Bulgari, Octo Finissimo Ultra COSC 

Due anni fa è avvenuto il lancio del Bulgari Octo Finissimo Ultra 10th Anniversary. Stimolata dal lavoro sull’ultrapiatto estremo da parte di competitor accreditati su questa complicazione, la Casa romana, ha reingegnerizzato tutte le componenti dell’Ultra e la loro architettura, limando quel decimo di millimetro che le ha consentito di fissare lo spessore complessivo in 1,7 mm, record del mondo assoluto. Non soddisfatta ha aggiunto anche la certificazione COSC: a sottolineare che non si tratta di un’esercitazione, ma di un orologio vero e proprio.   

La storia dell’orologeria è caratterizzata da momenti ai quali destinare dei capitoli a sé stanti, per approfondire, capire, ragionare sull’esistenza o meno di limiti sulle possibilità della tecnologia dei materiali e sull’efficienza cinematica della meccanica, o sull’abbinamento di quante più complicazioni possibile in un unico segnatempo. Quest’ultimo caso, ha visto, quest’anno, la straordinaria performance del “Les Cabinotiers – The Berkley Grand Complication” di Vacheron Constantin, capace di 63 complicazioni e in grado d’ingabbiare in un algoritmo le date irregolari del capodanno cinese, impresa tale, oltre alle altre soluzioni suddivise su quattro platine sovrapposte, di qualificarlo come orologio più complicato del mondo. Riguardo, invece, ai confini reali dell’espressività ultrapiatta, vi è un attore dell’alta orologeria, Bulgari, che ne ha fatto una missione, tanto da accumulare, suddivisi su diverse tipologie di segnatempo, dai tre sfere ai complicati, ben otto record del mondo. Impressionanti e degni di nota ognuno, ben inteso, ma di fronte al nono, ottenuto quest’anno, è doveroso anteporre alla parola record non un articolo indeterminativo, ma pienamente determinativo: il record, per l’appunto. Esso esula da qualsivoglia immaginazione, proiettandoci su sceneggiature fantascientifiche e sfidando la consistenza atomica della materia e introducendo, dopo il plasma, un quinto o, addirittura un sesto stato di aggregazione. La Casa romana ha individuato, a partire dal 2014, il terreno sul quale esercitare il suo know-how manifatturiero in una misura tale da risultare eccellenza assoluta a livello mondiale, non accontentandosi di essersi guadagnata, comunque, in poco meno di 50 anni di “presenza”, un meritato posto nell’élite dell’orologeria, lei, leader mondiale della gioielleria, accanto a blasonate ed ultracentenarie Maison. A consentirle un simile ambizioso progetto, la geniale composizione strutturale della cassa Octo, ispirata dai lacunari ottagonali delle volte a botte della Basilica di Massenzio d’inizio IV secolo, a Roma, e trasferita sulle misure estreme della versione Finissimo. Il CEO, Jean-Christophe Babin, sottolinea, a tal proposito: “L’espressione ultima della geometria è uno dei linguaggi più universali del mondo, un linguaggio che può essere compreso da tutti e che Octo vuole veicolare.”  

La saga dell’Octo Finissimo, con i suoi otto record del mondo, prima dell’Ultra Finissimo COSC: Tourbillon Manuale (5 mm) – 2014; Minute Repeater (6,85 mm), calibro manuale – 2016; Automatico (5,15 mm) – 2017; Tourbillon Automatico (3,95 mm) – 2018; Chronograph GMT Automatico (6,9 mm) – 2019; Tourbillon Chronograph Skeleton Automatic (7,4 mm) – 2020; Perpetual Calendar (5,8 mm) – 2021; Octo Finissimo Ultra “10th Anniversary” (1,8 mm) – 2022.

Octo Finissimo Ultra COSC, in titanio (anse, lunetta, carrure), da 40 mm, spessore di 1,7 mm, platina/fondello in carburo di tungsteno; ruota corona (bariletto) in acciaio sabbiato. Contatori delle ore e dei minuti in ottone sabbiato con rivestimento PVD grigio, lancette in ottone lucido con rivestimento in rodio e indici bianchi, disco dei secondi in acciaio satinato con indicatore a freccia nero. Calibro manuale di manifattura, BVL 180, dallo spessore di 1,5 mm: bilanciere a regolazione inerziale oscillante a 28.800 alternanze/ora, riserva di carica di 50 ore, certificazione Cronometro del COSC. Bracciale in titanio sabbiato con fibbia pieghevole completamente integrata, dello spessore di 1.50 mm. Edizione limitata a 20 esemplari.

