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A. Lange & Söhne, 1815 da 34 mm e Odysseus in...

A. Lange & Söhne, 1815 da 34 mm e Odysseus in oro miele

La Casa sassone inaugura il 2025, con modelli esclusivi e ricercati nella loro essenziale raffinatezza, in omaggio ai 180 anni dalla fondazione in quel di Glashütte, abbinando alla pura classicità del 1815, dalle dimensioni straordinariamente contenute, il design e la meccanica d’avanguardia dell’Odysseus, in una versione in oro miele. 

Sono passati 180 anni, da quando Ferdinand Adolph Lange avviò, ufficialmente la tradizione sassone nell’Alta Orologeria. Infatti, nel 1845, l’allievo del futuro suocero, orologiaio di corte a Dresda, Johann Christian Friedrich Gutkaes, firmò un contratto con il Ministero degli Interni del Regno di Sassonia, con il quale s’impegnava ad insegnare il mestiere di orologiaio a 15 giovani di Glashütte, a fronte di un iniziale prestito governativo di 7.820 talleri: il 7 dicembre di quell’anno avviò la prima fabbrica di segnatempo da tasca della regione, istruendo gli apprendisti. Fu il primo germoglio di una pianta straordinaria, tornata alla ribalta, dopo un lungo oblio, il 7 dicembre 1990, quando il pronipote di Ferdinand Adolph, Walter Lange, assieme a Günter Blümlein, dette vita alla rinascita della Lange Uhren GmbH. Ferdinand Adolph era nato il 18 febbraio del 1815, dunque aveva trent’anni quando dimostrò coraggio ed intraprendenza, eleggendo il piccolo centro ai piedi dei Monti Metalliferi ed al confine con la Cechia, quale faro indiscusso della cultura orologiera tedesca. Non è un caso che con la sua data di nascita la A. Lange & Söhne abbia voluto identificare la collezione d’impostazione più classica e fedele alla tradizione secolare della Casa: ricordiamo in tal senso, che, nel 2020, una trilogia di modelli 1815 presentò movimenti con finiture dei ponti in alpacca, non con il consueto motivo a “Nastro di Glashütte”, ma grené, a ricordare gli storici modelli A. Lange & Söhne da tasca, di qualità 1A. Oggi la Maison, torna sul 1815 solotempo con piccoli secondi, declinandolo in due esemplari, in oro bianco ed oro rosa, da 34 mm, distribuiti su di uno spessore di 6,4 mm. Un diametro che tradisce la volontà di rivolgersi ad un pubblico universale, prescindendo da cliché dimensionali legati alla portabilità squisitamente maschile e riproponendo un ingombro sul polso che connotò la nascita ed affermazione dell’orologio da polso all’inizio del XX secolo. 

1815, da 34 mm (6,4 mm di spessore) nella versione in oro bianco, con lunetta a spiovente lucida e fondo a vista fissato da sei viti. Quadrante blu, scala della minuteria a chemin de fer, sfere Index in oro bianco, indici a numeri arabi decalcati in bianco, piccoli secondi al 6 su fondo azurée. Calibro manuale di manifattura, L152.1, autonomia di 72 ore. Cinturino in alligatore blu, fibbia ad ardiglione in oro bianco.

Calibro L.152.1, manuale di manifattura, visibile fronte fondello. Si tratta del 75° calibro “in-house” della Casa sassone: diametro di 28,1 mm, spessore di 2,9 mm, 171 componenti, 21 rubini, 4 castoni d’oro avvitati, bilanciere con viti di compensazione, 21.600 alternanze/ora, spirale libera di nuova concezione – così come lo scappamento ad ancora -, regolazione a vite laterale micrometrica con molla di ritegno a collo di cigno, autonomia di 72 ore. Finitura del ponte a tre quarti a Nastro di Glashütte, ponte del bilanciere inciso a mano.  

Luci sulla raffinatezza del quadrante blu del nuovo 1815 da 34 mm, delicatamente biplanare e con aspetti legati alla pura tradizione quali la scala della minuteria a chemin de fer e la finitura azurée del fondo dei piccoli secondi.

