Il primo omaggio di Breguet per i 250 anni dalla fondazione da parte di Abraham-Louis è stato sorprendente e, nel contempo, graditissimo, considerata la sua particolarità. Il Souscription monolancetta da polso, infatti, è un orologio che solo questa straordinaria Maison può permettersi, sulla base dell’intuizione tecnica del Maestro di Neuchâtel, risalente al 1797: assolutamente unicito nel panorama dell’”haut-de-gamme” del segnatempo.
Un certo H. Reymond, il 6 ottobre del 1809, ebbe a scrivere sul “Journal des arts, des sciences, de littérature et de politique”: “Non si può parlare di orologeria senza parlare , allo stesso tempo, di Breguet. Questo artista ha portato i limiti dell’arte orologiera a tal punto che non è più possibile superarlo”. Insomma, senza troppi giri di parole, Abraham-Louis Breguet, sintetizza l’orologeria moderna, o meglio, è il trait d’union tra l’indicazione del tempo episodica ed eventuale, quasi non necessaria, e quella di un tempo ricercato, puntuale e squisitamente personale. Quest’anno ricorrono i 250 anni da quando Abraham-Louis, appena ventottenne, nel 1775, a Parigi (lui, nativo di Neuchâtel), appena sposato, si trasferì nell’Île de la Cité, e precisamente – un nome, un destino – in Quai de l’Horloge, al numero 39, avviando, senza nemmeno il titolo di “Maestro Orologiaio” (lo otterrà nel 1784), la sua attività professionale. L’occasione del lancio celebrativo, da parte della Maison, del Classique Souscription 2025, ci offre lo spunto per raccontare una bellissima storia, una delle tante scritte da questa mente illuminata. Rientrato a Parigi nel maggio del 1795, dopo l’esilio in Svizzera, accusato di conservatorismo dai vertici della Rivoluzione, Breguet, riprese l’attività e, tra i moltissimi progetti, lanciò, nel 1796, un prodotto decisamente inedito, un orologio di una semplicità assoluta, denominandolo “souscription”: robusto, affidabile e poco costoso, indicava il tempo con una sola lancetta. Fu lui stesso a descriverlo in un opuscolo promozionale, stampato nel 1797: “Il prezzo degli orologi sarà di 600 franchi; un quarto della somma sarà pagato all’atto della sottoscrizione. La costruzione non subirà alcun ritardo e la consegna rispetterà l’ordine di sottoscrizione”. Breguet, da tempo aveva in mente la realizzazione di orologi semplici: ad esempio, un esemplare ad una sola lancetta (n. 188), nel 1792, era stato venduto a Monsieur de Tayllerand, seguito da altri tre segnatempo similari. Il termine “souscription” comparve, per la prima volta, nei registri, a proposito dell’orologio n. 96, iniziato nel 1794 e venduto a Monsieur Coquille nel 1796. Il vero e proprio lancio del prodotto avvenne nel 1798, ben sostenuto dal suindicato stampato promozionale.

Classique Souscription 2025, in oro Breguet da 40 mm (10,8 mm di spessore), vetro zaffiro con doppio trattamento antiriflesso, corona oignon, carrure satinata, fondello a vista rifinito guilloché “Quai de l’Horloge”. Impermeabilità fino a 3 atmosfere. Quadrante bianco in smalto Grand Feu, numeri e minuteria in smalto nero Petit Feu, lancetta Breguet in acciaio azzurrato alla fiamma, sagomata e incurvata; firma segreta incisa con pantografo a punta di diamante. Movimento manuale di manifattura, calibro VS00, 4 giorni d’autonomia. Cinturino in alligatore a squame grandi di colore blu navy, fibbia ad ardiglione in oro Breguet.

Calibro manuale di manifattura VS00, da 16’’’ (spessore di 5,96 mm): 144 parti, 21 rubini, 12 viti in acciaio azzurrato, bilanciere a regolazione inerziale – antiurto Parechute e spirale in Nivachron antimagnetica brevettata con curva Breguet -, 21.600 alternanze/ora, bariletto unico centrale e riserva di carica di 4 giorni. Tipici cinque ponti angolari, ossia bariletto, bilanciere, ruota dei minuti, ruota mediana, ruota dei secondi, disposti simmetricamente, come nei Souscription realizzati da Abraham-Louis Breguet. Ponti e platina sono sabbiati, in ottone dorato: la grande ruota rochet centrale è incisa con le parole del fondatore a spiegare il design del movimento, tratte dalla brochure di presentazione del 1797.
Questo conteneva anche i puntuali dettagli tecnici dell’orologio, caratterizzato dal grande bariletto centrale e dal treno del tempo disposto simmetricamente, ai lati del bariletto stesso, rispetto al bilanciere, al fine di azionare una singola lancetta per la lettura di ore e minuti. Dal design assolutamente sobrio, Breguet ne proseguì la descrizione, annunciando un’autonomia di 36 ore, e sottolineando che i “Souscription” avrebbero avuto un diametro di 25 linee (61 mm). Relativamente all’indicazione a una sola lancetta, ebbe a rassicurare: “La dimensione del quadrante garantisce una distanza sufficiente tra un’ora e l’altra, per delimitare 12 divisioni che la lancetta percorre ogni cinque minuti e che sono disposte in modo tale da consentire una facile stima del tempo al minuto più vicino”. Inoltre, sul quadrante dei “souscription”, Breguet, perseguitato dalle contraffazioni, appose la “firma segreta”, visibile soltanto a luce radente, a certificare l’originalità dei suoi orologi: veniva eseguita grazie ad un pantografo a punta secca, fornitogli dal celebre medaglista, Jean-Pierre Droz. L’orologio “à souscription” si rivelò un successo commerciale e ne furono venduti circa 700 esemplari, principalmente tra il 1798 e il 1805. Osserva Emmanuel Breguet, Responsabile del Patrimonio della Maison: “L’orologio ‘Souscription’ illustra il senso dell’innovazione di A.-L. Breguet, il cui genio si esprimeva tanto nella tecnica orologiera quanto nell’audacia commerciale”. Ecco, quindi che la Maison ha voluto cominciare a celebrare i suoi 250 anni, con un modello, ispirato dai “Souscription”, che esprimesse la purezza assoluta, estetica e tecnica, dell’”orologio”: in tal senso, aggiungiamo che Abraham-Louis, nel “Souscription”, tra l’altro, introdusse una nuova dimensione del rubino per ottimizzare la lubrificazione, nonché la forma definitiva del sistema anti-shock “Parechute”. Sostiene Gregory Kissling, CEO di Breguet: “Con questo modello abbiamo voluto raccontare una storia, la nostra storia. Non avevamo mai presentato un movimento con un’architettura Tradition in un orologio da polso con quadrante pieno. Inoltre, è la prima volta che prendiamo un orologio da tasca e lo adattiamo a un formato da polso, rispettando il più possibile l’architettura del segnatempo originale”.