L’orologeria ordinaria, di per sé, richiede una notevole padronanza della miniaturizzazione, conseguentemente, quella ultrasottile aumenta la sfida in modo esponenziale. Le distanze tra i componenti sono infinitesimali e, per produrre un orologio ragionevolmente affidabile e preciso, è richiesto un livello così alto di abilità specialistiche e conoscenze ingegneristiche, tali da qualificare il meccanismo ultrapiatto, come una complicazione a sé stante. Vediamo, dunque, i primi otto Octo Finissimo titolari di record, degni comprimari dell’ultimo capolavoro: Tourbillon Manuale (5 mm), calibro BVL 268 (1,95 mm) – 2014; Minute Repeater (6,85 mm), calibro manuale BVL 362 (3,12 mm) – 2016; Automatico (5,15 mm), calibro BVL 138 (2,23 mm) – 2017; Tourbillon Automatico (3,95 mm), calibro BVL 288 (1,95 mm) – 2018; Chronograph GMT Automatico (6,9 mm), calibro BVL 318 (3,3 mm) – 2019; Tourbillon Chronograph Skeleton Automatic (7,4 mm), calibro BVL 388 (3,5 mm) – 2020; Perpetual Calendar (5,8 mm), calibro BVL 305 (2,75 mm) – 2021; Octo Finissimo Ultra (1,8 mm), calibro BVL 180 (1,5 mm) – 2022. Tutte le misure indicate riguardano lo spessore, di cassa e movimento. Come anticipato, l’ultima creazione, l’Octo Finissimo Ultra, puro ore e minuti, ha costituito il chiaro indizio dell’intento della Casa romana di scandagliare i limiti della fisica, al fine d’individuare l’altezza più ridotta adattabile ad un segnatempo meccanico. Non soddisfatti, in collaborazione con Concepto, azienda di La Chaux-de-Fonds, specializzata nella produzione di movimenti complessi, i team R&D e Design della Casa romana, hanno cercato di ottenere ancora di più, mantenendo lo stesso calibro BVL 180, lavorando sulla struttura ed aggiungendo il plus della certificazione cronometrica COSC: con buona pace di coloro che ritengono impossibile il corretto funzionamento di un meccanismo orologiero in uno spessore così contenuto. 

Impressionante la vista di profilo, 1,7 mm di spessore, con le anse comunque sfaccettate e scalinate. 

Il fondello dell’Ultra Finissimo COSC in carburo di tungsteno DLC antracite, con ruote di carica (a destra, in basso) e d’impostazione dell’ora in acciaio satinato. In basso a sinistra si può vedere il Datamatrix miniaturizzato, in grado di fornire tutti i dati relativi all’orologio.

Custodia dell’Octo Finissimo Ultra COSC. Una volta riposto l’orologio all’interno del “contenitore”, dotato di display digitale e dopo aver impostato l’ora desiderata, tramite un semplice pulsante si avvia il ciclo di regolazione: in pochi secondi l’orologio sarà regolato e caricato con precisione.

Il risultato, e nono record mondiale ottenuto, come accennato, nel decennale dall’inizio del viaggio di Bulgari nell’universo extrapiatto del segnatempo, è stato quello di limare di un ulteriore decimo di millimetro lo spessore della cassa, portandolo a 1,7 mm (conseguentemente, l’orologio è divenuto anche il più sottile Cronometro certificato mai realizzato). Ci torna in mente il mantra sanscrito di Fabrizio Buonamassa Stigliani, Direttore del Watch Design Center del brand: “Se mi si spiega oggettivamente e con opportune argomentazioni che una cosa è impossibile, mi fermo. In caso contrario, vado avanti”. Così, sulla scia del pensiero del filosofo presocratico Eraclito – “Bisogna volere l’impossibile, perché l’impossibile accada” -, lo scorso 9 aprile, la nona “meraviglia” ultrapiatta di Bulgari, ossia l’Octo Finissimo Ultra COSC, in edizione limitata a 20 esemplari, è stata svelata. Il calibro manuale BVL 180 – 1,5 mm di altezza, 170 componenti, 21 rubini, bilanciere ad inerzia variabile e con spirale piana (rinunciando a dispositivi di regolazione aggiuntivi e con ponte distribuito su tre bracci scheletrati, per conferire la maggiore stabilità possibile e favorire controllate deformazioni degli stessi in caso di urti, in assenza del sistema antishock) oscillante a 28.800 alternanze/ora (l’intero modulo regolatore è alto 1,13 mm), piccoli secondi diretti, riserva di carica di 50 ore -, i cui componenti sono stati selezionati utilizzando sistemi di misurazione ottica da 1/10 micron, composto sul fondello-platina in carburo di tungsteno DLC antracite, materiale duro e resistente, è stato incastonato in una struttura in titanio sabbiato da 40 mm: tale materiale, dunque, è stato utilizzato per lunetta, carrure, anse e bracciale. Fronte anteriore, i quadranti di ore e minuti PVD grigio e la ruota corona del bariletto, in acciaio e con decoro geometrico, ridisegnano il profilo interno della lunetta, con i piccoli secondi al 6 (disco ruotante con riferimento a freccia nera in basso), massimizzando la funzionalità della superficie a disposizione: si configura un’impostazione tipo regolatore per evitare la sovrapposizione delle sfere. Va sottolineato, inoltre, che per ottenere la riserva di carica indicata, il diametro del bariletto ha dovuto essere sovradimensionato, mantenendo lo spessore limitatissimo della molla, e l’albero non ruota, come classicamente, in un incavo della platina, ma il suo perno viene fatto scorrere su una tacca a forma di U fissata sulla platina stessa, mentre tre rulli guidano la rotazione. Lato fondello, ecco i due ruotismi laterali piani per regolazione e ricarica, in acciaio satinato, da gestire delicatamente con il polpastrello: un meccanismo differenziale è stato adottato, nel caso del ruotismo dedicato alla regolazione oraria, in modo da non “disturbare” il lavoro del treno del tempo. 

