L’Odysseus di A. Lange & Söhne, si evolve nell’attesissima configurazione cronografica. La Casa sassone ha mantenuto il design di base del solotempo, integrando la funzione crono con soluzioni inedite e innovative e, per la prima volta, animandola con una base automatica.
L’Odysseus, lanciato nell’ottobre del 2019, è stato il primo orologio in acciaio, in serie, realizzato da A. Lange & Söhne, lo sportivo-elegante che mancava allo storico brand di Glashütte, al fine di approcciare un segmento ormai imprescindibile per l’”haut-de-gamme” orologiero. Fin da subito, l’Odysseus è stato un attore competitivo, un problema in più per i blasonati concorrenti, caratterizzato dalla visualizzazione della Gran Data Lange al 3 e del giorno della settimana al 9, sempre digitale e a finestrella, della medesima grandezza e dal design perfettamente simmetrico. L’ingegnerizzazione della combinazione del meccanismo della data e della carica automatica, custodita dall’immancabile platina a 3/4, si sostanziava in 99 componenti del calibro di manifattura L155.1 Datomatic, originale piattaforma tecnica per nuove applicazioni e, quale altra interessante “prima” per A. Lange & Söhne, il ponte del bilanciere si presentava con due punti di attacco, assimilabile ad un “passante”, pur sempre rifinito splendidamente a mano, al fine d’incrementare la resistenza agli urti, rendendola appropriata per un modello “sportivo”. Dopo l’esordio in acciaio, ecco le immancabili versioni evolutive, prima in una forma preziosa, sempre richiesta, ossia in oro bianco (2020) e, poi, in una serie limitata a 250 pezzi, la sperimentazione in titanio lo scorso anno (il 43% più leggera dell’esordio in acciaio), sintesi di sportività pura. Dunque, per chiudere il cerchio su quest’ultimo connotato dell’Odysseus, non poteva che essere sviluppata la complicazione regina di un orologio sport addicted, quella cronografica.
Un’ottima occasione per aggiungere una nuova perla al già straordinario portafoglio manifatturiero della Casa: il suo primo meccanismo cronografico automatico. In edizione limitata a 100 esemplari, l’Odysseus Cronografo, realizzato in acciaio da 42,5 mm di diametro e 14,2 mm di spessore, impermeabile fino ad una pressione di 12 atmosfere, prevede una cassa in tre parti, nella quale, l’associazione tra superfici spazzolate e sfacci lucidati (finitura che illumina anche la lunetta bombata) determina un piacevole e dinamico effetto cangiante di riflessi ed accentua il mood grintoso del modello. Per renderlo più ancor più funzionale nella sua espressività, A. Lange & Söhne ha lavorato sull’apertura del quadrante, riducendo l’incidenza della succitata lunetta e, grazie alla geometricità delle lancette Alpha in oro bianco, unitamente alla “consolidata” indicazione di data e giorno della settimana, a finestrella, al 3 e al 9, ha assicurato all’orologio un’eccellente leggibilità. Entriamo ora, più approfonditamente, nell’elaborazione del meccanismo cronografico dell’Odysseus, premettendo che, dal 1999 ad oggi, riguardo tale complicazione, la Casa di Glashütte ha sviluppato 13 movimenti di manifattura.
L’impianto scenografico dell’Odysseus impone delle scelte visuali e tecniche decisamente originali per integrare ogni eventuale complicazione, con coerenza, nel suo mood. In tal senso, la manifattura sassone ha sviluppato un meccanismo, il calibro automatico L156.1 Datomatic, una première, come evidenziato poc’anzi, nel quale entrambe le lancette cronografiche, secondi e minuti, sono posizionate, sovrapposte, al centro: sfera dei minuti crono con punta a forma di diamante; sfera rossa per i secondi crono. Una soluzione che incide fortemente sulla componente elegante dell’esemplare, conferendo pulizia estetica all’insieme ed evitando l’ingombro dei totalizzatori, data la presenza delle finestrelle day-date sovradimensionate, al 3 e al 9, in perfetto stile Lange. Inoltre, nuovi ambiti di applicazione del cronografo – il cui smistamento avviene via ruota a colonne – si sono aperti, dato che secondi e minuti crono si muovono entrambi su di un range di 60 unità, in riferimento ad una scala graduata sul rehaut satinato (la fascia esterna prevede le frazioni di secondo): uno spunto per dar vita ad un nuovo sistema di azzeramento. Infatti, quando, classicamente, si preme il pulsante “reset” al 4, dopo lo stop alla misurazione, si assiste ad un breve ma sorprendente spettacolo: mentre la sfera dei minuti salta in modo convenzionale verso la posizione di partenza, al 12, la lancetta rossa dei secondi crono copre l’intera distanza misurata in precedenza in una frazione di secondo, ossia un giro completo per ogni minuto cronometrato. Se i minuti cronometrati sono inferiori alla soglia delle 30 unità, le due lancette si muovono in senso antiorario; al contrario, entrambe le sfere si muovono fino allo zero in senso orario (in questo caso, il moto fulmineo della lancetta dei secondi crono, avviene per ogni minuto necessario a raggiungere l’ora completa).
Ulteriore, inedita applicazione è quella riguardante i caratteristici pulsanti dell’Odysseus, di forma troncoconica, titolari di una doppia funzione in dipendenza della corona a vite: se questa è in posizione normale, essi svolgono le tradizionali funzioni cronografiche, ossia avvio/arresto/azzeramento; a corona estratta in prima posizione, i pulsanti provvedono a correggere data e giorno della settimana, grazie a un dispositivo di nuova concezione. Per assecondare adeguatamente quanto indicato, il calibro automatico L156.1 Datomatic (516 componenti, 52 rubini e 4 castoni in oro), visibile fronte fondello chiuso a vite e integrato da vetro zaffiro, pulsa a 28.800 alternanze/ora, grazie a un bilanciere inerziale – è stato mantenuto il ponte “passante” inciso – regolato da 4 viti periferiche, con spirale prodotta in-house: la regolazione micrometrica, classicamente, avviene “a declino” mediante vite eccentrica e molla di ritegno a collo di cigno. La massa oscillante unidirezionale è in platino e la riserva di carica assicurata a piena carica è di 50 ore. Inutile ricordare che il calibro L156.1 Datomatic, come tutti i movimenti della Casa sassone, viene assemblato due volte, per garantire la massima cura e precisione e ottimizzare la sua efficienza. Il quadrante nero presenta centralmente una superficie grené, a contrastare con l’azurée proposto sulla fascia degl’indici orari applicati e luminescenti, in oro bianco, e su quella dei piccoli secondi. Un bracciale composito a cinque maglie, in acciaio lucido/satinato, ben integrato e rastremato verso la chiusura déployante, completa l’insieme.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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