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Chanel, J12 Calibre 12.2 da 33 mm, l’ultima evoluz...

Chanel, J12 Calibre 12.2 da 33 mm, l’ultima evoluzione di un’icona

Dopo l’introduzione, nel 2019, del J12 da 38 mm, equipaggiato con il calibro 12.1 di manifattura, Chanel e Arnaud Chastaingt, Direttore del Watch Creation Studio della Maison parigina, hanno deciso di far compiere all’iconica collezione, fresca di ventennale, un’ulteriore step ahead, adattando sulla misura da 33 mm, il nuovo meccanismo di manifattura, calibro 12.2. Una scelta che arricchisce di ulteriore qualità e pregio il polso femminile.      

L’istinto creativo visionario di Jacques Helleu, indimenticato direttore artistico di Chanel, scomparso nel 2007, condusse, all’alba del XXI secolo, ad una significativa rivoluzione lungo il percorso storico dell’orologio da polso, chiamata semplicemente J12. Il segnatempo, infatti, incontrastato regno, fino ad allora, dell’oro e dell’acciaio, si riscoprì moderno e proiettato verso il futuro, vestito di ceramica nera, scintillante e intensa, altamente resistente (7 volte più duro dell’acciaio), persino in perfetta armonia fisica con il polso, adattandosi naturalmente alla temperatura del corpo, contrariamente al metallo. E, nel 2003, arrivò la variante bianca, immacolata e opalescente. Helleu, per dar vita al J12, s’ispirò ai due mondi che più amava, ossia le auto e la vela. E se per la parte estetica lo spunto arrivò dal tratto e dalla cromia nera e lucida di una locomotiva di Raymond Loewy (statunitense di origini francesi, nome di assoluto richiamo nel design industriale, negli anni ’30), riguardo al nome è indiscutibile la matrice velistica. Infatti, la J-Class fu una categoria con la quale furono classificati i grandi yacht da regata realizzati tra il 1930 e il 1937; riservati ad un’élite facoltosa ed appassionata, tali velieri, lunghi al galleggiamento dai 23 ai 26,5 metri, furono utilizzati per competere nelle tre regate della Coppa America nel 1930, 1934 e 1937.  Nel dopoguerra si preferì ricorrere ai 12 metri e le barche della Classe J furono in buona parte demolite. Solo a partire dagli anni ’80 la ricostruzione di yacht storici e leggendari come il Velsheda e l’Endeavour ha portato alla rinascita di questa tipologia d’imbarcazioni e alla fondazione, nel 2000 – contestualmente al lancio del J12 – della J-Class Association. Ecco, quindi che quel “J” legato alla durata del giro di quadrante, voleva far riferimento ad un qualcosa di pionieristico e leggendario, allo starting point di un nuovo corso, ad un benchmark fondamentale per l’orologeria del futuro. 

Arnaud Chastaingt, Direttore del Watch Creation Studio di Chanel.

Insomma un totem stilistico sul quale, nel 2019, Arnaud Chastaingt, Direttore del Watch Creation Studio dal 2013, con coscienza, rispetto, coraggio e attenzione ad una contemporaneità in divenire, ha voluto mettere mano, dopo un quadriennio di studio ed elaborazione. La cassa da 38 mm è stata rivisitata, modificando il 70% dei componenti, rispetto al design originale, cambiamenti delicatissimi, ma necessari per accogliere il nuovo movimento automatico di manifattura, calibro 12.1. Si tratta, in sintesi, di un tratto più arrotondato e morbido nella vista di profilo, in un contesto monoblocco – fondello in ceramica e non in acciaio con oblò in vetro zaffiro -, di una lunetta girevole unidirezionale più sottile e con un maggior numero di scanalature (passate da 30 a 40), di una corona a vite con cabochon in ceramica più incassata, a definire  una revisione proporzionale tale da ottenere una maggiore apertura del quadrante. Il tutto, evidentemente, mantenendo l’impermeabilità fino a 20 atmosfere. Riguardo al quadrante, Chastaingt è intervenuto sul carattere tipografico dei numeri arabi, anch’essi in ceramica, sulle lancette – della medesima larghezza -, ha previsto segmenti pieni nella minuteria centrale a chemin-de-fer, ha contenuto lo spessore della scala sessagesimale, portandola sul rehaut, così come la scritta “Swiss Made”, rendendola più visibile. Anche la luminescenza sulle lancette è stata migliorata (materiale nero, nella versione della stessa cromia), lavorando per esaltare il contrasto positivo/negativo e, sul bracciale i primi raccordi sono più lunghi ed incurvati rispetto alla versione originale. 