Confronto tra due record del mondo: quello relativo al Finissimo Automatic del 2017 (5,5 mm di spessore) e quello del Finissimo Ultra COSC, 1,7 mm. Vi è una differenza di 3,8 mm, un’enormità. 

Ruota corona del bariletto in acciaio sabbiato con incisa la scritta relativa all’edizione limitata e un decoro geometrico.

Tamburo del bariletto, contenente la molla ultrasottile in grado di garantire una riserva di carica di 50 ore.

Proprio su questo fronte riscontriamo un’ulteriore variazione rispetto all’Octo Finissimo Ultra “10th Anniversary” del 2022, ancora disponibile su ordinazione speciale, che ha aperto l’universo dell’alta orologeria contemporanea a nuovi mondi interconnessi: il codice QR presente sulla ruota corona del bariletto si è ora trasformato in un Datamatrix miniaturizzato sul fondello, in grado di fornire tutti i dati relativi all’orologio, invitando ad un viaggio personale nell’universo Bulgari. Per limare l’ulteriore decimo di millimetro, dunque, designer ed ingegneri hanno lavorato specificamente sull’ottimizzazione del vetro zaffiro ultrapiatto (spessore di 0,3 mm): questo è incollato alla lunetta e  poggia su due cuscinetti in silicone posti su viti, visibili alla periferia del bariletto a ore 3 e ore 6 circa, per preservare tutte le funzioni in caso di urto. Questo miracolo cronometrico d’ingegno meccanico è completato da bracciale con fibbia da 1,5 mm di spessore. Ovviamente, un orologio così unico e particolare, ha meritato una custodia altrettanto straordinaria, finalizzata ad ottimizzare ulteriormente la “prestazione” dell’Octo Finissimo Ultra COSC. Infatti, a chi non volesse utilizzare i metodi tradizionali, viene offerta la possibilità di riporre il proprio orologio in un “contenitore” dotato di display digitale e, dopo aver impostato l’ora desiderata, tramite un semplice pulsante si avvia il ciclo di regolazione: in pochi secondi l’orologio sarà regolato e caricato con precisione. Conclude Jean-Christophe Babin: “Ciò che ci rende così orgogliosi dell’Octo Finissimo Ultra COSC non è solo il fatto che rappresenti un trionfo sui vincoli della fisica, ma lo spirito e la profondità dell’ingegno meccanico alla base della sua creazione, che incarnano perfettamente l’etica della nostra Maison. Aprire nuove strade, pensare in modo diverso cercando di ottenere maggiore affidabilità, prestazioni ed eleganza: questo è ciò che ci proietta costantemente in avanti.” I vincoli della fisica, in effetti, sembravano aver offerto l’ultima possibilità all’uomo nel RM UP-01 di Richard Mille, la cui altezza non superava  1,75 mm, una prodezza, ma Bulgari pur mantenendo la base tecnica del Finissimo Ultra, ha voluto, reingegnerizzando l’intero orologio e reimmaginando ogni singola componente e la sua architettura, raccogliere la sfida: risultato, otto brevetti e non meno di una settimana per l’assemblaggio completo. Le tolleranze sono spinte al millesimo di millimetro e, chissà, in futuro, questo forse non sarà più sufficiente. Il prezzo, in questo caso, pari a 600.000 euro, è una variabile poco significativa, perché mero parametro numerico di un impegno titanico contro le leggi della fisica applicate ai materiali, assimilabile ad una carezza del tempo.

Organo regolatore con scappamento, dallo spessore di soli 1,13 mm. Si possono osservare il bilanciere ad inerzia variabile e con spirale piana e il ponte distribuito su tre bracci scheletrati, a conferire la maggiore stabilità possibile e favorire controllate deformazioni degli stessi in caso di urti, in assenza del sistema antishock. Sullo sfondo si può notare la tacca a forma di “U” fissata sulla platina, con tre rulli che guidano la rotazione del pivot dell’albero del bariletto.

Ponte relativo al differenziale legato alla regolazione di ore e minuti.

Interno della platina in carburo di tungsteno DLC antracite e, sullo sfondo, lunetta che incornicia il vetro zaffiro dallo spessore di 0,3 mm.


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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