I risultati delle famose Case d’Asta Phillips ed Antiquorum sono decisamente positivi, con record di fatturato e di partecipazione, sia live che online. Di altissimo rilievo, poi, i top lots.
Si stanno avvicinando i primi eventi 2020 riguardanti le aste orologiere monotematiche da parte delle più importanti Case d’Asta a livello internazionale. Un momento per fare il punto sull’andamento 2019 del mercato collezionistico attraverso i risultati ottenuti durante gli eventi ed estendere l’analisi sui brand e modelli più ricercati, evidenziando i top lots. Per far questo faremo tesoro dei dati forniti da organizzazioni importanti come Phillips e Antiquorum.
Phillips
Per quanto riguarda la prima, che gestisce il mercato orologiero d’antan in associazione con Aurel Bacs e Livia Russo, l’attività 2019 ha dato riscontri molto positivi, avendo determinato un giro d’affari di ben 111 milioni di dollari, corrispondente ad un tasso di vendita globale del 96%, sviluppato sulle tre sedi di Ginevra, Hong Kong e New York. Sono stati ben 12 gli orologi aggiudicati sopra 1 milione di US$, con l’Urwerk Atomic Mechanical Control che guida tale gruppo, essendo stato battuto per 2,9 milioni di US$: un record per un esemplare realizzato da un “orologiaio” indipendente, venduto all’asta. Altri record in asta, ça va sans dire, sono stati anche battuti da Rolex, Patek Philippe, Vacheron Constantin, F.P. Journe e George Daniels, tra gli altri. In quanto a Phillips, al successo delle aste “live”, si sono aggiunte mostre, iniziative digitali, una collaborazione unica nel suo genere con Zenith e il lancio di Phillips Perpetual. I Senior Consultants Aurel Bacs e Livia Russo hanno dichiarato: “Il 2019 è stato un anno straordinario per il dipartimento ‘Orologi’ di Phillips e siamo entrambi orgogliosi di tutto il nostro team internazionale, poiché continua a mantenere il livello dell’offerta altissimo, stagione dopo la stagione. Dall’ispirare i modi in cui gli appassionati di orologi possono alimentare le loro collezioni, fino a sostenere gli orologiai indipendenti, continuiamo a sforzarci di essere innovatori, pur rimanendo impegnati nell’offrire esemplari di altissima qualità e un servizio clienti eccellente all’interno del panorama in continua evoluzione della collezionismo orologiero”.
Vediamo, nello specifico, che l’attività di Phillips nelle classiche aste “live” ha raggiunto un totale annuo di 330 milioni di HK$ per le vendite di orologi in Asia, con un aumento del 40% rispetto allo scorso anno, assumendo una posizione di leadership di mercato in quell’area. In termini generali, l’asta “Nine” di Hong Kong ha registrato un saldo complessivo del 33% superiore rispetto all’anno precedente (ben 900 offerenti online), l’evento “Game Changers” di dicembre a New York, ha fatto registrare un aumento del 75% rispetto a quello del dicembre 2018. Tra i numerosi record ottenuti, possiamo citare la ref. 1518 di Patek Philippe in oro rosa (2.072.760 euro), la seconda serie della ref. 2499, in oro giallo, sempre di Patek Philippe (1.824.029 euro), il Rolex Day-Date (ref. 1803) dalla collezione del campionissimo di golf Jack Nicklaus (1.099.464 euro), il Rolex GMT-Master (ref. 1675) indossato da Marlon Brando nel film “Apocaliypse Now” (1.759.142 euro): in particolare, i proventi di questi ultimi due modelli, ma anche di diversi altri sono stati utilizzati per sostenere attività di beneficienza.
Va segnalato, poi, a conferma dell’impegno di Phillips a sostegno dei marchi indipendenti di orologeria, l’eccezionale record ottenuto da un orologio atomico (è stata la prima volta per Phillips), ossia l’Atomic Mechanical Control di Urwerk, abbinato ad un orologio da polso in titanio, battuto per 2.613.480 euro. All’inizio del 2019, l’asta “Nine” di Ginevra, Phillips ha aggiudicato, poi, un orologio da tasca in oro giallo, storicamente molto importante, realizzato da George Daniels (calendario perpetuo istantaneo e ripetizione minuti, con l’aggiunta di fasi di luna, termometro, riserva di carica, equazione del tempo, tourbillon co-assiale a un minuto) considerato da molti come il padre dell’orologeria indipendente, per 2.129.358 euro.