Incisione delle firma segreta sul quadrante, eseguita con pantografo a punta di diamante.

Gregory Kissling, CEO di Breguet.

Movimento del “Souscription” n. 1287, venduto il 5 agosto 1803. Si può notare la fedeltà del Classique Souscription 2025, nel costruire l’architettura dl movimento, la forma dei ponti e le incisioni sulla platina.
Il nuovo Classique Souscription 2025, da 40 mm (spessore di 10,8 mm), è realizzato in oro Breguet, un’inedita lega sviluppata dalla Casa, composta al 75% da oro, arricchito con argento, rame e palladio, dalla tonalità rosata, brillante e assai stabile del tempo. Alla lunetta lucida bombata, si associa, invece del tradizionale “cannelé” della carrure nella collezione Classique, una finitura satinata, nel rispetto dell’estetica degli originali, mentre le anse sono curvate in funzione ergonomica; il fondello, con vetro zaffiro, è inciso con un nuovo motivo guilloché, chiamato “Quai de l’Horloge”, ispirato dalle “curve” dell’Île de la Cité. L’habillage dell’orologio prosegue sul quadrante bianco – protetto da vetro zaffiro con profilo “chevé”, ossia relativamente piatto e curvato verso i bordi per armonizzarsi al meglio con la cassa -, in smalto Grand Feu, fedele riproduzione dello stile del Maestro; al centro, si trova una sfera Breguet unica nel suo genere, aperta e a punta, in acciaio azzurrato alla fiamma e curvata a mano. Ecco, poi, i numeri arabi Breguet e la scala della minuteria a chemin de fer, effettuati in smalto nero Petit Feu, così come il logo Breguet al 12. L’indicazione dei minuti, avviene seguendo la suindicata “regola” del Maestro, ossia, suddividendo in 12 tacche, identificative dei 5 minuti, il tratto tra un’ora e l’altra: la precisione della lettura è stimata in +/- 2 minuti. A seconda della luce, poi, si scorgono, sopra al 6, le scritte “Souscription”, del numero di serie unico e la firma segreta, eseguite con un pantografo a punta di diamante, assimilabile a quello d’epoca. Infine, ecco lo spettacolo del movimento manuale, il calibro VS00 (16’’’, spessore di 5,96 mm, 144 parti, 21 rubini, 12 viti in acciaio azzurrato), con bilanciere a regolazione inerziale – antiurto Parechute e spirale in Nivachron antimagnetica brevettata -, oscillante a 21.600 alternanze/ora, bariletto unico e riserva di carica di 4 giorni. Impressionante la fedeltà all’architettura originale del movimento “Souscription”, con ponti e platina sabbiati, in ottone dorato: la platina, lievemente inclinata, circonda la grande ruota rochet centrale – incisa con le parole del fondatore a spiegare il design del movimento, tratte dalla brochure del 1797 – ed accoglie i tipici ponti angolari Breguet relativi a bariletto, treno del tempo e bilanciere, rispettando la medesima disposizione simmetrica dell’originale, così come l’incisione della firma stilizzata Breguet e del numero di serie dell’orologio. Quelle parole dicono, in lingua originale: “La disposition du Rouage, l’Echappement, le Regulateur, le Compensateur du chaud et du froid sont si à decouvert et si faciles à suisir que tout observatéur attentif peut juger d’un coup d’oeil sans rien demontér, de l’harmonie du travail et de la sureté des effets”. Tutto, apparentemente, molto semplice e lineare, se non fosse il frutto di una mente superiore…

Assemblaggio di bilanciere/spirale, completo della spirale in Nivachron e del dispositivo antiurto Parechute.

Osservando, di profilo, il Classique Souscription 2025, si può notare la carrure satinata – a concludersi sulle anse incurvate -, la lunetta lucida bombata, il vetro zaffiro dal curvatura chevée e la corona personalizzata. Si tratta, in sintesi, di un Classique molto particolare.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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