J12, solotempo automatico, da 33 mm, in ceramica nera. Realizzato con le stesse soluzioni estetico-grafiche, definite dal Direttore dello Studio Creativo di Orologeria, Arnaud Chastaingt, nel 2019, per la versione da 38 mm: l’impermeabilità fino a 20 atmosfere rimane immutata, mentre è stato eliminato il datario. Cambia, evidentemente il movimento automatico (di manifattura, sviluppato in esclusiva da Kenissi), il calibro 12.2, miniaturizzazione del 12.1, nel quale, comunque, tutte le componenti sono state ridotte, ridisegnate e riposizionate, mantenendo la medesima architettura.

J12, solotempo automatico, Calibre 12.2 da 33 mm, nella versione in ceramica bianca. 

Come accennato, il calibro automatico 12.1, messo a punto dalla manifattura indipendente Kenissi (della quale Chanel detiene una partecipazione azionaria del 20%), situata a Le Locle, è un’evoluzione notevole rispetto al precedente ETA: 191 componenti, 28.800 alternanze/ora, 28 rubini, bariletto a brida slittante, 70 ore di autonomia di marcia, dispositivo stop-seconds, datario istantaneo, certificazione Cronometrica del C.O.S.C.. Il bilanciere è a regolazione inerziale e fruisce di ponte passante (abbinato ad un ponte a 3/4 a garanzia di un’eccellente solidità strutturale), mentre ancora e ruota di scappamento sono in nichel-fosforo (ad incrementare l’effetto anti-magnetico unitamente a quello della ceramica); la massa oscillante in tungsteno ruota su cuscinetti a sfere e presenta l’elemento centrale scheletrato a forma di cerchio, un chiaro riferimento grafico dell’orologeria di Chanel. 

Partendo dalla base 38 mm con calibro 12.1, Chastaingt ha allungato lo sguardo verso l’universo femminile, ça va sans dire, carissimo a Chanel, specificamente sulle varianti da 33 mm del J12, bestseller della Maison sul fronte muliebre, declinate fino ad oggi, solamente con movimento al quarzo. E lo ha fatto pensando a cosa avrebbe potuto progettare per rendere ancor più distintivo, caratterizzato e attraente un prodotto già vincente. La soluzione, dato che il vestito, in bianco e nero, era già stato definito e rispecchiava il restyling illustrato per il 38 mm, non poteva che trovarsi in un nuovo motore, questa volta meccanico. 

J12 Baguette Diamond Bezel, da 33 mm, in ceramica bianca e oro bianco, fondo a vista e lunetta fissa in oro bianco incastonata  con 46 diamanti taglio baguette; il quadrante, laccato banco, in luogo degli indici incastona altri 12 diamanti taglio baguette, mentre la corona in oro bianco – non serrata a vite – è rifinita con un diamante taglio brillante. Il bracciale è in ceramica bianca. Complessivamente vi sono 58 diamanti taglio baguette (~3.80 carati) e un diamante taglio brillante (~0.10 carati). Calibro automatico di manifattura, 12.2, rifinito NAC su ponti, platina e rotore. Impermeabilità fino a 5 atmosfere.

Il calibro di manifattura 12.2, certificato Cronometro, nella versione rifinita NAC, adattata sul J12 Baguette Diamond Bezel e sul J12 Baguette Diamond Star. Il movimento, molto compatto, miniaturizzazione del calibro 12.1, presenta un bilanciere a regolazione inerziale con ponte passante, ancora e scappamento in nichel-fosforo, bariletto a brida slittante e una riserva di carica di 50 ore. La massa oscillante in tungsteno, ruotante su cuscinetti a sfere, si connota per il motivo circolare centrale, un segno grafico dell’orologeria di Chanel. Le altre caratteristiche di base sono: 174 componenti, 26 rubini, 28.800 alternanze/ora.