Infine, una notazione interessante, ossia la crescita dell’attività online di Phillips: nel 2019, i partecipanti che si sono registrati online sono aumentati dell’80% rispetto al 2018, da 75 Paesi, il risultato più rilevante tra tutti i dipartimenti di Phillips. Il numero totale di lotti venduti agli offerenti online, è aumentato del 50% rispetto al 2018.
Antiquorum
Per Antiquorum, il 2019 è stato un anno di celebrazioni: 45° anniversario dell’ufficio di Ginevra; 40° anniversario del suo ufficio di Hong Kong. Il CEO Romain Réa ha affermato: “Siamo orgogliosi di annunciare un risultato record di più di 36 milioni di franchi svizzeri per il 2019. Attraverso le otto battute d’asta a Ginevra, Hong Kong e Monaco, quest’anno rappresenta un punto di svolta nella storia della nostra azienda: per la prima volta dalla sua creazione, Antiquorum sta aprendo il suo nuovo dipartimento di gioielleria e sta istituendo delle rappresentanze permanenti a Monaco”. Entrando nello specifico dei pezzi più prestigiosi aggiudicati, cominciamo con il citare un orologio da tavolo Jaquet Droz & Leschot in ottone dorato, risalente al 1795, interamente smaltato e rifinito con perle, realizzato per il mercato cinese e contenente un uccello canterino, venduto per 1.025.000 franchi svizzeri. Ecco, poi, un tasca di Patek Philippe, realizzato per Cartier, negli anni ’60, pezzo unico, con il fondo dipinto in miniatura su smalto da J. Pellarin-Leroy (poco più di 190.000 euro).
Nel contesto degli esemplari famosi per il polso dei personaggi noti che hanno “vestito”, segnaliamo un raro Rolex GMT-Master, ref. 1675, del 1964, in acciaio, appartenuto al Generale Carlos Coello “Tuma”, braccio destro di Che Guevara (aggiudicato per 112.500 franchi svizzeri); inoltre, va sottolineato un cronografo Patek Philippe “art déco”, ref. 130, in oro giallo, donato dal Conte Jean Eugène de Chikoff al Dr. Jacoberger, nel 1938, per ringraziarlo per aver salvato la figlia (il quadrante è argenté in due tonalità), battuto per 247.000 euro. Un record è stato ottenuto da un Patek Philippe Aquanaut, ref. 5060A-001, in acciaio, con quadrante blu e lancetta centrale dei secondi di colore rosso, probabilmente unico, venduto per 214.500 euro. Altro record mondiale per un Patek Philippe da tasca in oro, risalente al 1900 – ripetizione minuti, cronografo sdoppiante con contatore dei 30 minuti –, aggiudicato per 93.750 euro. Sul fronte degli orologi sportivi, inevitabili importanti aggiudicazioni riguardanti Rolex. Su tutte il Daytona, ref. 6263 del 1969, in acciaio con quadrante conosciuto come “Paul Newman RCO Musketeer”, a motivo del design dei contatori che richiama la stilizzazione delle maniche delle bluse dei moschettieri, battuto per 1.100.000 franchi svizzeri; altre particolarità del modello sono la scritta Oyster sottostante la dicitura Cosmograph (definita “Oyster Sotto”) e i pulsanti “Mark 1.5 (noti come “millerighe”). In questa configurazione, sono meno di 10 gli esemplari conosciuti di Daytona. Infine, ulteriore record anche per un Daytona, ref. 16520, con quadrante “floating porcelain”, con doppia firma Tiffany & Co., aggiudicato per 293.000 franchi svizzeri.
Insomma, Rolex e Patek Philippe, Patek Philippe e Rolex, sono loro i dominatori incontrastati del mercato collezionistico top, quelli da world record costanti. Stante questo dato, il mercato è vivo e pulsante e moltissimi saranno i modelli d’interesse anche nell’anno in corso.
Da circa 25 anni, giornalista specializzato in orologeria, ha lavorato per i più importanti magazine nazionali del settore con ruoli di responsabilità. Freelance, oggi è Watch Editor de Il Giornale e Vice Direttore di Revolution Italia
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