e sportivo, eppure elegante, e più ci pensava, più diveniva chiaro che si trattava di un modello da polso che ancora non esisteva. Un orologio, eseguito nel nero lucido dalla profondità dell’ossidiana e dalla durezza adamantina, che sarebbe divenuto noto con il nome di J12”. Helleu stesso affermò che “nel 1994 i mezzi tecnici per realizzare un orologio, come lo volevo io, non esistevano. Nessuno era capace di darmi il nero lucente e resistete di cui avevo bisogno”.  

Dal libro J12 Chanel “Eternal Instant”. A sinistra, Jake Davies indossa il J12 Cronograph in ceramica nera e acciaio; Claudia Schiffer e Jake Davies sono stati fotografati per la campagna Primavera-Estate del 2008 (Collezione Ready-to-Wear) – © Chanel/Photograph Karl Lagerfeld/2008. A destra, J12 Calibre 12.1, in ceramica nera e acciaio – © Chanel/Photograph Guido Mocafico/2019.
Dal libro J12 Chanel “Eternal Instant”. J12 Calibre 12.1 in ceramica nera e acciaio – © Chanel/2019. Il calibro 12.1, meccanico automatico, con particolare massa oscillante circolare svuotata al centro. Le altre caratteristiche: 28 rubini, ponte passante sul bilanciere a regolazione inerziale, 70 ore di autonomia, datario istantaneo, certificazione Cronometrica del C.O.S.C..

Helleu, come dice Foulkes, immagine vivente del leggendario mix & match bianco/nero di Chanel, dati i suoi folti capelli bianchi e la sua immancabile dolcevita nera, venuto a mancare nel 2007, “aveva la mente di un ingegnere, l’anima di un artista e il gusto di un esteta nato”. In sostanza, il J12 poteva albergare solo nella sua testa. Peraltro, Helleu, era figlio d’arte, in quanto il padre Jean fu direttore artistico di Chanel e lui, entrò a lavorare per la Casa parigina, nel 1956, a soli 18 anni. Dunque, il J12 può ritenersi un distillato di decenni d’immersione nel mondo Chanel e il piccolo miracolo che ha realizzato Helleu è stato quello, oltre che di elevare a materiale top per l’orologeria, la ceramica, anche di superare il pregiudizio della non necessità, per Chanel, di affrontare il mercato dell’orologeria maschile (nel 1987, infatti, venne lanciata la collezione Première per signora). Per poi farlo proprio e sovvertirlo su canoni femminili e, ancora, tornando all’assunto iniziale, far dialogare virtuosamente il nero del J12 (presentato nel 2000) con il bianco, proposto a partire dal 2003. Numerose le varianti effettuate, tra cui il cronografo, fino a quando, nel 2019, il direttore creativo della Maison, Arnaud Chastaingt (lo è dal 2013), dopo uno sviluppo durato quattro anni, ha messo mano al capolavoro di Helleu, un vero e proprio atto di coraggio. Il designer ha scelto di seguire il suggerimento di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, ossia cambiare tutto perché non cambi niente. Ha modificato, quindi, il 70% dei componenti rispetto al design originale, sublimando, così, la grandezza e l’assoluta attualità dell’idea originale del J12. Ecco, nel libro, tutto questo, come accennato, è ottimamente illustrato con immagini di grande impatto visivo, quali, tra l’altro, quella in cui Helleu posiziona sui binari un modellino della locomotiva di Raymond Loewy (dal quale trasse ispirazione per il design del J12), oppure la versione bianca immersa nel ghiaccio (compreso quadrante e lancette), dei scatti d’epoca di Madame Coco, creatività che giocano magicamente con il black & white, composizioni creative d’effetto (l’obiettivo della macchina fotografica costituito dalla variante gioiello con tourbillon ne è un esempio), fino ad arrivare al J12 Paradoxe e al calibro di manifattura, il 12.1 certificato Cronometro, che equipaggia l’ultima versione, con la massa oscillante in tungsteno.            

Il libro sul J12 di Chanel, intitolato “Eternal Instant”, sarà nelle migliori librerie in Europa, Stati Uniti e Cina, a partire dal mese di gennaio 2021, al prezzo di 80 euro. Il tempo del J12 si proietta con slancio nel prossimo ventennio.

Dal libro J12 Chanel “Eternal Instant”. A sinistra, Bella Nong indossa il  J12 Calibre 12.1 in ceramica bianca e acciaio – Cittá Bella Taiwan, luglio 2019 – © Photograph Chou Mo. A destra, Adut Akech indossa il  J12 Calibre 12.1 in ceramica bianca e acciaio – Chaos SixtyNine, The Chanel Issue, luglio 2020 – Courtesy Chaos SixtyNine magazine – ©Photograph Luigi and Iango.



Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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