Nel 1970, Seiko presentò un concetto di orologio subacqueo che, nel mood della Casa nipponica, non doveva cedere ad alcun compromesso.
L’obiettivo per i designer di Seiko quando, nel 1970, misero mano al progetto di un orologio subacqueo, evoluzione degli esemplari messi a punto nel 1965 e nel 1968 (300 metri e 36.000 alternanze/ora), era quello di garantire i massimi livelli di affidabilità, durevolezza, precisione e leggibilità. Motivo per il quale, studiando una struttura ed una forma che perseguisse la funzionalità e la sicurezza, spostarono la corona al 4, per garantire ad essa una migliore protezione, e alla cassa dettero una forma ampia e fluida. Quel concetto venne mantenuto anche nelle versioni successive, tanto da far guadagnare all’orologio il soprannome di “tartaruga”, a motivo del tratto della cassa assimilabile a quello del carapace di una testuggine: tutto questo, evidentemente, durante la crescente affermazione del modello e delle sue prestazioni. Inizialmente il subacqueo Seiko era testato impermeabile fino a 150 metri e salì agli onori delle cronache per essere stato al polso dell’alpinista ed esploratore giapponese Naomi Uemura nel corso della sua straordinaria spedizione al Polo Nord nel 1978, quando raggiunse l’Alaska dalla Groenlandia con una slitta trainata da un solo Alaskan Malamute: quel viaggio durò 18 mesi e Uemura percorse ben 12.000 chilometri. Quel subacqueo Seiko venne chiamato Prospex, una sorta di brand nel brand e, oggi quella tradizione prosegue con esemplari sempre più aggiornati, soprattutto sotto il profilo tecnologico. La Casa giapponese ha voluto riprodurre quel modello del 1970, in modo assai fedele (solo la cassa è leggermente più larga rispetto all’originale e arriva a misurare 45 mm di diametro per 13 mm di spessore), sotto il profilo estetico, con interventi strutturali “contemporanei”; ecco, allora, fondello e corona chiusi a vite, vetro zaffiro a doppia curvatura con rivestimento antiriflesso, impermeabilità estesa a 20 atmosfere. Inoltre, la lunetta girevole unidirezionale fruisce della lucidatura secondo la consolidata tecnica Zaratsu, per un effetto a specchio veramente efficace. In quanto al movimento, questa versione rinnovata di Prospex “anni ‘70”, impiega il calibro automatico di manifattura 8L35, progettato specificamente per i modelli subacquei: 28.800 alternanze/ora, 26 rubini e 50 ore di riserva di carica. Con cinturino nero in silicone, è realizzato in serie limitata a 2.500 pezzi a livello mondiale, ha un costo di 4.350 euro.
La collezione Prospex si è, poi, arricchita di due varianti interpretative effettivamente contemporanee, denominate “Sumo”, a motivo della cassa tonneau e della corona, serrata a vite, “liberata” dalla protezione. Rispetto al “1970”, sia diametro che impermeabilità rimangono allo stesso livello, così come il fondello avvitato. I modelli in oggetto si differenziano nel quadrante, protetto da vetro zaffiro, e nella lunetta girevole unidirezionale: sono nella tonalità del nero o del verde, con lunetta trattata con procedimento IP. Indici geometrici applicati e sfere sportive sono rifiniti con Lumibrite, per un’eccellente leggibilità in assenza di luce. In quanto al calibro automatico, il 6R35, lavora ad una frequenza di 21.600 alternanze/ora, scorre su 24 rubini, e la sua riserva di carica si estende fino alle 70 ore. Completa l’insieme il bracciale in acciaio, con chiusura déployante e pulsante di sicurezza. Il prezzo è di 799 euro.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
Nessun commento