1815, nella versione in oro rosa, con sfere nello stesso metallo; cinturino in alligatore color ruggine e fibbia ad ardiglione in oro rosa.

In questo, ovviamente, aiuta l’essenzialità informativa, espressa su quadrante biplanare blu intenso, su entrambe le versioni. La struttura, classicamente in tre parti, con lunetta lucida leggermente inclinata, carrure satinata e fondello chiuso da 6 viti e integrato da vetro zaffiro, nasconde una cura maniacale per il dettaglio, che emerge nelle sottili fasce lucidate, in alto e in basso sulla carrure, e nelle anse, leggermente scalinate sul bordo esterno e con uno spessore appena accennato sul punto di applicazione, a creare una discontinuità di tratto, propria di un design d’antan. Tornando al quadrante, la grafica rigorosa è incorniciata da una minuteria a chemin de fer, con numeri arabi percorsi da sfere Index e piccoli secondi su fondo azurée, a contrasto, al 6. Ad animare questi 1815, la Casa sassone ha voluto elaborare un nuovo calibro manuale di manifattura, il 75° per la precisione, denominato L152.1, evidentemente con platina a 3/4 (introdotta da Ferdinand Adolph Lange nel 1864), il cui ponte è rifinito a Nastro di Glashütte; classico il ponte del bilanciere inciso a mano. È stato introdotto un sistema innovativo a spirale libera, con grande bilanciere con viti di compensazione, oscillante a 21.600 alternanze/ora, regolato tradizionalmente, a vite micrometrica laterale con molla di ritegno a collo di cigno. Tony de Haas, Direttore dello Sviluppo Prodotti, ha aggiunto: “Nonostante le dimensioni ridotte, i nostri orologiai sono riusciti anche ad aumentare la riserva di carica a 72 ore e ad incorporare un nuovo scappamento.” Oltre al 1815, Lange ha voluto tornare, quest’anno sull’Odysseus, lanciato, in acciaio, il 24 ottobre 2019,  concettualmente classificato come sportivo-elegante, espressivo di “grande data” al 3 e giorno della settimana al 9, entrambi a finestrella. A quella versione è seguito l’oro bianco nel 2020 e il titanio nel 2022, per poi assistere allo sviluppo cronografico nel 2023. 

Odysseus Honeygold, da 40,5 mm (11,1 mm di spessore),  in oro miele, lunetta bombata lucida, pulsanti a cuneo per la correzione di data e giorno, corona a vite, fondo a vista. Impermeabilità fino a 12 atmosfere. Quadrante marrone, scala della minuteria sul rehaut, sfere Index e indici a barretta applicati in oro miele e luminescenti, data a doppia finestrella al 3, giorno a finestrella al 9,  piccoli secondi al 6 su fondo inciso soleil. Calibro automatico di manifattura, L155.1 Datomatic, autonomia di 50 ore. Bracciale in oro miele, fibbia déployante in oro miele. Serie limitata a 100 pezzi.

Calibro L155.1 Datomatic, automatico di manifattura, visibile fronte fondello: diametro di 32,9 mm, spessore di 6,2 mm, 312 componenti, 31 rubini, 1 castone d’oro avvitato e viti azzurrate, bilanciere con 4 viti di regolazione con ponte passante inciso a mano, 28.800 alternanze/ora, spirale libera, regolazione a vite laterale micrometrica con molla di ritegno a collo di cigno, autonomia di 50 ore, rotore centrale scheletrato – unidirezionale – e rodiato nero con massa esterna in platino. Finitura del ponte a tre quarti a Nastro di Glashütte. 

Fronte quadrante, il calibro L155.1 Datomatic, adotta i dischi della data (due) e del giorno della settimana, con fondo marrone, dallo spessore di 2,4 mm.