La base di partenza è stata, naturalmente, il suesposto calibro automatico 12.1, sul quale è stato effettuato un complesso lavoro di miniaturizzazione, mantenendone, l’impianto e l’architettura di base. Il risultato è stato il calibro automatico 12.2, sempre sviluppato da Kenissi, che può ritenersi, a tutti gli effetti, non un meccanismo derivato, ma un vero e proprio nuovo calibro, in quanto ogni componente dello stesso è stata ridotta, ridisegnata e riposizionata sulla platina (le parti, da 191 sono divenute 174 e, i rubini, da 28 a 26); le caratteristiche tecniche illustrate per il 12.1, riguardanti bilanciere – con ponte passante- , frequenza, bariletto, massa oscillante, ponti/platina in ottone rodiato e certificazione cronometrica C.O.S.C. permangono, mentre la riserva di carica passa da 70 a 50 ore e non è stato contemplato il datario. Oltre alle tradizionali varianti in bianco e nero da 33 mm (ovviamente con vetro zaffiro integrato al fondello per far osservare il fronte posteriore del calibro 12.2), Chanel ha previsto, nella stessa misura, due versioni preziose, sempre animate dal calibro automatico 12.2: il J12 Baguette Diamond Bezel e il J12 Baguette Diamond Star. La prima, declinata anche da 38 mm (calibro 12.1), prevede una cassa in ceramica bianca e oro bianco, fondo a vista e lunetta fissa in oro bianco incastonata  con 46 diamanti taglio baguette; il quadrante, laccato banco, in luogo degli indici incastona altri 12 diamanti taglio baguette, mentre la corona in oro bianco – non serrata a vite – è rifinita con un diamante taglio brillante. Il bracciale in ceramica si chiude sul polso mediante una boucle déployante in oro bianco. Due dettagli qualificano ulteriormente questa realizzazione, ossia l’incastonatura delle pietre preziose mediante la tecnica della martellatura (sul metallo vengono creati gli spazi per l’applicazione delle pietre con appositi macchinari e, dopo aver posizionato le gemme, a mano, l’artigiano martella il materiale contro le piede e leviga poi l’insieme, in modo tale da configurare una fusione fra diamanti ed oro bianco), e la finitura NAC del movimento, vale a dire un bagno galvanico scuro che si applica a ponti, platina e rotore. Il J12 Baguette Diamond Star da 33 mm, è un vero e proprio modello d’Alta Gioielleria, edizione limitata a 12 esemplari, in oro bianco, completamente ricoperto di diamanti taglio baguette:  cassa, 73; lunetta fissa, 46; quadrante, 168, incastonati a creare un’estetica soleil; bracciale, 566. La corona, sempre in oro bianco e non avvitata reca un diamante taglio brillante, mentre lato fondello, il movimento a vista trattato NAC è impreziosito, sulla massa oscillante, con altri 52 diamanti taglio baguette.    

La modella indossa il J12 Baguette Diamond Star, femminilità al top.

J12 Baguette Diamond Star, da 33 mm, in oro bianco, fondo a vista, totalmente ricoperto di diamanti taglio baguette:  cassa, 73; lunetta fissa, 46; quadrante, 168, incastonati a creare un’estetica soleil; bracciale, 566. La corona, sempre in oro bianco e non avvitata reca un diamante taglio brillante. Calibro automatico di manifattura, 12.2, rifinito NAC su ponti, platina e rotore e con 52 diamanti taglio baguette sulla massa oscillante. Complessivamente vi sono 905 diamanti taglio baguette (~35.57 carati) e un diamante taglio brillante (~0.10 carati). Impermeabilità fino a 5 atmosfere. Edizione limitata a 12 esemplari.

Chanel, dunque, con il 33 mm meccanico automatico di manifattura, ha ulteriormente incrementato la potenza di fuoco del J12, il classico brand nel brand, nell’ambito dell’offerta orologiera della Maison, disponendo ora di una validissima alternativa meccanica al 38 mm, per tutte quelle donne che vogliono esaltare la propria femminilità, senza confondersi in contesti unisex, non distintivi. D’altronde, le dimensioni squisitamente muliebri stanno tornando prepotentemente alla ribalta e Chanel che, come sopra evidenziato, già disponeva del 33 mm in collezione, ma solo al quarzo, ha voluto premere l’acceleratore sul concept haut-de-gamme dell’orologio, a prescindere dalle sue dimensioni, lanciando un chiaro messaggio al mercato.

            


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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