Nel 2025, la Maison ha voluto puntare nuovamente su di un’interpretazione più patinata del modello, privilegiando il suo “lato” prezioso ed esclusivo. Come ha avuto modo di osservare il CEO, Wilhelm Schmid, l’Odysseus “è stato l’orologio, per mettere a punto il quale abbiamo dovuto destinare maggior tempo, per ricerca e sviluppo, tra tutti i modelli realizzati. Abbiamo cominciato a lavorare sul movimento nel 2014 e ci sono voluti circa sei anni prima di vedere il risultato finale”. L’ingegnerizzazione della combinazione del meccanismo della data e della carica automatica, custodita dall’immancabile platina a 3/4, si sostanzia in 99 componenti del calibro di manifattura L155.1 Datomatic, originale piattaforma tecnica per nuove applicazioni e, quale altra interessante “prima” per A. Lange & Söhne, il ponte del bilanciere si presenta con due punti di attacco, assimilabile ad un “passante”, pur sempre rifinito splendidamente a mano (con motivo ad onde, a richiamare l’impermeabilità del modello), al fine d’incrementare la resistenza agli urti, rendendola appropriata per un esemplare “sportivo”. Dunque, ecco veder la luce la variante in  oro miele, in serie limitata a 100 pezzi. Ricordiamo che l’oro miele è una lega brevettata dalla Casa sassone nel 2010, ottenuta con speciali additivi e un particolare trattamento termico, la cui durezza è superiore a quella delle altre leghe dell’oro e del platino: questo particolare metallo prezioso, peraltro, ha esordito quell’anno, proprio per omaggiare la serie “Homage to F. A. Lange”, riferita alle 165 primavere del primo laboratorio di Glashütte. La cassa, impermeabile fino a 12 atmosfere, da 40,5 mm, contiene lo spessore in 11,1 mm, con essenziale lunetta lucida e bombata a contrastare con i pulsanti a forma di cuneo, posizionati sopra e sotto la corona a vite, funzionali alla correzione di data e giorno della settimana; svasature e smussi lucidati connotano anche le anse, che “staccano” dalla carrure per indirizzare l’angolazione del bracciale, a cinque file di maglie, ognuna satinata, con sfacci lucidati, la cui fibbia déployante è dotata di un dispositivo, di facile utilizzo, che consente di regolare la lunghezza fino a sette millimetri, mediante la semplice pressione di un pulsante. Per la quarta variante dell’Odysseus, A. Lange & Söhne ha definito una tonalità di quadrante marrone, in armonia con l’oro miele, sia in termini di “calore”, che di contenuti cromatici. Sono in oro miele anche le sfere Index luminescenti, a percorrere, su di un fondo a rilievo e inciso soleil – lo ritroviamo sulla scala dei piccoli secondi, al 6 -, gl’indici a barretta applicati, anch’essi luminescenti. Le cifre della Grande Data e le lettere dell’indicazione del giorno della settimana, in bianco su fondo marrone, prevedono uno spessore complessivo di 2,4 millimetri e consentono una buona leggibilità; la minuteria è collocata sul rehaut e il numero 60 stampato in rosso, richiama la sportività del pensiero estetico. Riprendiamo, dunque, il discorso sul succitato calibro L155.1 Datomatic (nome inciso sul rotore centrale scheletrato e rodiato nero, unidirezionale, con massa esterna in platino), visibile attraverso il vetro zaffiro adattato sul fondello, e, come consuetudine della manifattura sassone, oggetto di doppio assemblaggio. Il ponte a tre quarti è rifinito a Nastro di Glashütte e non mancano le viti azzurrate e il consueto castone d’oro avvitato sopra la ruota di scappamento. A piena carica, il bariletto fornisce una riserva di carica di 50 ore, mentre il bilanciere, operativo a 28.800 alternanze/ora, con spirale libera, è regolato da quattro viti incassate a filo con il lato esterno dell’anello: ciò consente una minore resistenza all’aria ed una migliore efficienza energetica, unitamente ad una precisione superiore. Presto parleremo anche della nuova pluricomplicazione messa a punto da A. Lange & Söhne, il Minute Repeater Perpetual in platino, con il prezioso contributo di Tony de Haas.

In quest’immagine si può notare la fascia periferica degl’indici, in rilievo e incisa soleil, nonché l’eccellente leggibilità della finestrella del giorno, consentita dall’indicazione bianca sul fondo marrone. 

Sulla scala della minuteria spazzolata in oro miele, e posta sul rehaut, il numero 60 è stampato in rosso, a richiamare la sportività del pensiero estetico.


Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia

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